Cream, Il Primo Supergruppo Della Storia Del Rock. Parte II

cream 1968

cream 1968 RAH

Seconda Parte.

L’album successivo, a differenza di Disraeli Gears, viene registrato, tra Londra, New York e San Francisco, per la parte live, in un ampio lasso di tempo che va tra il luglio 1967 e il giugno 1968, progettato come un doppio, con un disco in studio e uno dal vivo,

Wheels Of Fire – 2 LP Polydor 1968 *****

Uscito il 9 agosto del 1968, l’album sarà disco di platino sia in Inghilterra che negli USA, dove è stato il primo doppio LP della storia del rock a vendere oltre un milione di copie. Prodotto ancora da Felix Pappalardi, con l’aiuto degli ingegneri del suono Tom Dowd e Adrian Barber, mentre la parte dal vivo fu registrata da Bill Halverson, la parte in studio riporta tre canzoni scritte da Ginger Baker con il pianista jazz Mike Taylor, quattro brani scritti da Bruce/Brown, e due cover blues scelte da Eric Clapton. Nella parte dal vivo ci sono solo quattro brani, ma per 45 minuti di musica. Direi che non c’è neppure un brano non dico scarso, ma al di sotto delle soglie della eccellenza. Anche se i Cream non erano un gruppo da singoli, ne vennero pubblicati due: White Room, uno dei pezzi rock più belli della storia, introduzione da sballo, con Pappalardi che aggiunge la sua viola all’incipit sospeso del brano, entrata a gamba tesa della batteria di Baker, Bruce che pompa come un ossesso sul suo basso e canta alternando timbro normale e falsetto, Clapton che ha sovrainciso diverse parti di chitarra, tra cui un wah-wah malandrin , alcuni interludi che ci preparano all’esplosione del wah-wah parlante di Manolenta nel gran finale indemoniato del brano, perfetto!

Sitting On Top Of The World è un blues lento e insistito basato sulla versione di Howlin’ Wolf, con Eric che usa diversi timbri della sua solista per creare un effetto maestoso, ma lascia la parte cantata a Jack Bruce, Passing The Time è una delle classiche composizioni di Baker, alterna passaggi intimi con Ginger anche al glockenspiel , Bruce a cello e calliope, e Pappalardi all’organo, alternate ad improvvise esplosioni di energia rock. Anche As You Said è una strana canzone, dalla struttura quasi orientaleggiante, cantata da Bruce, anche alle chitarre acustiche e al cello, Baker al charleston ; la seconda facciata si apre con Pressed Rat And Whartog, brano quasi baroccheggiante grazie alla tromba di Pappalardi, Bruce al recorder e Baker che recita il testo, oltre ad imperversare alla batteria e nel finale arriva Clapton.

Politician è un altro dei super classici dei Cream, tipico brano da power trio, dal tempo insistito e con i tre che si scambiano fendenti consistenti prima di andare ognuno per la tangente per conto proprio in modo travolgente. Those Were The Days, lato B di White Room, è uno dei pezzi rock più “convenzionali” scritti da Baker, un’altra impetuosa cavalcata del trio, con Ginger anche a marimba e campane tubulari, Pappalardi alle “campanelline svizzere” e un breve assolo ferocissimo di Clapton, quasi gemello di quello di White Room.

Born Under A Bad Sign scritta da William Bell e Booker T. Jones per Albert King, è un pezzo blues, un lento scandito, molto apprezzato anche dal pubblico del rock, grazie al riff in sincrono di chitarra e basso e al suono “grasso” e corposo della solista di Eric, che ci regala pure un lungo assolo, molto vicino al sound del grande Albert, mentre Deserted Cities Of The Heart, con Bruce anche al cello e Pappalardi alla viola, è un brano di impronta psichedelica, cantato sempre in modo impeccabile da Jack e con Baker indaffaratissimo alla batteria, con un altro grande assolo di Manolenta.

Dei quattro brani dal vivo, tre vengono dai concerti al Winterland di San Francisco, e uno da quello al Fillmore, tutti del marzo 1968, nel corso del lungo ed estenuante tour degli States che li elevò a livello di superstar, ma portò all’inizio della fine della loro breve parabola: i due brani della terza facciata, Crossroads e Spoonful erano le vetrine per mostrare la forza dirompente della solista di Clapton, mentre, nella quarta, Traintime, con le lunghe divagazioni di Bruce all’armonica, e Toad, con un fenomenale assolo di batteria di Baker, erano dedicate, nelle intenzioni del produttore Pappalardi, a mettere in mostra i talenti degli altri due.

Missione riuscita grazie alla loro versione del classico di Robert Johnson, che diventerà, in virtù delriff inconfondibile della solista di Eric, quella di riferimento per tutti negli anni e a venire, e poi in Spoonful “inventano” il power trio, l’heavy metal, il doom rock e le jam di libera improvvisazione in oltre 16 minuti dii pura libidine sonora, con un interscambio tra i tre che raggiunge livelli impensabili fino a pochi mesi prima, anche se il mondo del rock, da Hendrix in giù, rispondeva colpo su colpo a questo passaggio dal pop al rock, che aveva avuto i suoi primi lampi qualche mese prima in California, in quello che anche se si chiamava Monterey Pop Festival, nei suoi tre giorni aveva già sancito un cambio epocale nel mondo del rock. Tornando ai Cream, i tre non andavano più molto d’accordo, per usare un eufemismo, Eric Clapton aveva scoperto la musica della Band grazie a Music From Big Pink, ma fu comunque deciso, per motivi commerciali, di fare un tour di addio e pubblicare un ultimo album,

Goodbye Cream – Polydor 1969 ***1/2

“Solo” tre stellette e mezza, per i contenuti troppo brevi, non certo per la qualità della musica, anche se la parte in studio presenta un buon singolo, sotto la forma della collaborazione tra Eric e il suo amico George Harrison con lo pseudonimo de “L’Angelo Misterioso” (in italiano), che insieme firmano Badge, che è già una anticipazione del futuro suono di Clapton, prima con i Blind Faith e poi nei dischi da solista dei primi anni anni ‘70, un brano molto piacevole e gustoso, punteggiato dall’eccellente lavoro della solista di Slowhand; ma Doing That Scrapyard Things, il pezzo dell’accoppiata Bruce/Brown, sembra una parodia non particolarmente riuscita di Beatles e Kinks, e anche il contributo di Baker What A Bringdown, benchè anticipi nella parte iniziale e poi ripetutamente nel corso della canzone, il groove di Do What You Like dei Blind Faith, non soddisfa completamente quelle che erano le aspettative, anche se curiosamente alcuni critici, tipo Robert Christgau e altri, hanno detto che l’album aveva uno “squisito lavoro di studio” (cito testualmente!!) e “delle mediocri performance dal vivo”! Avremo ascoltato dei dischi diversi? Mah!

