Più “Contemporaneo”, Ma Pur Sempre Ottimo Blues E’. Rick Estrin & The Nightcats – Contemporary

rick estrin & the nightcats contemporary

Rick Estrin & The Nightcats – Contemporary – Alligator Records/Ird

Come già raccontato in altre occasioni , nel 2008 Charlie Baty, dopo 32 anni on the road e una decina di album pubblicati, decise per un ritiro dalle scene, sciogliendo di conseguenza la sua “creatura” Little Charlie & The Nightcats: in seguito ci ha ripensato e ultimamente è entrato a far parte della formazione di  Sugar Ray and the Bluetones, coi quali ha anche registrato un album di prossima uscita. Quasi immediatamente comunque Rick Estrin ha preso in mano le redini della formazione, in fondo il cantante e armonicista era lui, e con l’ingresso come sostituto del bravissimo Kid Andersen alla chitarra, ha deciso di proseguire la carriera con la stessa ragione sociale, sostituendo solo il proprio nome a quello di Little Charlie. Da allora la band ha pubblicato, sempre per la Alligator, quattro album, tutti molto buoni, con Lorenzo Farrell, confermato al basso e all’organo, e il nuovo arrivato Derrick “D’Mar” Martin’ che sostituisce il batterista Pettersen, per questo  Contemporary. Produce, insieme ad Estrin, che scrive nove canzoni del CD, appunto Kid Andersen, al suo Greaseland Studio di San Jose, California e, come lascia intuire il titolo, a tratti c’è una svolta più contemporanea nel sound del gruppo, senza snaturare peraltro troppo il loro classico Electric Chicago Blues, ma con la ricerca di nuove sonorità, grooves e soluzioni musicali, ancora una volta con ottimi risultati, d’altronde, come è noto, la Alligator da parecchio tempo non sbaglia un disco.

Non ho molte altre informazioni da fornirvi, al limite andate a rileggervi i vecchi post https://discoclub.myblog.it/2017/10/27/eccellente-chicago-blues-elettrico-anche-se-nessuno-viene-da-li-rick-estrin-the-nightcats-groovin-in-greaseland/ , per cui lasciamo parlare la musica: I’m Running, come da titolo, viaggia e corre a tempo di swing, con organo, basso e batteria a tenere un tempo incalzante, Christoffer Kid Andersen lavora di fino coi toni e vibrati della sua solista e poi entra l’armonica scintillante di Estrin, grande partenza, e suono quasi “innovativo” per un blues più al passo con i tempi moderni, senza virare comunque nel rock, ma lavorando molto sul virtuosismo non esasperato dei musicisti. Resentment File, con il consueto cantato discorsivo e gli immancabili tocchi umoristici di Rick, è decisamente più funky e robusta, con un groove colossale del basso, dove si innestano gli assoli dell’ottimo Andersen e anche l’organo di Farrell si fa sentire, per un blues quasi “zappiano”; la title track viceversa parte come un classico shuffle in puro stile Chicago, con l’armonica insinuante in evidenza, poi cambio di tempo repentino, il suono si fa decisamente più complesso, entrano coriste e fiati, un accenno di rap non fastidioso, il wah-wah di Andersen sullo sfondo e ancora questa ambientazione sonora mutuata dal Frank Zappa più ingrifato e bluesy.

She Nuts Up è quasi felpata e notturna, il talking tipico del nostro e organo, chitarra e ritmica ad imbastire una base per le divagazioni dell’armonica, mentre New Shape (Remembering Junior Parker) è un omaggio a tempo di R&B all’autore di Mystery Train, per un brano che fa molto 70’s funky nel suono https://www.youtube.com/watch?v=5XBhiqT0GZE .House Of Grease è uno strumentale jazzy brillante e ricercato, sulla falsariga del classico organ trio (più piano) sound con i vari solisti che si prendono il loro tempo;, soprattutto un Andersen straripante; Root Of All Evil, è sempre divertente e piacevole, ma meno consistente di altri brani, non manca il classico “lentone” nella forma della solenne The Main Event, con armonica, organo e chitarra a fronteggiarsi, prima di passare ad un altro strumentale Cupcakin’ che rimanda molto al suono di Booker T & The Mg’s, con armonica aggiunta https://www.youtube.com/watch?v=zSVf-YdLbO8 . Niente male anche la swingata New Year’s Eve, con la solista pungente di Andersen, alternata agli altri due solisti del gruppo, Nothing But Love è più vicina alle 12 battute più classiche, con il cantato laconico di Estrin che ricorda quello di David Bromberg, lasciando alla vorticosa Bo Dee’s Bounce, un altro pezzo strumentale, il compito del commiato.

Bruno Conti

Più “Contemporaneo”, Ma Pur Sempre Ottimo Blues E’. Rick Estrin & The Nightcats – Contemporaryultima modifica: 2019-10-13T12:07:10+02:00da bruno_conti
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