Proseguiamo Con I Dischi Fantasma, In Questo Caso Solo Vinile E Download: Anche Senza Tartarughe Che Lo Calpestano…Un Signor Musicista! Dave Simonett – Red Tail

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Dave Simonett – Red Tail – Dancing Eagle/Thirty Tigers LP e Download

Dave Simonett, come saprete, è il leader dei Trampled By Turtles, gruppo country-folk-grass-americana di Duluth, Minnesota (ho già sentito questa città…), una delle band più popolari del genere insieme a Old Crow Medicine Show ed Avett Brothers. Ma Dave è anche l’uomo dietro al moniker Dead Man Winter, che lui stesso ha definito “il mio progetto rock’n’roll” e titolare di due album il secondo dei quali, Furnace, è del 2017. Invece i TBT sono fermi al 2018, cioè all’ottimo Life Is Good On The Open Road, e così Simonett ha pensato che i tempi erano maturi per dare alle stampe il suo primo lavoro da solista. In realtà Red Tail, questo il titolo del LP, è nato un po’ per caso, in quanto Dave si è ritrovato in uno studio insieme a pochi fidati musicisti (non conosco i nomi essendo in possesso di un advance CD *NDB Che però come formato fisico non esiste, c’è solo il vinile) per registrare delle canzoni da lui scritte senza avere in testa un progetto in particolare: dopo aver ultimato otto pezzi, Dave ha considerato che lo stile intimista e cantautorale che li contraddistingueva non era adatto né ai TBT e neppure ai DMW, e solo in quel momento ha deciso di uscire con il suo nome in copertina.

Red Tail è dunque un bellissimo album in cui il nostro ci consegna una manciata di pezzi perlopiù lenti, una serie di ballate classiche sfiorate dal country e dal folk, decisamente adatte ad un ascolto autunnale, dove non c’è spazio per improvvisazioni dal vivo in torride jam come succede nei concerti dei Turtles. Poi però, essendo Simonett il principale songwriter in entrambe le configurazioni, è chiaro che qualche elemento in comune qua e là si sente, anche se qui c’è una maggiore attenzione alla profondità delle melodie e meno alle performance strumentali. L’album si apre in maniera splendida ed evocativa: Revoked è infatti una ballatona sognante ed eterea ma con un motivo ben definito ed un’atmosfera western (l’attacco strumentale può ricordare alla lontana Knockin’ On Heaven’s Door) con ottimo uso di steel e pianoforte, un brano coi fiocchi che fa sì che Red Tail inizi nel migliore dei modi. Pisces, Queen Of Hearts ha un ottimo intro strumentale per chitarra acustica e steel, poi arriva Dave ad intonare una deliziosa e toccante melodia di stampo country che ricorda da vicino le cose migliori di John Prine, ed è seguita dalla breve Silhouette, irresistibile country song di stampo classico, anni settanta https://www.youtube.com/watch?v=fdCNN8xfEd8 , e motivo davvero coinvolgente (chi ha detto Gene Clark?).

By The Light Of The Moon è un piccolo e squisito bozzetto elettroacustico, caratterizzato ancora da un motivo semplice e diretto, che precede la lunga In The Western Wind And The Sunrise, superba ballatona pianistica dal mood autunnale ma con un’intensità da brividi per tutti i suoi sei minuti. It Comes And Goes, pura, cristallina e con un sapore da western song alla Glen Campbell (merito di una leggera orchestrazione), precede le conclusive You Belong Right Here, eccellente ballata country-rock ancora con Prine in mente (la più elettrica del disco), e la pianistica e corale There’s A Lifeline Deep In The Night Sky, altro splendido brano che coniuga la lezione di The Band con una notevole sensibilità gospel https://www.youtube.com/watch?v=ne7IbfHvjAM . Un piccolo grande “dischetto” questo Red Tail (appena 33 minuti, ma decisamente intensi): in qualunque veste si presenti a noi, Dave Simonett si conferma un musicista di primo piano.

Marco Verdi

Dopo La Prima Sfornata, Altro Pane “Prelibato”. Carla Olson – Have Harmony Will Travel 2

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Carla Olson – Have Harmony, Will Travel 2 – Sunset Blvd Records

A sette anni di distanza dal precedente Have Harmony, Will Travel (anche se devo ammettere che avevo perso quasi le speranze https://discoclub.myblog.it/2013/04/09/per-l-occasione-meglio-in-compagnia-che-sola-carla-olson-hav/ ), Carla Olson (una delle frequentatrici più assidue di questo blog, anche con la reunion dei Textones, https://discoclub.myblog.it/2018/11/01/sono-passati-piu-di-30-anni-ma-ma-non-hanno-dimenticato-come-si-fa-buona-musica-textones-old-stone-gang/) ha mantenuto la promessa e dato un seguito allo sforzo iniziale, riproponendosi con questo lavoro Have Harmony, Will Travel 2, dove, come nel precedente, si avvale di una schiera di “guest stars”, merito di una solida reputazione che si è costruita nel tempo, per attuare il progetto che abbiamo oggi a disposizione da ascoltare e recensire. E così la Olson riesce a portare nei suoi studi californiani di Woodland Hills il bassista degli Eagles Timothy b.Schmidt, l’icona giovanilistica britannica Peter Noone (Herman’s Hermits), Stephen McCarthy dei Long Ryders, il rocker Terry Reid, l’ex chitarrista dei Bee Gees Vince Melouney, con il contributo di Rusty Young dei Poco, e come vocalist la cantante multilingue Ana Gazzola, l’attrice Mare Winningham, e il cantautore Jim Muske, per una selezione di sette brani originali e quattro recuperati da dischi precedentemente pubblicati (in primis il sodalizio col suo vecchio amico Gene Clark e Percy Sledge, entrambi scomparsi).

Sostenuta dalla sua solida “line-up” attuale, Carla apre con una Timber, I’m Falling In Love del cantautore country americano di origine greca Kostas Lazarides (e portata al successo da Patty Loveless), qui riletta in una versione con un bel gioco di chitarre alla Byrds, e con la voce principale di Stephen McCarthy, seguita da A Child’s Claim To Fame di Richie Furay (membro dei Buffalo Springfield e Poco), dove brillano le corde di Rusty Young e la voce dell’ex Eagles Schmidt, una “pop-song” anni ’60 come Goodbye My Love (Searchers) cantata e suonata alla grande con Peter Noone, e omaggiare il compianto John Stewart con una versione “western” di Shackles & Chains, cantata con vigore dalla Olson sulle chitarre di Vince Melouney.

Il lavoro prende quota con una squisita versione di Uno Mundo di Stephen Stills ripresa dagli anni gloriosi dei Buffalo Springfield, con le voci di Ana Gazzola e Carla che seguono il buon lavoro di chitarra di Todd Wolfe (ultimo partner della Olson in The Hidden Hills Sessions https://discoclub.myblog.it/2019/07/19/un-set-musicale-acustico-suonato-e-cantato-con-grande-passione-carla-olson-todd-wolfe-the-hidden-hills-sessions/ ), recuperare una ballata come Scarlet Ribbons (cantata tra gli altri anche dal grande Harry Belafonte), eseguita con trasporto dal britannico Terry Reid (una voce incompresa del rock, mancato cantante dei Led Zeppelin per scelta personale e autore di un album splendido come River), riscoprire le atmosfere alla Roy Orbison con una Haunting Me cantata in duetto con l’autore Jim Muske, e recuperare dall’ album So Rebellious A Lover, inciso nel 1987 con Gene Clark la sua After The Storm, eseguita con l’eclettica Mare Winningham.

Con la bellissima Honest As Daylight rubata dall’album Reap The Whirlwind si alza (e di molto) la famosa asticella, una ballata “soul” che oltre alla voce di Percy Sledge si avvale della bravura alla “slide” dell’ex chitarrista dei Rolling Stones Mick Taylor, mentre la band di culto californiana I See Hawks In L.A. presta alla Olson una gradevole Bossier City ripresa dall’album Shoulda Been Gold, in un duetto che rimanda al suono che hanno forgiato gruppi come Flying Burrito Brothers, Poco, New Ryders Of The Purple Sage, e chiudere (e non poteva essere altrimenti) con un altro duetto con Gene Clark, una “country-ballad” come Del Gato un brano tratto dall’unico lavoro in studio del mai dimenticato musicista con la Olson, nel superbo e consigliabile So Rebellious A Lover, citato poc’anzi.

La voce di Carla Olson (come nella raccolta precedente) nel complesso non domina molto rispetto ai numerosi ospiti, con canzoni comunque ben eseguite e suonate al meglio da uno stuolo impressionante di musicisti di valore, una “signora” che nella sua vasta carriera solista ha collaborato oltre che con il citato Gene Clark, anche con personaggi come Bob Dylan, Don Henley, Mick Taylor e altri, sempre mantenendo una coerenza di fondo, poco riscontrabile nell’attuale panorama musicale. A volte i dischi di “duetti” funzionano e altre volte meno, ma in questo caso specifico di Have Harmony Will Travel 2, la Olson ha sicuramente prodotto un ottimo lavoro, che è una vera delizia per tutti i “fan” del genere “Americana”, confidiamo però di non aspettare altri sette anni per la terza raccolta.

