Oltre Le Curve C’e’ Di Più! Meghan Patrick – Country Music Made Me Do It

meghan patrick country music made me do it

Meghan Patrick – Country Music Made Me Do It – Warner CD

Il titolo dell’album di debutto del 2016 di Meghan Patrick, country-rocker canadese di trent’anni, è perfetto per identificare lei e la sua musica: Grace & Grit, grazia e grinta, in quanto ci troviamo di fronte ad una bionda spettacolare dalle curve mozzafiato, che nel contempo è depositaria di un suono vigoroso ed elettrico, molto lontano dal country-pop industriale tipico di Nashville, anche se è proprio là che la ragazza dell’Ontario va ad incidere i suoi dischi. Parlo al plurale in quanto è da poco uscito il suo secondo lavoro, dal titolo intrigante di Country Music Made Me Do It, che non fa altro che confermare quanto di buono Meghan aveva fatto intravedere con il suo esordio. Vero country, con le chitarre sempre al centro del suono, ed una grinta che non manca neppure nelle ballate: la ragazza sa il fatto suo, scrive di suo pugno quasi tutti i brani (anche se in collaborazione con altri) ed è in possesso di una splendida voce limpida, che mescola appunto grazia e grinta (un timbro alla Carlene Carter, per intenderci).

Per rendere il suono comunque appetibile anche nei circuiti radiofonici Meghan si è affidata al produttore Jeremy Stover (Justin Moore, Jack Ingram), che, invece di circondarla del solito stuolo di sessionmen che timbrano il cartellino, ha convocato una band ristretta di soli sei elementi, due chitarre (il solista è Derek Wells, uno dei più quotati a Nashville), un piano, basso, batteria ed una backing vocalist di supporto: poca gente, ma che bada al sodo. Il resto lo fa la Patrick, le sue canzoni, la sua voglia di affermarsi come una delle più promettenti “new breeders” del country femminile. E ha tutte le carte in regola per riuscirci. Il disco parte benissimo con la title track, una sontuosa ballata elettrica, subito dominata dalla bellissima voce di Meghan, chitarre in primo piano ed ottimo refrain: un perfetto biglietto da visita. George Strait, chiaro omaggio al famosissimo countryman, è tenue e leggera, quasi bucolica, e possiede ancora un ritornello immediato, Walls Come Down è roccata e dal suono pieno, con un occhio attento al suono radio-friendly ma assolutamente non compromesso, e si ascolta tutta d’un fiato; The Bad Guy è attendista e più normale, ma comunque gradevole, mentre Small Town non è la cover del classico di John Mellencamp, ma una fluida ballata ancora con la voce in evidenza e con la strumentazione parca ma solida.

The Buzz è elettrica e distesa, con una melodia vincente ed un mood quasi southern, Feel Me Gone è lenta e cadenzata, con uno sviluppo intrigante e valorizzata da un songwriting di classe, mentre con Hardest On My Heart più che in Canada (o a Nashville) sembra di essere in Texas, chitarre ruspanti, grinta e ritmo. La guizzante We Got It All è tra le più immediate, Case Of Beer And A Bed è uno slow toccante costruito intorno a chitarra acustica e piano, probabilmente la migliore ballata del CD; CD che si chiude con la bella The Way You Apologize, limpido country-rock decisamente evocativo, e con Underrated, contraddistinta da un delizioso sapore anni sessanta. Meghan Patrick ha tutte le qualità per sfondare: è bella, brava e con il suono giusto per piacere sia alle radio di settore che a chi ama la vera musica country. Da tenere d’occhio, anche perché (e mi rivolgo ai maschietti) non si fa neanche troppa fatica a farlo.

Marco Verdi