L’Ideale Completamento Dell’Ultimo Bootleg Series…Per Pochi Eletti! Bob Dylan – 50th Anniversary Collection: 1969

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Bob Dylan – 50th Anniversary Collection: 1969 – Sony 2CD

Nel Dicembre del 2012 la Sony mise in vendita senza alcun battage pubblicitario, e solo in pochi selezionati negozi inglesi, The 50th Anniversary Collection, un quadruplo CD intestato a Bob Dylan che comprendeva tutte le sessions inedite del grande cantautore avvenute nel 1962, una mossa più legale che commerciale atta ad estendere il copyright di quelle incisioni che in Europa scade dopo appunto 50 anni. La collezione era disponibile in sole 100 copie che quindi andarono esaurite molto presto con disappunto della maggioranza dei fans dylaniani (e chiaramente le versioni pirata proliferarono), e la Sony ripetè l’operazione nel 2013 (per il 1963, ancora 100 copie stavolta in sei LP) e per il 2014 (riguardante il 1964, con un box di nove vinili) aggiungendo anche le registrazioni live del periodo presenti nei suoi archivi. Il biennio 1965-66 venne sistemato stavolta su scala un po’ più larga con la versione “Big Blue” del dodicesimo episodio delle Bootleg Series, The Cutting Edge (ed i concerti dal vivo del 1965 vennero regalati dalla Sony sotto forma di files audio a tutti gli acquirenti del costoso cofanetto) e con il box uscito nel 2016 inerente alla tournée del 1966. Niente nel 2017 (ma le sessions di John Wesley Harding non erano mai circolate neppure a livello di bootleg, e comunque sono state sistemate lo scorso Novembre con il Bootleg Series numero 15, Travelin’ Thruhttps://discoclub.myblog.it/2019/11/06/cofanetti-autunno-inverno-6-cerano-una-volta-un-menestrello-ed-un-uomo-vestito-di-nerobob-dylan-feat-johnny-cash-travelin-thru-bootleg-series-vol-15/ e nel 2018 (anche perché i Basement Tapes completi erano già usciti nel 2014), ma nel Dicembre appena passato la Sony ha colpito ancora, vendendo un doppio CD risalente al 1969 solo sul sito badlands.co.uk (e pare solo in 50 copie!), con il risultato di esaurire la proposta in un minuto circa.

Si sapeva che Travelin’ Thru, incentrato in gran parte sulle sessions di Dylan con Johnny Cash, non conteneva tutto il materiale inciso nel ’69 (così come non era completo il decimo Bootleg Series Another Self Portait, che si occupava del periodo 1969-71), ma sinceramente non avrei pensato che la casa discografica di Bob avrebbe agito in questo modo poco più di un mese dopo l’uscita del triplo cofanetto. 50th Anniversary Collection: 1969 contiene quindi tutto ciò che giaceva ancora negli archivi della Columbia riguardo all’anno in questione e, giusto per mettermi al sicuro da rabbia ed invidia di dylaniani che, a ragione, non vogliono spendere cifre folli per accaparrarsene una copia su Ebay, devo ammettere che questo doppio CD pur essendo decisamente interessante non aggiunge granché al materiale di Travelin’ Thru, essendo incentrato in gran parte su versioni inferiori dei brani pubblicati a Novembre (alcune takes durano meno di un minuto), a parte un unico inedito assoluto che vedremo tra poco. Il primo CD si apre con 16 brani tratti dalle sessions di Nashville Skyline, a cominciare da cinque takes consecutive di To Be Alone With You, tutte con il piano in evidenza e con Bob che prova anche soluzioni ritmiche diverse; dopo un paio di versioni di One More Night (la prima di appena 31 secondi, la seconda molto simile a quella pubblicata) abbiamo ben sei takes della splendida Lay, Lady, Lay, cinque delle quali con l’organo di Bob Wilson a sostituire la steel di Pete Drake, che compare nell’ultima versione (e poi anche in quella finita sul disco originale). In mezzo, una brevissima Peggy Day e due Tell Me That It Isn’t True, la prima delle quali dal tempo molto più veloce di quella conosciuta.

Le sessions con Cash (e la sua band, compreso Carl Perkins alla solista) iniziano con quattro diverse One Too Many Mornings (la prima è un rehearsal di quasi otto minuti, non imperdibile), seguito da ben sei I Still Miss Someone (due prove più quattro takes, l’ultima delle quali molto bella) e da un brave accenno al medley Don’t Think Twice, It’s All Right/Understand Your Man. Il secondo dischetto parte con le ultime sessions inedite con l’Uomo In Nero: a parte un’altra One Too Many Mornings e due ulteriori I Still Miss Someone troviamo quasi solo brani di Cash (Big River, I Walk The Line, Ring Of Fire e tre takes di I Guess Things Happen That Way), un frammento di Waiting For A Train di Jimmie Rodgers e due coinvolgenti riletture di Matchbox di Perkins, la seconda delle quali non inferiore a quella pubblicata su Travelin’ Thru. I restanti pezzi, che riguardano le prime sessions di Self Portrait, iniziano con la vera chicca del doppio album, cioè Running, una canzone originale di Dylan mai pubblicata prima ufficialmente, un saltellante brano a metà tra country e blues che forse non è niente di innovativo ma su Self Portrait ci poteva stare eccome. Chiusura con una take alternativa di Take A Message To Mary, due riprese non esaltanti dell’evergreen Blue Moon ed un’altra Ring Of Fire (senza Cash), con la melodia completamente riarrangiata alla maniera del nostro.

Quindi con questo vero e proprio oggetto per collezionisti il 1969 di Bob Dylan dovrebbe essere a posto, ma mi aspetto che quest’anno la Sony ripeta l’operazione per il 1970, che riserva ancora diversi inediti tra Self Portrait e New Morning, ma soprattutto le sessions complete con George Harrison.

Marco Verdi