Anche Questo Lo Facciamo Rientrare Nella Categoria “Fregature”? David Bowie – No Plan

david bowie no plan

David Bowie – No Plan – Columbia/Sony CD EP

Da qualche tempo Bruno ha iniziato una personale e condivisibile mini-crociata atta a segnalare tutta una serie di operazioni discografiche di dubbia correttezza morale, riassumendo il tutto con il termine “fregature”: una pratica purtroppo in aumento e caratterizzata da un rispetto quasi nullo per le tasche degli acquirenti. In questa serie di uscite diciamo “discutibili” sarei propenso a far rientrare anche questo CD di quattro canzoni (ma esiste anche in vinile) di David Bowie intitolato No Plan, contenente tre brani inediti strombazzati come le sessions finali del Duca Bianco prima della prematura scomparsa avvenuta all’inizio del 2016 (in pratica sono tre outtakes di Blackstar, l’ultimo album di Bowie): ma attenzione, la fregatura non sta nella bontà del contenuto musicale, bensì nel fatto che lo stesso EP era già stato pubblicato verso la fine dello scorso anno come secondo CD della doppia colonna sonora del musical di Broadway Lazarus, che sul primo dischetto recava interpretazioni da parte del cast di canzoni presenti e passate di David, un album che quindi molti fans del nostro si erano già accaparrati (ma non io, un po’ perché subodoravo la fregatura, ma soprattutto perché ho sempre amato poco, per usare un eufemismo, i cast recordings).

Il contenuto musicale del mini CD è comunque più che valido, e per nulla inferiore a quello pubblicato su Blackstar: il team è lo stesso, dai produttori (Bowie stesso con il fido Tony Visconti) ai sessionmen, tra i quali spiccano il sassofonista Donny McCaslin ed il chitarrista “frippiano” Ben Monder. Il primo dei quattro pezzi è anche l’unico già edito, cioè l’ormai nota Lazarus, che era anche uno dei momenti più fruibili di Blackstar e compare nella medesima versione, mentre No Plan è una ballata raffinata e punteggiata dal suadente sax di McCoslin, con una melodia abbastanza lineare ed una performance vocale solida del nostro: il testo, sapendo ciò che sarebbe successo poco dopo, è agghiacciante, a partire dall’incipit (“Non c’è musica qui, sono perso in mezzo a correnti di suono, non sono da nessuna parte”, quasi un messaggio a dir poco inquietante dall’aldilà).

Killing A Little Time è decisamente più dura e complessa, il ritmo è sostenuto ed una chitarra leggermente distorta fornisce il riff di base, ed è chiaramente più nel mood di Blackstar, con le sue studiate dissonanze e l’atmosfera poco rassicurante; il dischetto si chiude con When I Met You, sostenuta da un basso pulsante e da un background ritmico efficace, nel quale di distinguono in maniera limpida chitarra acustica e batteria: forse il pezzo più vicino al Bowie classico, grazie anche al motivo diretto e sufficientemente orecchiabile, che rimanda al periodo di Scary Monsters. Se avete apprezzato Blackstar, questo No Plan è un CD da non lasciarsi sfuggire, in quanto ne è il logico ed ideale completamento, in attesa di una possibile (ormai mi aspetto di tutto) “ristampona” natalizia che comprenda tutto quanto con l’aggiunta magari di un famigerato ulteriore brano inedito che “spunterà” durante l’anno.

Marco Verdi