A Proposito Di Ritorni: Ancora Lui, Eccolo Di Nuovo! Joe Bonamassa – Live At The Greek Theater

joe bonmassa live at the greek theatre 2 cd joe bonmassa live at the greek theatre 2 dvd

Joe Bonamassa – Live At The Greek Theatre – 2 CD – 2 DVD – Blu-Ray Mascot/Provogue EU JR Adventures USA – 23/09/2016

Ormai non vi propongo più il giochino del “Eravate preoccupati?”: puntuale come un orologio svizzero, almeno due volte all’anno Joe Bonamassa ci propone una nuova uscita discografica. Dopo il notevole Blues Desperation, uscito ad inizio primavera http://discoclub.myblog.it/2016/03/20/supplemento-della-domenica-anteprima-nuovo-joe-bonamassa-ormai-certezza-blues-of-desperation-uscita-il-25-marzo/, questa volta tocca ad un album (o video) dal vivo: solo per citare i luoghi più famosi dove Bonamassa ha suonato, dopo la Royal Albert Hall, il Beacon Theatre, la Vienna Opera House, il Carré Theatre di Amsterdam con Beth Hart, le quattro venue di Londra del tour 2013, Red Rocks, con il tributo a Muddy Waters e Howlin’ Wolf, la Radio City Music Hall, questa volta tocca al Greek Theatre di Los Angeles. Una sorta di giro del mondo in alcune delle più grande locations concertistiche sparse per il globo terracqueo, che probabilmente nei prossimi anni si arricchirà di nuovi capitoli. Come nella serata al Red Rocks a due passi da Denver, in Colorado, anche in questo caso si tratta di un concerto evento, dedicato ai tre grandi “King” del Blues, Albert, Freddie B.B, tre vere leggende che Joe omaggia rileggendo il loro repertorio, con la consueta grande perizia tecnica, ma anche con passione e devozione, da parte di quello che è ormai considerato l’ultimo grande “guitar hero” del blues (e del rock).

Io, per essere sincero, mi aspettavo qualcosa di nuovo delle sue collaborazioni con Beth Hart, magari un disco nuovo di studio, oppure estratti dalla serie di concerti registrati in crociera per la Keeping the Blues Alive at Sea, ma probabilmente è solo questione di tempo. E per non farsi mancare nulla Joe Bonamassa, questa estate, nel nuovo tour, ha dedicato una serie di concerti alla British Blues Explosion, ovvero Eric Clapton, Jeff Beck Jimmy Page, in ordine di apparizione. E questo sarà presumo uno dei prossimi progetti del nostro https://www.youtube.com/watch?list=PLe1oL2lSY_Fv2zNaya13D8jZLhn-B8bnk&v=n_KLvqPVuGQ

Ma nel frattempo prepariamoci a gustarci il nuovo Live At The Greek Theatre, registrato nel suo tour Three Kings durante l’estate del 2015, accompagnato dalla sua fantastica band: Anton Fig (drums), Michael Rhodes (bass), Reese Wynans (Keys), Lee Thornburg (trumpet), Paulie Cerra (saxophone), Ron Dziubla (saxophone), Kirk Fletcher (Guitar), Mahalia Barnes  (la figlia di Jimmy, che è quella che canta con Joe nel primo video all’interno del Post), Jade MaCrae e Juanita Tippins (Vocals). Il concerto uscirà nei consueti formati: doppio CD, doppio DVD, con un secondo dischetto bonus, che contiene vari dietro le quinte registrati durante le prove, un video intitolato Riding With The Kings e una inedita conversazione con i genitori di Bonamassa. Stesso discorso per il Blu-Ray. Naturalmente tutti i formati contengono i 22 brani che sono stati registrati per il concerto:

Tracklist
[CD1]
1. See See Baby
2. Some Other Day, Some Other Time
3. Lonesome Whistle Blues
4. Sittin’ On The Boat Dock
5. You’ve Got To Love Her With A Feeling
6. Going Down
7. I’ll Play The Blues For You
8. I Get Evil
9. Breaking Up Somebody’s Home
10. Angel Of Mercy
11. Cadillac Assembly Line

