Bears With Guns – Bears With Guns – Highway 125 CD/EP
Negli anni sessanta era pratica comune per le band, accanto a 45 giri e LP, pubblicare ogni tanto degli EP, cioè una sorta di maxi-singolo (o mini album), che solitamente conteneva non meno di quattro brani e non più di sei. Con gli anni questo supporto si è praticamente estinto, ma in periodi più recenti qualche gruppo (o solista) lo ha rivitalizzato, anche se sotto forma di mini CD; non avevo però mai visto una band pubblicare solo EP, almeno fino a quando non ho avuto per le mani questo dischetto omonimo dei Bears With Guns, un quintetto australiano dei dintorni di Sydney, che ho scoperto essere già al terzo EP della loro breve carriera (dopo Taken For A Fool e Only The Quick And The Hungry) https://www.youtube.com/watch?v=PoOS6LOHRBk , durante la quale non hanno ancora pubblicano alcun full-lenght. Scelta alquanto bizzarra dunque, come se i nostri volessero condividere con i fans le loro canzoni in maniera quasi istantanea, senza dover per forza aspettare di avere le canzoni per un CD intero: la cosa che però conta di più è che Bears With Guns è un bel dischetto, molto piacevole e diretto e, data la sua esigua durata (23 minuti, sei canzoni in tutto), non fa in tempo ad annoiare.
I BWG sono formati da Robert Saunders (leader e principale autore), Drew Farrant-Jayet, Ryan Unger, Lachlan Russell ed Angus Taylor, e la loro musica è una fusione decisamente piacevole di folk, rock e pop, con una strumentazione molto classica, nell’ambito della quale si intrecciano strumenti acustici ed elettrici, un buon senso del ritmo ed una serie di melodie immediate, fresche e piacevoli. I ragazzi partono sempre da una base folk, per costruire le loro canzoni in maniera diretta e creativa, ed usando anche le voci di conseguenza, sulla falsariga di gruppi come Of Monsters And Men e Lumineers: dulcis in fundo, il suono è professionale e curato, essendo il mini album passato per le mani di due produttori esperti come Wayne Connolly (The Vines, Boy And Bear) ed Al Clay (Pixies, Blur, Pink…non spaventatevi, qui non siamo da quelle parti).
Il CD si apre con quello che è anche il primo singolo, ovvero Let Go: un delicato arpeggio di chitarra acustica introduce il brano, poi entra la voce, dopodiché arrivano una ritmica vivace ed un bel pianoforte, il tutto per una canzone molto piacevole che si sviluppa fluida e fruibile. The Deep End è più elettrica ed il ritmo è ancora più sostenuto, ma c’è sempre questo modo un po’ etereo e leggero di porgere il brano, e la canzone stessa cresce man mano che si sviluppa; con Taken For A Fool (ripresa dal primo EP, quindi sono pure poco prolifici i ragazzi) torniamo in territori folk-pop, una bella chitarra, voci leggiadre ed una melodia gradevolissima, mentre Wandering Soldier è più strutturata, con la sua alternanza di sonorità acustiche ed elettriche (e la parte elettrica è la più rock del CD), unita a soluzioni ritmiche mai banali, il tutto senza mai perdere il filo conduttore: un brano molto creativo (ci sono anche dei fiati) che ricorda lo stile vulcanico di Edward Sharpe And The Magnetic Zeros. Il dischetto purtroppo si chiude quando si cominciava a prenderci gusto, con Etheric Thief, fluida rock song con grande uso di piano ed un refrain corale di buon impatto, e con una cover di Backstreet Girl, un pezzo poco noto dei Rolling Stones (era su Between The Buttons), proposto in una rilettura tra il pop ed il bucolico di grande piacevolezza, e che ha il merito di farmi riscoprire una canzone che avevo un po’ dimenticato.
Hanno dei numeri questi Orsi Armati, anche se adesso però sarebbe tempo di pubblicare un vero CD.
Marco Verdi