Comunque le tre tracce dal vivo, registrate nel concerto al Forum di Los Angeles del 10 ottobre del 1968, ed inserite nel recente box Goodbye Tour – Live 1968 **** (all’origine dell’idea per questo articolo retrospettivo https://discoclub.myblog.it/2020/03/18/anche-con-alcune-piccole-magagne-comunque-un-cofanetto-imperdibile-cream-goodbye-tour-live-1968/ ), sono comunque, nella loro “brevità”, rappresentative di quella formidabile macchina da guerra che erano i Cream: una ferocissima I’m So Glad con i tre che si titillano e si sfidano all’inizio, prima di sfoderare tutta la loro potenza in una jam fenomenale, ottimo anche il blues gagliardo di una scandita Politician e il veicolo, per lo spazio dedicato a Clapton, nello slow blues di Sitting On Top Of The World, cantate tutte da Bruce. In definitiva un buon album, ma con i suoi poco più di 30 minuti, non il commiato che avrebbe potuto essere, e forse lasciano anche un lavoro incompiuto che avrebbe potuto avere interessanti sviluppi!

Dischi Dal Vivo Postumi E Reunion del 2005

Live Cream – Polydor 1970 ***1/2

A dimostrazione che l’amore per il gruppo non si era ancora sopito, nell’aprile del 1970 quando venne pubblicata questa compilation di materiale dal vivo, in gran parte tratta dagli stessi concerti californiani del marzo 1968, più il singolo di studio del 1967 Lawdy Mama, l’album raggiunse il 4° posto delle classifiche inglesi, e il 15° di quelle americane, disco di platino in entrambi i paesi, con 300.000 e un milione di copie vendute: contiene vibranti versioni di N.S.U, dieci minuti, Sleepy TimeTime, una colossale Sweet Wine di oltre 15 minuti e la cover di Rollin’ And Tumblin’ di Muddy Waters, con Jack Bruce all’armonica.

Live Cream Volume II – Polydor 1972 ***1/2

Molto buono anche il secondo volume, che riporta sia altri brani tratti dai concerti al Winterland del marzo, ma anche tre pezzi estratti dalla esibizione all’Oakland Coliseum del 4 ottobre, che è poi uno dei concerti completi presenti nel cofanetto Goodbye Tour Live 1968. Niente brani lunghi, ma ottime versioni di Deserted Cities Of The Heart, White Room e Politician da Oakland, e Tales Of Brave Ulysses e Sunshine Of Your Love dal Winterland, l’unica eccezione, sempre dalla data di San Francisco, una lunghissima versione, oltre 13 minuti dello strumentale Steppin’ Out, con i prodigiosi magheggi in libertà di Clapton alla solista. Per errore, nella prima versione del vinile il brano venne indicato come Hideway.

Dopo un lungo periodo di litigi ed incomprensioni i tre si ritrovano nel 1993 alla cerimonia di induzione alla Rock And Roll Hall Of Fame, presentati da Robbie Robertson. Nel 1997 esce il box quadruplo Those Were The Days – Polydor ****, che raccoglie l’opera omnia dei Cream, divisa in due 2 CD di studio e 2 dal vivo, senza rispettare gli album originali, ma con molto materiale dal vivo, all’epoca inedito. Nell’aprile del 2003 esce il CD delle BBC Sessions ****, con (quasi) tutti i brani registrati per l’emittente britannica tra il 1966 e il 1968, 22 pezzi, più quattro tracce di una intervista ad Eric Clapton. Che convince i vecchi amici a tornare insieme per una serie di date alla RAH, il 2-3-5-6 maggio del 2005, che vengono celebrate con

Royal Albert Hall London May 2-3-5-6, 2005 – 2 CD o 2 DVD 2005 ****1/2

Fantastici concerti, i tre suonano come se il tempo si fosse fermato per loro: Eric Clapton nel frattempo è diventato anche un eccellente cantante, e Jack Bruce e Ginger Baker, a dispetto degli “acciacchi”, suonano sempre come la migliore sezione ritmica di tutti i tempi, sentire (e vedere) per credere. Nel frattempo ci hanno lasciati entrambi: Jack Bruce il 25 ottobre del 2014 https://discoclub.myblog.it/2014/10/26/jack-bruce-1943-2014-vita-nella-musica-il-piu-grande-bassista-nella-storia-della-musica-rock/  e Ginger Baker il 6 ottobre del 2019 https://discoclub.myblog.it/2019/10/06/se-ne-e-andato-anche-ginger-baker-aveva-80-anni-del-magico-trio-dei-cream-ora-rimane-solo-eric-clapton/ . Ma la leggenda continua.

Bruno Conti

Cream, Il Primo Supergruppo Della Storia Del Rock. Parte I

cream 1966

cream 1967

Oltre ad essere stati, come ricorda il titolo, il primo Supergruppo della storia del rock, i Cream sono stati pure gli “inventori” del power trio, anche se alcuni obiettano che in epoche anteriori già altri avevano usato la formula del trio, citando nel blues il Muddy Waters Trio, nel periodo della nascita del Chicago Blues elettrico degli anni ‘50, oppure gli organ trios del jazz soul anni ‘60, ma è indubbio che nell’ambito del rock-blues sono stati i primi e probabilmente i migliori di sempre, subito dopo sarebbero arrivati i Jimi Hendrix Experience e a seguire i Taste di Rory Gallagher, gruppi nei quali i chitarristi oltre a svolgere il ruolo di solista, avevano anche una funzione ritmica. Poi negli anni a seguire e fino a nostri giorni la formula è stata utilizzata da un numero infinito di gruppi, ma Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker, sono stati i precursori grazie alla immensa perizia tecnica dei componenti la band, unita allo sviluppo delle prime tecnologie applicate agli amplificatori, i Marshall per non fare nomi, che soprattutto dal vivo permettevano ai musicisti di essere ascoltati da platee sempre più numerose (ma questa volta anche per formazioni non necessariamente triangolari) e soprattutto di improvvisare in piena libertà, applicando la formula della jam session mutuata dalla musica jazz.