Tino Montanari

Cofanetti Autunno-Inverno 14. Forse Non E’ Un Album Come “Nessun Altro”, Ma Di Certo Andrebbe Rivalutato! Gene Clark – No Other

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Gene Clark – No Other – 4AD Deluxe 2CD – Super Deluxe 3CD/BluRay/LP/45rpm Box Set

(*NDM: vorrei iniziare con una piccola premessa, e cioè che questa recensione, pur rientrando nella serie dedicata ai cofanetti, è fatta sulla base dell’ascolto del doppio CD, dato che questa volta proprio non me la sono sentita di prendermi il box sborsando circa 160 euro in più per avere un terzo dischetto aggiuntivo il cui contenuto è comunque simile a quello del secondo).

No Other, quarto album solista di Gene Clark dopo l’allontanamento dai Byrds (sesto se includiamo i due lavori con Doug Dillard usciti come Dillard & Clark), è un disco segnato da uno strano destino, in quanto è considerato da alcuni critici come il capolavoro assoluto del musicista originario del Missouri (mentre io personalmente preferisco ancora White Light e Roadrunner) e da altri forse con un po’ di esagerazione come uno dei migliori album mai pubblicati, ma all’epoca della sua uscita (1974) il successo fu praticamente nullo ed il fallimento economico fu notevole. Ciò avvenne principalmente per i costi altissimi del progetto, che vantava la presenza di un gruppo stellare di sessionmen che però vollero giustamente anche farsi pagare, ed in più le continue sovraincisioni e manipolazioni sonore volute da Clark stesso e dal produttore Thomas Jefferson Kaye non contribuirono certo a tenere le spese sotto controllo; inoltre Clark decise di non portare il disco in tournée, e questa fu la goccia che fece traboccare il vaso con la Asylum di David Geffen (l’etichetta che pubblicò l’album all’epoca), che in pratica si rifiutò di promuoverlo e lo mise addirittura fuori catalogo soltanto due anni dopo.

L’insuccesso di No Other fu una botta psicologica non da poco per Clark, che aveva puntato molto su quel disco per rilanciare una carriera fino a quel momento avara di soddisfazioni per quanto riguarda le vendite, nonostante critiche eccellenti: il nostro non si riprese per diverso tempo e cadde ancora di più nel tunnel della droga e dell’alcolismo, e gli abusi che ne deriveranno saranno tra le cause della sua prematura scomparsa avvenuta nel 1991, dopo solo altri due album solisti pubblicati (uno dei quali in duo con Carla Olson), uno inciso ma uscito solo postumo (Firebyrd) e la poco riuscita avventura con i vecchi compagni nel trio McGuinn, Hillman & Clark. No Other ha avuto poca fortuna anche con le successive ristampe in CD, la prima nel 1991 e quella targata Warner del 2003 con alcune bonus tracks, anch’esse sparite presto dalla circolazione. Devo quindi applaudire la 4AD, etichetta indipendente britannica, per aver messo a punto questa sontuosa riedizione dell’album in due configurazioni: un doppio CD in un’elegante confezione dalla copertina dura e ricchissima di testi, foto e dettagli ed il già citato cofanetto con un dischetto aggiunto, la versione dell’album in vinile argentato, un 45 giri, un BluRay con No Other in diverse vesti sonore nella parte audio ed un documentario inedito in quella video più un libro di 80 pagine, il tutto per poco meno di 200 euro.

Il suono è stato completamente remixato e rimasterizzato nientemeno che da Sid Griffin, leader dei Long Ryders e grande fan dei Byrds, e John Wood, leggendario produttore e tecnico del suono di artisti perlopiù britannici come Fairport Convention, John Martyn, Nick Drake, Cat Stevens e Richard Thompson. No Other torna quindi in una veste che ce lo fa apprezzare in tutta la sua bellezza: sì, perché nonostante la brutta copertina e le pose di Gene degne di una star del glam alla David Bowie nelle foto interne, stiamo parlando di un album davvero bello e coinvolgente, con Clark in ottima forma sia come songwriter che come cantante, ed una serie di brani come sempre in bilanciamento tra rock, country e folk (ed un pizzico di psichedelia) che non sono stati per nulla rovinati dalla produzione di Kaye, tendente al ridondante  ma comunque mantenendo i piedi per terra. Come ciliegina, i musicisti coinvolti nelle sessions, una serie impressionante di nomi che fanno tremare i polsi solo a leggerli: Chris Hillman, Timothy B. Schmit, Jesse Ed Davis, Danny Kortchmar, Ben Keith, Leland Sklar, Russ Kunkel, Stephen Bruton, Butch Trucks, Mike Utley, Craig Doerge, Cindy Bullens, Joe Lala e Clydie King. Il primo CD inizia con la splendida Life’s Greatest Fool, una canzone giusto a metà tra country e rock, ritmo cadenzato e melodia deliziosa, un brano che nel suo genere sfiora la perfezione in ogni dettaglio ed è dotata di un ritornello corale vincente. Silver Raven è una ballata distesa e limpida nel tipico stile elegante del suo autore e raffinatissima dal punto di vista strumentale, mentre la title track ha un’introduzione di stampo quasi psichedelico, ed il brano stesso ha più di un aggancio con il sound californiano di fine anni sessanta, compresa la voce trattata con l’eco e l’uso del coro femminile, ed in più c’è una bella performance di Utley al piano elettrico.

Strength Of Strings è introdotta da una slide e da un coro sognante molto CSN, poi il brano si rivela essere una sontuosa rock ballad dal grande pathos ed un accompagnamento solido e forte che si regge sulle splendide doppie tastiere di Utley e Doerge; lo squisito e toccante slow pianistico From A Silver Phial, servito ancora da un motivo di prim’ordine, precede il centerpiece del disco: la lunga Some Misunderstanding, più di otto minuti di grande musica che iniziano con semplici accordi di chitarra acustica, poi entra il resto della band con Gene che intona una melodia intensa e malinconica con la sua voce decisamente espressiva, il tutto in un crescendo sonoro di notevole impatto. Chiudono il primo CD nonché l’album originale la scintillante country song The True One, una delle più belle e dirette, e l’ariosa ballata Lady Of The North, dedicata da Clark all’allora moglie Carlie McCummings. Il secondo dischetto comprende versioni alternate inedite di tutti i pezzi dell’album, meno rifinite e senza parecchi degli overdubs aggiunti in seguito, per una visione da una prospettiva diversa ma indubbiamente interessante.

Alcuni brani sono simili a quelli poi messi sul disco (Lady Of The North, The True One, Strength Of Strings, No Other), altri sono abbastanza differenti, come una From A Silver Phial meno elaborata e forse più riuscita, una Silver Raven più lenta e rockeggiante (oltre che più lunga di due minuti), Life’s Greatest Fool più country e soprattutto Some Misunderstanding, più breve e con un arrangiamento maggiormente acustico, non ancora il “piece de resistance” che sarebbe diventato in seguito. Come bonus abbiamo una bellissima versione di Train Leaves Here This Morning, scritta da Gene con Bernie Leadon e già pubblicata dagli Eagles nel loro album d’esordio del 1972: puro country-rock anni settanta al suo meglio. Il terzo CD riprende gli stessi nove pezzi del secondo in altrettante takes alternate (più le single versions di Life’s Greatest Fool e Silver Raven) ma, come ho già scritto all’inizio, per ascoltarlo dovete accaparrarvi il box spendendo una piccola fortuna.

Marco Verdi

Un Set Musicale “Acustico” Suonato E Cantato Con Grande Passione. Carla Olson & Todd Wolfe – The Hidden Hills Sessions

carla olson & todd wolfe the hidden hills sessions

Carla Olson & Todd Wolfe – The Hidden Hills Sessions – Red Parlor Records

Ultimamente sono usciti sul mercato musicale una serie di dischi cantati da coppie abbastanza differenti (Brooks & Dunn, Calexico And Iron & Wine, Buddy And Julie Miller), in questo caso Carla Olson e Todd Wolfe, due veterani della musica che avevano già suonato insieme in passato, ed essendo due spiriti liberi ed affini hanno deciso di collaborare nuovamente in questo The Hidden Hills Sessions, che si rivela un lavoro gradevolissimo e prettamente acustico, in cui le voci si intrecciano in bellissime armonie. La Olson, come i nostri lettori sanno bene, ha costruito la sua carriera come cantante, compositrice e anche produttrice nella zona di Los Angeles, prima come leader dei Textones,  una grande band nata a metà degli anni ’80 ( che si sono riuniti lo scorso anno con Old Stone Gang https://discoclub.myblog.it/2018/11/01/sono-passati-piu-di-30-anni-ma-ma-non-hanno-dimenticato-come-si-fa-buona-musica-textones-old-stone-gang/ ), raggiungendo poi ulteriore notorietà collaborando con persone del calibro di Gene Clark, Mick Taylor (ex Stones), Don Henley Ry Cooder,  mentre Wolfe inizialmente ha trascorso anni in giro per il mondo suonando per Sheryl Crow, Lesile West e Stevie Nicks, e gli ultimi venti è stato in giro anche per l’Europa con la sua Todd Wolfe Band, pubblicando nove album da solista (da sentire assolutamente il torrenziale Live del 2011 https://discoclub.myblog.it/2011/03/18/dagli-states-un-grande-chitarrista-todd-wolfe-band-live/ ).

