Lo Springsteen Della Domenica: Un Emozionante Ritorno “In Solitaria” Al Passato. Bruce Springsteen – Asbury Park 11/24/96

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Ci sono luoghi che sono indissolubilmente legati a musicisti in particolare: se nomino per esempio il Cavern Club la mente va direttamente ai Beatles, e nello stesso modo se parlo dello Stone Pony di Asbury Park viene automatico pensare a Bruce Springsteen che nel locale di punta della cittadina del New Jersey mosse i primi passi artistici nei primi anni settanta (e come lui gli amici Little Steven e Southside Johnny). Durante la tournée acustica seguita alla pubblicazione nel 1995 di The Ghost Of Tom Joad, in assoluto il primo tour in cui il nostro era da solo sul palco, Bruce decise di fissare delle date nei luoghi della sua gioventù, tra cui la natia Freehold (concerto già pubblicato in precedenza nell’ambito dei bootleg ufficiali dal vivo del Boss) ed appunto Asbury Park, dove Bruce tenne tre spettacoli nel Novembre del 1996, il primo dei quali è ora disponibile come ultima pubblicazione in ordine di tempo.

C’è da dire che lo Stone Pony all’epoca aveva già chiuso i battenti da cinque anni per bancarotta (avrebbe però riaperto nel 2000), e quindi lo show si svolge al Paramount Theatre: l’atmosfera è comunque la stessa, con il nostro che fa capire che per lui non è una serata come le altre cambiando sensibilmente la scaletta rispetto alle altre sere del tour, Freehold compresa (le setlist dei concerti acustici di Bruce, comprese quelle della tournée del 2005 seguita a Devils And Dust, sono sempre state più rigide di quelle con la E Street Band, cosa strana in quanto essendo da solo sul palco potrebbe fare ancora di più ciò che vuole). In più, Springsteen non è da solo in quanto, a parte le tastiere “off stage” di Kevin Buell, durante lo show salgono sul palco il vecchio compagno Danny Federici con la sua fisarmonica in cinque pezzi, la futura E Streeter Soozie Tyrell al violino e voce in sette canzoni e la moglie del Boss Patti Scialfa alle armonie vocali in altri quattro brani (tutti in comune con la Tyrell). Le novità cominciano già dai tre pezzi iniziali, presi tutti dal primo album di Bruce che citava Asbury Park anche nel titolo, tre sentite versioni di Blinded By The Light, Does This Bus Stop At 82nd Street? e la sempre acclamatissima Growin’ Up.

Poi si parte con una miscellanea di brani tratti da vari periodi della carriera del Boss, con una dietro l’altra Atlantic City, Independence Day (unica performance di tutto il tour), l’allora nuova Straight Time, una Darkness On The Edge Of Town davvero energica (con Bruce che passa alla dodici corde), la sempre trascinante Johnny 99 e la sempre toccante Mansion On The Hill. C’è posto anche per Wild Billy’s Circus Story, presa dal secondo album ed assoluta rarità dal vivo, mentre Patti viene introdotta dall’irriverente e scherzosa Red Headed Woman e si unisce al marito per una sentita Two Hearts, una eccellente When You’re Alone (un brano che andrebbe riscoperto) ed una splendida Shut Out The Light, altra rarità che in origine era sul lato B del singolo Born In The U.S.A., arricchita dalla fisa di Federici. La seconda parte dello show si apre con alcune delle più belle canzoni di The Ghost Of Tom Joad, vale a dire la title track, Sinaloa Cowboys, The Line e Across The Border, inframezzate da un’intensissima Racing In The Street. Conclusione con due brani che suonare senza band alle spalle denota coraggio, cioè Working On The Highway e Rosalita, con in mezzo una vibrante rilettura della bellissima This Hard Land, per finire con la struggente 4th Of July, Asbury Park (e come poteva mancare?) e la chiusura tipica di quel tour affidata a The Promised Land.

Un bel concerto quindi, con importanti risvolti di carattere emotivo, anche se personalmente continuo a preferire il Bruce Springsteen nelle vesti di rocker.

Marco Verdi

Lo Springsteen Della Domenica: Un Emozionante Ritorno “In Solitaria” Al Passato. Bruce Springsteen – Asbury Park 11/24/96ultima modifica: 2019-11-24T11:41:37+01:00da bruno_conti
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