Melodie Conturbanti Per Una Cantautrice Di Vaglia. Emily Barker – A Dark Murmuration Of Words

Emily Barker A Dark Murmuration Of Words

Emily Barker – A Dark Murmuration Of Words – Thirty Tigers CD

Emily Barker, singer-songwriter australiana, pur non essendo molto nota ha già un bel curriculum alle spalle, avendo esordito nel 2003 con la indie band The-Low-Country ed avendo in seguito pubblicato tre album da solista, altrettanti a capo dei Red Clay Halo, uno come membro dei Vena Portae, un altro come esponente del trio femminile Applewood Road e, nel 2019, il folk album A Window To Other Ways in duo con Marry Waterson (della mitica famiglia Waterson-Carthy, essendo figlia di Lal e nipote di Norma). Oggi la Barker torna tra noi con il quarto album a suo nome intitolato A Dark Murmuration Of Words, un lavoro che la vede una manciata di ottime canzoni in puro stile modern folk: Emily è infatti una cantautrice di stampo classico, influenzata sicuramente da Joni Mitchell, che ha la bravura di rendere piacevolmente fruibili le sue composizioni utilizzando in maniera intelligente la strumentazione, e rivestendo la sua voce di pochi orpelli ma al posto giusto.

EmilyBarker a dark murmuration

Parte del merito va certamente al produttore Greg Freeman, che ha saputo dosare in maniera perfetta i pochi accompagnatori (oltre alla stessa Barker, Lukas Drinkwater, chitarre e basso, Pete Roe, tastiere e chitarre, Rob Pemberton, batteria), usando anche qua e là synth e programming ma in modo assolutamente non invasivo e quasi impercettibile. Ovviamente però il centro del progetto sono le canzoni di Emily, veri e propri esempi di cantautorato adulto e di livello, eseguite con feeling e cantate in maniera cristallina. L’iniziale Return Me è un brano lento e gentile, suonato in punta di dita e caratterizzato dalla bella voce della leader: c’è tutto ciò che serve, chitarre elettriche ed acustiche, banjo e sezione ritmica, ma il tutto è dosato con estrema misura https://www.youtube.com/watch?v=KHpubziPrAs . Geography, pur mantenendo sonorità quasi eteree è più diretta e presenta una melodia di pura bellezza, intensa ed orecchiabile al tempo stesso; decisamente riuscita anche The Woman Who Planted Trees, pezzo di stampo elettroacustico con un bell’uso di pianoforte e percussioni ed un motivo di chiaro sapore folk https://www.youtube.com/watch?v=oUC4Mld8-UM , mentre Where Have The Sparrows Gone?, nonostante un arrangiamento leggermente più moderno, è ancora gradevole e ben fatta, con la voce circondata dal minimo indispensabile https://www.youtube.com/watch?v=sZYGsWpSnk8 .

EmilyBarker a dark murmuration 2

Strange Weather è un acquarello acustico delizioso e quasi beatlesiano (lato McCartneyhttps://www.youtube.com/watch?v=pakWFBmEcbQ , Machine vede Emily cantare con più decisione sopra un tappeto di percussioni e l’ausilio di un coro gospel ed una chitarra leggermente distorta (cocktail insolito ma riuscito), When Stars Cannot Be Found torna a suoni più tradizionali con voce, banjo, organo ed un ritmo più mosso del solito, quasi un brano di stampo pop ma di fattura squisita https://www.youtube.com/watch?v=xjjPapl-u40 . Finale con la suggestiva Ordinary, con interventi di viola e violino in una sorta di folk cameristico, la limpida ballata folk-rock Any More Goodbyes e la pianistica e toccante Sonogram. Dopo una carriera ormai quasi ventennale sarebbe d’uopo che in molti si accorgessero di Emily Barker, cantautrice di valore e con un’innata capacità di coniugare songwriting di qualità e melodie accessibili.

Marco Verdi