Più Che L’Amore E’ “La Voce” Che Vince Ancora Una Volta, Splendida! Janiva Magness – Love Wins Again

janiva magness love wins again

Janiva Magness – Love Wins Again – Blue Elan/Ird

Ogni due anni, regolarmente, da un paio di lustri, Janiva Megness ci regala un nuovo album per la delizia dei nostri padiglioni auricolari: un misto di soul, blues, R&B, i dischi della cantante nativa di Detroit, ma, credo, da parecchi anni residente a Los Angeles, sono dei piccoli gioielli in quella categoria abitata anche da gente come Bonnie Raitt, Susan Tedeschi, Beth Hart, in passato (ma anche ora) Bonnie Bramlett, tra le recenti, magari con una maggiore propensione al blues e al gospel pure Ruthie Foster e Shemekia Copeland, e con una maggiore propensione al rock Dana Fuchs. Se ne potrebbero aggiungere altre, ma è comunque una bella lista. La Magness, è tra quelle in possesso di una delle voci più naturali, con un phrasing perfetto e una duttilità nella modulazione vocale tra le più genuine. Lo dico sempre, ma mi ripeto ancora per eventuali ritardatari che non la conoscessero. Per alcuni il suo album più bello è Stronger For It http://discoclub.myblog.it/2012/03/22/sempre-piu-forte-janiva-magness-stronger-for-it/ , ma per chi scrive sono belli tutti, non c’è mai un calo di qualità, e anche questo nuovo Love Wins Again, che segue l’ottimo Original del 2014 http://discoclub.myblog.it/2014/10/09/magari-originale-sicuramente-copia-dautore-janiva-magness-original/ , prodotto come di consueto da Dave Darling, che suona anche chitarra e basso, firma, da solo, con Janiva ed altri autori, la totalità dei brani (meno uno di cui tra un attimo), è una miscela perfetta di suoni classici, questa volta con una maggiore propensione verso un sound virato al soul dei primi anni ’70. Quello che usciva dai Fame Studios o dai Royal Studios di Memphis dove Willie Mitchell confezionava le sue perfette creazioni per Al Green o Ann Peebles.

Sintomatico in questo senso il primo brano Love Wins Again, una canzone di uptempo R&B che mi ha ricordato anche le prime cose di Joss Stone, quando sembrava destinata a grandi cose, prima di venire risucchiata (non del tutto, la voce rimane) nelle pieghe dell’industria discografica più commerciale; ma tornando al pezzo in questione, l’atmosfera è veramente gioiosa, tra chitarrine choppate, basso e batteria rotondi, armonie vocali deliziose, il tutto dà una sensazione di piacere ed allegria, un sentimento che non sempre alligna nelle composizioni della Magness (di cui è nota la vita, dolorosa e dalle mille difficoltà, ne potete leggere la storia nei precedenti post, da cui cerca sempre e comunque di rialzarsi, con grinta e carattere). Real Love è un funky-blues-rock più deciso e grintoso, con chitarre più presenti, un organo di supporto e quella magnifica voce sempre in azione in modo unico. When You Hold Me è la prima di una serie di deep soul ballads che sono il punto forte del suo repertorio https://www.youtube.com/watch?v=rHsV1kDTT8E , la voce leggermente rauca ma in grado di acrobazie vocali, che scivola sulle note di due o tre chitarre, oltre a Darling Zach Zunis e Garret Deloian, l’organo di Arlan Schierbaum (l’ex tastierista di Bonamassa), il sax di Alfredo Ballesteros e le “solite” armonie vocali d’ordinanza, un brano che potrebbe anche funzionare in qualche radio contemporanea se ce ne fossero ancora di “sane”.

