E’ Già Prolifico Di Suo, E Adesso Ristampa Pure I (Bei) Dischi Dal Vivo Di Qualche Anno Fa! Dale Watson – Live Deluxe…Plus

dale watson live deluxe...plus

Dale Watson – Live Deluxe…Plus – Red River/BFD 2CD

Dale Watson, countryman nativo dell’Alabama ma texano a tutti gli effetti, è sempre stato uno molto prolifico, ma negli ultimi anni ha spesso garantito una qualità superiore alla media: Call Me Insane, Under The Influence e Dale & Ray (in coppia con Ray Bensonhttps://discoclub.myblog.it/2017/03/29/la-quintessenza-del-country-texano-dale-watson-ray-benson-dale-ray/  sono tra i dischi migliori del musicista dai capelli color argento. Ora, a pochi mesi dalla sua ultima fatica in studio Call Me Lucky, Dale ha deciso di cavalcare il momento dando alle stampe questo Live Deluxe…Plus, un doppio CD inciso dal vivo con all’interno ben 46 canzoni, una sorta di antologia completa non solo del nostro ma della migliore musica texana da bar in circolazione, da parte di un artista che è rimasto tra i pochi a suonare country music dura e pura. Ma attenzione, se pensate di avere tra le mani un album nuovo di zecca devo deludervi, in quanto Live Deluxe…Plus non è altro che la ristampa di due precedenti uscite del nostro, Live In London…England! del 2002 e Live At Newland, NL del 2006 (che era a sua volta un doppio ma qui è stato accorciato per farlo stare su un dischetto solo, eliminando le canzoni in comune con il primo CD): due lavori ormai fuori catalogo, con l’aggiunta di due pezzi nuovi di zecca incisi in studio (il “plus” del titolo).

Se non possedete i due album originali questa nuova uscita è quindi da tenere nella dovuta considerazione, in quanto siamo di fronte ad un musicista che fa del vero country, ha ritmo e feeling oltre ad essere un consumato animale da palcoscenico, ed è accompagnato da una band coi fiocchi, i Lone Stars, un terzetto formato dalla sezione ritmica di Chris Crepps (basso) e Mike Bernal (batteria) più la splendida steel di Don Pawlak, un vero fuoriclasse dello strumento. Live Deluxe…Plus si ascolta tutto d’un fiato nonostante duri complessivamente più di due ore e mezza non essendoci differenze di stile tra primo e secondo CD, entrambi all’insegna di un rockin’ country elettrico e dal ritmo contagioso, con frequenti omaggi al classico suono texano: il tutto si gusta al meglio se accompagnato da una bella birra ghiacciata. La specialità della casa sono chiaramente i brani in stile honky-tonk, come Real Country Song, in cui Dale sembra George Jones redivivo, la guizzante Ain’t That Livin’, la limpida e solare Turn Off The Jukebox, la squisita Honky Tonkers o la romantica You Pour Salt In The Wound (i brani che non cito non è che siano brutti, ma non posso nominarli tutti e 46). Poi abbiamo molte escursioni in territori vicini al rock’n’roll, con canzoni country elettriche e vitali del calibro di Can’t Be Satisfied, robusta outlaw song alla Waylon, la scintillante Another Day, Another Dollar, le ritmatissime Nashville Rash e Lee’s Liquor Lounge, entrambe molto Johnny Cash (grandissima qui la steel), la spiritosa Country My Ass che invece ricorda Willie Nelson, la swingatissima Making Up Time, ritmo e feeling a piene mani, la coinvolgente Luther con il suo chitarrone twang o la bellissima Whiskey Or God, che Dale dice essere ispirata proprio dall’Uomo In Nero (così come Yellow Mama, che in Alabama è come chiamano la sedia elettrica: puro boom-chicka-boom).

Senza dimenticare l’autentico western swing di South Of Round Rock Texas. Le ballate sono più rare nel repertorio del nostro, ma il suo vocione baritonale si presta anche ai pezzi più lenti, come la languida Heart Of Stone, You Are My Friend, tipica cowboy song texana, la malinconica I’m Wondering, scritta con Raul Malo (e si sente), I See Your Face, tenue, nostalgica e decisamente anni sessanta, e Tequila And Teardrops, dal profumo di confine. Infine Dale ci regala anche qualche cover, mostrando innanzitutto il suo amore per Merle Haggard (le brillanti Mama’s Hungry Eyes e I Take A Lot Of Pride In What I Am) e poi omaggiando Jimmie Rodgers con una trascinante In The Jailhouse Now, Ray Price con la raffinata Bright Lights And Blonde-Haired Women, ancora Cash con una travolgente I Got Stripes e Billy Joe Shaver con la cadenzata Way Down Texas Way (canzone scritta da Billy per gli Asleep At The Wheel). Dulcis in fundo, i due brani nuovi, posti in fondo al primo CD: You’ll Cry Too è un lentaccio romantico nel classico stile di Elvis, con tanto di coro maschile in sottofondo a cura dei Blackwood Brothers, mentre The Party’s Over è ancora una ballata dal sapore sixties ma con in più un gradito tocco mexican.

So che è difficile stare dietro a tutte le uscite targate Dale Watson, ma questa, se non possedete i due live originali, fa parte di quelle da accaparrarsi.

Marco Verdi