Se Sono Bravi Li Troviamo Sempre! D.L. Duncan – D.L. Duncan

d.l. duncan

D.L. Duncan – D.L. Duncan – 15 South Records

Dave Duncan, per l’occasione D.L. Duncan, è uno dei tanti “piccoli segreti” che costellano la scena musicale americana, con una carriera lunga più di 35 anni (o così riportano le sue biografie), anche se discograficamente è attivo solo dagli anni duemila, con un paio di album a nome proprio e uno come Duncan Street, in coppia con l’armonicista Stan Street, uno stile che partendo dal blues incorpora anche alcuni elementi country (in fondo vive e opera a Nashville) e di Americana music, oltre a sapori soul e R&B, presi da Lafayette, Louisiana, l’altra città in cui è stato registrato questo album. Duncan si è sempre circondato di musicisti di pregio, e se nei dischi precedenti apparivano Jack Pearson, del giro Allman, Reese Wynans e Jonell Mosser, oltre a Kevin McKendree e il suo datore di lavoro Delbert McClinton, in questo nuovo lavoro, in aggiunta agli ultimi due citati, appaiono anche Sonny Landreth, David Hood. Lynn Williams e le McCrary Sisters, oltre ad una pattuglia di agguerriti musicisti locali; produce lo stesso D.L. Duncan, con l’aiuto dell’ingegnere del suono Tony Daigle, più volte vincitore di Grammy Awards, recente produttore anche dell’ultimo disco di Landreth.

Il suono è quello classico che ci piace, molto blues e country (poco tradizionale) molto got soul, ma anche rock chitarristico e non mancano neppure vivaci ballate tra New Orleans e il Randy Newman più elettrico, il tutto condito dalla voce laconica ma efficace di Duncan, che è pure ottimo chitarrista. Si passa dal ciondolante e divertente groove dell’iniziale I Ain’t The Sharpest Marble, con il piano di McKendree e l’armonica di McClinton a dare man forte alla solista efficace e variegata di Duncan, al poderoso e tirato rock-blues di Dickerson Road, dove la chitarra del nostro si colloca tra il Santana più bluesy e Mark Knopfler dei primi Dire Straits, con continui lancinanti rilanci e un efficace lavoro di raccordo di McKendree, oltre a Hood che pompa di gusto sul suo basso. You Just Never Know è puro Chicago blues elettrico, di nuovo con McClinton all’armonica e McKendree che passa al piano, oltre alle McCrary Sisters che aggiungono la giusta dose di negritudine, il resto del lavoro lo fa una slide tagliente. Che torna, presumo nella mani di Landreth, per una vigorosa Your Own Best Friend, dove tutta la band conferma ancora una volta il suo valore, Duncan e le McCrary cantano con grande impegno, la ritmica e le tastiere lavorano di fino e il pezzo si ascolta tutto di un fiato https://www.youtube.com/watch?v=P_NDU1bA68M . I Know A Good Thing, scritta con Curtis Salgado (il resto dell’album è quasi tutto firmato dallo stesso Duncan) è un altro minaccioso blues d’atmosfera, costruito intorno a un giro di basso di David Hood che ti arriva fino alle budella, sempre con ottimo lavoro alla bottleneck del nostro amico, che pure lui non scherza come slideman.

Sending Me Angels è una bellissima ballata country-blues, scritta da Frankie Miller (altro grandissimo pallino di chi vi scrive) e cantata in passato anche da McClinton, eccellente il lavoro al dobro di Duncan e di McKendree all’organo con le McCrary che aggiungono una quota gospel con le loro deliziose armonie vocali, una sorta di Romeo & Juliet in quel di Nashville https://www.youtube.com/watch?v=xE3LGA7jyNY . Orange Beach Blues, una specie di autobiografia in musica, è comunque grande musica sudista, profumo di blues, di Texas e Louisiana, quella anche delle canzoni di Randy Newman a cui Duncan assomiglia moltissimo nel cantato di questo brano, che poi è un quadretto sonoro che rasenta la perfezione, e con un finale chitarristico di grande fascino. St. Valentine’s Day Blues è la slow ballad avvolgente e malinconica alla B.B. King che non può mancare in un disco come questo, sempre con la chitarra di Duncan in grande evidenza. Sweet Magnolia Love sembra un pezzo di Ry Cooder da Bop Till You Drop o quelli con la coppia di compari Bobby King e Terry Evans, qui sostituiti dalle voci delle bravissime sorelle McCrary, e la chitarra viaggia sempre che è un piacere https://www.youtube.com/watch?v=QEkp3aAcGOc . E a chiudere il tutto All I Have To Offer You Is Love, una bella ballata di stampo knopfleriano scritta da Craig Wiseman, noto autore di brani country in quel di Nashville, di nuovo eccellente il lavoro di Duncan, qui ancora a dobro e mandolino e con il prezioso contributo di David Pinkston alla pedal steel https://www.youtube.com/watch?v=wnx9YqRyATI . Sarà pure piccolo, ma rimane un gioiellino di disco, non facile da recuperare ma la vale la pena cercarlo!

Bruno Conti