Trattandosi di un lavoro di stampo “unplugged”, Carla chitarra e voce, e Todd chitarra, mandolino e voce, si sono comunque portati nei Rancho Relaxo Studios di Hidden Hills una sezione ritmica formata dal batterista e percussionista Victor Bisetti, da Bobby Perkins e Todd Wadhams al basso, con alla consolle il duo Kim Rosen e Mikal Reid, creando un buon equilibrio in un CD composto da sette brani originali (4 di Olson e 3 di Wolfe), integrati da quattro avvincenti “covers”, il tutto con la produzione della stessa Olson. Long Road Back, la traccia iniziale, fa capire immediatamente con il suo incedere di chitarre in stile “unplugged” quale sarà il percorso sonoro del disco https://www.youtube.com/watch?v=RII-9jIsbFo , brano a cui fanno seguito il “folk-roots” sciolto di Gave It All I Got, un vecchio pezzo di Steve Winwood (quando era nei Blind Faith) ovvero Can’t Find My Way Home, in cui la coppia dimostra il proprio perfetto affiatamento, sancito anche da un omaggio alle “ceneri” dei Byrds con una scoppiettante Sideshow https://www.youtube.com/watch?v=DSGUv4IVVjE . C’è anche un recupero meritorio di un brano abbastanza “oscuro” del Mick Jagger solista, una Blue scritta con Matt Clifford di cui ignoravo l’esistenza, canzone tipicamente bluesy https://www.youtube.com/watch?v=zfzZoITRAk8 , per poi passare ad una If You Want Me dal giusto incedere “country-rock”.

Non poteva mancare l’omaggio a Gene Clark con la splendida In A Misty Morning, con il cantato delizioso di Carla e la bravura al mandolino di Todd, mentre Burn For You  è una canzone che viaggia sui consueti binari del “groove” acustico dominante in questo album. Con One Lost Love è il momento della tipica ballata californiana, con tutti gli strumenti al posto giusto, e  dove si trova pienamente a suo agio la voce un po’ mascolina della Olson, con il controcanto dell’autore Todd Wolfe https://www.youtube.com/watch?v=mZalKQVAmMQ , ancora blues acustico in una “desert song” come Light Of Day, per andare a chiudere infine alla grandissima con la cover di Wild Horses degli Stones , in cui Carla e Todd  rispettano con sensibilità la bellezza della versione originale, confermando il famoso detto “la classe non è acqua”.

The Hidden Hills Sessions è in definitiva un set musicale dal forte spirito acustico, certo niente di trascendentale, ma  composto da belle canzoni, suonate e cantate con passione con una piccola banda di musicisti, album dove trasuda il piacere quasi viscerale di fare musica con le persone giuste, a partire naturalmente da Carla Olson e Todd Wolfe. Consigliato, in quanto a mio parere il “new acoustic” potrebbe anche passare da qui.

Tino Montanari

Un Capolavoro Non Lo E’ Mai Stato, Ma Forse E’ Il Caso Di Rivalutarlo! Byrds – Byrds

byrds - the byrds

Byrds – Byrds – Esoteric/Cherry Red CD

Nel 1973 i Byrds erano di fatto una “dead band walking”, dato che dopo il loro ultimo album (il non disprezzabile Farther Along del 1971, che però vendette pochissimo) si stavano stancamente trascinando in una attività live senza particolari guizzi, e con il leader assoluto Roger McGuinn sempre più scontento della line-up del gruppo. La palla al balzo fu colta da David Geffen, allora boss dell’emergente Asylum, che presentò ai cinque membri fondatori della band californiana (oltre a McGuinn, David Crosby, Gene Clark, Chris Hillman e Michael Clarke) la classica offerta non rifiutabile per un reunion album. I cinque misero da parte per un attimo gli antichi dissapori (e le relative carriere soliste) per registrare quindi un disco formato da nuove canzoni: il lavoro che ne risultò, appropriatamente intitolato Byrds, fu però molto criticato perché palesemente inferiore alle aspettative che erano prevedibilmente altissime, ed anche il successo di pubblico non rispecchiò affatto le speranze dei nostri, Geffen incluso che poi era quello che ci rimetteva di più.

Il problema vero era che Byrds fu il frutto della classica fusione a freddo di un gruppo che tornava insieme solo per motivi finanziari e non per reali esigenze artistiche, con i vari membri che a turno “usavano” i compagni come backing band per le loro canzoni, e quindi senza una vera collaborazione creativa: se aggiungiamo che dopo un po’ riaffiorarono, anche se solo in parte, le vecchie tensioni, si capisce benissimo perché questo disco invece di segnare un nuovo inizio mise la parola fine alla storia di uno dei gruppi più influenti degli anni sessanta (e per un breve periodo si venne a creare la strana situazione di una band che in studio aveva una line-up e dal vivo un’altra completamente diversa, con il solo McGuinn come elemento comune). Diciamo che la reunion non nasceva sotto i migliori auspici, dato che McGuinn, solitamente leader abbastanza dispotico, in questo album rimase stranamente nelle retrovie, Hillman confessò in seguito che si era tenuto le canzoni migliori per il suo debutto solista (che avvenne comunque tre anni dopo, prima ci fu la Hillman-Souther-Furay Band, altro esperimento non molto riuscito), mentre Clarke non aveva mai rappresentato un valore aggiunto per il gruppo, ma “solo” il batterista.

Gli unici “animatori” della reunion furono Crosby, che produsse anche il disco e figurava al centro in tutte le foto promozionali, e soprattutto Clark, che era in gran forma ed ottenne il materiale migliore dell’album. Oggi la Esoteric ha immesso sul mercato la ristampa di questo famoso disco, che non è certo la prima riedizione (l’ultima, targata Raven, è del 2014), ma sicuramente quella con il booklet più esauriente (con le note del noto giornalista e scrittore rock Malcolm Dome) e soprattutto con la rimasterizzazione migliore, tale da far sembrare queste incisioni risalenti a pochi mesi fa, e non vecchie di ben 46 anni. Risentendo il disco (va detto, senza bonus tracks) vorrei rivedere un attimo i giudizi dell’epoca, dato che ci troviamo di fronte ad un’opera di sicuro non imperdibile, e nemmeno ad un lavoro da isola deserta, ma comunque un bell’album con canzoni che vanno dal discreto all’ottimo, e che probabilmente nel 1973 deluse in quanto in quel periodo di dischi a cinque stelle ne uscivano con cadenza quasi mensile. Dicevo di Gene Clark, che ha l’onore di avere i due brani migliori tra quelli nuovi, a cominciare dall’opening track Full Circle (che in un primo momento sembrava dovesse essere anche il titolo dell’album), una splendida country song sostenuta da una melodia deliziosa, con le armonie vocali che ben conosciamo e la strumentazione elettroacustica perfetta; di stampo country è anche Changing Heart, altra bella canzone dal ritmo spedito, un bell’intreccio chitarristico (si sente distintamente anche la mitica 12 corde di McGuinn) e le solite magistrali backing vocals.

 

Dicevo anche di un Roger McGuinn quasi defilato, ed infatti la sua voce si sente solo in due brani, entrambi autografi: Sweet Mary, una ballata acustica dal sapore irlandese che sembra quasi un’anteprima di ciò che Roger farà decadi dopo con il progetto Folk Den, e Born To Rock’n’Roll, che nonostante il titolo è una ballata (rock, certo, ma pur sempre ballata), con un’improvvisa accelerazione ritmica nel ritornello, una buona canzone anche se un pochino al di sotto del potenziale del nostro. David Crosby propone Laughing, canzone splendida che però era già stata pubblicata (in versione diversa ovviamente) due anni prima sul mitico If I Could Only Remember My Name, e che qui comunque si conferma in tutta la sua bellezza, e l’elettrica e nervosa Long Live The King, un pezzo rock sullo stile di Almost Cut My Hair e Long Time Gone, ma non allo stesso livello. I due brani di Chris Hillman non sono poi così male: la roccata Things Will Be Better è comunque all’altezza di quanto poi finirà sul suo debutto solista Slippin’ Away (ed è nobilitata dal classico jingle-jangle sound), mentre Borrowing Time è una pimpante country song dal motivo immediato.

