Una Splendida Seconda Carriera “Contromano”. Grant-Lee Phillips – Widdershins

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Grant-Lee Phillips – Widdershins – Yep Roc Records

Da qualche anno a questa parte questo signore non sbaglia un colpo, a partire diciamo da Walking In The Green Corn (12) http://discoclub.myblog.it/2012/12/30/un-cantastorie-nativo-americano-grant-lee-phillips-walking-i/ , seguito dall’ottimo The Narrows (16) http://discoclub.myblog.it/2016/03/24/grande-narratore-della-tribu-creek-grant-lee-phillips-the-narrows/ , sino ad arrivare a questo nuovo album solista Widdershins (il nono se non ho sbagliato il conto), e chiunque abbia ascoltato negli anni il suono della sua prima band The Shiva Burlesque, come pure dei mai dimenticati Grant Lee Buffalo, deve convenire che il buon Grant Lee Phillips, è uno dei migliori talenti espressi della scena “alternative rock” americana. Widdershins è stato registrato in soli quattro giorni a Nashville presso gli studi Sound Emporium, con la stessa e fidata sezione ritmica utilizzata da Phillips nel precedente The Narrows, composta dal bassista Lex Price, e da Jerry Roe alla batteria e percussioni (praticamente un trio con Grant Lee alle chitarre e tastiere), con l’apporto del tecnico del suono Mike Stankiewicz e mixato dal bravo e professionale Tucker Martine (uno che ha lavorato, tra i tanti, con  My Morning Jacket e Decemberists), per un lavoro prodotto e scritto interamente dallo stesso Phillips, album dove trovano spazio una manciata di brani, che riflettono i temi dell’attuale società americana.

La partenza con la “pettyana” Walk In Circles è quanto di meglio posso ricordare dai primi dischi dei citati Grant-Lee Buffalo, con squillanti chitarre “byrdsiane”, a cui fanno seguito la grintosa Unruly Mobs, la gentile e delicata King Of Catastrophes, per poi passare ad una robusta ballata in stile anni ’60 come Something’s Gotta Give, con un ritornello martellante. Si riparte con il rock di una trascinante Scared Stiff, il folk saltellante di una vivace Miss Betsy, viene anche riproposta la spina dorsale chitarre e batteria nel rock gagliardo di The Wilderness, e omaggiato ancora il “pop” anni ’60, con il ritmo regolare che accompagna Another, Another, Then Boom. Sentori di George Harrison si manifestano nella melodia di Totally You Gunslinger, per poi emozionare l’ascoltatore con la sua bellissima voce in una ballata folk-rock di spessore come History Has Their Number (perfetta per Neil Young), ritornare al rock teso e sincopato di una intrigante Great Acceleration, e chiudere con il grido “liberatorio” di una infuocata e tonificante Liberation.

Molto spesso (si dice) il terzo disco è quello cruciale, il più difficile, la famosa prova della verità, e questo era già successo prima con i Grant-Lee Buffalo dopo lo splendido album d’esordio Fuzzy, un seguito meno entusiasmante ma comunque riuscito come Mighty Joe Moon, arrivando al disco della maturità con il terzo Copperopolis. La stessa procedura si può applicare, se mi concedete la licenza, per quest’ultima parte di carriera solista dell’artista californiano (ma nativo americano), che completa questa “trilogia” musicale, che si sta rafforzando vieppiù, dopo il precedente The Narrows, con Phillips e i suoi “partner che” in questo Widdershins suonano come un perfetto “power trio”, dove la musica che si sprigiona dalle canzoni è piena di forza sonora e emotiva. In conclusione, i nostalgici dei Grant Lee Buffalo continueranno a sognare un passato forse irripetibile, ma per tutti gli altri in questi ultimi dischi c’è abbastanza materiale per innamorarsi ancora una volta di Grant-Lee Phillips. Splendido e consigliatissimo!