[CD2]
1. Oh, Pretty Woman
2. Let The Good Times Roll
3. Never Make Your Move Too Soon
4. Ole Time Religion
5. Nobody Loves Me But My Mother
6. Boogie Woogie Woman
7. Hummingbird
8. Hide Away
9. Born Under A Bad Sign
10. The Thrill Is Gone
11. Riding With The Kings

[DVD or Blu-ray]
1. Beginnings
2. See See Baby
3. Some Other Day, Some Other Time
4. Lonesome Whistle Blues
5. Sittin’ On The Boat Dock
6. You ve Got To Love Her With A Feeling
7. Going Down
8. I’ll Play The Blues For You
9. I Get Evil
10. Breaking Up Somebody’s Home
11. Angel Of Mercy
12. Cadillac Assembly Line
13. Oh, Pretty Woman
14. Let The Good Times Roll
15. Never Make Your Move Too Soon
16. Ole Time Religion
17. Nobody Loves Me But My Mother
18. Boogie Woogie Woman
19. Hummingbird
20. Hide Away
21. Born Under A Bad Sign
22. The Thrill Is Gone
23. Riding With The Kings (Credits)

Quindi non ci resta che attendere il prossimo 23 settembre per godere ancora una volta come ricci!

Bruno Conti

Ma Che Musica Maestro! Buddy Guy – I’ll Play The Blues For You…Live

buddy guy - i'll play the blues...live

Buddy Guy – I’ll Play The Blues For You…Live – Klondike Records 

Credo che tutti sappiamo chi sia Buddy Guy, forse l’ultimo dei grandi “originali” bluesmen del periodo d’oro ancora in vita, il chitarrista elettrico per eccellenza, uno che ha suonato a lungo, prima con Muddy Waters e poi con Junior Wells, ma anche con una carriera solista altrettanto lunga, pur se non particolarmente prolifica, avvenuta in un certo senso a periodi, prima quello a cavallo fine anni ’60,  primi ’70, con i bellissimi album per la Vanguard, poi il “ritorno” ad inizio anni ’80, con i dischi targati Alligator, e l’ultima fase, tutt’ora in corso, iniziata con Damn Right, I’ve Got The Blues, uscito nel 1991 per la Silvertone/BMG e che prosegue a tutt’oggi, con lo splendido Born To Play Guitar, recente vincitore del Grammy come miglior disco Blues nel 2016 http://discoclub.myblog.it/2015/08/03/lultimo-dei-chitarristi-blues-gran-forma-buddy-guy-born-to-play-guitar/ .

E il nostro è veramente nato per suonare la chitarra: nel corso degli anni, Jeff Beck, Eric Clapton, Jimmy Page e Jimi Hendrix, i quattro grandissimi dello strumento, ma poi anche Stevie Ray Vaughan, hanno ammesso l’influenza che il grande musicista di Lettsworth, Louisiana, ma da sempre cittadino onorario di Chicago, ha esercitato sulla loro formazione come chitarristi. Keith Richards e gli Stones stravedono per lui, nel 2012 al Kennedy Center gli hanno dato un premio alla carriera, in una serata in cui Jeff Beck e Beth Hart hanno incendiato la platea dei presenti (tra cui i Led Zeppelin al completo) con una versione memorabile di I’d Rather Go Blind, nel 2014 è stato “introdotto” nella Hall Of Fame, quindi i riconoscimenti, per una volta e per fortuna, non gli sono mancati da vivo, ma quelli a cui tiene di più sono quelli che raccoglie sui palchi in giro per il mondo, con una serie di concerti che sono sempre delle feste memorabili per gli amanti della chitarra.