E in effetti Baker e Bruce erano due jazzisti prestati al rock che uniti ai funanbolismi di Clapton (stanco dell’approccio più “tradizionale” utilizzato prima negli Yardbirds e poi nei Bluesbreakers di Mayall), seppero creare questa costola grazie alla quale il rock non sarebbe più stato lo stesso. Nella estate del 1966 quando Clapton approccia Ginger Baker (o viceversa) con l’idea di formare una nuova band, Eric era indubbiamente il chitarrista più popolare in Gran Bretagna in ambito blues, ma voleva ampliare i suoi orizzonti sonori confrontandosi con dei suoi pari ai rispettivi strumenti. Eric e Ginger si conoscevano e stimavano ed erano consci delle loro abilità tecniche e virtuosistiche, ma fu Baker a proporre a Clapton di mettere in piedi una nuova formazione, proposta che fu subito accettata ma a patto che il bassista sarebbe stato Jack Bruce (che Eric aveva già conosciuto brevemente nel giro Bluesbreakers): il problema era che Bruce e Baker (all’epoca leader effettivo del gruppo, aldilà del nome) avevano già suonato insieme nella Graham Bond Organisation, dove c’erano state delle epiche e furiose litigate tra i due che erano sfociate in combattimenti, anche si dice con coltelli snudati e sabotaggi dei rispettivi strumenti, fino a che Ginger non lo licenziò dal gruppo. Comunque consapevoli del fatto che il nascente gruppo avrebbe potuto portare una svolta nello sviluppo del rock, i tre decisero di provare, assumendo il nome di Cream, abbreviazione di “cream of the crop”, il meglio del meglio, in quanto, senza false modestie, e in base anche alla crescente reputazione acquisita, si rendevano conto delle enormi potenzialità della loro musica.

Si decise che Jack Bruce sarebbe stato la voce solista (oltre che principale autore, insieme al paroliere Pete Brown), mentre Clapton (ancora insicuro delle sue possibilità come cantante) e Baker avrebbero dato un contributo sia a livello vocale che compositivo . La band venne messa sotto contratto dalla Reaction, che era l’etichetta fondata da Robert Stigwood, e fece il debutto non ufficiale il 29 luglio al Twisted Wheel, un piccolo locale di Manchester, e nei giorni successivi al sesto Festival Jazz e Blues di Windsor. Ad agosto entrarono in studio per iniziare, con la produzione di Stigwood, le registrazioni dell’album di debutto , che si protrassero fino a novembre. Nel frattempo, per contestualizzare il periodo, a settembre Jimi Hendrix si era abbattuto come un ciclone sulla scena musicale inglese e come recitava il famoso graffito “Clapton Is God”, Eric si era accorto di non essere più l’unica divinità a camminare sulla faccia della terra. Comunque il 6 Dicembre del 1966 esce

Fresh Cream – Reaction/Polydor 1966 ****

Il singolo che era uscito in contemporanea all’album, ma non inserito nella edizione inglese del LP, era I Feel Free, che fu un successo entrando nelle charts inglesi, ma non ancora in quelle USA, dove Clapton era un semi sconosciuto, essendo uscito dalla formazione degli Yardbirds, subito dopo la pubblicazione di For Your Love ed essendo stato l’album con John Mayall una sorta di flop negli States. In effetti il primo singolo ad uscire, nell’ottobre 1966 era stato Wrapping Paper, anche questo non inserito nell’album, ma poi aggiunto nelle successive versioni, anche quelle future in CD, un brano della premiata ditta Bruce-Brown, uno strano pezzo di impostazione quasi jazzata, felpato e raffinato con Bruce al piano e al cello, che comunque arrivò al n. 34 delle classifiche UK. Tornando a I Feel Free, il brano, sempre Bruce/Brown, con un approccio quasi pop grazie all’incipit vocale molto orecchiabile, poi si sviluppa nel classico sound alla Cream, con la chitarra di Clapton che inizia a farsi aggressiva, mentre la sezione ritmica è già molto presente, con Bruce che canta alla grande, il tutto in soli 2:49, ed arriva al n. 11 delle classifiche. Dall’album non vennero estratti altri singoli, ma comunque arrivò ad un rispettabile sesto posto in Gran Bretagna e al 39° in USA (meritandosi il disco d’oro per le vendite in entrambi i paesi): N.S.U del solo Bruce, comincia a lasciar intravedere lo stile esplosivo del trio, con basso e batteria molto in evidenza e la solista di Eric subito grintosa e lancinante, ma sempre in tre minuti scarsi; Sleepy Time Time scritto con la prima moglie di Bruce, Janet Godfrey, è uno slow blues, che rimane nell’ambito tracciato dai Bluesbreakers, ma illustra già le future derive più rock del nascente British Blues, sempre con Slowhand che continua a mantenere la sua reputazione di divinità del rock, non ancora intaccata da Hendrix.

Dreaming è un valzerone vagamente pop, psichedelico e sognante, ancora di Jack, mentre Sweet Wine, scritta da Ginger Baker con la Godfrey, è un poderoso brano che comincia ad illustrare il suono virulento dei Cream, con i tre a fronteggiarsi in continue eruzioni musicali all’epoca sconosciute nella musica rock di quei tempi, uno dei pezzi che poi entreranno tra i loro cavalli di battaglia dal vivo, per furiose future cavalcate. La prima cover è una rilettura magistrale di Spoonful, il brano, scritto da Willie Dixon per Howlin’ Wolf, diventa una minacciosa creatura, dove le folate della solista di Clapton si incrociano con l’armonica e la voce di Bruce, prima di aprirsi in una lunga jam session strumentale, il pezzo dura 6 minuti e mezzo, ed è l’anticamera dell’hard rock, del doom rock, dell’heavy, del power trio, tutto quello che vi viene in mente, un grandissimo brano che dal vivo diverrà un tour de force colossale di oltre 15 minuti. La seconda facciata si apre con Cat’s Squirrel, uno strumentale ispirato dal brano di un oscuro bluesman, tale Doctor Ross, con un riff ascendente irresistibile di chitarra e armonica, un breve intervento vocale e un drive sonoro pimpante (anche i Jethro Tull ne fecero una ottima versione nel loro debutto This Was), Four Until Late un brano di Robert Johnson arrangiato da Eric Clapton, è il primo di una serie di canzoni che Enrico rivisiterà del grande bluesman, diciamo non memorabile, andrà meglio più avanti.

