Anche A New York Fanno Del Buon Blues, Se Volete… French Cookin – If You Wanna

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French Cookin – If You Wanna – Self released

Sono di New York, il classico quartetto blues, chitarra-basso-batteria-armonica: di loro stessi dicono che propongono una miscela di Chicago e Delta blues, con propaggini che arrivano fino al Texas e New Orleans: Non sono nomi noti: Glen Allen e Bobby Day sono la sezione ritmica, Josh Brother G Goldberg è l’armonicista e secondo chitarrista, David Doc French ovviamente (visto il cognome) è il leader, voce e chitarra Tra gli ospiti si segnalano gli Uptown Horns in alcuni brani e Big Ed Sullivan alla slide. Che dire? Una onesta band, magari non imprescindibile, che ci regala un buon disco, fresco e piacevole, indirizzato soprattutto agli appassionati del genere: si passa dalle 12 battute classiche dell’apertura affidata a How You Talkin’, dove armonica e chitarra spalleggiano la buona voce grintosa di French https://www.youtube.com/watch?v=EV_qWFHp9Lg , non male anche It Just Ain’t Right, con l’armonica nuovamente protagonista, mentre si apprezzano anche la solista e la slide di Sullivan, sonorità familiari, sentite spesso e volentieri ma comunque gradevoli. How Happy I Am è uno slow blues scuola Chicago dall’andamento più intenso, con If You Wamna che ci porta dalle parti della Louisiana, con la sua atmosfera ondeggiante e ritmata, arricchita dalla sezione fiati e dal piano di VD King che aggiunge un tocco alla Fats Domino e risulta uno degli episodi più godibili del disco.

Growlin’, come da titolo, vorrebbe impossessarsi delle sonorità alla Howlin’ Wolf, ma lì la voce aveva ben altro spessore, anche si i vari solisti ci mettono impegno e buona volontà; Don’t Leave Me Hangin’è un blues lento dalle atmosfere sospese che ricorda certe cose del Peter Green dei Fleetwood Mac, e risulta essere un altro dei brani più apprezzabili del CD, bello l’assolo di French, in punta di dita. Waggin’ è uno strumentale di buona fattura, con doppia solista French-Goldberg, niente di memorabile ma adeguato; decisamente più apprezzabile l’escursione in territori New Orleans, dove la quota soul grazie a i fiati prende decisamente più consistenza. Honey, Honey prova a virare verso il Texas, grazie alla slide di Sullivan in contrapposizione a quella del leader e a volumi adeguati si gusta con piacere, come pure la mossa e divertente Slow Down, di nuovo un R&B con uso fiati di buona fattura, che poi è proprio la canzone di Larry Williams che facevano anche i Beatles. La conclusione è affidata a Old Sun Blues, un altro lento, con piano aggiunto, di pura scuola Chicago, dove brilla di nuovo l’armonica di Goldberg e Daytime Blues, un brano con elementi country e folk che ci porta nell’area del Delta del Mississippi, anche grazie all’uso della slide acustica, e risulta un altro dei brani migliori dell’album.

Bruno Conti