Anche Il Canada Dà Il Suo (Ottimo) Contributo Alla Causa Del Blues. Big Dave Mclean -Pocket Full Of Nothin’

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Big Dave Mclean – Pocket Full Of Nothin’ – Black Hen Music

Big Dave McLean è una (mezza) leggenda del blues canadese, un veterano,  in attività già dagli anni ’70, ma con soli sei album nel suo carnet, questo Pocket Full Of Nothin’ è il settimo, in una carriera che gli ha fatto avere diversi riconoscimenti in patria, l’ultimo dei quali l’Order Of Canada, per i contributi alla cultura del proprio paese (premio che gli verrà assegnato insieme a Garth Hudson). Il nostro amico è chitarrista, armonicista, autore di canzoni (in questo album tutte, meno tre) e ovviamente cantante: il disco è prodotto da Steve Dawson, altro ottimo musicista canadese, che è pure il boss della Black Hen, ma in passato McLean ha pubblicato anche con la Stony Plain, altro presidio della musica di lassù, in una nazione che cura anche molto la promozione dei prodotti locali, insomma quando sul retro dei dischetti vedete i marchi Canada o Factor, o entrambi, vuole dire che il governo locale ci ha messo lo zampino con un contributo. Tornando al CD , ad accompagnare il nostro ai vari tipi di chitarra, acustica, elettrica, National, steel, slide e alle armonie vocali curate da Dawson, troviamo Gary Craig alla batteria, Jeremy Holmes a basso e contrabbasso, Chris Gestrin a piano, organo e Wurlitzer, oltre ad una piccola sezioni fiati, con il risultato si un suono spesso pieno e corposo, con elementi  aggiunti folk, R&B e di roots music, che lo rendono un lavoro eclettico e più variegato di altri dischi precedenti.

Con il risultato, come si diceva all’inizio, che questo Pocket Full Of Nothin’ sia un album molto godibile: e sicuramente non guasta che il buon Big Dave McLean sia anche in possesso di una voce scura, rauca e vissuta, comi dimostra subito nell’iniziale Songs Of The Blues, un brano mosso e compatto, dove la slide si intreccia di continuo con i fiati  e il sound sta alla intersezione tra Memphis soul e Blues e ritmi alla Get Back dei Beatles. Un organo malandrino e la solita slide, oltre alla voce spiegata di MCLean, sono al centro della vibrante Don’t Be Layin’ That Stuff On Me, sempre con fiati pronti alla bisogna per tocchi di sano R&B, che sfociano anche in un caldo assolo di sax nel finale, mentre la scandita Backwards Fool è più tipicamente blues, con pianino di ordinanza e l’armonica a dare man forte alla voce quasi “incazzata” di Big Dave, seguita dalle volute tra R&R e swing anni ’50 della nostalgica All Day Party, con il contrabbasso slappato e il piano a dettare i tempi, mentre il call and response vocale con tutta la band la rende più gradevole. La prima cover è Voodoo Music ,un brano firmato da JB Lenoir e Wille Dixon, che va alle radici di quel blues che è da sempre la sua stella maestra, con un arrangiamento ondeggiante che lo avvicina a certe parafrasi sonore alla Taj Mahal, mentre l’organo scivola godurioso, ah se scivola, insieme ad una delle solite slide vagamente cooderiane; il vocione è poi ancora in azione anche in Baby.

Just To be With You è un vecchio brano, poco noto, del Muddy Waters di metà anni ’50, classico Chicago Blues ruvido, con chitarra elettrica e slide, oltre all’organo, in azione e un impeto percepibile nella voce di McLean, grande brano, When I Was Young è un ottimo ed allegro stompin’ blues con tocchi acustici, seguito da una di nuovo quasi acustica You’ve Been Told, tra ragtime e barrelhouse, mentre forse mi aspettavo qualcosa di più dalla versione di Midnight Rider di Gregg Allman, con il nostro non del tutto a suo agio con le sue tonalità più basse rispetto al cantato più disteso dell’autore, comunque la band si disimpegna, sempre tra bottleneck minacciosi, armonica e fiati https://www.youtube.com/watch?v=nuPtawhXxfE ; Manitoba Mud porta le grandi distese del Canada verso le paludi del Mississippi e della Louisiana con una melodia ben congegnata e il solito arrangiamento rigoglioso https://www.youtube.com/watch?v=VzHQi5MXAUY , prima di congedarci con il suono delle radici di una There Will Always Be A Change, sempre deliziosamente retrò e frizzante nel suo dipanarsi. Tutto l’insieme risulta quindi molto piacevole e ben congegnato, con delle atmosfere che a tratti rievocano pure le Seeger Sessions di Springsteen.

Bruno Conti

Anche Il Canada Dà Il Suo (Ottimo) Contributo Alla Causa Del Blues. Big Dave Mclean -Pocket Full Of Nothin’ultima modifica: 2020-01-07T10:01:52+01:00da bruno_conti
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