Viceversa Rollin’ & Tumblin di Muddy Waters è un’altra esplosione del possente rock-blues triangolare + armonica dei Cream, poi ribadito nella rilettura splendida di I’m So Glad di Skip James, un riff indimenticabile, la parte cantata di Bruce, con i coretti geniali di Clapton e Baker, e l’esplosione strumentale di un Eric arrapato con la sua solista. Ginger Baker fa le prove con la sua Toad, per ora solo cinque minuti di psych-rock “riffatissimo” e uno di primi esempi di un assolo di batteria in un brano rock, ma in futuro il veicolo per memorabili, lunghissime. devastanti versioni live dove Ginger brutalizza il suo strumento senza requie. The Coffee Song, posta in chiusura, è una piacevole ma innocua traccia di impianto pop che si capisce perché il gruppo non voleva fosse pubblicata, ma non inficia il giudizio di un esordio gagliardo. *NDB Nel 2017 a Fresh Cream viene riservato il trattamento SuperDeluxe con un box da 4 dischetti (3 CD + 1 Blu-Ray audio), che oltre a contenere le 13 canzoni appena descritte, ne riporta le versioni mono, stereo, 5.1 Dolby Surround, e uno dei CD, il terzo, contiene materiale raro ed inedito. A tutt’oggi è l’unico disco dei Cream ad essere uscito in questo formato ampliato.

Nel maggio del 1967 il gruppo va in trasferta agli Atlantic Studios di New York, dove li aspettano un vero produttore, Felix Pappalardi (futuro bassista dei Mountain) e anche l’ingegnere del suono Tom Dowd, poi negli anni a venire a lungo collaboratore di Clapton per registrare il loro primo capolavoro.

Disraeli Gears – Reaction/Polydor 1967 *****

Il titolo è una paronimia (diciamo gioco di parole, per rendere più chiaro il concetto) che allude al famoso premier britannico del 19° secolo Benjanim Disraeli, ma il contenuto è assolutamente contemporaneo. Il disco, come il precedente, è abbastanza breve, poco più di 33 minuti, ma contiene almeno 5 o 6 brani che entreranno nella storia del rock: l’album arriva nei Top 5 delle classifiche inglesi, ed anche americane, dove vende un milione di copie. Vennero estratti due singoli: Strange Brew, una canzone scritta da Eric Clapton con l’aiuto di Pappalardi e della moglie Gail Collins, praticamente una variazione sul tema di un vecchio blues Lawdy Mama, inciso dai Cream a New York, con la produzione di Ahmet Ertegun, al quale vennero apportati dei ritocchi da Pappalardi e Collins, senza snaturarla troppo, ma trasformandola in una raffinata pop-rock song, cantata egregiamente da Eric, che tenta anche degli arditi falsetti, oltre a lavorare di fino alla chitarra, con un sound splendido della solista. Clapton che ci ha preso gusto e canta, assieme a Jack Bruce, anche in Sunshine Of Your Love: uno dei tre o quattro riff più famosi della storia, il bassista disse che gli idea gli venne mentre assisteva ad un concerto di Jimi Hendrix (che infatti la suonò quasi subito dal vivo), mentre il testo poetico è firmato da Pete Brown, dopo una nottata con Bruce alla ricerca di ispirazione per nuove canzoni, oltre al riff anche “It’s getting near dawn” e “When lights close their tired eyes”, sono entrate nell’immaginario collettivo degli amanti della musica rock, perché se il riff di partenza è derivato dal blues lo svolgimento del brano attinge anche dalla psichedelia e dalle derive jam che iniziavano a manifestarsi, con Bruce e Baker magnifici al lavoro ritmico e Slowhand che si inventa un assolo di una bellezza e liricità devastanti.

Il resto del LP non poteva essere tutto di questo livello, ma World Of Pain, sempre firmata da Pappalardi e Collins è una bella psych ballad cantata ancora de Eric e Jack, con un lavoro raffinato e certosino del wah-wah di Clapton, che sovraincide anche altre parti di chitarra. Stesso formato sonoro anche per Dance The Night Away, scritta da Bruce-Brown e cantata dalla accoppiata Eric/Jack, ancora con quella aura di psichedelia leggera tipica del periodo; Ginger Baker contribuisce con Blue Condition una sorta di valzerone rock con rimandi vaudeville, non memorabile ma piacevole. La seconda facciata si apre con Tales Of Brave Ulysses, il lato B di Strange Brew, una canzone scritta da Clapton (con l’aiuto di Martin Sharp) che lascia la parte cantata a Bruce, ma si inventa una minacciosa e ricorrente parte di wah-wah che anticipa quella poi portata quasi alla perfezione in White Room; ottima anche SLAWBR, She Walks Like a Bearded Rainbow”, altro eccellente esempio del rock psichedelico che i Cream stavano perfezionando in quell’album, sempre della premiata ditta Brown/Bruce, con Jack che poi offre una delle sue canzoni melodrammatiche che lo seguiranno anche nella futura carriera solista, We’re Going Wrong, punteggiata dalla solista di Clapton e dalle continue rullate di Baker, ha una forma inconsueta anche grazie al cantato in falsetto di Bruce e all’approccio diversificato dei tre musicisti.

Outside Woman Blues è uno dei due brani ispirati dalle 12 battute classiche nel disco, scritto da Blind Joe Reynolds nel 1929, benché sempre “Claptonizzato”, se mi passate il termine, con il tipico sound della solista di Eric, e Bruce e Baker che ricamano sullo sfondo.L’altro è Take It Back, brano scritto e cantato da Bruce, che suona pure l’armonica, in un pezzo non troppo ardito nei suoi sviluppi sonori. Mother’s Lament è un traditional cantato da tutti i tre, più adatto a qualche serata in pub a bere birra che nella tracklist di Disraeli Gears: che però si guadagna le sue brave cinque stellette anche per merito della versione Deluxe in doppio CD uscita nel 2004, dove nel primo CD troviamo due outtakes, tra cui la citata Lawdy Mama, cinque demos, con un paio di rarità, e nel secondo CD ben 13 BBC Sessions incise tra il 1967 e il 1968, provenienti dal CD pubblicato nel 2003.

