In Attesa Del Bellissimo Box Di Richard Thompson Ecco Un Ennesimo Concerto Degno Di Menzione. Richard Thompson – Live At Rock City, Nottingham November 86

richard thompson live at rock city nottingham

Richard Thompson – Live At Rock City, Nottingham November 86 – 2CD Angel Air

All’incirca un anno fa, più o meno in questo periodo, usciva un fantastico doppio CD dal vivo Across A Crowded Room Live At Barrymore’s 1985, pubblicato dalla Real Gone Music (e del quale purtroppo, per un disguido, non fu pubblicata la recensione sul Buscadero) https://discoclub.myblog.it/2019/08/21/il-recupero-di-un-raro-ma-bellissimo-disco-dal-vivo-dal-passato-richard-thompson-across-a-crowded-room-live-at-barrymores-1985/ : si trattava del tour di Richard Thompson immediatamente antecedente a quello contenuto nel doppio CD di cui andiamo ad occuparci, in origine negli anni ‘80 uscito solo su Laser Disc, mentre questo Live At Rock City proviene da un broadcast radiofonico (ma mancano quattro brani del concerto), per il quale la qualità sonora è diciamo molto buona, anche se non al livello della serata canadese al Barrymore.

La formazione è la stessa del concerto del 1985, Clive Gregson e Christine Collister, voci di supporto, acustiche e organo, Rory McFarlane al basso, Gerry Conway alla batteria, con una aggiunta significativa, il grande John Kirkpatrick alla fisarmonica, o button accordion se preferite il termine inglese (che nelle note, per un refuso, diventa accordian): quindi è una rara, se non rarissima, occasione per ascoltare Richard Thompson e Kirkpatrick dividere il palco. Il tour era per promuovere l’album “americano” Daring Adventures, prodotto da Mitchell Froom, ma come d’abitudine si pescavano brani da tutta la sua immensa discografia: si parte subito forte con Man In Need, tratto da Shoot Out The Light, brano accolto da un boato del pubblico, che coniuga come d’abitudine il suo approccio Folk (i tocchi fisa di Kirkapatrick) alla assoluta maestria alla chitarra elettrica con un suo tipico assolo, mentre Collister e Gregson aggiungono le loro celestiali armonie vocali. When The Spell Is Broken viene da Across A Crowded Room, una delle sue splendide, uniche, inconsuete ed intense ballate, con lavoro sublime alla solista e grande esecuzione della band.

Two Left Feet da Hand Of Kindness è uno dei pezzi più mossi e brillanti, una moderna giga con ampio spazio per Kirkpatrick, la poco conosciuta Jennie viene da Daring Adventures ed è comunque una delle sue tipiche malinconiche elegie all’amore tormentato, con la Collister ispirata al controcanto ed un altro assolo da urlo, seguita da A Bone Through Her Nose, altro pezzo nuovo per l’epoca, titolo meraviglioso, brano di impianto rock, quasi funky, al quale Thompson fa seguire Calvary Cross, uno dei miei brani preferiti in assoluto, molto amato anche dal pubblico inglese, che Richard ripaga con una esibizione superba e assolo lancinante in crescendo che raggiunge il Paradiso (dei chitarristi). Al Bowlly’s In Heaven, all’epoca nuova, sarebbe diventata negli anni una delle sue canzoni più belle (peccato per i problemi tecnici), e come rarità per la serata il medley folk strumentale Whitefriar’s Hornpipe/Shreds and Patches con Kirkpatrick al centro del palco.

Il secondo CD parte con You Don’t Say, sempre dall’album del 1985, con Thompson, Collister e Gregson impegnati in armonizzazioni vocali di grande pregio: cosa dire di Wall Of Death? Basta ascoltare, uno dei suoi capolavori assoluti, versione come sempre superba, con il plus della fisa di Kirkpatrick e la Collister che fa la Linda Thompson della situazione, ottima anche la vorticosa Fire In The Engine Room con solista in overdrive e la rarissima The Life And Loves Of A She Devil, che all’epoca era il tema di una serie TV, con Thompson che va di pedali e vibrato con la chitarra, mentre Christine Collister la canta divinamente, anche The Angels Took My Racehorse Away è una sorpresa assoluta, un brano da Henry The Human Fly del 1972 che non ricordavo affatto, ma che definire stupenda è quasi farle un torto, diciamo un’altra piccola meraviglia di Richard Thompson, ma quanto è bravo questo uomo? Che poi cala un altro asso con Shoot Out The Lights, in una versione intensa, avvolgente, buia e perigliosa, con chitarra e voce minacciose che quasi travolgono l’ascoltatore, che non fa in tempo a riprendersi perché arriva una altrettanto magistrale, ma esuberante e gioiosa Nearly In Love, con un ritornello quasi cantabile e con un altro assolo intricatissimo della solista.

