Una “Voce Nera” Ancora Splendida, Benché Quasi Sconosciuta. Dorothy Moore – I’m Happy With The One I’ve Got Now

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Dorothy Moore – I’m Happy With The One I’ve Got Now – Farish Street Records Of Mississippi

Dorothy Moore è una delle tante piccole leggende di culto della musica nera: viene da Jackson, Mississippi e in quell’area opera ancora oggi. Ha fondato la propria etichetta indipendente, la Farish Street Records (Of Mississippi, aggiunge lei orgogliosamente) con la quale pubblica i propri CD dall’inizio degli anni 2000 . Comunque pure in questi difficili tempi di coronavirus ha pubblicato un album nuovo (anche se poi, viste le difficoltà attuali, non sarà facile reperirlo, quindi forse, in attesa di tempi migliori, toccherà ascoltarlo in streaming o download), questo I’m Happy With The One I’ve Got Now che fa seguito a Blues Heart del 2012: la nostra amica ha una carriera gloriosa alle spalle, costellata da nominations ai Blues Music Awards e ai Grammys, negli anni ‘70 ha avuto parecchi successi, tra i quali Misty Blue, I Believe You e la cover di Funny How Time Slips Away di Willie Nelson https://www.youtube.com/watch?v=h5FoHLD9-lM .

Poi ha proseguito negli anni con regolarità, soprattutto con album su Malaco e Epic, e ancora oggi, a 73 anni suonati, è in possesso di una voce calda, profonda, risonante, che non risente dello scorrere del tempo, se non donandole una patina di vissuto affascinante, e continua ad incantare con il suo stile che attinge dal blues, dal soul, dal gospel, affidandosi ad una pattuglia di autori, tra i quali spiccano la leggenda della Stax Eddie Floyd, la brava E.G. Kight (di cui anni fa avevo recensito un paio di album per il Buscadero), e altri meno conosciuti, anche Johnny Neel del giro Allman Brothers. Quindi tutto materiale originale, con la sola eccezione di una cover di Crazy dell’amato Willie Nelson, che la Moore esegue con l’aiuto di una nutrita pattuglia di musicisti locali: chitarra, basso, batteria e tastiere, una piccola sezione archi e una di fiati, per un suono corposo e anche “contemporaneo”, ma legato comunque alla tradizione, non faccio i nomi perché sono sconosciuti, ricordo solo il chitarrista Caleb Armstrong.

La title track, firmata dalla Kight, da Neel e da Joanna Cotton è un robusto blues fiatistico, dove la Moore incanta con la sua voce potente ed espressiva, e la band la appoggia con un suono di grande spessore e calore, mentre You Don’t Say No del grande Eddie Floyd è una soul ballad deliziosa, un filo ruffiana, ma ci sta, cantata con grande partecipazione dalla Moore, ben spalleggiata anche da un paio di voci femminili di supporto. There Comes A Time, scritta da Gregory Abbott (quello di Shake You Down per intenderci) è un’altra contemporary soul ballad, ben congegnata, anche se forse più scontata, per quanto Dorothy ci metta del suo, Everything About Your Lovin’ ha un andamento più funky, 70’s style, un po’ Earth, Wind & Fire, un po’ Rufus, con coretti e arrangiamenti di fiati tipici di quella decade https://www.youtube.com/watch?v=7CIJ5jNMd-o , con Sad Sad Sunday, dove brilla la chitarra di Armstrong, che è un blues lento di quelli duri e puri, carico di elettricità e grinta.

La cover di Crazy, con archi scivolanti, rende omaggio ad uno degli standard della canzone americana, una versione melanconica ed orchestrale, forse leggermente “datata”, ma con la voce sincera e navigata della Moore a sostenerla https://www.youtube.com/watch?v=Y6L-Qp4RKVQ , anche You Don’t Have To Tell Me, scritta da Jim Wheatherly, suo collaboratore abituale, è una ballatona romantica, dagli arrangiamenti magari troppo “carichi”, ma che si lascia ascoltare grazie alla voce sempre affascinante di Dorothy, lasciando all’altro pezzo di Eddie Floyd I’ll Get By, una ulteriore vellutata ballata cantata a gola spiegata da Dorothy Moore, il compito di chiudere un onesto album dedicato a chi ama le belle voci nere, latitante per l’occasione nel settore gospel, ma comunque estremamente piacevole e godibile nell’insieme.

Assolutamente da (ri)scoprire!

Bruno Conti