Fine prima parte.

Bruno Conti

Anche Con Alcune Piccole Magagne, Comunque Un Cofanetto Imperdibile! Cream – Goodbye Tour Live 1968

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Cream – Goodbye Tour – Live 1968 – 4 CD Polydor/ Universal

Se ne parlava da tempo ed era stato preannunciato in una intervista anche da Bill Levenson, il produttore e curatore del progetto, specialista di questi cofanetti retrospettivi ed esperto “archeologo” degli archivi del passato. Lo stesso Levenson ha più volte” lavorato” sugli album sia di Eric Clapton che dei Cream, che hanno ricevuto in passato il trattamento Deluxe in 2 CD sia per Disraeli Gears che per Wheels Of Fire, mentre il primo album Fresh Cream era stato pubblicato in edizione Super DeLuxe in un box da 3 CD + Blu-ray (ma magari della storia della band ne parliamo prossimamemente a parte più dettagliatamente). Questo nuovo Goodbye Tour – Live 1968 era stato prima annunciato come un triplo, con tre concerti completi, ma poi è stata aggiunta la prima versione audio assoluta del concerto finale alla Royal Albert Hall del novembre 1968, finora disponibile parzialmente solo in un documentario.

In tutto nel cofanetto quadruplo troviamo 36 brani (se contiamo come canzone anche l’introduzione di Buddy Miles al LA Forum), 19 che fanno la loro prima apparizione in assoluto su CD, cui vanno aggiunte le 9 canzoni registrate alla RAH: sono i concerti all’ Oakland Coliseum, Los Angeles Forum e San Diego Sports Arena, più la data londinese. Ricordiamo che all’epoca, nel commiato discografico contenuto in Goodbye Cream, uscito il 5 febbraio del 1969, venne utilizzata la miserrima cifra di 6 pezzi, 3 in studio (compreso il singolo Badge) e tre dal vivo, estratti dall’esibizione al Forum di Los Angeles del 19 Ottobre 1968; da quel tour erano usciti anche, contenuti nella parte live del box Those Were The Days del 1997, due brani dalla data del 4 Ottobre 1968 alla Oakland Coliseum Arena, di Oakland, California e due da quella al Forum di Inglewood, Los Angeles, California, del 19 ottobre 1968. Vogliamo dire come suonano i Cream in questi concerti? Divinamente è forse esagerare, ma con Eric “God” Clapton in formazione, insieme al miglior bassista e al miglior batterista del mondo, nelle persone di Jack Bruce e Ginger Baker, è lecito pensarlo.

Ok, in giro c’era anche un certo James Marshall Hendrix che aveva spinto Manolenta verso territori inesplorati di improvvisazione della chitarra rock, e senza dimenticare che i Cream sono stati il primo Supergruppo della storia e gli inventori del cosiddetto Power Trio. Ma sul finire del 1968 Clapton aveva appena scoperto le delizie della musica della Band (tanto poi da chiedere a Robbie Robertson se poteva unirsi a loro) e prima di “ripiegare” sui Blind Faith, Baker,Bruce e soprattutto Clapton volevano chiudere la loro breve epopea con il botto, con il tour dell’addio, mettendo da parte i continui dissapori tra Ginger e Jack, che però dal vivo magicamente sparivano, e, tenendo a freno il prodigioso uso di sostanze diciamo “ricreative”, i risultati furono strepitosi. Come ricorda lo stesso Eric rivolgendosi al pubblico, nella esibizione del 4 ottobre al Coliseum di Oakland, erano ancora un po’ arrugginiti all’inizio del concerto, ma si fa per dire, perché White Room vede un Jack Bruce in perfetta forma vocale, Ginger Baker dappertutto con la sua batteria e Clapton a creare magie con il pedale wah-wah per cercare di contenere il volume sonoro generato dai suoi pard.

Per fare un piccolo appunto nelle note si dice “prima pubblicazione autorizzata di quattro storici concerti completi del 1968, ma se mi passate il francesismo “completi un par de balle”, perché, almeno nel primo CD, troviamo otto brani anche se le cronache dell’epoca narrano che ne vennero suonati undici, le altre due serate sono effettivamente complete. Comunque quisquilie a parte e tornando alla serata di Oakland si prosegue con Politician, un altro brano estratto dall’allora recente Wheels Of Fire, dopo la parte cantata i tre entrano in modalità jam, ma rimangono comunque intorno ai 5 minuti, prima di eseguire il classico riff di Crossroads che cantata da Clapton è diventata la versione di riferimento per tutti quelli che la eseguiranno da allora in avanti tanto che è stata scelta da Rolling Stone come la terza canzone più influente nell’ambito delle Guitar Songs di tutti i tempi, partendo dagli Allman Brothers per arrivare ai giorni nostri, altra rilettura gagliarda con la mano di Eric che è tutt’altro che lenta sul manico della solista, con basso e batteria che pompano di brutto.

Altro riff celeberrimo ed esecuzione da brividi per il loro brano più celebre, Sunshine Of Your Love, di nuovo in una versione da manuale, poi si scatena l’inferno con i 16 minuti di Spoonful, un brano dove l’ascoltatore viene colpito da una sorta di supernova musicale, una esplosione di libera improvvisazione, che anticipa anche l’hard rock, l’heavy metal, il doom rock, quello che volete, con ognuno che parte per la tangente, per ritrovarsi poi circa un quarto d’ora dopo. L’incalzante Deserted Cities Of The Heart, un altro brano di Wheels Of Fire, viene sempre dal repertorio della premiata ditta Bruce/Brown, mentre Passing The Time è il contributo di Ginger Baker, un brano scritto con il pianista jazz Mike Taylor, che sarebbe scomparso pochi mesi dopo, nel gennaio del ’69, versione dilatata di 10 minuti per lasciare spazio al suo immancabile e travolgente assolo di batteria: chiude il primo CD il classico di Skip James I’m So Glad sempre sottoposto al trattamento Cream, quindi più rock che blues, comunque un gran bel sentire.

