Un Ulteriore Fantastico Omaggio Al Blues Al Femminile! Rory Block – Prove It On Me Power Women Of The Blues Vol.2

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Rory Block – Prove It On Me Power Women Of The Blues Vol.2 – Stony Plain Records

Prosegue inesausto ed infaticabile il lavoro di “archivista” del Blues di Rory Block. Con questa serie di album dedicati alle leggende delle 12 battute: la avevamo lasciata nel 2018 alle prese con A Woman’s Soul, il tributo a Bessie Smith https://discoclub.myblog.it/2018/08/12/dopo-il-tributo-ai-padri-fondatori-del-blues-ora-tocca-alle-eroine-del-genere-rory-block-a-womans-soul-a-tribute-to-bessie-smith/ , questa volta con Prove It On Me, sottotitolo Power Women Of The Blues Vol.2 affronta il repertorio di alcune eroine delle origini di questa musica, di cui alcune, lo ammetto, neppure io, che cerco di seguire con continuità il genere, avevo mai sentito nominare, o solo di sfuggita. Personaggi come Arizona Dranes, Elvie Thomas, Merline Johnson, Madlyn Davis, Helem Humes, Rosetta Howard, Lottie Kimbrough e le “celebri” Gertrude “Ma” Rainey e Memphis Minnie, che comunque una musicista come la Block, che è anche diventata una sorta di filologa del genere, ha saputo riscoprire e valorizzare con il suo approccio rigoroso ma comunque variegato, grazie anche al fatto che la stessa Rory, in questo disco, come nei precedenti, suona anche guitar banjo, batteria e percussioni, oltre alla “canonica” chitarra acustica, il tutto al servizio della sua bella voce, sempre in grado di emozionare.

Come mi è capitato di dire, recensendo altri album di questa serie, i dischi sono tutto meno che “pallosi”, rigorosamente acustici è vero, ma con degli arrangiamenti spesso complessi e raffinati, come conferma subito una mossa e brillante He May Be Your Man  (con un divertente che vedete qui sopra), dove la voce di Rory mi ha ricordato addirittura il timbro della compianta Phoebe Snow, secondo me una delle vocalist più straordinarie della musica americana, e anche a livello strumentale non si scherza, con acustiche sferzate anche in modalità slide, percussioni e batteria presenti e vivaci in questa cover di Helen Humes, che ai più potrebbe risultare sconosciuta, ma era la cantante delle orchestre di Harry James e Count Basie. It’s Red Hot di Madlyn Davis viene dai primi anni ‘20, sempre con la Block al botteneck, battito di mani e alla batteria, ed è un pezzo blues che mostra già, in questa versione, i prodromi della futura svolta elettrica delle 12 battute, con Rory che utilizza anche il multitracking per moltiplicare la sua voce, mentre per If You’re A Viper di Rosetta Howard, attiva negli anni ‘30 e ‘40, la nostra amica utilizza un approccio vocale più sexy e quasi da gattona, con retrogusti jazzy e raffinati, con un accenno di scat, senza dimenticare la sua prodigiosa tecnica alla slide acustica.

La title track Prove It On Me viene dal repertorio di Ma Rainey, una delle grandi sacerdotesse del primo blues, già attiva dagli anni ‘10 del secolo scorso, un pezzo solenne e ieratico, quasi danzante e di nuovo con lo scat di Rory, eccellente anche alla batteria, ad impreziosirlo; I Shall Wear A Crown è un traditional che faceva parte del repertorio di Arizona Dranes, con accenti gospel, sempre con la moltiplicazione delle voci della Block, che all’inizio del brano impiega una vocina quasi al limite del falsetto, segue Eagles l’unico brano originale che porta proprio la firma di Rory Block, qui alle prese con uno splendido brano folk-blues, quasi da cantautrice, una melodia intensa interpretata con grande trasporto vocale. Wayward Girl Blues è un pezzo di Lottie Kimbrough, una cantante la cui carriera si svolse solo negli ultimi anni ‘20, ma a giudicare dalla canzone avrebbe meritato maggiore fortuna, brano che gode una volta di più di una interpretazione sontuosa di Rory, che a tratti mi ha ricordato Joan Armatrading, prima di rilasciare un grande solo al bottleneck.

Di In My Girlish Days, la canzone di Memphis Minnie, ricordo una versione fantastica della appena citata Phoebe Snow, dove la voce della cantante newyorchese quasi galleggiava sulle note del brano, ma anche nella rilettura di Rory, sempre magnifica alla slide, si gode della vocalità superba di questa signora di 70 anni ancora in possesso di un timbro impeccabile. Un po’ di ragtime non poteva mancare, ed ecco per la bisogna Milk Man Blues, un pezzo di Merline Johnson, che inevitabilmente gioca sui doppi sensi tipici nella musica blues, sempre interpretato splendidamente dalla Block che per il congedo si affida ad una Motherless Child, rivista dal songbook di Elvie Thomas, e che rimane uno dei brani tradizionali più celebri della grande tradizione popolare della musica americana, con Rory che utilizza un timbro vocale più basso ed impegnativo da cui esce ancora una volta alla grande con una prestazione vocale superba che conferma, ancora una volta, l’elevato valore della serie, una “lezione” non noiosa sulle 12 battute, consigliata caldamente a tutti gli amanti del genere.

Bruno Conti

Un Ulteriore Fantastico Omaggio Al Blues Al Femminile! Rory Block – Prove It On Me Power Women Of The Blues Vol.2ultima modifica: 2020-05-18T11:31:46+02:00da bruno_conti
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