Una Delle Ultime Grandi Voci Della Soul Music “Vera”! Otis Clay – Live In Switzerland, 2006

otis clay live in switzerland

Otis Clay – Live In Switzerland, 2006 – 2 CD S’more Entertainment/Rockbeat Records

L’8 gennaio di quest’anno ci ha lasciato anche Otis Clay, due giorni prima della morte di David Bowie, notizia che ha però inevitabilmente oscurato la scomparsa del grande cantante soul (e blues). Una delle ultime grandi voci storiche dell’epoca d’oro della musica nera, forse dalla carriera non ricca di grandi successi discografici: lo si ricorda soprattutto per Trying To Live My Life Without You, un brano che comunque raggiunse una posizione solo intorno alla centesima delle classifiche, e che faceva parte dell’album omonimo pubblicato per la Hi Records di Willie Mitchell, pezzo che molti ricordano anche per la bella versione che ne fece Bob Seger sul Live del 1981 Nine Tonight. E proprio nei concerti dal vivo ha costruito la propria reputazione Otis Clay: con una serie di album pubblicati tra il 1978 e il 1985, culminati nello strepitoso Soul Man – Live In Japan, un doppio poi uscito anche in CD, che è la vera quintessenza del grande soul, del rhythm and blues più sanguigno, entrambi innervati da potenti dosi di gospel, la musica che Clay aveva praticato nella lunga fase precedente la sua “conversione” alla musica secolare.

In possesso di una grande voce Clay, nei due anni che hanno preceduto la sua morte aveva pubblicato una coppia di album di duetti, entrambi notevoli: il primo Soul Brothers con Johnny Rawls, un altro dei monumenti della musica nera, e l’altro This Time Is For Real, insieme al suo discepolo e amico bianco Billy Price. Entrambi vincitori di svariati premi di categoria nelle varie poll di categoria di fine anno. Questo Live In Switzerland, 2006, registrato a Bellinzona nel giugno di quell’anno è un giusto compendio e commiato per la carriera di un cantante spesso sottovalutato e poco ricordato, anche dagli appassionati del genere. Accompagnato da una ottima band, con tre musicisti ai fiati, tre voci femminili di supporto e la consueta formazione chitarra-organo-basso e batteria, il grande Clay sciorina il suo repertorio con una classe ed un carisma invidiabili: serata calda in quel di Bellinzona, con il concerto che si apre con il consueto brano strumentale per scaldare i muscoli dei musicisti, una Hard Working Man rilassata, tra jazz e R&B. la qualità sonora è molto buona senza essere eccelsa (non a livello del Live In Japan) ma si apprezza subito la vocalità del nostro nell’inizio affidato a Here I Am ( Come and Take Me), un mid-tempo dove la voce rauca e vissuta di Clay, sostenuta da coriste e sezioni fiati, comincia a spaziare tra soul e errebì energico, You’re The One I Choose è il primo brano dalla chiara impronta gospel, poi secolarizzata in un sincopato arrangiamento con i fiati ben in evidenza, la voce forse non ha più la potenza di un tempo ma il mestiere e la “gigioneria” del vecchio marpione emergono quando serve.

I Can Take You To Heaven Tonight, un lungo brano dal repertorio del grande Bobby “Blue” Bland, è la prima di una serie di ballate deep soul, sanguigne e di notevole intensità, Clay inizia a titillare il pubblico con le malizie del veterano soulman, poi virate verso il R&B energico di una A Nickel And A Nail che era il cavallo di battaglia del compagno di etichetta O.V. Wright, cantata con grande verve e incorniciata da un ottimo assolo di chitarra di John Randolph. Sho Wasn’t me era un pezzo di southern soul abbastanza recente di Ronnie Lovejoy, presente nel disco del 2005 di Clay Respect Yourself, altra grande ballata, sempre tratta dallo stesso disco che era quello in promozione nel concerto in Svizzera del 2006; seguita da For The Good Times, si tratta proprio del classico brano scritto da Kris Kristofferson e cantato da Ray Price (e da mille altri), introduzione e versione da brividi, con Clay che si immerge cuore, anima e polmoni nella canzone, interpretata in modo splendido, veramente da manuale del deep soul. E pure If I Could Reach Out, il brano di George Jackson, è un brano tra soul e R&B da applausi a scena aperta, cantata con grande abbandono da Otis Clay. Fine del primo CD, il secondo dura poco, circa 35 minuti, solo tre brani, ma con un medley colossale di Love And Happiness/Soul Man/I Just Wanna Testify e Respect Yourself, con introduzione e presentazione della band che sono quasi più coinvolgenti di interi concerti di altri artisti, e il lungo medley, oltre 23 minuti, è comunque preceduto da una magica When Heart Grow Cold, altro “lentone” dal repertorio di Bobby Bland, di quelli strappalacrime, buoni sentimenti e classe immensa. Ma il medley conclusivo è al limite della perfezione, difficile ai giorni nostri fare della musica soul così carica di energia, viva e vegeta, tra i picchi e la vallate continue della interpretazione, a dispetto del poco rispetto che il vero soul ha nei tempi odierni, sarebbe un peccato non ascoltare questa testimonianza sonora dell’arte di Otis Clay.

Bruno Conti