Anno Nuovo, Andazzo Vecchio: Ci Ha Lasciato Neil Peart.

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Brutto periodo per i batteristi rock, dato che a poca distanza dal grande Ginger Baker https://discoclub.myblog.it/2019/10/06/se-ne-e-andato-anche-ginger-baker-aveva-80-anni-del-magico-trio-dei-cream-ora-rimane-solo-eric-clapton/ si è spento lo scorso 7 Gennaio per un tumore al cervello (ma la famiglia lo ha annunciato solo il 10) Neil Ellwood Peart, considerato quasi unanimemente tra i migliori esponenti di sempre dello strumento, insieme proprio a Baker, Keith Moon, John Bonham, Carl Palmer, Michael Shrieve e pochi altri. Canadese dell’Ontario, Peart ha legato indissolubilmente il suo nome a quello dei Rush, band alla quale il nostro si unì all’indomani del loro album d’esordio del 1974 per rimpiazzare il drummer originale John Rutsey, e della quale divenne una colonna portante fino allo scioglimento avvenuto nel 2018 pare proprio per i problemi di salute di Neil, già sopravvenuti nel 2015, dopo l’ultimo tour “40″ del gruppo.

Insieme al bassista e cantante Geddy Lee ed al chitarrista Alex Lifeson (ma nel suono del gruppo le tastiere hanno sempre avuto un ruolo molto importante) Peart portò i Rush ad essere, specie negli anni settanta, tra le band rock più popolari al mondo, e delle vere superstar nel natio Canada, con album notevoli e di grande successo come 2112, A Farewell To Kings, Hemispheres, Permanent Waves e Moving Pictures e con una miscela originale di rock, prog, hard rock e pop che funzionava alla grande anche dal vivo, mentre negli anni ottanta-novanta il successo continuerà ma con dischi di stampo più commerciale con elementi anche new wave, synth-pop ed AOR, mentre un parziale ritorno alle atmosfere classiche avverrà nel nuovo millennio, soprattutto con l’ottimo Clockwork Angels del 2012 che è anche il loro canto del cigno per quanto riguarda la discografia in studio.

Peart, oltre ad essere da sempre il paroliere dei Rush, è stato un batterista magnifico, influenzato sia dal trio Baker-Moon-Bonham che da percussionisti di formazione jazz e fusion come Buddy Rich, Billy Cobham e Gene Krupa, ed era in possesso di una tecnica straordinaria che gli consentiva di suonare ritmi decisamente complessi separando talvolta ciò che facevano le mani da quello che facevano i piedi, ed arrivando ad adoperare drum kits con oltre 40 componenti: leggendari sono i suoi assoli durante i concerti, una pratica abituale tra i gruppi rock specie nei seventies che normalmente serviva per far rifiatare i membri della band ma nel suo caso rappresentavano uno spettacolo a parte.

Ma sono sicuro che Neil non ha mai smesso di picchiare sui tamburi, e che sta già intrattenendo gli angeli con qualche assolo dei suoi.

Marco Verdi

Anno Nuovo, Andazzo Vecchio: Ci Ha Lasciato Neil Peart.ultima modifica: 2020-01-13T12:42:02+01:00da bruno_conti
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