Anche Say You Will profuma di errebi senza tempo, con una progressione vocale e strumentale di grande fascino, come pure Doorway, altra ballata da stracciarsi le vesti per il piacere che ne deriva dall’ascolto (con qualche reminiscenza con i brani più belli della migliore Joan Armatrading anni ’70, un’altra che mi piaceva non poco), musica genuina e di grande impatto emozionale. Moth To A Flame vira verso un jazzy blues più grintoso, sempre con questa contrapposizione tra il sound delle chitarre e dell’organo Hammond, con Your House Is Burnin’ che fonde un groove alla James Brown ad un sound chitarristico decisamente rock, con ottimi risultati https://www.youtube.com/watch?v=rfZ2oC7TkmM . Bellissima anche Just Another Lesson, un’altra delicata ballata, questa volta solo la voce e una chitarra acustica, intima ed intensa, gran classe vocale, inutile dirlo. E niente male pure le raffinate atmosfere notturne di Rain Down, benché forse troppo arrangiate, anche se la voce https://www.youtube.com/watch?v=b2mbtjdB7YU  … Discorso a parte per una fantastica versione di Long As I Can See The Light, il super classico dei Creedence di John Fogerty, che riceve un trattamento di lusso in puro Memphis style che ci riporta al suono di Stronger For It, dove c’erano delle cover formidabili, qui siamo dalle parti di Beth Hart, anche per la potenza e carica vocale. E per concludere in bellezza un’altra ballata di quelle strappalacrime, Who Will Come For Me, perfetta anche grazie all’ottimo lavoro di raccordo di Dave Darling, che ha diretto le operazioni dagli studi Doghouse di Los Angeles, con un gruppo di ottimi musicisti che hanno saputo evidenziare la splendida voce di Janiva Magness. Da avere assolutamente se amate le grandi cantanti!

Bruno Conti

P.S In questo 2016 ricco di morti eccellenti ma anche della scomparsa di musicisti meno noti, il 6 giugno ci ha lasciato anche una cantante come Candye Kane, pure lei blues e soul singer di qualità, vicina alla categoria di Janiva Magness. Soffriva da anni di una forma di tumore al pancreas che sembrava avere sconfitto, o così vi dicevo in questo post dell’epoca http://discoclub.myblog.it/2011/09/18/una-cantante-blues-particolare-candye-kane-sister-vagabond/ che ripubblico per renderle omaggio. Aveva 54 anni. R.I.P.

Novità Di Aprile Parte Ia. Zac Brown Band, 10,000 Maniacs, Eaves, Paul Brady, Joan Armatrading, Rory Gallagher, Bill Fay

zac brown band jekyll + hyde

Solito appuntamento con il riepilogo delle novità discografiche più interessanti di fine mese, quelle di cui non si è parlato o si parlerà nei giorni a venire con Post specifici, o di cui vi avevo dato conto con netto anticipo, per esempio le versioni doppie e triple della raccolta del periodo Warner di Eric Clapton, Forever Man, peraltro priva di inediti e rarità, o il box da 9 CD The Island Years dedicato agli Spooky Tooth, e ancora al nuovo Great Lake Swimmers, A Forest Of Arms, tutti e tre in uscita il prossimo 28 aprile. Questa volta niente Live radiofonici, ma comunque moltissime altre uscite notevoli, partendo da quelle previste per martedì prossimo e poi andando a ritroso, le altre, uscite in precedenza, comunque ci saranno varie parti dedicate all’argomento, quindi direi di partire.

Sul finire dello scorso anno vi avevo parlato della raccolta di successi della Zac Brown Band http://discoclub.myblog.it/2014/12/14/country-zac-brown-band-greatest-hits-so-far/, ora la band della Georgia torna con un nuovo album di studio Jekyll + Hyde, il sesto disco di studio del gruppo (compresi i due pubblicati a livello indipendente), il primo che esce per la nuova etichetta Republic del gruppo Universal: sono ben 16 brani, dove oltre ai soliti country e southern della band ci sono anche aperture verso rock e blues, grazie alla presenza come ospiti di Chris Cornell e Sara Bareilles, collaborazioni a livello di canzoni con Al Anderson, Keb’ Mo’, Darrel Scott, Rich Robinson, Amos Lee, Roger Waters (ebbene sì), oltre ad una cover, Dress Blues, dal primo disco solista di Jason Isbell https://www.youtube.com/watch?v=uJbCAtyUl3Q. Il disco, ad un primo ascolto veloce, pare notevole, a conferma del livello qualitativo raggiunto dal gruppo sudista, senza mai sfiorare il capolavoro riescono a fondere musica da classifica, quindi anche canzoni orecchiabili, con materiale più ricco di sostanza, anche se la dimensione live rimane il loro contesto migliore.