Il suo stile spavaldo, quasi acido, con quel sound lancinante, forte e tenero, ma anche aggressivo,  è il prototipo del blues elettrico, Buddy Guy è anche un grande entertainer, uno showman con “trucchetti” alla chitarra che qualcosa hanno insegnato anche a Jimi e a tutti gli altri citati, ma è anche un grande tecnico dello strumento e un divulgatore, in grado di suonare il repertorio pure di molti colleghi, contemporanei e non, con cui ha condiviso lunghi tratti di vita.

 

Prendete questo concerto dal vivo, il solito broadcast “ufficiale”, una registrazione del 9 gennaio 1992, dallo Sting, New Britain nel Connecticut, Guy ha appena pubblicato quel Damn Right… citato prima e delizia il pubblico presente e quello sintonizzato alla radio con un concerto dove si apprezzano tutte le sue indubbie qualità: con la sua Stratocaster in overdrive infiamma il pubblico presente con una serie di brani dove gli assolo di chitarra si sprecano, ma anche tutto il contorno blues e rock è di primissima scelta. Il suono è buono, senza essere perfetto, da bootleg, ma di quelli ascoltabili, le canzoni però sono formidabili: un’oretta di musica dove Guy sciorina un repertorio che definire eclettico è quasi fargli un torto, da una Mary Had A Little Lamb, uno dei suoi rari successi per la Chess, a lungo nel repertorio di SRV, e qui in una versione scintillante, con la chitarra che scorre con una fluidità assoluta e quella voce aspra e vissuta che canta il blues come pochi hanno fatto, prima e dopo di lui.

 

A seguire una I Just Wanna Make Love To You che parte funky e diventa una fucilata rock-blues, prima di trasformarsi, sotto la forma di medley (un modo di proporre i brani tipico del Guy performer live) in You Can’t Fool A Fool, con Buddy che fa cantare tutto il pubblico presente, con il brano che diventa quasi jazzato grazie ad un pregevole assolo di piano, senza soluzione di continuità ci troviamo scaraventati nella leggendaria blues ballad I’ll Play The Blues For You, uno degli slow più belli del repertorio di Albert King, dove Guy accarezza con libidine la sua chitarra, per poi lanciarsi in un altro medley memorabile, con il trittico da sogno della ciondolante Everything’s Gonna Be Alright, l’omaggio a B.B. King con accenni di Rock Me Baby e Watch Yourself, poi è la volta del suo “allievo” Jimi Hendrix, con l’intro a tutto wah-wah di Voodoo Chile, che poi diventa l’inchino al “maestro” Muddy Waters di una poderosa Hoochie Coochie Man, un accenno a Cold Shot di Vaughan e poi è la volta di Strange Brew dei Cream di Eric Clapton, proposta in un medley con Mustang Sally, il pezzo di Wilson Pickett, l’unico tratto dall’album in teoria in promozione, con Guy che “addestra” il pubblico e i suoi musicisti come un domatore di tigri, oltre dieci minuti di pura magia sonora che diventano più di 15 minuti in una orgia di R&B e R&R per l’accoppiata mitica di Knock On Wood/Johnny Be Goode. Ma che musica Maestro!

Bruno Conti

In Studio O Dal Vivo, Sempre un Gran Chitarrista! Tom Principato – Live And Still Kickin’

tom princpipato live and still kickin'