In ogni disco dei Byrds che si rispetti ci sono delle cover, e qui ne troviamo tre, la prima delle quali è un’intensa rilettura della bellissima For Free di Joni Mitchell, affidata alla voce dell’amico Crosby: splendida melodia e sonorità più alla CSN che Byrds. E poi c’è Neil Young che come autore prende il posto che abitualmente nei dischi dei nostri era destinato a Bob Dylan, con ben due composizioni, entrambe cantate da Clark (che quindi aumenta ulteriormente il vantaggio qualitativo sui compagni): Cowgirl In The Sand grandissima canzone in una interpretazione elettroacustica davvero squisita, più country e meno rock di quella del Bisonte canadese, ed una intesa e struggente See The Sky About To Rain, che all’epoca era ancora inedita (Young la pubblicherà l’anno seguente in On The Beach). Se non avete già una delle precedenti ristampe in CD di Byrds, disco che rappresenta il canto del cigno di una delle più grandi band di sempre, questa è quella da avere: non contiene inediti ma dona una veste sonora decisamente migliore ad un lavoro per troppi anni bistrattato.

Marco Verdi

Arrivano Le Prime Ristampe Del 2019, Alcune Interessanti, Altre Al Solito Inutili. Parte I: Robin Trower, Flamin’ Groovies, Curtis Mayfield, Renaissance, Gene Clark With The Gosdin Brothers

robin trower the studio albums 1973-1983

Il nuovo anno discografico, dopo una partenza lenta a livello di uscite, ma qualcosa si sta già muovendo, nei prossimi mesi prevede una serie di ristampe, tra cui, come al solito, troveremo alcune cose molte interessanti, e altre fondamentalmente inutili, in questo Post trovate le indicazioni di quelle che ho reputato insindacabilmente meritevoli di essere segnalate, tra quelle previste per febbraio e marzo, mentre di quelle che sono uscite alla fine di gennaio di alcune, nei prossimi giorni, troverete delle recensioni specifiche. Per cui partiamo con la prima parte, relativa alle pubblicazioni di febbraio. (*NDB. Ogni tanto alcune di queste anticipazioni sono fallaci, perché le case discografiche hanno la tendenza a variare a sorpresa le date delle uscite, e non sempre mi capita di aggiornare le situazioni: per fare un esempio il doppio CD Antologico di Tom Petty The Best Of Everything 1976-2016, che doveva uscire a novembre del 2018.è stato posticipato al 1° marzo, per evitare la quasi concomitanza temporale con lo splendido American Treasure). 

Robin Trower – The Studio Albums 1973-1983 – 10 CD Chrysalis – 08-02-2019

Di Robin Trower esce questo interessante cofanetto che raccoglie gli album del suo periodo migliore, anche in anticipazione dell’imminente nuovo album Coming Closer To The Day, il primo previsto per la nuova etichetta Mascot/Provogue in data 22 marzo (già sentito, al solito molto buono, quando sarà il momento ne leggerete). Ovviamente tra il 2010 e il 2012 erano giù usciti due cofanetti che raccoglievano questo materiale, A Tale Untold 1973-1976, che conteneva anche il Live del 1976, che manca nel nuovo box, il tutto in 3 CD, come pure 3 erano i dischetti di Farther On Up The Road 1977-1983, entrambi con qualche bonus aggiunta. Non solo, alcuni degli album, per esempio Bridge Of Sighs, il secondo album del 1974, uno dei più belli in assoluto, è stato pubblicato anche singolarmente, con la bellezza di ben otto bonus tracks tratte dalle BBC sessions, di cui non c’è traccia, per i soliti “misteri” delle case discografiche, nel nuovo box. Comunque per fare chiarezza, ecco il contenuto completo di The Studio Albums 1973-1983.

[CD1: Twice Removed From Yesterday (1973)]
1. I Can’t Wait Much Longer (2010 Remastered Version)
2. Daydream (2010 Remastered Version)
3. Hannah (2010 Remastered Version)
4. Man Of The World (2010 Remastered Version)
5. I Can’t Stand It (2010 Remastered Version)
6. Rock Me Baby (2010 Remastered Version)
7. Twice Removed From Yesterday (2010 Remastered Version)
8. Sinner’s Song (2010 Remastered Version)
9. Ballerina (2010 Remastered Version)

[CD2: Bridge Of Sighs (1974)]
1. Day Of The Eagle (2007 Remastered Version)
2. Bridge Of Sighs (2007 Remastered Version)
3. In This Place (2007 Remastered Version)
4. The Fool And Me (2007 Remastered Version)
5. Too Rolling Stoned (2007 Remastered Version)
6. About To Begin (2007 Remastered Version)
7. Lady Love (2007 Remastered Version)
8. Little Bit Of Sympathy (2010 Remastered Version)

[CD3: For Earth Below (1975)]
1. Shame The Devil (2010 Remastered Version)
2. It’s Only Money (2010 Remastered Version)
3. Confessin’ Midnight (2010 Remastered Version)
4. Fine Day (2010 Remastered Version)
5. Alethea (2010 Remastered Version)
6. A Tale Untold (2010 Remastered Version)
7. Gonna Be More Suspicious (2010 Remastered Version)
8. For Earth Below (2010 Remastered Version)

[CD4: Long Misty Days (1976)]
1. Same Rain Falls (2010 Remastered Version)
2. Long Misty Days (2010 Remastered Version)
3. Hold Me (2010 Remastered Version)
4. Caledonia (2010 Remastered Version)
5. Pride (2010 Remastered Version)
6. Sailing (2010 Remastered Version)
7. S.M.O. (2010 Remastered Version)
8. I Can’t Live Without You (2010 Remastered Version)
9. Messin’ The Blues (2010 Remastered Version)

[CD5: In City Dreams (1977)]
1. Somebody Calling (2012 Remastered Version)
2. Sweet Wine of Love (2012 Remastered Version)
3. Bluebird (2012 Remastered Version)
4. Falling Star (2012 Remastered Version)
5. Farther On Up the Road (2012 Remastered Version)
6. Smile (2012 Remastered Version)
7. Little Girl (2012 Remastered Version)
8. Love’s Gonna Bring You Round (2012 Remastered Version)
9. In City Dreams (2012 Remastered Version)

[CD6: Caravan To Midnight (1978)]
1. My Love (Burning Love) (2012 Remastered Version)
2. Caravan to Midnight (2012 Remastered Version)
3. I’m Out to Get You (2012 Remastered Version)
4. Lost in Love (2012 Remastered Version)
5. Fool (2012 Remastered Version)
6. It’s for You (2012 Remastered Version)
7. Birthday Boy (2012 Remastered Version)
8. King of the Dance (2012 Remastered Version)
9. Sail On (2012 Remastered Version)

[CD7: Victims Of The Fury (1980)]
1. Jack and Jill (2012 Remastered Version)
2. Roads to Freedom (2012 Remastered Version)
3. Victims of the Fury (2012 Remastered Version)
4. The Ring (2012 Remastered Version)
5. Only Time (2012 Remastered Version)
6. Into the Flame (2012 Remastered Version)
7. The Shout (2012 Remastered Version)
8. Mad House (2012 Remastered Version)
9. Ready for the Taking (2012 Remastered Version)
10. Fly Low (2012 Remastered Version)

[CD8: B.L.T. (featuring Jack Bruce & Bill Lordan) (1981)]
1. Into Money (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
2. What It Is (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
3. Won’t Let You Down (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
4. No Island Lost (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
5. It’s Too Late (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
6. Life On Earth (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
7. Once the Bird Has Flown (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
8. Carmen (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
9. Feel the Heat (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
10. End Game (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]

[CD9: Truce (featuring Jack Bruce) (1981)]
1. Gonna Shut You Down (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
2. Gone Too Far (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
3. Thin Ice (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
4. Last Train to the Stars (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
5. Take Good Care of Yourself (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
6. Fall in Love (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
7. Fat Gut (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
8. Shadows Touching (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]
9. Little Boy Lost (feat. Jack Bruce) [2012 Remastered Version]

[CD10: Back It Up (1983)]
1. Back It Up (2012 Remastered Version)
2. River (2012 Remastered Version)
3. Black to Red (2012 Remastered Version)
4. Benny Dancer (2012 Remastered Version)
5. Time Is Short (2012 Remastered Version)
6. Islands (2012 Remastered Version)
7. None But the Brave (2012 Remastered Version)
8. Captain Midnight (2012 Remastered Version)
9. Settling the Score (2012 Remastered Version)

Comunque, se non li avete, anche in considerazione del fatto che i vecchi box non si trovano, e del prezzo molto interessante del decuplo, ve lo consiglio, in quanto trovate il meglio della sua produzione (live escluso), ovvero i primi quattro dischi, ma anche i due con Jack Bruce.

flamin' groovies gonna rock tonite front flamin' groovies gonna rock tonite

The Flamin’ Groovies “Gonna Rock Tonite! The Complete Recordings 1969-71 – 3 CD Grapefruit Records UK – 22-02-2019

Flamin’ Groovies sono una delle band “culto” per eccellenza, una sorta di summa dei Beatles e degli Stones (e della British Invasion in generale) Made in America: il tutto rivisitato in modo geniale da un gruppo in cui hanno militato una serie di musicisti quasi geniali, e che è tuttora in circolazione. Ma questo box raccoglie il meglio del loro periodo migliore: se volete saperne di più sulla band, potete andare a rileggervi questo Post https://discoclub.myblog.it/2017/06/10/se-fosse-anche-inciso-bene-sarebbe-perfetto-3-flamin-groovies-live-1971-san-francisco/ , dove si parla di un live inedito del 1971. Diciamo che in questo cofanetto non mancano le bonus, anche se quelle del primo CD sono “ridicole” (solo le single versions di alcuni brani, vale a dire versioni più corte!), negli altri ce ne sono di più e anche interessanti. I tre album divisi si trovano ancora abbastanza facilmente, ma se non li avete questo piccolo cofanetto è assai sfizioso e meritevole di attenzione.