A chiudere la serata una galoppante Tear Stained Letter, dove lui e Kirkpatrick si sbizzarriscono a rivedere le regole non scritte della musica folk. Un ennesimo (mezzo) capolavoro dal vivo, ma c’erano dei dubbi? Nel prossimo fine settimana vi aspetto per l’articolo in due parti sul superbo cofanetto Hard Luck Stories, in uscita l’11 settembre.

Bruno Conti

Il Recupero Di Un “Raro” Ma Bellissimo Disco Dal Vivo Dal Passato. Richard Thompson – Across A Crowded Room Live At Barrymore’s 1985

richard thompson across a crowded room live

Richard Thompson – Across A Crowded Room Live At Barrymore’s 1985 – 2 CD Real Gone Music

Chi frequenta questo sito abitualmente sa della predilezione del sottoscritto (ma anche di Marco Verdi, l’altro collaboratore abituale del Blog) per Richard Thompson, che personalmente considero uno dei dieci musicisti più influenti nella storia del rock, e non solo tra quelli viventi, per cui vi risparmio sviolinate sulla sua bravura e neppure vi indico link relativi a sue opere precedenti, visto che all’interno dell’archivio ne trovate moltissime, al limite usate la funzione ricerca e scrivete Richard Thompson e trovate tutti gli articoli che gli sono stati dedicati nei dieci anni di vita di questo Blog (arrivano all’inizio di novembre, e ci avviciniamo anche ai 4000 Post pubblicati). Fatta un po’ di auto promozione veniamo a questo Across A Crowded Room Live At Barrymore’s 1985. Perché “raro” come dice il titolo? Perché incredibilmente questo splendido concerto, registrato quasi 35 anni fa, ai tempi uscì solo in formato VHS e Beta, oppure in Laserdisc, tutti formati obsoleti e non più in commercio da molto tempo, e prima d’ora non era mai stato pubblicato in versione CD audio (magari si poteva fare anche un bel DVD o Blu-ray, ma forse sarebbe stato troppo). Si tratta della registrazione di un concerto completo tenuto in un locale di Ottawa, in Canada, il 10 aprile 1985, e rispetto alla versione da 18 pezzi più completa del laserdisc, sono stati aggiunti ulteriori due brani non pubblicati all’epoca per rendere integrale l’esibizione. In quell’anno, proprio ad aprile, Richard Thompson aveva pubblicato un nuovo album Across A Crowded Room, al solito eccellente, benché non tra i suoi migliori in assoluto, registrato con l’aiuto dei Fairport Convention, all’epoca non attivi, Simon Nicol Dave Mattacks, mentre al basso c’era Bruce Lynch, più qualche ospite tra cui spiccavano Clive Gregson Christine Collister.

Proprio con questi due (di cui vi consiglio caldamente di cercare qualcuno dei bellissimi album registrati in coppia negli anni successivi, oppure il best uscito in CD nel 2007) e con l’aggiunta di Gerry Conway alla batteria e Rory McFarlane al basso, formarono una delle migliori, secondo molti la migliore, band in assoluto che ha accompagnato Thompson nel corso delle sue tournée: anche il repertorio è notevole e lo vediamo tra un attimo. Il suono, che era già eccellente, è stato ulteriormente migliorato dalla produzione di Bill Levenson (all’opera lo scorso anno sempre per la Real Gone sul doppio CD di Roy Buchanan Live At Town Hall) uno dei massimi specialisti mondiali nell’arte della ristampa, a cui dobbiamo le ripubblicazioni di molti capolavori di Allman Brothers, Cream, Eric Clapton, eccetera, restaurati a regola d’arte: anche se, per onestà, qualcuno dissente dicendo che il suono risulta a tratti cavernoso, in quanto la band, di soli 4 elementi più Richard, era dislocata su un palco enorme, ma a me non pare, forse a tratti nell’uso delle voci, per resto il suono mi pare limpido ed impetuoso, come certifica immediatamente la vorticosa Fire In The Engine Room, uno dei brani estratti dall’album di studio dell’epoca con la chitarra di Thompson che inizia subito a sventagliare note nel suo stile unico ed inimitabile. Anche She Twists The Knife Again, nuovamente dallo stesso album, e con il testo ancora incentrato sulla recente e dolorosa separazione dalla moglie Linda, è un ottimo esempio dello stile più rock e variegato del musicista inglese, con la chitarra sempre in evidenza. Shoot Out The Lights è proprio uno dei capolavori del sodalizio artistico di Richard & Linda Thompson, uno dei brani tratti dal disco del 1982, e tra quelli in cui si inizia ad apprezzare brevemente la bellissima voce della Collister, che fa le veci al controcanto di Linda, mentre la solista è acida e cattiva. Dal nuovo album arriva anche You Don’t Say, un brano cantato a due/tre voci che ricorda vagamente il suono dei Police più raffinati dell’epoca, ma sempre con la chitarra arpeggiata splendidamente in azione.