Tom Principato – Live And Still Kickin’ – Powerhouse CD+DVD

Lo avevamo lasciato un paio di anni fa, nel 2013, con l’ottimo Robert Johnson Told Me So http://discoclub.myblog.it/2013/10/15/mi-manda-eric-clapton-tom-principato-robert-johnson-told-me/ , e quindi non vi tedierò di nuovo con vita, morte e miracoli del nostro: mi limito a confermarvi che questo signore è uno dei migliori chitarristi/cantanti attualmente in circolazione in quel ambito che sta fra blues e rock, a maggior ragione in una dimensione concertistica dove si possono godere le sue virtù di grande solista e portatore della memoria storica del passato, due fra tutti nel suo caso, Roy Buchanan e Danny Gatton, entrambi molto presenti nel DNA musicale di Tom Principato. Questo disco dal vivo è l’ideale prosecuzione di un Live And Kickin’ uscito nel lontano 2000 e presenta materiale registrato nel corso del tour che nel 2014 lo ha portato in Europa: infatti si tratta di estratti di due diversi concerti, il primo a Vienna al Barns Of Wolf Trap, con una formazione arricchita da una sezione fiati in alcuni pezzi, e il secondo a Les Escales St. Nazaire in Francia, dove è molto popolare, solo i tre brani finali. Il tutto, che è stato filmato anche per un DVD allegato al CD, viene pubblicato dalla etichetta personale di Principato, la Powerhouse.

E non posso che confermare, oltre alle influenze dei due musicisti ricordati (e di tutti i grandi del blues), una sorta di affinità con Eric Clapton, sin dalla postura con cui Tom si propone sia dal vivo che in foto, ma soprattutto a livello musicale, con questo stile che pesca da tutte le nuances del blues-rock e attraverso la penna e la sensibilità di Principato viene riversato con gusto, grinta e una notevole dose di tecnica sugli ascoltatori dei suoi concerti. Per intenderci, come nel caso di Manolenta, i brani sono costruiti per farci arrivare all’assolo che è il clou della canzone, ma nello stesso tempo, a differenza di quelli della categoria degli “esagerati”, l’assolo è un fine e non un mezzo per farci vedere quanto sono bravi, c’è tanto altro intorno. Tom Principato ovviamente non è il salvatore del blues-rock tout court, ma uno dei praticanti dell’arte di riproporre e reiterare una musica che abbiamo sentito mille volte ma che vive grazie alla capacità del musicista di farlo con i giusti riferimenti, cercando di metterci qualcosa di proprio, magari poco, soprattutto nella interpretazione.

E allora, pescando a caso dalla scaletta del repertorio, ecco scorrere il delizioso assolo con wah-wah che incornicia la ritmata e quasi reggata In the Middle Of Night, dove le tastiere di Tommy Lepson e le percussioni di Josh Howell, altrove anche alla armonica, provvedono a quel tocco caraibico che insaporisce il menu blues, o il r&r fiatistico e ad alta concentrazione boogie della iniziale Call Of The Law, sempre con l’organo a ben spalleggiare le mosse della solista di Principato, che poi fa la sua parte come si deve. O ancora le traiettorie santaneggianti della sinuosa Bo Bo’s Groove, uno strumentale che sembra uscire dai solchi di uno dei primi tre dischi dei Santana, quelli migliori. Hey Now Baby ha la giusta quota funky-soul, mentre Don’t Wanna Do It, sempre con la massiccia presenza dei fiati, è un altro esempio della bella calligrafia delle ri-scritture di Principato dei canoni blues-rock, con Helping Hand che propone il lato blues & soul revue. Cross Cut Saw, una delle rare cover della serata, viene dal repertorio di Albert King, quindi occasione peri indulgere in un lato più blues, anche grazie all’armonica di Howell. Molto piacevoli puree Sweet Angel e la tiratissima Return Of The Voodoo King (un omaggio a Jimi) https://www.youtube.com/watch?v=7lFv7AqBUCo  che chiudono la parte del concerto registrata a Vienna. Nei tre brani parigini non c’è la sezione fiati, e quindi lo spazio per la chitarra di Principato è ancora più evidente, a partire da un sontuoso lento come The Rain Came Pouring Down che evidenzia le influenze di Buchanan, con la solista che disegna traiettorie di grande fascino e tecnica. Le conclusive If Love Is Blind e Robert Johnson Told Me So (con uso di slide), uno dei due brani tratti dall’ultimo album, sono entrambe molto vicine allo spirito di Clapton e quindi estremamente godibili e ricchi di spunti chitarristici di gran classe. Che è quello che si chiede in fondo ad un disco come questo, uno dei migliori Live dell’anno appena concluso.

Bruno Conti