Tracklist
[CD1: Supersnazz]
1. Love Have Mercy
2. The Girl Can’t Help It
3. Laurie Did It
4. A Part From That
5. Rockin’ Pneumonia And The Boogie Woogie Flu
6. The First One’s Free
7. Pagan Rachel
8. Somethin’ Else/Pistol Packin’ Mama
9. Brushfire
10. Bam Balam
11. Around The Corner
Bonus Tracks:
12. Rockin’ Pneumonia And The Boogie Woogie Flu (Single Version)
13. The First One’s Free (Single Version)
14. Somethin’ Else (Single Version)
15. Laurie Did It (Single Version)

[CD2: Flamingo]
1. Gonna Rock Tonite
2. Comin’ After You
3. Headin’ For The Texas Border
4. Sweet Roll Me On Down
5. Keep A Knockin’
6. Second Cousin
7. Childhood’s End
8. Jailbait
9. She’s Falling Apart
10. Road House
Bonus Tracks:
11. Shakin’ All Over
12. That’ll Be The Day
13. Louie Louie
14. My Girl Josephine
15. Around And Around
16. Rockin’ Pneumonia And The Boogie Woogie Flu
17. Going Out

[CD3: Teenage Head]
1. High Flyin’ Baby
2. City Lights
3. Have You Seen My Baby?
4. Yesterday’s Numbers
5. Teenage Head
6. 32-20
7. Evil Hearted Ada
8. Doctor Boogie
9. Whisky Woman
Bonus Tracks:
10. Scratch My Back
11. Carol
12. Rumble
13. Somethin’ Else
14. Walking The Dog

curtis mayfield keep on keeping on box

Curtis Mayfield – Keep On Keeping On: Curtis Mayfield Studio Albums 1970-1974 – 4CD box set Curtom/Rhino – 22-02-2019

Anche questo box teoricamente è molto interessante: ma al di là dei contenuti musicali, assolutamente splendidi, come avrebbe detto Gianduia Vettorello a Mai Dire Goal, ci sono delle magagne. Intanto manca Superfly, sempre relativo a quel periodo, un album splendido, di cui circola comunque una versione in doppio CD, rimasterizzata e potenziata con ben 15 bonus tracks, ma poi non è stato incluso neppure il Curtis/Live del 1971, pubblicato sempre dalla Curtom, e che è invece presente nel cofanetto da 5 CD qui sotto, che al momento è regolarmente in produzione, ad un prezzo anche inferiore al box Rhino di prossima uscita.

curtis mayfield original series box 5 cd

Naturalmente tutte le mie osservazioni e critiche su queste uscite spero siano sempre utili per chi fosse interessato e comunque non inficiano la validità di queste proposte, servono solo a scegliere meglio e più informati su quanto offre il mercato. In ogni caso, come al solito, ecco i contenuti del cofanetto.

[CD1: Curtis (1970)]
1. (Don’t Worry) If There’s A Hell Below, We’re All Going To Go
2. The Other Side Of Town
3. The Makings Of You
4. We The People Who Are Darker Than Blue
5. Move On Up
6. Miss Black America
7. Wild And Free
8. Give It Up

[CD2: Roots (1971)]
1. Get Down
2. Keep On Keeping On
3. Underground
4. We Got To Have Peace
5. Beautiful Brother Of Mine
6. Now You’re Gone
7. Love To Keep You In My Mind

[CD3: Back To The World (1973)]
1. Back To The World
2. Future Shock
3. Right On For The Darkness
4. Future Song (Love A Good Woman, Love A Good Man)
5. If I Were Only A Child Again
6. Can’t Say Nothin’
7. Keep On Trippin’

[CD4: Sweet Exorcist (1974)]
1. Ain’t Got Time
2. Sweet Exorcist
3. To Be Invisible
4. Power To The People
5. Kung Fu
6. Suffer
7. Make Me Believe In You

renaisaance ashes are burning

Renaissance – Ashes Are Burning (Remastered And Expanded Edition) – CD Esoteric Records -22-02-2019

Anche questo album bellissimo nel corso degli anni è stato ristampato più volte: magari al momento della uscita, prevista sempre per il 22 febbraio, ci sarà l’occasione per parlare in modo esteso dei Renaissance, storica band britannica (ma popolarissima negli Stati Uniti) dalle molte vite, e legata soprattutto alla voce splendida e cristallina della propria cantante Annie Haslam, e al prog classicheggiante e raffinatissimo del gruppo. Questo album del 1973, probabilmente il migliore della loro discografia, esce in questa versione “definitiva” della Esoteric inglese, meritoria inglese specializzata in ristampe soprattutto di materiale anni ’70. In questa nuova versione ci sono circa trenta minuti di BBC Recordings del 1974 inedite.

1. Can You Understand
2. Let It Grow
3. On The Frontier
4. Carpet Of The Sun
5. At The Harbour
6. Ashes Are Burning
Bonus Tracks – Live BBC Radio “In Concert” 1974 (Previously Unreleased):
7. Can You Understand
8. Let It Grow
9. Ashes Are Burning

gene clark with the gosdin brothers

Gene Clark – With The Gosdin Brothers – Retroworld/Floating World – 01-03-2019

Per essere precisi questo CD è annunciato in uscita per il 1° marzo. Si tratta del primo disco solista di Gene Clark, appena dopo la sua fuoriuscita dalla formazione dei Byrds nel 1966, due dei quali, Chris Hillman Michael Clarke, parteciparono però alla registrazione di questo album, uscito nel Febbraio del 1967, uno dei primi dischi country (rock) dell’epoca, forse atratti fin troppo sovraprodotto, ma la voce di Gene Clark è tutta da gustare, grazie anche alla presenza dei Gosdin Brothers, un duo country/folk che all’inizio erano previsti solo come cantanti di supporto, ma sulla copertina del LP acquistarono un ruolo da coprotagonisti, insieme ad altri validi musicisti dell’epoca, come quelli della Wrecking Crew, ossia  Glen Campbell, Jerry Cole, Jim Gordon, Leon Russell, il futuro Byrd Clarence White Doug Dillard, con cui Clark registrerà un bellissimo album che è, quello sì, considerato tra gli antesignani del country-rock. Parlando di questo album è già stato pubblicato molte volte, l’edizione più significativa è quella pubblicata nel 2007 dalla Sundazed, ricca anche di bonus tracks, e che dovrebbe essere ancora in produzione. Viceversa di questa nuova edizione non si sa ancora il contenuto esatto del CD, quindi vedete voi!

Per oggi può bastare, alla prossima.

Bruno Conti

Un Bel Disco, Ulteriormente Potenziato E Migliorato. Son Volt – Okemah And The Melody of Riot

son volt okemah

Son Volt – Okemah And The Melody Of Riot – 2 CD Transmit Sound/Thirty Tigers

Proseguono le ristampe potenziate del catalogo dei Son Volt: dopo quella di The Search uscita ad Aprile, che già rivalutava l’opera della band nella seconda parte di carriera, arriva ora Okemah And The Melody Of Riot, quarto album della loro discografia, e il primo ad uscire dopo la lunga pausa dal 1999 al 2004. All’origine il disco avrebbe dovuto essere registrato con la prima formazione della band, che si era già ritrovata per incidere un brano per il tributo ad Alejandro Escovedo, e viste le buone vibrazioni aveva deciso di continuare, ma poi qualcosa deve essere andato storto e Jay Farrar ha messo in piedi una formazione completamente diversa, con Andrew Duplantis al basso e alle armonie vocali, Dave Bryson alla batteria e l’ottimo Brad Rice alla chitarra (già nelle band di Ryan Adams e Peter Case, e con Backsliders e Whiskeytown). Il suono ottenuto era decisamente più (alternative) rock rispetto ai loro classici dischi degli anni ’90, ma per nulla disprezzabile, come invece alcuni critici, peraltro non tutti, avevano sentenziato all’epoca all’uscita del disco.