Warm Love Gold, uno dei due brani aggiunti, è lo spazio solista dedicato a Christine Collister, una canzone scritta da Peter Filleul dove si apprezza la voce profonda, espressiva e risonante di questa purtroppo sottovalutata grande interprete della musica inglese, mentre Thompson lavora di fino tra toni e timbriche inusuali con la sua solista in questo brano che supera gli otto minuti. Pure Wall Of Death arriva da Shoot Out The Lights, un brano gioioso nonostante il titolo, con le chitarre tintinnanti che molti indicano tra le influenze di gruppi dell’epoca come i R.E.M, bellissima versione; How I Wanted To, viene da Hand Of Kindness, il primo disco solista del 1983, una ballata lenta e malinconica di grande fascino, con le armonie vocali di Gregson e Collister che la abbelliscono, e un assolo, manco a dirlo, delizioso di Richard, mentre Little Blue Number viene sempre dal disco appena pubblicato, uno dei pezzi più rock e tirati del concerto, con la band nuovamente in grande spolvero, e ancora da quell’album uno dei brani più belli e dolenti, l’amara ma splendida When The Spell Is Broken, con un arrangiamento intricato e complesso che ne evidenzia il fascino, e un altro breve assolo da urlo. Altro brano dal disco del 1982 è la tetra e pessimistica Did She Jump Or Was She Pushed, canzone comunque affascinante grazie alle sua atmosfere sospese, alle armonie vocali sopraffine e con un finale in crescendo, e in conclusione del primo CD troviamo The Wrong Heartbeat, un brano rock mosso tratto da Hand Of Kindness, a cui fa seguito l’introduzione della band.

Il secondo CD si apre con Summer Rain, la canzone solista di Clive Gregson (che ricordiamo anche come leader degli Any Trouble), una ballata dalla bella melodia, sottolineata dal finissimo lavoro della chitarra di Thompson, che poi si riprende la scena con una superba versione di For Shame Of Doing Wrong, un’altra canzone estratta dal suo sodalizio con la moglie Linda e sempre da quel passato glorioso arriva una sontuosa I Want To See The Bright Lights Tonight, entrambe graziate dall’eccellente lavoro dei contrappunti vocali della coppia Collister e Gregson che stimolano Richard a dare il meglio di sé, anche con una serie di assoli superbi, soprattutto quello in Shame Of Doing Wrong.da ascoltare per credere, difficile fare meglio. Nearly In Love sarebbe uscita solo l’anno dopo su Daring Adventures, ma è già una bella canzone perfettamente formata, con Love Is A Faithless Country, altro brano incentrato sulla sua difficile separazione con Linda, in una versione avvincente e superba, quasi rabbiosa nel tempestoso lavoro della chitarra solista (a questo punto mi sa che devo rivalutare il disco di studio, non me lo ricordavo così bello, dovrò risentirlo meglio, visto che anche questa canzone viene dall’album del 1985). Come pure la incalzante I Am Doing To Drag My Feet No More, ancora spettacolare, ma forse dipende dalla qualità complessiva esibita in questo concerto, che si sublima ulteriormente in una versione travolgente di Tear Stained Letter, con una lunghissima parte strumentale ai limiti del paranormale con Thompson che fa veramente il bello e il cattivo tempo alla solista. I due bis finali sono Withered And Died, altra ballata epocale del 1974, eseguita solo per voce e chitarra elettrica, e il quasi R&R puro di una potentissima cover di Skull And Bones che trasuda una ferocia sonora fantastica e che chiude in gloria un concerto eccezionale. Non aggiungo altro.

Bruno Conti