Tom Russell – Play One More: The Songs Of Ian & Sylvia – True North/Ird CD
Tom Russell è ormai diventato uno dei miei cantautori preferiti. Californiano di Los Angeles, ma con uno stile ed un suono decisamente texano, Tom è uno di quelli che in quasi quarant’anni non ha mai deluso, e soprattutto dagli anni novanta in poi ha sfornato un disco più bello dell’altro, album che rispondono ai titoli, solo per citare quelli che amo di più, di The Rose Of San Joaquin, The Long Way Around, The Man From God Knows Where (splendido), Borderland (ancora meglio), Indian Cowboys Horses Dogs e Mesabi http://discoclub.myblog.it/2011/09/06/ma-allora-escono-ancora-dischi-belli-tom-russell-mesabi/ (solo un paio di lavori non mi avevano convinto più di tanto, il frammentario Hotwalker, quasi uno spoken word album, e l’esperimento con orchestra non pienamente riuscito Aztec Jazz). Dischi pieni di bellissime canzoni, di racconti sospesi tra folk, country, tex-mex (il confine col Messico è sempre stato molto presente in Russell) e cowboy songs, un artista talmente bravo che perfino le sue due antologie uscite quasi in contemporanea nel 2014 (Tonight We Ride e The Western Years) http://discoclub.myblog.it/2014/10/12/cowboys-tantissime-belle-canzoni-tom-russell-the-western-years/erano così belle da sembrare quasi due dischi nuovi. Quando sembrava che, dopo decenni di onorata carriera, Russell avesse già dato il suo meglio, ecco due anni fa l’uscita del suo capolavoro, The Rose Of Roscrae, un album formidabile, un disco straordinario che raccontava in due CD un’epopea western di grande intensità, un concept pieno di grandi canzoni e con una lista di ospiti da far tremare le gambe (Joe Ely, Jimmie Dale Gilmore, Augie Meyers, Jimmy LaFave, Ramblin’ Jack Elliott, John Trudell, Dan Penn, Ian Tyson e Guy Clark) http://discoclub.myblog.it/2015/04/29/epica-saga-del-west-lunga-quarantanni-tom-russell-the-rose-of-roscrae-ballad-of-the-west/ .
Oggi Tom ritorna con un lavoro diametralmente opposto, registrato quasi in perfetta solitudine, con l’ausilio unicamente di Grant Siemens alle chitarre acustiche ed elettriche e di Cindy Church alle armonie vocali: Play One More: The Songs Of Ian & Sylvia è, come recita il titolo, un omaggio da parte del nostro alle canzoni di Ian Tyson e Sylvia Fricker Tyson, duo folk canadese tra i più popolari negli anni sessanta, e da sempre tra le maggiori fonti di ispirazione di Tom. Ex marito e moglie nella vita, sia Tyson che la Fricker sono ancora tra noi, anzi Ian è ancora attivo musicalmente (Carnero Vaquero, il suo ultimo album uscito due anni fa, è molto bello http://discoclub.myblog.it/2015/07/10/vero-cowboy-canadese-ian-tyson-carnero-vaquero/ ), ma nel periodo di maggior successo hanno scritto davvero tante splendide canzoni, alcune delle quali sono state scelte da Tom per questo disco. E Russell ha fatto una scelta personale, omettendo i brani più noti, principalmente la leggendaria Four Strong Winds ma anche You Were On My Mind (sì, proprio la Io Ho In Mente Te dell’Equipe 84, non tutti sanno che è opera di Sylvia * NDB Grandissima la versione di Barry McGuire), ed optando per pagine più oscure del songbook dei due canadesi, ma non per questo meno interessanti (ci sono anche un paio di pezzi di cui Tom è co-autore, dato che conosce i due da anni), scegliendo di preservare la purezza delle melodie e non appesantirle con una strumentazione corposa: solo due chitarre e due voci, proprio come nei pezzi originali del duo.
Ed il disco, pur lontano dall’essere un’opera sul livello magnifico di The Rose Of Roscrae, funziona a meraviglia. Tom, oltre che un grande autore, si rivela un ottimo interprete, e l’idea di farsi doppiare in alcuni pezzi da una voce femminile, così da ricreare l’atmosfera originale, è vincente: in più, gli arrangiamenti scarni esaltano la purezza delle melodie, anche se forse qua e là una bella fisarmonica l’avrei inserita. L’album è decisamente unitario e compatto, e per questo non necessita a mio parere della solita disamina brano per brano, dato che le dodici canzoni presenti sono tutte allo stesso livello, siano esse delle ballate lente ed intense dal profumo di West (Wild Geese, Rio Grande, The Night The Chinese Restaurant Burned Down, splendida, la limpida cowboy song Old Cheyenne, o la cristallina Short Grass, dal pathos notevole, o ancora The Renegade, che sembra uscire dalla penna di Tom), oppure brani più vivaci, nei quali viene usata anche la chitarra elettrica (Thrown To The Wolves, Play One More, bellissima anche questa, o il quasi bluegrass Red Velvet). Per finire con la straordinaria When the Wolves No Longer Sing, forse la più bella di tutte le canzoni presenti, che non a caso è scritta insieme da Tyson e Russell. Come bonus finale, Tom ci regala due demo inediti di Ian & Sylvia, Grey Morning e la più nota The French Girl, nelle quali gli allora moglie e marito si dividono rispettivamente i compiti di voce solista.
Tom Russell proprio non ce la fa a fare dischi brutti e, anche se dopo il gran lavoro fatto con The Rose Of Roscrae si è preso una pausa dal songwriting, in Play One More abbiamo comunque il Tom performer, che non è di certo inferiore.
Marco Verdi