Quindici giorni dopo, il 19 ottobre, il gruppo è al Forum di Los Angeles per un altro concerto formidabile: introdotti da Buddy Miles i tre sono ancora più infoiati che a Oakland, qualche spostamento nella scaletta, e l’inserimento del “lentone” lancinante Sittin’ On Top The World di Howlin’ World (a scapito di Deserted Cities of The heart), che insieme a Politician e a I’m So Glad, saranno i tre brani Live nel vinile originale di Goodbye, non mancano Crossroads e Sunshine Of Your Love, mentre nella seconda parte vengono aggiunte Traintime, che è la vetrina per ascoltare un formidabile assolo di armonica di Jack Bruce, un brano che risale ai tempi in cui Bruce e Baker militavano insieme nella Graham Band Organisation, Ginger che propone il suo veicolo solista nella esplosiva Toad, che come Traintime faceva parte della sezione dal vivo di Wheels Of Fire, per chiudere poi con una versione magmatica di Spoonful dove Clapton dà libero sfogo a tutta la sua arte chitarristica, con un serie di assoli ancora più rabbiosi e impetuosi di quelli del dischetto precedente.

Il giorno dopo i tre sono a San Diego per il concerto migliore della triade, un vero gioiello, le canzoni sono le stesse del giorno prima, solo con Sunshine Of Your Love e Crossroads che vengono invertite. Poco più di un mese dopo i tre sono a Londra alla Royal Albert Hall. per le dati finali del tour, quella del 26 novembre viene proposta come quarto dischetto del cofanetto, ma, perché c’è un ma se il box non merita le canoniche 5 stellette, la qualità sonora cala drasticamente e dal sound pulito e preciso, con una presenza audio formidabile dei CD precedenti, si passa a quella di un buon bootleg, anzi molto buono, con Levenson e i suoi collaboratori che fanno miracoli per migliorare il sound dei vecchi nastri presi dalla VHS/DVD, ma sempre bootleg rimane, con il suono cavernoso e rimbombante della RAH in evidenza, quasi “benevolo” nell’ assolo di Toad e nelle improvvisazioni ad libitum di I’m So Glad, White Room e Sunshine Of Your Love, tutte più lunghe di quelle delle altre date, con Spoonful che è sempre il centrepiece di tutti i concerti, niente Train Time, lasciando l’ultima parola a Steppin’ Out un brano di Eric Clapton dell’epoca con i Bluesbreakers, che sarà l’ultimo pezzo dei Cream fino alla reunion del 2005.

Comunque, anche con le piccole magagne ed imperfezioni citate, rimane un cofanetto imperdibile per completare le vicende, sia pure brevi (solo due anni) ma intense, di uno dei gruppi più importanti della storia del rock, anche grazie al bellissimo libro(ne), le cui note di copertina sono state curate da David Fricke, il giornalista di Rolling Stone.

Bruno Conti

Novità Prossime Venture 2020 4. Cream – Goodbye Tour Live 1968: Il 6 Marzo Esce Il Cofanetto Quadruplo.

cream goodbye tour live 1968

Cream – Goodbye Tour – Live 1968 – 4 CD Boxset Polydor/Universal – 06-03-2020 

Come detto in innumerevoli Post pubblicati in passato sul Blog, anche questa volta il 50° Anniversario dalla data di uscita originale non è stato rispettato (ma è poi così importante?): né quello del tour del 1968 e neppure dell’uscita dell’album Goodbye, avvenuta nel febbraio del 1969, con un disco che era metà in studio (compresa la deliziosa Badge, scritta insieme all’Angelo Misterioso, in italiano nel disco, ovvero George Harrison) e parte dal vivo, come il precedente doppio Wheels Of Fire. Molto materiale registrato in concerto era uscito anche nei due dischi postumi Live Cream Vol. 1 & 2 e poi nei due dischetti dal vivo del bellissimo cofanetto Those Were The Days, che raccoglieva appunto l’integrale dei Cream non album per album, ma suddividendo i brani come In The Studio Live. 

Senza dimenticare il famoso Farewell Concert alla Royal Albert Hall del 26 novembre 1968, uscito nel corso degli anni prima come documentario nei cinema, poi come trasmissione televisiva per la BBC, poi come Home Video in VHS, e infine come DVD, ma mai, prima di oggi, in CD. In questo cofanetto quadruplo, che in totale presenta 36 brani, di cui 19 inediti in assoluto, e i 9 della serata alla Royal Albert inediti invece su compact, sono riportate quattro date complete, tre registrate negli USA e quella finale di Londra.

Come al solito ecco il dettaglio completo dei contenuti:

Tracklist
[CD1: October 4, 1968 – Oakland Coliseum, Oakland (all tracks previously unreleased, except *)]
1. White Room*
2. Politician*
3. Crossroads
4. Sunshine Of Your Love
5. Spoonful
6. Deserted Cities Of The Heart*
7. Passing The Time
8. I’m So Glad

[CD2: October 19, 1968 – Los Angeles Forum, Los Angeles (all tracks previously unreleased except *)]
1. Introduction by Buddy Miles
2. White Room
3. Politician*
4. I’m So Glad*
5. Sitting On Top Of The World*
6. Crossroads
7. Sunshine Of Your Love
8. Traintime
9. Toad
10. Spoonful*

[CD3: October 20, 1968 – San Diego Sports Arena, San Diego (all tracks previously unreleased)]
1. White Room
2. Politician
3. I’m So Glad
4. Sitting On Top Of The World
5. Sunshine Of Your Love
6. Crossroads
7. Traintime
8. Toad
9. Spoonful

The Oakland Coliseum, Los Angeles Forum and San Diego Sports Arena concerts were mastered from the original 1968 analog mix reels by Kevin Reeves at Universal Mastering, Nashville, TN.

[CD4: Cream Farewell Concert November 26, 1968 – Royal Albert Hall, London (all tracks first-time release on CD)]
1. White Room
2. Politician
3. I’m So Glad
4. Sitting On Top Of The World
5. Crossroads
6. Toad
7. Spoonful
8. Sunshine Of Your Love
9. Steppin’ Out

The Royal Albert Hall concert was mastered from the original 1968 analog transfer reels by Jason NeSmith at Chase Park Transduction, Athens, GA.

Ci risentiamo dopo l’uscita prevista per il 6 marzo p.v., il cofanetto indicativamente dovrebbe costare intorno ai 50 euro.

