Samantha Fish – Belle Of The West – Ruf Records
Nel recensire il precedente disco di Samantha Fish Chills And Fever, avevo esordito dicendo che all’incirca ogni paio di anni la musicista di Kansas City si presentava con un nuovo album http://discoclub.myblog.it/2017/05/05/comunque-lo-si-giri-un-gran-bel-disco-samantha-fish-chills-fever/ . Quasi a volermi smentire, a soli sette mesi dal precedente, la nostra amica si ripete con questo Belle Of The West. E a differenza di quel disco, dove si avvaleva dei Detroit Cobras, utilizzando un sound molto sixties, anche intriso di fiati e influenzato dal soul, dalla garage music, dal R&R, oltre all’immancabile blues, per l’occasione torna allo Zebra Ranch Studio di Independence, Mississippi, quello di Luther Dickinson, che è il produttore dell’album, oltre a suonarci chitarra e mandolino, e portandosi appresso molti dei suoi amici per la registrazione dei vari brani: Lightnin’ Malcolm, chitarra, armonica e voce, Jimbo Mathus, fender rhodes, armonica e voce, oltre ad avere composto la title track, Amy Lavere, contrabbasso e voce, Lillie Mae Rische, violino e voce, Tikyra Jackson, batteria e voce, Sharde Thomas, fife (quella sorta di piccolo piffero), batteria e voce e Trina Raimey, batteria.
https://www.youtube.com/watch?v=d07XcKjwshE
Il risultato direi che è una sorta di country-folk-roots rock, ovviamente con molti elementi blues, quasi più un disco da cantautrice che da blueswoman https://www.youtube.com/watch?v=lQxNC-fmEQ4 , abbastanza differente dai dischi precedenti, anche da Wild Heart, che era comunque prodotto da Luther Dickinson, elementi presenti pure nel disco Blues And Ballads dove erano impiegati molti di questi musicisti, ovvero Lavere, Thomas e Rische, oltre allo stesso Luther. Alla luce di quanto detto finora il CD risulta essere un disco formato da blues e ballate, non dissimile da quello del leader dei North Mississippi Allstars, magari più variegato nello stile. Dalla iniziale American Dream, dove il fife della Thomas e il violino di Lillie Mae conferiscono un’aura quasi paesana all’arrangiamento, con il suono volutamente secco e smorzato della batteria che si sposa con il sound da traditional del pezzo; Blood In The Water, comincia ad assumere tonalità più da cantautrice, anche se il guizzante violino della Rische e il piffero di Sharde si intrecciano con la chitarra della Fish che non dimentica di essere una delle soliste più intriganti in circolazione.
https://www.youtube.com/watch?v=88BaytsPunI
Il trittico di canzoni che seguono è di notevole qualità, la dolce e malinconica Need You More appartiene alla categoria delle “ballads”, seppure in leggero mid-tempo e con la voce espressiva della nostra amica che assume tonalità meno esplorate in passato, ancora con il violino a fare da strumento guida nell’economia della canzone; mentre Cowtown potrebbe essere quasi un brano alla Delaney & Bonnie, costruito intorno ad un riff del piano elettrico e della chitarra, con un crescendo che si fa man mano incalzante e la solista pungente nel finale travolgente, ottima anche Daughters, un pezzo che potrebbe ricordare le canzoni più mosse di Natalie Merchant (ovviamente sono impressioni personali buttate lì per dare un’idea di quanto si va ascoltando), la melodia è piacevole, le armonie vocali avvolgenti e la chitarra e il piano elettrico di Mathus che aggiungono quel tocco pepato in più al brano che ci accompagna nel nostro viaggio verso Ovest, ma anche verso Sud. Viaggio che si arricchisce ancora delle tonalità più bluesy di una Don’t Say You Love Me con i profumi del Mississippi, dove il disco è stato registrato, che si fanno più evidenti, mentre il cantato è più indolente ed energico al tempo stesso e anche la solista si ritaglia i suoi spazi nel finale in crescendo.
https://www.youtube.com/watch?v=MrqzKgwyDss
Belle of The West, il pezzo firmato da Jimbo Mathus, è invece una deliziosa country ballad, cantata in souplesse dalla Fish che azzecca una tonalità birichina e morbida, senza cadere troppo nella leziosità, e il pezzo risulta uno dei più godibili del disco. Poor Black Mattie, la cover di un brano di R.L. Burnside, era già nel repertorio live della Fish almeno dal 2014, viene cantata in coppia con Lightnin’ Malcolm, che anzi è la voce solista della canzone, oltre a suonare l’armonica, con Samantha che risponde al call and response tipico delle 12 battute primigenie del Delta Blues più grezzo ed elettrizzante; blues che rimane protagonista anche nel suono secco ed asciutto di No Angels, altro pezzo corale, dove tutta la truppa dei musicisti si esalta in un brano dove le chitarre slide e soliste di Fish e Dickinson si sfidano in modo coinvolgente; Nearing Home, appartiene di nuovo alla categoria delle “ballate”, cantata a due voci con Lillie Mae Rische che ne è anche l’autrice, risulta un altro momento dove il country prende il sopravvento sul blues con risultati splendidi, mentre nella conclusiva Gone For Good, una slide acustica, il contrabbasso e poche percussioni, sono gli elementi principali per un nuovo tuffo nel blues acustico, senza dimenticare la voce della nostra amica, autorevole e partecipe quanto basta per confermare la sua ascesa ad essere considerata uno dei talenti più interessanti espressi dalla musica roots americana.
Bruno Conti