Questa E’ Una Grande Voce (E Anche Chitarrista)! Carolyn Wonderland – Moon Goes Missing

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Carolyn Wonderland – Moon Goes Missing – Home Records

L’ultima volta che ho avvistato (e ascoltato) Carolyn Wonderland era come ospite in un brano dell’eccellente Amazing Texas Blues Voices del “nostro” Fabrizio Poggi, alle prese con una versione grintosa e sanguigna di Nobody’s Fault But Mine, dove si apprezzava la sua voce potente e l’ottimo stile chitarristico http://discoclub.myblog.it/2016/08/31/piccolo-aiuto-dai-amici-gran-bel-disco-fabrizio-poggi-and-the-amazing-texas-blues-voices/ . Parafrasando il titolo di quel disco la Wonderland è effettivamente una “strabiliante voce texana”, nativa di Houston, vive da parecchi anni a Austin, dove è considerata una delle “regine” della scena blues locale. Con una discografia che con questo Moon Goes Missing approda al decimo album (tra dischi di studio e live), tutti rigorosamente poco reperibili, come spesso capita per i dischi belli, l’ultimo di studio era stato Peace Meal del 2011, ma nel 2015 ne era uscito anche uno dal vivo in trio per la Bismeaux Records, l’etichetta di Ray Benson degli Asleep At The Wheel, che è anche il proprietario degli studi discografici dove è stato registrato questo CD.

Ma la nostra amica non fa “solo” blues, anche la roots music e la musica dei cantautori non sono estranee al suo stile: e Bob Dylan è un fan dichiarato, al punto che nel 2004 chiese a Carolyn di scrivere alcuni versi di “risposta”al testo di una sua celeberrima canzone, che per l’occasione del nuovo album diventa  Brand New Leopard Skin Pillbox Hat, ed è uno dei maggiori motivi di interesse di questo disco, ma non l’unico. Partiamo proprio da questo pezzo: insieme alla Wonderland appare come seconda voce, slide e resonator guitar, ukulele e armonica (anche nel resto del disco), un ingrifato Guy Forsyth, che contribuisce al call and response di questa versione che evidenzia ancora di più l’aspetto blues del brano, con una versione dove le voci e le chitarre pimpanti dei due protagonisti  contribuiscono a creare una atmosfera calda e coinvolgente, e poi lei canta veramente bene. Ma questa non è una sorpresa, come si evidenzia fin dall’iniziale title track Moon Goes Missing, con le armonie vocali di Shelley King e un sound da bayou, misterioso e felpato, dove si apprezza anche il piano di  Cole El-Saleh, oltre alla chitarra della stessa Wonderland, che ha un tocco molto raffinato, ma è la voce ovviamente l’elemento che colpisce, potente e con quel tocco di “negritudine” che non guasta. Se aggiungiamo che i due musicisti che completano il suo trio, Kevin Lance alla batteria e Bobby Perkins al basso, sono due “vecchie volpi” della scena locale, si capisce perché la nostra amica è considerata una delle migliori cantanti della musica texana, più volte laggiù premiata (curiosamente Carolyn si è sposata nel 2011 sempre a Austin in una cerimonia officiata da Michael Nesmith).

Tornando alla musica Open Eyes è il blues classico che ti aspetteresti in un suo disco, uno slow intenso dove si apprezza anche l’organo Hammond B3 di Red Young,  e la voce sale e scende ben sostenuta dal lavoro eccellente della solista della stessa Wonderland, che è una chitarrista di notevole valore. Molto buono anche il duetto, scritto e cantato insieme a Ty Taylor, la turbina umana che è il leader dei Vintage Trouble, i due se le “suonano e se le cantano di gusto” nel funky-gospel-blues che risponde al nome di Hellfire Bitters; e pure la cover di  Can’t Nobody Hide From God dal repertorio di Blind Willie Johnson non scherza, elettrica e passionale, a tutta slide, con la voce che rimane padrona assoluta della canzone. In Swamp ci aiuta il titolo, una breva trasferta dal Texas alla Louisiana, con Forsyth all’armonica e tocchi di bayou-rock alla Creedence , della cover di Dylan abbiamo detto, ma anche la lunga e bellissima She Wants To Knows, con l’aggiunta di fiati, piano e organo a colorare il sound, ha una aura roots-rock ante litteram che non può non rimandare alla Janis Joplin di Pearl, e la parte centrale strumentale è fantastica, grande brano. Molto piacevole e rilassato l’old fashioned style di una birichina To Be Free, con “assolo” di voce alla Armstrong di Carolyn Wonderland, che è anche una brava trombettista, mentre Everytime You Go è un tagliente blues texano, con elettrica ed armonica a sostenere la voce a pieni polmoni della Wonderland, che poi si concede a un ritmato gospel-soul come Come Together, scritto insieme a Ruthie Foster, prima di chiudere con l’ultima sorpresa del disco, una versione intima ed acustica, ma di grande intensità, di Bad To The Bone di George Thorogood, solo voce e chitarre, ma che voce. Se già non la conoscete vale la pena di esplorare, per i fan una conferma.

Bruno Conti