Tornano Le Ristampe Degli Stones, Il 4 Settembre E’ Prevista L’Uscita Di Goats Head Soup

rolling stones goat's head soup box

Rolling Stones – Goats Head Soup – Rolling Stones/Universal – CD – 2 CD Deluxe – 1 LP – 2 LP Deluxe – 4 LP Superdeluxe – 3 CD + 1 BD Superdeluxe – 04-09-2020

Dopo un lungo stop causa Covid tornano ad uscire le ristampe potenziate e con versioni anche Superdeluxe di diversi album, per cui riprendo sul Blog i Post di anticipazione delle suddette pubblicazioni. Ce ne sono anche un paio in uscita il 31 luglio di cui vi riferirò nei prossimi giorni, in attesa delle successive recensioni approfondite.

rolling stones goat's head soup 2 cd

Per iniziare partiamo con la ristampa di Goats Head Soup, l’album dei Rolling Stones che ha già creato parecchio interesse, sia sulla stampa che in TV, perché da ieri 22 luglio circola il video di Scarlet, la canzone nella quale partecipa Jimmy Page dei Led Zeppelin (e Rich Grech dei Blind Faith, e prima ancora dei grandi Family), in una rara e finora inedita collaborazione con gli Stones registrata nel 1974..

Ma procediamo con ordine. Anche se Jagger/Richards e soci stanno invece procedendo in ordine sparso con queste ristampe, e anche con con i dischi della serie From The Vault: in effetti Goats Head Soup, album del 1973 prosegue la cronologia degli album usciti per la Rolling Stones Records, dopo Sticky Fingers ed Exile on Main St., il penultimo con la presenza di Mick Taylor, benché nel frattempo sia già stato ristampato Some Girls del 1978 e le ristampe, poche con interessanti aggiunte, del periodo Decca, escano, per dirla in latino “ad mentula canis”, o se preferite “alla c…o di cane”. Anche questo album, nella versione Superdeluxe, sulla carta è molto interessante, perché nel terzo CD prevede la presenza di Brussels Affair, uno dei concerti più belli appunto del tour 1973: peccato però che chi ha comprato la versione giapponese del box in DVD+ 3CD della serie From The Vault The Marquee Club Live 1971, uscita nel 2015, si è trovato come Bonus proprio il concerto belga. E dato che i fans degli Stones che hanno acquistato questa costosa edizione nipponica non sono pochi, si troveranno davanti al dillemma se acquistare la Superdeluxe che indicativamente prevede un esborso tra i 110 e i 120 euro, visto però che nella confezione per la prima volta c’è un bellissimo librone rilegato di 120 pagine, ricco di foto e saggi creati ad uopo, oltre a quattro poster e uno foto del “brodo di caprone”, che vedete effigiate ad inizio post.

rolling stones from the vault marque club 1971

Comunque sotto trovate i contenuti completi del megacofanetto, ricordando come sempre che i più “poveri” si possono accontentare del doppio CD Deluxe, in ogni caso ricco di materiale raro, tra cui le 3 canzoni inedite: una è Scarlet, l’altra Criss Cross, e la terza All The Rage. Per gli audiofili c’è anche il Blu-ray con le versioni audio in alta definizione e 5.1, oltre ai tre video dell’epoca.

Tracklist
[CD1: Original Album – 2020 Stereo Mix]
1. Dancing With Mr D
2. 100 Years Ago
3. Coming Down Again
4. Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)
5. Angie
6. Silver Train
7. Hide Your Love
8. Winter
9. Can You Hear The Music
10. Star Star

[CD2: Rarities & Alternative Mixes]
1. Scarlet
2. All The Rage
3. Criss Cross
4. 100 Years Ago (Piano Demo)
5. Dancing With Mr D (Instrumental)
6. Heartbreaker (Instrumental)
7. Hide Your Love (Alternative Mix)
8. Dancing With Mr D (Glyn Johns 1973 Mix)
9. Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker) (Glyn Johns 1973 Mix)
10. Silver Train (Glyn Johns 1973 Mix)

[CD3: ‘The Brussels Affair – Live 1973’]
1. Brown Sugar
2. Gimme Shelter
3. Happy
4. Tumbling Dice
5. Star Star
6. Dancing With Mr D
7. Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)
8. Angie
9. You Can’t Always Get What You Want
10. Midnight Rambler
11. Honky Tonk Women
12. All Down The Line
13. Rip This Joint
14. Jumpin’Jack Flash
15. Street Fighting Man

[Blu-ray: Dolby Atmos, 96kHz/24-bit High Resolution Stereo, & 96kHz/24-bit DTS-HD Master Audio 5.1 Mixes]
1. Dancing With Mr D
2. 100 Years Ago
3. Coming Down Again
4. Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)
5. Angie
6. Silver Train
7. Hide Your Love
8. Winter
9. Can You Hear The Music
10. Star Star
+ Original Videos: Dancing With Mr D, Silver Train & Angie

Forse non un capolavoro assoluto, ma ancora un ottimo album degli Stones. Come detto a settembre approfondiamo con Marco, nel frattempo alla prossima.