Album che già in origine uscì in diversi formati, tra cui una versione Dual Disc (qualcuno li ricorda? I dischetti a doppio strato con audio e video insieme), che conteneva delle bonus nella parte DVD della confezione. Questa nuova versione aggiunge ulteriore materiale, nel secondo CD ci sono due brani extra e sette pezzi dal vivo, mentre il CD originale, a differenza di The Search, dove era stata cambiata la sequenza dei brani, mantiene quella della prima edizione. Il disco non sarà forse un capolavoro, ma rispetto a molti dei dischi di rock contemporanei, ha parecchie frecce al suo arco: il suono è decisamente più elettrico e chitarristico, spesso vibrante, ma lasciando comunque spazio alle malinconiche ballate che sono sempre state nel DNA di Farrar sin dai tempi degli Uncle Tupelo. Il suono potrebbe ricordare quello dei R.E.M. della prima fase: prendiamo il primo brano, Bandages And Scars, con un testo che si richiama a Woody Guthrie per fare un parallelo con la situazione politica di quegli anni (in un album che è comunque tra i più “impegnati” in questo senso di Farrar), ma musicalmente le chitarre sono molto presenti  e tirate, con un suono lontano (ma non poi così tanto) dall’alt-country  e dal suono roots dei primi dischi, il cantato di Jay è quello tipicamente laconico e laidback, caratterizzato da quella voce immediatamente riconoscibile, anche se calata in una dimensione decisamente più R&R ,estremamente godibile e mossa. Potrebbe ricordare i lavori più elettrici di Neil Young, o un country-rock più energico  anni ’70; della stessa tempra sonora anche Afterglow 61, sempre potente e con le chitarre mulinanti, come pure la vivace 6 String Belief, che il lavoro delle chitarre lo magnifica fin dal titolo, e pure Jet Pilot a tutto riff, completa la trilogia rock di apertura.

Atmosphere è una bella ballata mid-tempo cadenzata, dall’ambientazione solenne e malinconica, con improvvise accelerazioni e cambi di tempo. Ipecac ci riporta al sound acustico e meditato dei primi album, ed è un ottimo brano, dove si apprezza lo spirito più gentile della band, mentre Who mi ha ricordato il suono dei sopracitati R.E.M., con un bel jingle jangle delle chitarre, con Endless War che vira addirittura verso atmosfere leggermente psichedeliche alla Gene Clark, poi ribadite in Medication,in un ambito più folk e ricercato, con piccoli tocchi orientaleggianti che rimandano a Bert Jansch o ai Pentangle, anche grazie alla slide e al dulcimer di Mark Spencer. Con le chitarre elettriche che ritornano a farsi sentire nella Younghiana Gramophone, dove fa capolino anche una armonica o nella atmosferica Chaos Streams, prima di regalarci la deliziosa, sognante e pianistica Wolrd Waits For You, con tanto di ripresa e coda chitarristica con la pedal steel di Eric Heywood e la slide di John Horton in bella evidenza. Exurbia e la pianistica Anacostia, i due inediti di studio aggiunti, appartengono al lato più intimista di Farrar, mentre tra i brani dal vivo spiccano une deliziosa Joe Citizen Blues con un ottimo Rice alla solista e Afterglow 61,anche questa ripresa dal vivo a Philadelphia nel maggio del 2005. La sequenza di altri cinque brani Live tratti dall’album conferma l’impressione che i Son Volt dell’epoca erano una eccellente band. Una ottima ristampa da avere, e non solo per mero “completismo”,

Bruno Conti

Occhio Alle “Fregature”, Ma Questi Non C’erano Già? Alcune Ristampe Future Sospette: Gene Clark, Byrds, Johnny Jenkins, Kris Kristofferson, Roy Orbison, Steve Earle, Neko Case, Blue Oyster Cult, Richie Furay Band, Chicago

gene clark lost studio sessions

Oltre a segnalarvi le uscite discografiche più interessanti, imminenti e più lontane nel tempo, cerco comunque sempre di arricchirle con qualche veloce dettaglio e giudizio, anche relativo ad eventuali precedenti versioni, dato che spesso sia le riviste specializzate che i Blog di musica tralasciano e che invece è importante sapere (anche per i portafogli di chi acquista). Proprio per evitare le “fregature” quest’oggi ci concentriamo su una serie di ristampe (croce e delizia degli appassionati per il quasi compulsivo parossismo che si è impadronito di etichette piccole e grandi, nuove e vecchie, che ormai ripubblicano a ciclo continuo, ripetutamente, gli stessi titoli, che quindi si trovano in circolazione in innumerevoli edizioni): vediamo quelle che sono previste in uscita nelle prossime settimane e che mi lasciano dubbioso per vari motivi. La prima e l’ultima per motivi diversi dalle altre, ma vediamo di capire perché.

In teoria (e anche in pratica) questo CD di Gene Clark The Lost Studio Sessions 1964-1982 è interessantissimo: ricco di materiale rarissimo ed inedito, però quello che lascia perplessi è la presentazione che ne ha fatto la Sierra Records, l’etichetta che lo ha pubblicato: all’atto pratico si tratta di un SACD ibrido che però nelle note di lancio del disco è stato descritto così –  24 tracks-Two CDs worth of music. Playable on both standard CD and SACD players, 36 page booklet – e fin qui nulla di male, però molti hanno pensato che si trattasse di un CD doppio e così lo presentano molti siti di vendita. Ma avendolo tra le mani vi posso assicurare che si tratta di un CD singolo, il problema o la “fregatura” è il prezzo, che oscilla, almeno in Europa, tra i 44 e i 58 euro. francamente per un dischetto singolo mi sembra eccessivo. Poi il contenuto è notevole e di grande interesse, come potete leggere qui sotto:
Track 1 The Way I Am
Track 2 I’d Feel Better
Track 3 That Girl
Track 4 A Worried Heart
Track 5 If There’s No Love

Recorded Spring 1964, World Pacific Studios, Produced by Jim Dickson; Original source: Scotch 201, 1/2″ 3-track analog master, 15 ips; solo with 12-string guitar.

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Track 6 Back Street Mirror
Track 7 Don’t Let It Fall Through

Recorded January 26, 1967, Sound Recorders, Produced by Jim Dickson; Arranger, Leon Russell; Horn Section, Hugh Masekela; Mixer, Armin Steiner; Recorder, Cal Frisk; Original Source: Scotch 203, 8-track, 1″ 8-track analog master, 15 ips; Full Band.

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Track 8 Back To The Earth Again
Track 9 The Lighthouse
Track 10 The Awakening Within
Track 11 Sweet Adrienne
Track 12 Walking Through This Lifetime
Track 13 The Sparrow
Track 14 Only Yesterday’s Gone

Recorded 1968-1970, Liberty/UA Recording Studios, Produced by Jim Dickson; Original Source: Scotch 150, 1/4″ full track mono, analog master, 15 ips; solo with acoustic guitar.

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Track 15 She Darked the Sun

Recorded Spring 1970, Sound Factory, Produced by Jim Dickson: Original source: Scotch 206, 1/4″ 2-track analog master, 15 ips; with the “The Burrito Deluxe – Flying Burrito Bros”.

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Track 16 Roll in My Sweet Baby’s Arms
Track 17 She Don’t Care About Time
Track 18 Don’t This Road Look Rough and Rocky
Track 19 Bars Have Made a Prisoner Out Of Me

Recorded July – September 1972, Wally Heider Studio 4, Produced by Chris Hinshaw and Terry Melcher: Original source: Ampex 631, 1/4″ 2-track analog master, 15 ips; with Clarence White, Eric White Sr., Sneaky Pete Kleinow, Spooner Oldham, Byron Berline, Michael Clarke, Claudia Lennear and friends.

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NYTEFLYTE – Gene Clark, Chris Hillman, Herb Pedersen, Al Perkins, Michael Clarke

Track 20 One Hundred Years From Now
Track 21 (The) Letter
Track 22 Still Feeling Blue
Track 23 No Memories Hangin’ Round
Track 24 I’ll Feel A Whole Lot Better

Recorded July 10, 1982, Criterion Recorders, Produced by Jim Dickson: Engineer, Captain Echo; Original source: Agfa PEM 408, 2″ 16-track analog master, 15 ips.

Io vi ho reso edotti poi fate voi.

byrds - live at the fillmore february 1969

Passiamo alle uscite future e visto che abbiamo parlato di Gene Clark, ecco la ristampa di un disco dei Byrds (ma senza Clark): parlo di “ristampa” anche se quando venne pubblicato in CD per la prima volta, nel 2000, nell’ambito delle ripubblicazioni di tutto il catalogo dei Byrds da parte della Sony Legacy, questo Live At The Fillmore February 1969, allora in effetti era un concerto inedito. Ora (o meglio al 31 marzo) l’etichetta inglese Floating World lo presenta di nuovo, ma occhio perché è pari pari lo stesso CD e la “vecchia” edizione è tuttora in catalogo.

Tracklist
1. Nashville West
2. You’re Still On My Mind
3. Pretty Boy Floyd
4. Drug Store Truck Driving Man
5. MEDLEY Turn Turn Turn, Mr Tambourine Man, Eight Miles High
6. Close Up The Honky Tonks
7. Buckaroo
8. The Christian Life
9. Time Between
10. King Apathy III
11. Bad Night At The Whiskey
12. This Wheel’s On Fire
13. Sing Me Back Home
14. So You Want To Be A Rock ‘N’ Roll Star
15. He Was A Friend Of Mine
16. Chimes Of Freedom

 

johnny jenkins blessed blues

Stesso discorso, più o meno, anche per questo Blessed Blues di Johnny Jenkins: data prevista della ristampa Floating World sempre il 31 marzo, diverso il pregresso. Il CD uscì la prima volta nel 1996 per la Capricorn Records, circa 25 anni dopo (26 per la precisione) quello che viene considerato il suo piccolo capolavoro “perduto”, Ton Ton Macoute, il disco del 1970 dove suonavano Duane Allman, Berry Oakley, Butch Trucks degli Allman, oltre a Eddie Hinton, Pete Carr, Paul Hornsby e Johnny Sandlin, che era anche il produttore.