Bruno Conti

Se Ne E’ Andato Anche Ginger Baker, Aveva 80 Anni: Del Magico Trio Dei Cream Ora Rimane Solo Eric Clapton!

Ginger_Baker with wings

ginger baker-drummer

Oggi ci ha lasciato anche Peter Edward Baker, detto Ginger, aveva 80 anni compiuti ad agosto, ma da circa tre anni si era dovuto ritirare dalle scene per problemi cardiaci, ed anche per una rovinosa caduta casalinga e negli ultimi tempi era stato ricoverato in un ospedale del Sud della Inghilterra, dove oggi si è spento serenamente. Probabilmente il più grande batterista della storia del rock, quasi sempre fotografato, come l’ineffabile Yanez, con l’ennesima sigaretta tra le labbra, Ginger Baker ha legato il proprio nome per sempre a quello dei Cream, dove insieme a Jack Bruce ed Eric Clapton, ha “inventato” il rock, grazie alle furiose improvvisazioni con i due soci, dove il jazz (imparato con il suo maestro Phil Seamen) veniva sublimato in improvvisazioni che erano ai limiti del paranormale, con i tre musicisti che seguivano il canovaccio dei brani rock e blues per poi spingersi ognuno verso lidi all’epoca inesplorati da un trio di musicisti che si avventuravano in territori fino ad allora frequentati solo nelle jam di stampo jazzistico.

Ognuno in possesso di una tecnica incredibile, ma con Baker in grado quasi di “danzare” con le proprie mani sui sui tom tom e sui rullanti della propria batteria, mentre dava quasi l’impressione di essere fermo ed immobile, e sotto i piedi lavoravano a velocità spaventose sulla doppia cassa generando uragani di ritmo, in uno stile che impiegava sia gli stilemi imparati dai grandi batteristi del jazz, da Louie Belsson, passando per Elvin Jones, Tony Williams a Philly Joe Jones, integrati dai ritmi della musica afro che poi avrebbe sviluppato prima con gli Airforce e poi con Fela Kuti, ma anche da questo nuovo approccio portato nella musica rock dal formato del power trio, dove le scorribande delle esibizioni dal vivo partivano dal formato canzone per evolversi poi in vere e proprie competizioni tra virtuosi, dove ognuno seguiva un proprio percorso all’interno del brano, dove a tratti si incontravano. E Baker era maestro in questo, uno dei primi batteristi rock che aveva elevato l’uso dell’assolo in una arte quasi a sé stante, ed i cui esempi più luminosi sono quelli espressi in brani come Toad dei Cream, ma anche in Do What You Like con i Blind Faith.

Come pure nelle sua famose “drum battles”con Art Blakey e Elvin Jones, dove si sfidava a colpi di bacchetta con i suoi omologhi jazzisti a chi ce l’aveva più lungo, l’assolo ovviamente (lui sempre con la sigaretta che immancabile penzolava dalle labbra, in virtù di quel tabagismo mai debellato), ma che gli ha comunque consentito di arrivare fino ad 80 anni,

Forse non ci ha lasciato dischi memorabili a proprio nome, ma le collaborazioni con Alexis Korner, Graham Bond Organisation, Ginger Baker’s Airforce sono state portatrici dei primi prodromi del british blues, del jazz rock e della musica afro e world music future. mentre poi i lavori pubblicati in un ambito rock più leggero con i Baker Gurvitz Army sono stati più deludenti, anche se nei concerti dal vivo c’era sempre questa palpabile attesa per il momento dell’assolo di Ginger Baker in Toad (lo so perché vi ho assistito). Poi ci sono state le collaborazioni con gli Hawkwind, con i Public Image Limited di John Lydon, la reunion con Jack Bruce a metà anni ’80, poi anche nei BBM insieme a Gary Moore. Anche con Andy Summers, Bill Frisell Charlie Haden nel Ginger Baker Trio, dove tornava all’amato jazz. Fino al maggio del 2005, quando deposta l’ascia di guerra con Clapton, partecipa ad una leggendaria reunion dei Cream alla Royal Albert Hall, dove in una serie di concerti i tre dimostrano che l’assunto del celebre brano di Bob Dylan Forever Young, aveva più di un fondamento di verità, con una serie di esibizioni live dove alla ferocia ed alla frenesia della gioventù si univa una consapevolezza dei propri mezzi che le ha rese veramente fenomenali ed indimenticabili.

Che altro dire? Ci mancherà, per me è stato il più grande, certo forse John Bonham Keith Moon ai tempi vincevano le classifiche di fine anno come migliori batteristi, ma il numero uno era sempre lui. Riposa in pace, visto che le ali da angelo te le avevano già regalate per la famosa foto sulla copertina di Around The Next Dream dei BBM e quindi, se ti vogliono, puoi volare nel paradiso dei musicisti, dove ti aspettano Bruce e Moore.

Bruno Conti

Il Primo Cofanetto “Importante” del 2017! Cream – Fresh Cream

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Cream – Fresh Cream – 3 CD + Blu-Ray Audio – Polydor/Universal

Se ne parlava ormai da svariati mesi (considerando che il Fresh Cream originale era uscito nel 1966 e quindi il 50° Anniversario sarebbe stato il 9 dicembre, giorno della pubblicazione della prima versione in LP) ma questa volta diciamo che non siamo molto lontani dalla “perfezione”, visto che la data di uscita del cofanetto è stata fissata per il 27 gennaio. Sarà un quadruplo in Super Deluxe Edition, con libro di 64 pagine, e che nel remastering dello specialista Bill Levenson, conterrà il disco originale in versione mono più i vari singoli usciti ai tempi e un paio di EP francesi nel primo CD. Il disco 2 in versione stereo con aggiunti “stereo mixes” differenti da quelli dell’album, con diversi brani che escono per la prima volta nel secondo CD. Mentre il terzo dischetto audio contiene le prime versioni di molti pezzi non pubblicati all’epoca e alcune outtakes, in tutto undici tracce, di cui dieci inedite, mentre una canzone You Make Me Feel era uscito nel Box del 1997 Those Were The Days uscito nel 1997, Infine, sempre nel terzo CD, sono riportate anche le BBC Sessions registrate tra il Novembre 1966 e il Gennaio 1967, due delle quali non erano state inserite nel CD pubblicato nel 2003. A completare il box un Blu-Ray Audio destinato agli audiofili, contiene solo i due album in versione Mono e Stereo, con qualche bonus.