Bruno Conti

P.S. Ovviamente la versione giapponese di From The Vault The Marquee Club Live 1971 è fuori produzione, per rimanere in latino, da illo tempore.

Dal Belgio Ancora Blues (Rock)! Blues Karloff – Light And Shade

blues karloff light and shade

Blues Karloff – Light And Shade – Blues Boulevard/Music Avenue/Ird

Prima di tutto vorrete sapere perché si chiamano Blues Karloff? Non lo so, ma potrei azzardare, forse perché praticano quell’arte ibrida dell’heavy blues-rock e quindi unito al nome di Boris Karloff, il primo celebre Frankenstein della storia del cinema, otteniamo questo “mostro” musicale dove il blues è il punto di partenza, ma quello di ispirazione, nelle loro parole, è il classico heavy rock delle band inizio anni ’70, come Mountain, Led Zeppelin, Jeff Beck Group, anche se lì siamo su ben altri livelli, poi quando si citano anche Yardbirds, Savoy Brown, i Fleetwood Mac di Peter Green, John Mayall e i suoi Bluesbreakers, mi sembra che entriamo più nel campo delle pie speranze. Comunque questi parrebbero i punti di riferimento. Anche se nel pedigree del principale chitarrista della band, tale Paul “Shorty” Van Camp, la principale nota di merito è quella di aver fatto parte dei Killer (senza la s), una delle principali band dell’heavy metal continentale.

Perché, ebbene sì, i nostri amici vengono dal Belgio (come il Guy Verlinde, molto più bravo, di cui si era parlato mesi fa http://discoclub.myblog.it/2015/07/08/belgio-ciclisti-anche-bluesmen-guy-verlinde-better-days-ahead/ ) e questo farebbe quasi pensare ad una scena locale. Nelle formazione della band (già al secondo album) tra i fondatori c’erano pure Fonzie Verdickt (forse esautorato a causa del nome di battesimo improbabile, scherzo, pare per problemi di salute e lavoro) e il batterista Georges Milikan: il cantante, sempre per i nomi quasi impronunciabili, è Alfie Falckenbach (ma essendo belga, per loro normale), presentato come un discepolo di Robert Plant, per il suo stile vocale (magari?!?), ed il repertorio, che nel primo album Ready For Judgement Day, pescava a piene mani dalle canzoni di Robert Johnson, Jimmy Reed, John Lee Hooker, Albert King, Muddy Waters e Howlin’ Wolf, riprese comunque nello stile caro a Gary Moore, altro beniamino di Van Camp, dopo la “conversione” al Blues https://www.youtube.com/watch?v=phyxPC0ANeQ .

Nel nuovo album le cover sono meno numerose, un Willie Dixon, un Jimmy Reed, un Bobby Womack e un pezzo di Tom Hambridge, che Buddy Guy, in tempi recenti, ha definito il “Willie Dixon” bianco, ma la maggiore fonte di curiosità è la presenza di un brano firmato Jagger-Richards Looking Tired, inciso nelle sessions per l’album Out Of Our Heads del 1965 e fino ad oggi mai pubblicato a livello ufficiale. Dopo avervi stordito con tutta questa messe di informazioni, la solita domanda che ci interessa è: ma sono bravi? Mah, detto che possiamo anche sopravvivere senza, partiamo proprio dall’interpretazione del pezzo degli Stones, un brano decisamente minore, giocato su sonorità acustiche e con un buon lavoro chitarristico, ma niente per cui stracciarsi le vesti. L’iniziale cover di I Ain’t Superstitious, che ricordiamo nella versione del Jeff Beck Group, è tiratissima, a tutto wah-wah, ma non mi sembra che il cantante, Falckenbach, possa turbare le notti di Plant, e neppure di Rod Stewart che la cantava su Truth. Close together è del buon blues-rock che non dispiacerà agli aficionados del genere, grazie alla chitarra di Van Camp, che è un discreto solista, ma come ce ne sono molti, e anche Love Doctor non brilla per originalità, pur se scritta da Hambridge; meglio lo slow blues Don’t Lie To Me, ma poi Take These Chains e la violenta I’m A Bluesman, a tempo di boogie e con doppia solista non sono così memorabili e All Over Now, che sarebbe la famosa It’s All Over Now di Bobby Womack, che facevano pure gli Stones, è una delle versioni più brutte che abbia mai sentito. In Blackout Blues sembrano gli Status Quo dopo una cura di steroidi, quindi non i migliori, e faccio fatica a ricordare i titoli degli altri brani, con la conclusiva Evil, che pur essendo quella di Willie Dixon scritta per Howlin’ Wolf, sembra più il pezzo omonimo dei Black Sabbath, ma peggio.

In definitiva un disco appena discreto, forse meno peggio di come l’ho descritto, ma se non siete in crisi di astinenza da rock-blues se ne può anche fare a meno

Bruno Conti