La Musica Di Qualità E’ Davvero Nelle Sue “Corde”! Billy Strings – Home

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Billy Strings – Home – Rounder CD

“Ho visto il futuro del bluegrass, il suo nome è Billy Strings!” Nessuno in realtà, che io sappia, ha mai pronunciato questa frase, ho semplicemente adattato la celeberrima sentenza con la quale l’allora critico Jon Landau definì un giovane Bruce Springsteen dopo un concerto a Cambridge in cui il futuro Boss apriva per Bonnie Raitt, e l’ho applicata a Billy Strings, musicista ventisettenne originario del Michigan. In realtà il nostro si chiama William Apostol, ed il soprannome Strings gli è stato appioppato dallo zio che era rimasto impressionato dalla sua abilità con gli strumenti a corda. D’altronde non poteva essere altrimenti, in quanto William fin da bambino è stato cresciuto a pane e bluegrass dal patrigno, musicista per diletto e grande appassionato di Doc Watson, Del McCoury, Bill Monroe e Ralph Stanley. Billy crescendo si è avvicinato anche al rock (da Jimi Hendrix in giù), ed il suo modo di suonare risente di queste molteplici influenze, in quanto stiamo parlando di un musicista con una tecnica straordinaria, che riesce a giostrarsi brillantemente con qualsiasi tipo di strumento tradizionale palesando una grinta ed un approccio da vero rocker, ed introducendo all’interno di una musica che è acustica al 90% anche delle parti di chitarra elettrica: non siamo ancora di certo ai livelli degli Old Crow Medicine Show (una band alla quale il nostro è stato paragonato), ma neppure distanti anni luce.

A parte due album autodistribuiti e registrati insieme a Don Julin, Billy ha esordito con un EP nel 2016 ed un anno dopo ha dato alle stampe il suo vero e proprio debutto, Turmoil And Tinfoil, che lo ha subito fatto notare come una sicura promessa in ambito bluegrass, a tal punto che per questo nuovo Home il nostro è stato messo sotto contratto dalla prestigiosa Rounder. Prodotto da Glenn Brown, Home vede Billy circondarsi di colleghi che come lui danno del tu agli strumenti: Strings si occupa di chitarre e banjo, ed è aiutato da Billy Failing sempre al banjo, Jarrod Walker al mandolino, Royal Masat al basso e John Mailander al violino, mentre in un paio di pezzi compare anche il dobro del maestro Jerry Douglas. Quattordici canzoni, tutte quante a firma di Billy nonostante in certi momenti ci sembra di ascoltare vecchi brani della tradizione. Taking Water  ha un inizio attendista nel quale i nostri paiono accordare gli strumenti, poi il banjo dà il via alle danze per un country-grass diretto e godibile, dal refrain corale che pare preso da un vecchio canto appalachiano. Ogni brano dona spazio agli assoli dei vari musicisti, che rendono ancora più piacevole l’ascolto. Must Be Seven è vivace e ha dalla sua una scrittura moderna nonostante l’accompagnamento d’altri tempi (ed anche qui non mancano un paio di splendidi interventi di banjo e chitarra), a differenza della deliziosa Running che sembra un antica pickin’ tune degli anni cinquanta (e sentite come suonano).

Ma gli highlights del disco sono Away From The Mire e Home, due brani straordinari di quasi otto minuti l’uno in cui il gruppo letteralmente si supera, con i vari membri che si rincorrono idealmente a vicenda tentando di sfidarsi a duello l’un l’altro: Away From The Mire parte come una ballata, ma dopo solo un minuto il ritmo prende il sopravvento (e compare anche una chitarra elettrica per uno strepitoso intermezzo rock), mentre Home è addirittura quasi psichedelica, con elementi orientaleggianti ed un finale anche qui elettrico, da applausi a scena aperta. Non solo tecnica, ma anche feeling e creatività a mille. Dopo due pezzi così il resto è in discesa, ma non sarebbe giusto ignorare tracce come la limpida Watch It Fall, puro country, il bluegrass a tutta velocità di Long Forgotten Dream (altro brano suonato con un approccio rock pur avendo la spina staccata), la strana Highway Hypnosis, che parte tradizionale al massimo e poi diventa un insieme di sonorità ipnotiche (come da titolo), per poi riprendere il tema iniziale e chiudere in scioltezza. Enough To Leave è una country ballad molto suggestiva, Hollow Heart riporta il ritmo a livelli altissimi, mentre Love Like Me è una folk song pura e fresca. Il CD si chiude con Everything’s The Same, altra canzone in cui Billy e compagni si divertono a suonare ad alta velocità, il fantastico strumentale Guitar Piece, vero pezzo di bravura ed abilità chitarristica per il nostro (e qui vedo addirittura l’influenza di John Fahey), e con Freedom, un bellissimo brano che fonde folk e gospel, con tanto di botta e risposta tra voce e coro, pura mountain music.

Home è un album fulminante, e Billy Strings un nome sul quale contare sicuramente per il futuro. Per quanto mi riguarda, anche per il presente.

Marco Verdi

La Musica Di Qualità E’ Davvero Nelle Sue “Corde”! Billy Strings – Homeultima modifica: 2019-11-14T15:48:42+01:00da bruno_conti
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