Ottimo comunque anche il disco del 1996, che vede la presenza di David Hood e Billy Stewart come sezione ritmica, Jack Pearson alla chitarra, Chuck Leavell alle tastiere e Randall Bramblett al sax. Quindi controllate se non lo possedete già e poi fateci un pensierino, merita.

kris kristofferson the austin sessions

Anche questo Kris Kristofferson The Austin Sessions ovviamente era già uscito in CD: nel 1999 venne pubblicato dalla Atlantic e conteneva registrazioni del 1997, in cui Kris, accompagnato da una serie di ottimi musicisti, tra cui Stephen Bruton, Jim Cox, Mike Baird, Paul Franklin, John Spivey e altri, tra i quali anche Mark Knopfler, aveva registrato nuove versioni di molti suoi classici del passato. Altra particolarità è la presenza imponente di colleghi impegnati come seconde voci in diversi brani: Jackson Btowne, Steve Earle, Vince Gill, Matraca Berg, Marc Cohn, Alison Krauss, Catie Curtis e lo stesso Knopfler. La “fregatura”, se lo avete già, è in che nuova edizione Warner/Rhino in uscita il prossimo 10 febbraio sono state aggiunte due bonus tracks, con la tracking list completa della edizione potenziata che è la seguente.

1. Me And Bobby McGee (Remastered)
2. Sunday Morning Coming Down (Remastered)
3. For The Good Times (Remastered)
4. The Silver Tongued Devil And I (Remastered)
5. Help Me Make It Through The Night (Remastered)
6. Loving Her Was Easier (Than Anything I’ll Ever Do Again) [Remastered]
7. To Beat The Devil (Remastered)
8. Who’s To Bless And Who’s To Blame (Remastered)
9. Why Me (Remastered)
10. Nobody Wins (Remastered)
11. The Pilgrim: Chapter 33 (Remastered)
12. Please Don’t Tell Me How The Story Ends (Remastered)
Bonus Tracks:
13. Best Of All Possible Worlds
14. Jody And The Kid

roy orbison black and white night

Per questo disco, CD, DVD, Blu-Ray, per non parlare di VHS e Laserdic, si configura chiaramente un caso di circonvenzione di incapace: il concerto, peraltro bellissimo, nel corso degli anni, è uscito in una miriade di versioni. Va bene, quest’anno ricorre il 30° Anniversario dalla data del concerto (sempre stiracchiata, visto che il concerto si tenne il 30 settembre del 1987, ma venne trasmesso in TV il 3 gennaio del 1988 e pubblicato il 3 febbraio del 1989. Poi, nelle varie edizioni che si sono susseguite negli anni, è stato aggiunto un pezzo qui, un altro là, per arrivare fino ad un totale di 18 brani ( tre non furono compresi nel broadcast originale). Ora la Sony Legacy pubblica questa versione “definitiva”  in CD/DVD o CD/Blu-Ray, prevista in uscita per il 24 febbraio p.v., che conterrà 24 brani, i 18 conosciuti, una alternate di Oh, Pretty Woman, più cinque tracce con versioni alternative registrate in un “concerto segreto” tenuto dopo l’evento, che però in versione audio saranno disponibili solo come download digitale, previo acquisto della confezione che conterrà un codice all’interno del CD per lo scarico dei suddetti brani (complicato?).

Il tutto sarà curato dai due figli di Roy Orbison.

1. Only The Lonely
2. Leah
3. In Dreams
4. Crying
5. Uptown
6. The Comedians
7. Blue Angel
8. It’s Over
9. Running Scared
10. Dream Baby (How Long Must I Dream)
11. Mean Woman Blues
12. Candy Man
13. Ooby Dooby
14. Blue Bayou
15. Go Go Go (Down The Line)
16. (All I Can Do Is) Dream You
17. Claudette
18. Oh, Pretty Woman (Alt Version)*
19. Oh, Pretty Woman
Secret Post-concert alternate versions (offered as a digital download within the CD):
20. (All I Can Do Is) Dream You*
21. Comedians*
22. Candy Man*
23. Claudette*
24. Uptown*

*= Previously unreleased

In più nelle parti video sarà incluso un documentario di 33 minuti con interviste e materiale registrato durante le prove (ovviamente non versioni complete, anche se leggendo le anticipazioni dell’uscita di parla di 40 tracce complessive nel secondo dischetto (ma alcune sono interviste, altri spezzoni di prove, interviste, siparietti, tipo quello di Springsteen, foto, ancora più complicato?). Il concerto è splendido, le canzoni pure, poi basta guardare chi c’è sul palco,il prezzo annunciato non mi pare proibitivo, speriamo che poi non esca l’edizione ancora più definitiva!

steve earle live from austin texas 1986 neko case live from austin city limits

In questo caso, sempre che non vi manchino, possiamo tranquillamente parlare di “fregatura”: si tratta di due concerti, peraltro splendidi, della serie Live Form Austin TX, pubblicata negli scorsi anni dalla New West. Peccato che i due titoli erano già usciti, e sono tuttora in circolazione, come CD e DVD divisi, ma ora è possibile acquistare le nuove confezioni CD+DVD. Non dico nulla per non usare il turpiloquio.

Il primo doppio contiene il concerto di Steve Earle del settembre 1986, subito dopo il successo strepitoso di Guitar Town (ne esiste anche un secondo, nella stessa serie, relativo al concerto del novembre 2000).

Il concerto di Neko Case è del 9 agosto 2003, pubblicato in DVD nel 2006 e in CD nel 2007, ora disponibile in questa versione “nuova” doppia (entrambi sono previsti in uscita per il prossimo 10 marzo). La bravissima Neko Case (al sottoscritto piace moltissimo) ha suonato nuovamente a Austin City Limits nel 2013, ma per il momento non è stato pubblicato nulla.

blue oyster cult some enchanted evevning

Questo Some Enchanted Evening dei Blue Oyster Cult è uno dei dischi che vanta il maggior numero di ristampe nel corso degli anni. e molte sono tuttora in produzione (il sito Discogs ne cita 41 diverse). Uno splendido concerto dal vivo, registrato nel corso del tour del 1978 (meno un pezzo dallo show di fine anno del 1977), uscì in vinile, purtroppo, solo come singolo album, poi stampato, sempre come singolo, in CD, nel 1995, ed infine in una Deluxe Edition CD+DVD della serie Legacy della Sony, nel 2007, con sette bonus nella versione audio, più un DVD, registrato sempre nella stessa tournée, 11 brani al Capital Centre di Largo nel Maryland. In seguito, nel 2013, la Culture Factory ne ha pubblicata una ennesima ristampa, ed ora, al 24 marzo uscirà anche la versione della inglese Talking Elephant. Tutte regolarmente in catalogo (meno, purtroppo, quella doppia, che si trova ancora, ma solo a prezzi diciamo “carucci”.

La versione Talking Elephant torna alla edizione standard con 7 brani:

1. R.U. Ready To Rock
2. E.T.I. (Extra Terrestrial Intelligence)
3. Astronomy
4. Kick Out The Jams
5. Godzilla
6. (Don’t Fear) The Reaper
7. We Gotta Get Out Of This Place

Grande concerto comunque.

richie furay band alive deluxe

Diciamo che questa è una “mini fregatura” nel formato, il CD rimane doppio, con tre bonus tracks in studio, aggiunte alle fine del secondo disco, ma maxi nel prezzo, in quanto le ristampe della Friday Music sono sempre molto costose (vedasi anche il recente doppio con i primi due dischi di Ron Wood). Oltre a tutto considerando che questa è una ristampa della ristampa, in quanto la versione con i 3 brani in più era già uscita, per la stessa etichetta nel 2009, e verrà ristampata nuovamente il 3 marzo. La prima versione era uscita nel 2008 e vede l’ex leader dei Poco rivisitare con gusto e classe parecchi brani sia dal repertorio del suo vecchio gruppo, sia come solista, e anche dei Buffalo Springfield.

[CD1]
1. When It All Began
2. Pickin’ Up The Pieces
3. Medley #1
Flying On The Ground Is Wrong
– Do I Have To Come Right Out And Say It
– Nowadays Clancy Can’t Even Sing
4. Forever With You
5. Go And Say Goodbye
6. Child’s Claim To Fame
7. So Far To Go
8. Satisfied
9. Through It All
10. Kind Woman
11. Just For Me And You
12. A Good Feelin’ To Know

[CD2]
1. Sad Memory
2. Heartbeat Of Love
3. Make Me A Smile
4. You Better Think Twice
5. Baby Why
6. Rise Up
7. Believe Me
8. Just In Case It Happens
9. Medley #2
– And Settlin’ Down
– Hurry Up
– Fallin’ In Love
– C’Mon
10. Callin’ Out Your Name
11. Let’s Dance Tonight
12. In My Father’s House
Bonus Studio Tracks:
13. Wake Up My Soul
14. With My Whole Heart
15. Real Love

chicago chicago II

Ultimo della lista, ma primo a uscire, il prossimo 27 gennaio, questo è lo Steve Wilson Remix di Chicago II dei Chicago, in origine uscito come doppio vinile nel gennaio 1970, ha poi avuto varie ristampe In CD, la prima come doppio CD per la Columbia nel 1986, poi dopo varie edizioni, ne è stata pubblicata una definita Deluxe dalla Rhino, pubblicata nel 2002, come CD singolo, anche se con 2 bonus delle single versions di due canzoni, perché il disco, vista la sua durata, ci sta comodamente in un unico dischetto. cosa che è stata fatta saggiamente anche per questa versione targata 2017.

1. Movin’ In
2. The Road
3. Poem For The People
4. In The Country
5. Wake Up Sunshine
6. Make Me Smile
7. So Much To Say, So Much To Give
8. Anxiety’s Moment
9. West Virginia Fantasies
10. Colour My World
11. To Be Free
12. Now More Than Ever
13. Fancy Colours
14. 25 Or 6 To 4
15. Prelude
16. A.M. Mourning
17. P.M. Mourning
18. Memories Of Love
19. It Better End Soon (1st Movement)
20. It Better End Soon (2nd Movement)
21. It Better End Soon (3rd Movement)
22. It Better End Soon (4th Movement)
23. Where Do We Go From Here

Solo uno stereo remix per migliorare il sound, e il compact esce pure a mid-price, che volere di più. Questo in effetti non è una “fregatura”, su molti degli altri inclusi in questo post ho seri dubbi.

Alla prossima.

Bruno Conti

Supplemento Della Domenica: Non Me Li Ricordavo Così Bravi! The Long Ryders – Final Wild Songs

long ryders final wild songs

The Long Ryders – Final Wild Songs – Cherry Red 4CD Box Set

Tra le migliori band nate in America negli anni ottanta una delle più dimenticate, anche per il relativamente scarso successo di vendite avuto nel periodo di attività, sono certamente i Long Ryders, gruppo di Los Angeles formato nel 1983 da Sid Griffin e generalmente associato al movimento Paisley Underground, che aveva come artisti di punta i Dream Syndicate ed i Green On Red. Personalmente io colloco la band di Griffin all’interno di quel movimento più che altro per la loro attitudine garage e post-punk (soprattutto dal vivo), ma dal punto di vista del suono ho sempre giudicato i Long Ryders fra i precursori di quel genere oggi universalmente chiamato Americana, insieme a Blasters, Los Lobos ed i meno conosciuti Beat Farmers. Griffin è sempre stato un grandissimo fan dei Byrds (e la “y” nel moniker del suo gruppo la dice lunga) e durante la breve esistenza della band ha sempre coniugato il folk-rock tipico del combo guidato da Roger McGuinn con grandi iniezioni di energia e ritmo, tanto rock’n’roll ed un po’ di country-rock (anche i Flying Burrito Brothers sono tra i suoi eroi), aiutato dal suo braccio destro Stephen McCarthy alle chitarre soliste (ed occasionalmente suo partner nella scrittura dei pezzi), Tom Stevens al basso (che ha sostituito Des Brewer dopo l’EP d’esordio) e Greg Sowders alla batteria.

Solo tre LP (più il già citato EP) nei cinque anni di vita del gruppo, una discografia troppo breve e che avrebbe meritato maggior fortuna, e che abbiamo il grande piacere di riscoprire oggi grazie a questo pratico boxettino edito dalla Cherry Red: quattro CD con tutta la storia dei Ryders, diverse rarità ed inediti, ed un concerto assolutamente mai sentito come bonus, il tutto in una pratica confezione (sullo stile del box di Fisherman’s Blues dei Waterboys), con un bel libretto che reca note dettagliate e commenti canzone per canzone dei membri del gruppo (principalmente Griffin), il tutto neanche troppo costoso.

CD1: qui troviamo il loro EP di debutto 10-5-60 (cinque brani) seguito dal loro primo LP Native Sons, e l’inizio è subito di quelli giusti, con la solare e corale Join My Gang, che ricorda un po’ i primi R.E.M. (anch’essi epigoni dei Byrds), subito seguito dal rockin’ country You Don’t Know What’s Right, You Don’t Know What’s Wrong, decisamente trascinante e suonato con l’energia di una punk band; e che dire di 10-5-60, sembrano i Sonics o qualche altra garage band degli anni sessanta, mentre Born To Believe In You è un delizioso country-pop con accenni beatlesiani. Anche Tom Petty è tra i preferiti di Griffin, e lo dimostra la roccata Final Wild Song, che ricorda il suono secco e diretto dei primi due album del biondo rocker della Florida; la splendida Ivory Tower è un trionfo di jingle-jangle sound (e c’è anche Gene Clark ospite ai cori), Run Dusty Run è un rock’n’roll che mette di buon umore, mentre (Sweet) Mental Revenge (un classico di Mel Tillis) è country-rock sotto steroidi. Ma tutto Native Sons è un esempio di adrenalina, grinta ed energia coniugate a squisite melodie (un altro esempio è la coinvolgente Tell It To The Judge On Sunday); una rara versione della dylaniana Masters Of War precede cinque inediti dal vivo, tra i quali spiccano un’intensa versione acustica del traditional Farther Along (sembrano Garcia e Grisman) e la goduriosa The Rains Came, tratta dal repertorio del Sir Douglas Quintet.

CD2: ecco lo splendido State Of Our Union, l’album migliore dei Ryders, ed anche il più conosciuto grazie al moderato successo del singolo Looking For Lewis And Clark, forse non il loro brano più bello ma con dalla sua un tiro micidiale; nel disco troviamo anche la tersa e byrdsiana Lights Of Downtown e la roboante WDIA, con più di un rimando al suono dei Creedence. Un grande album, dal quale riascoltiamo con piacere anche la pettyiana Mason-Dixon Line o l’irresistibile Here Comes That Train Again, un limpido esempio di Americana anni ’80, un pezzo che potrebbero aver scritto anche i Los Lobos di How Will The Wolf Survive?, o ancora la vibrante Good Times Tomorrow, Bad Times Today e la fluida Capturing The Flag, un trionfo di Rickenbacker sound, o il rock’n’roll alla Beach Boys State Of My Union, per non parlare del delizioso cajun Child Bride…e se non sto attento le cito tutte! Tra gli extra una Looking For Lewis And Clark dal vivo alla BBC, ancora più dura dell’originale, la bizzarra ma gradevole Christmas In New Zealand e due remix scintillanti di Lights Of Downtown e Capturing The Flag, ancora meglio di quelle uscite nel 1985.

CD3: il loro ultimo album, Two Fisted Tales, un altro ottimo disco, di pochissimo inferiore al precedente, tutto da godere a partire dall’esplosivo avvio di Gunslinger Man, rock chitarristico di prima scelta, passando per I Want You Bad, bellissimo folk-rock byrdsiano al 100%, la cadenzata A Stitch In Time, lo spettacolare cajun-rock The Light Gets In The Way (con David Hidalgo alla fisarmonica), oppure Prairie Fire una sventagliata punk in pieno volto, o la stupenda Harriet Tubman’s Gonna Carry Me Home, un folk purissimo che profuma di tradizione, o ancora la travolgente Spectacular Fall. Tra le rarità abbiamo l’adrenalinico rock’n’roll di Basic Black, la scorrevole How Do We Feel What’s Real, la toccante He Can Hear His Brother Calling, una delle rare ballate del gruppo (e con reminiscenze di The Band), la gioiosa, a dispetto del titolo, Sad Sad Songs, durante la quale è impossibile tener fermo il piede.

CD4: la vera chicca del box, un concerto completamente inedito (ed inciso benissimo), registrato nel 1985 a Goes, in Olanda: 53 minuti di puro ed adrenalinico rock’n’roll, senza neppure un attimo di respiro, una festa assoluta di ritmo e chitarre, con versioni superbe di Run Dusty Run, la sempre splendida Ivory Tower, Wreck Of The 809, You Don’t Know What’s Right, You Don’t Know What’s Wrong, una trascinante versione del classico per camionisti Six Days On The Road ed un finale a tutta elettricità e ritmo con Tell It To The Judge On Sunday.

Dopo l’esperienza con i Long Ryders, Griffin fonderà i Coal Porters (attivi ancora oggi), con i quali pubblicherà qualche discreto album ma senza la scintilla originale, pubblicherà qualche album da solista in anni recenti e riformerà i Ryders per un tour commemorativo nel 2004 (con conseguente album dal vivo), dedicandosi anche al giornalismo rock ed alla stesura di libri su Bob Dylan e Gram Parsons. Ma i tempi d’oro del periodo con i Long Ryders difficilmente torneranno, motivo in più per non lasciarsi sfuggire questo Final Wild Songs.

Marco Verdi