Comunque qui sotto potete leggere la tracking list completa del cofanetto:

CD1]
FRESH CREAM Mono Album
1. N.S.U. 2:44
2. SLEEPY TIME TIME 4:20
3. DREAMING 2:00
4. SWEET WINE 3:19
5. SPOONFUL 6:30
6. CAT’S SQUIRREL 3:01
7. FOUR UNTIL LATE 2:09
8. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ 4:46
9. I’M SO GLAD 3:59
10. TOAD 5:14
Session recording – mono mix:
11. THE COFFEE SONG 2:56
The Mono Singles:
12. WRAPPING PAPER 2:29
13. CAT’S SQUIRREL 3:01
A-side & B-side of Cream’s 1st UK single, Reaction 591007, released 7 October 1966.
14: I FEEL FREE 2:49
15: N.S.U. 2:45
A-side & B-side of Cream’s 2nd UK single, Reaction 591011, released 9 December 1966.
16. SPOONFUL Part I 2:26
17. SPOONFUL Part II 2:31
A-side & B-side of Cream’s 3rd US single, ATCO 45-6522, released September 1967.
The Mono French EPs:
18. WRAPPING PAPER alternate mix 2:25
19. SWEET WINE alternate mix 3:18
20. I’M SO GLAD 3:57
21. CAT’S SQUIRREL alternate master 3:01
FRENCH EP, Polydor 27 791, released November 1966.
22. I FEEL FREE alternate mix 2:48
23. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ alternate master 1:50
24. N.S.U. 2:44
25. FOUR UNTIL LATE 2:06
FRENCH EP, Polydor 27 798, released November 1966.

[CD2]
FRESH CREAM Stereo Album
1. N.S.U. 2:45
2. SLEEPY TIME TIME 4:23
3. DREAMING 2:01
4. SWEET WINE 3:20
5. SPOONFUL 6:31
6. CAT’S SQUIRREL 3:08
7. FOUR UNTIL LATE 2:08
8. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ 4:43
9. I’M SO GLAD 3:59
10. TOAD 5:12
Session recordings – stereo mixes:
11. I FEEL FREE 2:52
12. WRAPPING PAPER 2:25
13. THE COFFEE SONG 2:48
New stereo mixes:
14. I’M SO GLAD (NEW STEREO MIX) 3:59
15. N.S.U. (NEW STEREO MIX) 2:48
16. WRAPPING PAPER (NEW STEREO MIX) 2:43
17. THE COFFEE SONG (NEW STEREO MIX) 3:06
18. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ (FIRST VERSION – NEW STEREO MIX) 4:53
19. SPOONFUL (FIRST VERSION – NEW STEREO MIX) 5:57
20. TOAD (NEW STEREO MIX) 5:12
All new stereo mixes previously unreleased.

[CD3]
FRESH CREAM Early versions, outtakes and alternate mixes:
1. THE COFFEE SONG early version 2:54
2. YOU MAKE ME FEEL session outtake 2:41
3. BEAUTY QUEEN session outtake 2:38
4. WRAPPING PAPER early version 1:05
5. CAT’S SQUIRREL early version 2:27
6. I FEEL FREE early version 3:08
7. I FEEL FREE mono mix with no lead vocal 2:51
8. I FEEL FREE alternate mono mix 2:50
9. SWEET WINE early version 3:07
10. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ early version 4:35
11. TOAD early version 4:19
All tracks previously unreleased except “You Make Me Feel” which was first released
on the box set Those Where The Days, Polydor 314 539 000-2, in September 1997.

THE BBC SESSIONS (November 1966 – January 1967):
BBC Light Programme “Saturday Club” session
Recorded at the Playhouse Theatre, London, 8th November 1966:
12. SWEET WINE 3:28
13 ERIC CLAPTON INTERVIEW 0:54
14. WRAPPING PAPER 2:31
15. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ 3:04
16. SLEEPY TIME TIME 3:16 previously unreleased
17. STEPPIN’ OUT 1:50

BBC Home Service “Guitar Club” session
Recorded at BBC Studio 2, Aeolian Hall, London, 28th November 1966:
18. CROSSROADS 1:55
19. STEPPIN’ OUT 2:34 previously unreleased

BBC World Service “R & B Club” session
Recorded at BBC Maida Vale Studio 4, London, 9th December 1966:
20. CAT’S SQUIRREL 3:43
21. TRAINTIME 2:56
22. I’M SO GLAD 4:24
23. LAWDY MAMA 1:54

BBC Light Programme “Saturday Club” session
Recorded at the Playhouse Theatre, London, 10th January 1967:
24. ERIC CLAPTON INTERVIEW 2 0:48
25. I FEEL FREE 2:55
26. N.S.U. 2:57
27. FOUR UNTIL LATE 1:54

[Blu-ray Audio]
FRESH CREAM US Stereo Album in 24/96 Hi Resolution Audio:
1. I FEEL FREE 2:52
2. N.S.U. 2:45
3. SLEEPY TIME TIME 4:23
4. DREAMING 2:01
5. SWEET WINE 3:19
6. CAT’S SQUIRREL 3:08
7. FOUR UNTIL LATE 2:08
8. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ 4:43
9. I’M SO GLAD 3:59
10. TOAD 5:12

Stereo bonus tracks:
11. SPOONFUL 6:32
12. WRAPPING PAPER 2:25
13. THE COFFEE SONG 2:49

FRESH CREAM US Mono Album in 24/96 Hi Resolution Audio:
14. I FEEL FREE 2:48
15. N.S.U. 2:44
16. SLEEPY TIME TIME 4:20
17. DREAMING 2:00
18. SWEET WINE 3:19
19. CAT’S SQUIRREL 3:00
20. FOUR UNTIL LATE 2:08
21. ROLLIN’ AND TUMBLIN’ 4:45
22. I’M SO GLAD 3:58
23. TOAD 5:13

Mono bonus tracks:
24. SPOONFUL 6:33
25. WRAPPING PAPER 2:28
26. THE COFFEE SONG 2:54

Il prezzo, molto indicativamente, sarà tra i 50 e i 60 euro.

Direi che è tutto, alla prossima.

Bruno Conti