La Fattoria Non E’ Molto Prolifica, Ma Sforna Prodotti Di Prima Qualità! John Fogerty – Fogerty’s Factory

john fogerty fogerty's factory

John Fogerty – Fogerty’s Factory – BMG Rights Management CD

Quando alcune settimane fa ho letto la notizia che John Fogerty avrebbe pubblicato su CD una selezione dei brani registrati a casa sua con i suoi figli durante il lockdown primaverile e mandati in onda su YouTube ad uno ad uno ogni venerdì sotto il nome di Fogerty’s Factory, ho provato quello che gli anglosassoni chiamano “mixed feelings”: da una parte c’era la soddisfazione di avere un disco nuovo di uno dei miei musicisti preferiti in assoluto, dall’altra non ho potuto nascondere un moto di disappunto per il fatto che per l’ennesima volta l’ex leader dei Creedence Clearwater Revival stava più o meno riproponendo sempre le stesse canzoni. Infatti dal 1997 ad oggi (cioè da quando ha ripreso a fare dischi – lo splendido Blue Moon Swamp – ed esibirsi dal vivo con una certa costanza) il rocker californiano ha spesso “riciclato” i suoi classici pubblicando ben quattro album dal vivo, un’antologia ed un disco di duetti, e l’ultimo lavoro formato da soli pezzi inediti, Revival, risale ormai a 13 anni fa.

In più, memore dell’esperienza low-fi dell’EP The Bridge di Neil Young, temevo che anche Fogerty’s Factory risentisse degli stessi problemi di fedeltà audio. Niente di più sbagliato, in quanto il CD è inciso in maniera decisamente professionale e prodotto con tutti i crismi, e sembra davvero di avere John ed i suoi tre figli (Shane, Tyler e la giovanissima Kelsy Fogerty, tutti alle chitarre, Shane e Tyler anche al basso, Tyler all’organo in un pezzo e Kelsy alla batteria in due) nel salotto di casa nostra. Ma non solo, in quanto l’ascolto dell’album (che celebra i 50 anni del capolavoro dei CCR Cosmo’s Factory sia nel titolo che nella foto di copertina, ora come allora scattata dal fratello di John, Bob Fogerty) si rivela estremamente piacevole e gradito, e dopo pochi secondi che il CD è entrato nel lettore mi sono dimenticato delle mie riserve iniziali. L’album era uscito qualche mese fa sotto forma di EP di sette canzoni ma solo in digitale, ed ora è stato aumentato a 12 (ma rispetto all’EP sono state escluse Down On The Corner e Long As I Can See The Light: perché?) per un totale di 42 minuti di durata.

Queste riletture intime dei vari brani sono quindi molto piacevoli, anche perché i quattro Fogerty se la cavano più che bene alle chitarre e John ha ancora una voce formidabile: l’unico problema può essere l’assenza della batteria in 10 brani su 12, uno strumento molto importante nell’economia delle canzoni di John, ma vista la tecnica piuttosto rudimentale di Kelsy nei due pezzi in cui i tamburi ci sono forse va bene così. I classici del nostro riguardano sia la carriera solista che il periodo CCR: Have You Ever Seen The Rain, Proud Mary, Bad Moon Rising, Fortunate Son e Centerfield, l’unica questa a non essere stata registrata in casa ma in un Dodgers Stadium di Los Angeles completamente vuoto lo scorso 28 maggio, giorno del settantacinquesimo compleanno di John.

Dal repertorio post-Creedence abbiamo anche il rock’n’roll Hot Rod Heart, forse quella che insieme a Fortunate Son soffre di più l’assenza di un batterista, la deliziosa country ballad Blue Moon Nights, la swamp tune Blueboy, uno dei due pezzi in cui Kelsy siede ai tamburi, e la bella Don’t You Wish It Was True, che sembra in tutto e per tutto una outtake dei CCR.

La storica band di Fogerty è rappresentata anche dalla meno nota Tombstone Shadow, roccioso rock-blues con bella prestazione chitarristica ed un drumming piuttosto scolastico, mentre come chicca finale ci sono anche due cover inedite: la splendida City Of New Orleans di Steve Goodman è rallentata e suonata in punta di dita in modo da far uscire la celebre melodia, ed ancora meglio è la rilettura del classico di Bill Withers Lean On Me (in omaggio al suo autore, scomparso lo scorso 30 marzo), una versione magnifica, suonata e cantata splendidamente. Fogerty’s Factory è quindi un piacevolissimo e riuscito intermezzo nella carriera di John Fogerty, anche se prossimamente vorrei davvero leggere il suo nome vicino a nuove composizioni.

Marco Verdi

La Fattoria Non E’ Molto Prolifica, Ma Sforna Prodotti Di Prima Qualità! John Fogerty – Fogerty’s Factoryultima modifica: 2020-12-03T19:16:41+01:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo