“Predicatori”, Ma Innamorati Del Rock Classico E Sudista Anni ’70. Barefoot Preachers – Barefoot Preachers

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Barefoot Preachers – Barefoot Preachers – Same Label               

Vengono da Nashville, Tennessee, un paio di loro suonavano negli altrettanto “oscuri” Catawompus, e come forse lascia intuire il nome “I Predicatori Scalzi” fanno parte del filone del Christian Rock, e titoli di canzoni come Celebrate, Christ On My Pocket, Church Bell Groove e Just Another Hallelujah Song, lo confermano. Ma il quartetto musicalmente si affida ad un onesto e corposo southern rock, con molti elementi di classic rock anni ’70, e grazie all’uso di armonie vocali di ottima fattura l’insieme è assai gradevole, per quanto forse prevedibile e un po’ scontato. Il dischetto, tutto firmato da Jimmy Hamilton e Douglas Gery, che sono rispettivamente il cantante e il chitarrista della band, in teoria è uscito da un annetto abbondante circa, ma visto che non è che circoli o se ne sia parlato molto, diamogli una piccola spinta per fare conoscere questo gruppo. Si diceva che il genere si potrebbe inquadrare nel filone southern, magari tipo quello degli Atlanta Rhythm Section, che avevano appunto anche molti elementi di classic rock: potrebbero ricordare anche, tra le band più recenti i Needtobreathe, che all’inizio proponevano un rock gagliardo e chitarristico, salvo poi perdersi nelle tastiere e nella elettronica danzereccia del’orrido Hard Love (per quanto il recente live acustico apra più di qualche spiraglio di speranza).

Anche i Barefoot Preachers partono bene con l’iniziale See Me Electric, un robusto pezzo rock a tutto riff, cantato con voce stentorea da Jimmy Hamilton, con l’aiuto delle belle armonie vocali del resto della band, delle tastiere aggiunte sullo sfondo e la solista di Gery che fa il suo dovere con grinta, il suono ha un retrogusto vagamente commerciale da rock FM, ma nulla di pernicioso; Celebrate è una piacevole ed energica country-rock ballad, con un impianto chitarristico elettroacustico di buona fattura, con la solista sempre pronta a prendersi i suoi spazi, ben sostenuta dalle armonie vocali corali. Niente per cui strapparsi le vesti, ma anche quando il sound si fa più zuccherino come nella melodica I’m What It Looks Like non si scende comunque sotto il livello di guardia, anche se il suono becero della Nashville mainstream è giusto dietro l’angolo, ma gli elementi southern rimangono sempre prevalenti, come nella vivace Christ On My Pocket, portatrice oltre che di buoni sentimenti religiosi anche di buon rock americano sudista dalle chitarre distese. What If? alza ulteriormente il tiro rock che vira quasi verso il boogie, la band ci dà dentro di gusto con qualche elemento funky aggiunto al menu sonoro, ricco delle solite chitarre roboanti.

Le campane all’inizio di Church Bell Groove suonano ancora per chiamare a raccolta gli amanti del rock americano anni ’70, mentre Hamilton e Gery si fronteggiano sempre con grinta al centro del suono,  Love Is everything dopo un inizio acustico alquanto “ruffianetto” si perde in un arrangiamento un po’ banalotto, anche se la pimpante chitarra di Gery e le belle armonie vocali vengono in soccorso. Just Another Hallelujah Song introduce un riff tentatore alla Stones al Christian rock assai piacevole e corale della band, il classico brano da spararsi a tutto volume in macchina su qualche highway americana; Wait For You è una raffinata country ballad che poi vira forse in modo fin troppo ripetitivo nella ricerca di ganci melodici all’interno del“ solito” rock radiofonico tipico dei Barefoot Preachers, sempre scongiurando derive più becere, evitate per un pelo anche nella conclusiva Baggage Claim, dove i consueti intricati intrecci vocali rimangono un punto di forza della band, a fianco delle fiammate chitarristiche. Insomma se amate questo genere di rock americano targato anni ’70 e siete in crisi di astinenza, questo è un album che potrebbe fare al vostro caso.

Bruno Conti