Il Ritorno Di Uno Dei Fondatori Del British Blues. Mike Vernon – Just A Little Bit

mike vernon just a little bit

Mike Vernon – Just A Little Bit – Cambaya Records/IRD 

Mike Vernon è stato uno dei personaggi più influenti della scena musicale inglese, e dell’allora nascente british blues, dal 1965 in avanti; prima come produttore alla Decca ( ma la sua prima produzione è stata per Five Long Years di Eddie Boyd, su etichetta Fontana), iniziando con l’esordio di John Mayall con i Bluesbreakers, e tutti gli album successivi fino a Blues From Laurel Canyon, ma anche le prime prove di David Bowie, dei Savoy Brown, dei Ten Years After, dei Chicken Shack, nel frattempo fondando anche la Blue Horizon, gloriosa etichetta che tra il 1966 e il 1971 pubblicò alcuni dei migliori dischi del genere, a partire da quelli dei Fleetwood Mac di Peter Green (Di cui avete letto ieri nel Blog, anche se erano quelli “californiani”), tra cui il seminale Blues Jam In Chicago, album che fondeva in modo mirabile i grandi bluesmen neri e le loro controparti bianche, caratteristica sempre presente nelle produzioni di Vernon, grande amante della musica nera, dagli anni ’40 in avanti.

https://www.youtube.com/watch?v=BQjBdROOwH8

Come avranno notato i più attenti lettori ho usato il passato remoto per descrivere il nostro, in quanto da allora in poi il buon Mike ha un po’ vivacchiato, con qualche soprassalto, come quando ha fondato le etichette Indigo e Code Blue negli anni ’90, o quando è ritornato alla produzione nel marzo 2010 per il secondo album del ragazzo prodigio Oli Brown (che si è un po’ perso per strada). Vernon ha anche pubblicato un album solista, Moment Of Madness, nei primi anni ’70, e poi ha partecipato alla storia di alcuni gruppi che definire “minori” è un eufemismo. Quindi, senza volere mancare di rispetto, non è che un nuovo album di Mike era una delle nostre priorità assolute: ma lo ha fatto e quindi parliamone, brevemente. Registrato a Antequera, con una band spagnola, Los Garcia https://www.youtube.com/watch?v=fC2nykC_c0s , il disco ci riporta alle grandi passioni di Vernon: il R&B, il R&R e ovviamente il blues, con note dottissime che tracciano la storia dei brani contenuti in questo Just A Little Bit, che si lascia comunque ascoltare con estremo piacere, anche se il buon Mike non è un cantante formidabile e la sua perizia al kazoo non sopperisce certo ai suoi limiti vocali.

https://www.youtube.com/watch?v=vYdCkS7-B54

Il suono è pimpante e piacevole, molto simile a quello dei dischi fine anni ’60 che il nostro produceva: due chitarre, tastiere, una piccola sezione fiati in alcuni brani, per esempio nell’iniziale Kansas City, ripresa dalla versione più celebre, quella di Wilbert Harrison. Non ci saranno Clapton, Green o Taylor ma i due solisti, presumo fratelli, Gabi e Luis Ignacio Robledo, si disimpegnano con gusto, come altri ospiti che ruotano nella formazione. All By Myself è puro R&R alla Fats Domino, Just A Little Bit è quel R&B che avrebbe influenzato le prime blues band inglesi, The Seventh Son dei due Willie, Dixon e Mabon, è puro Chicago Blues di scuola Chess, Hot Little Mama è un pungente blues di Johnny Guitar Watson. Black Night è un “lentone” di quelli super classici dal repertorio di Charles Brown, mentre Money Honey è proprio il brano poi reso celebre da Elvis Presley e When Things Go Wrong un blues di Tampa Red pescato dalle origini delle 12 battute. Bloodshot Eyes addirittura sfiora territori country/western swing misti a Jump &Jive, molto divertente, come pure la tirata I’m Shakin,’ e Please Send me Someome To love è sempre una signora canzone, come pure le successive Keep Your Hands Off Her e All Around The World, per concludere con una delle canzoni manifesto del R&R Shake Rattle And Roll. In definitiva il CD la sufficienza se la merita, anche per rispetto verso uno delle “eminenze grigie” della storia della nostra musica, mister Mike “Boogie Man” Vernon, anni 71 il 20 novembre.

Bruno Conti