Tino Montanari

Il Ritorno Del Grande “Narratore” Della Tribù Creek! Grant-Lee Phillips – The Narrows

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Grant-Lee Phillips – The Narrows – Yep Rock Records

Come già ricordavo recensendo il precedente Walking In The Green Corn http://discoclub.myblog.it/2012/12/30/un-cantastorie-nativo-americano-grant-lee-phillips-walking-i/  per il sottoscritto è sempre difficile parlare di Grant-Lee Phillips senza ricordare una band come i Grant Lee Buffalo, un gruppo che non fu solo una splendida meteora negli anni ’90, con alcuni dischi eccellenti tra i quali ricordo soprattutto Fuzzy e Mighty Joe Moon. Dopo una traiettoria musicale quasi trentennale (compresi gli inizi con i Shiva Burlesque) e a quattro dall’ultimo suo lavoro in studio, il citatoi Walking In The Green Corn (12), e quindi una più che onesta carriera solista (da recuperare anche un bellissimo album di sole cover come Nineteeneighties (06)), torna con questo nuovo The Narrows registrato negli studi Easy Eye di proprietà di Dan Auerbach (membro dei Black Keys) situati in quel di Nashville, città dove Phillips si è trasferito “armi e bagagli” con la famiglia, dopo una vita passata a Los Angeles. Prodotto dallo stesso Phillips chitarra e voce, e registrato con l’aiuto di Jerry Roe alla batteria, marimba e percussioni, Lex Price (Kd Lang, Shemekia Copeland, Indigo Girls, Allison Moorer) al basso, banjo e bouzouki, Jamie Edwards alle tastiere, Russ Pahl alla pedal steel e il bravo Eric Gorfain al violino, il disco contiene tredici tracce che ricordano anche la sua infanzia, passata tra le praterie dei suoi antenati Creek.

I ricordi di Grant-Lee si aprono sulle vicende della vibrante ed elettrica Tennessee Rain, per poi proseguire con il folk di una toccante Smoke And Sparks, il country agreste della nostalgica Moccasin Creek con il violino di Gorfain in evidenza, passando per il singolo Cry Cry (dedicato alla deportazione forzata dei nativi Indiani), e l’avvolgente melodia di Holy Irons e poi una splendida ballata che rievoca i fasti del periodo d’oro dei Grant Lee Buffalo come Yellow Weeds. Come nei dischi precedenti Phillips dispensa vari generi, tra cui il moderno bluegrass/rockabilly di Loaded Gun, una propensione al rock quasi à la Pearl Jam in Rolling Pin, per poi tornare alle atmosfere acustiche di una sinuosa Taking On Weight In Hot Springs, e ad una ballata figlia o figliastra dei grandi Uncle Tupelo come la splendida Just Another River Town.

I ricordi si avviano alla conclusione prima con la tenue e cadenzata No Mercy In July,  poi con una ballata crepuscolare come San Andreas Fault (con un bel lavoro della chitarra slide), per infine terminare con quello che a Phillips riesce meglio, toccare il cuore, con una grande ballata country-soul chiamata Find My Way (al livello di Fuzzy e Mockingbirds).

The Narrows non è  forse molto dissimile dai precedenti lavori di questo “narratore”, un tipo che nelle sue tre vite artistiche (prima con gli Shiva Burlesque, poi con i Grant Lee Buffalo, e infine, come detto,  con una più che dignitosa e importante carriera solista), ha cavalcato trent’anni di musica certificati da testi importanti, raccontando spesso con la sua calda voce l’altra America, con le storie e le gesta dei nativi Americani e dei disadattati.  Il “californiano” in questa occasione non si è accontentato da fare un disco normale, e, circondato da un manipolo di musicisti all’altezza, sforna probabilmente il suo disco migliore dai tempi dello splendido Mobilize (01), con un suono a tratti minimale, ma abbinato a melodie country, rock e roots, un album da ascoltare tutto ad occhi chiusi, dimostrando ancora una volta di meritare rispetto e ammirazione per la sua musica. Augh!

Tino Montanari

NDT: Nel mese di Aprile Grant-Lee Phillips sarà in tour nel nostro paese per tenere tre concerti, che saranno il 18/04 all’ 1,35 di Cantù, 1l 19/04 al Teatro Della Concordia di San Costanzo, e il 20/04 al Bravo Caffè di Bologna. Ovviamente se potete non mancate.!