10.000 maniacs twice told tales

Come tutti sapranno Natalie Merchant non fa più parte dei 10.000 Maniacs dal lontano 1993, lasciando con il botto dopo l’ottimo MTV Unplugged, ma John Lombardo ha continuato con gli altri componenti originali della band, aggiungendo la cantante Mary Ramsey, molto simile vocalmente a Natalie, che poi nel corso degli anni ha lasciato ed è ritornata nel gruppo più volte, come pure Lombardo https://www.youtube.com/watch?v=USsA0ngKAoM . Ora sono presenti entrambi in questo nuovo Twice Told Tales che esce per la Cleopatra (non sempre sinonimo di qualità certa per chi scrive) e l’idea alla base del progetto è intrigante, un disco dedicato alla musica celtica ed irlandese, soprattutto brani tradizionali classici, ma c’è anche una cover di The Song Of Wandering Aengus, il brano di Christy Moore che musicava un poema di W.B. Yeats; il CD è molto piacevole, sembra quasi che il gruppo abbia sempre fatto questo tipo di musica, niente di trascendentale ma molto godibile https://www.youtube.com/watch?v=VBoQC0WVSB4

eaves what green feels like

Come avrete notato, sul Blog, oltre ad occuparci di “classici” del presente e del passato, siamo sempre alla ricerca di nomi nuovi ed intriganti da segnalarvi, i cosiddetti “carbonari”. Questa volta è il turno di tale Eaves, al secolo Joseph Lyons, un cantautore inglese, che dopo un primo EP passato abbastanza sotto silenzio, esordisce per la Heavenly con questo What Green Feels Like, un disco dove i paragoni con Nick Drake (e anche la famiglia Buckley), che spesso la stampa inglese usa a sproposito, sono del tutto giustificati https://www.youtube.com/watch?v=ton5dpJvNGs . Atmosfere malinconiche e tipicamente britanniche, con arrangiamenti di chitarra acustica che poi si aprono all’improvviso https://www.youtube.com/watch?v=EplthGATqCQ, una voce che assomiglia a tratti in modo impressionante a quella di Nick, una manciata di belle canzoni: vado sulla fiducia, perché ne ho sentite solo tre finora, che mi paiono assai intriganti, questa Timber, pianistica, ha dei tocchi anche alla Neil Young https://www.youtube.com/watch?v=Sw_qvDx4xMI. Giudicate voi, ma si sembra molto interessante.

paul brady vicar st, sessions vol.1

Un altro cantautore, Paul Brady,  tipico prodotto delle isole britanniche, Irlanda del Nord per la precisione, i cui dischi non sempre sono stati all’altezza della sua reputazione (veniva considerato una sorta di Jackson Browne europeo ma ogni tanto, se mi passate il termine, ha la tendenza a Christopher Crossizzarsi), ma che, di tanto in tanto, ci regala dei dischi interessanti ed intriganti. Il nuovo CD per la Proper, The Vicar St. Sessions Vol.1, sembra uno di questi casi: brani estratti da una serie di ben 23 consecutive serate, tenute nell’ottobre del 2001, da Paul Brady per celebrare la sua musica (e non solo), con una serie impressionante di ospiti, che in questo primo capitolo rispondono ai nomi di Mark Knopfler, Bonnie Raitt, Gavin Friday & Maurice Seltzer, Sinead O’Connor, Van Morrison (presente con una sontuosa Irish Hearbeat, ma come potete sentire nel filmato, ne hanno cantato altre due che speriamo appariranno nel volume 2 https://www.youtube.com/watch?v=kbfjVwKxkB4), Eleanor McEvoy, Curtis Stigers e Ronan Keating (non tutti sono perfetti). Nel secondo volume dovrebbero apparire anche Maura O’Connell, Moya Brennan dei Clannad, Mary Black, Brian Kennedy e molti altri. Comunque il signore è bravo anche di suo, e scrive bellissime canzoni, oltre ad avere una voce assai particolare ed espressiva https://www.youtube.com/watch?v=OqYmiqv7Sqw

joan armatrading whatever's for us

Un paio di ristampe tanto per gradire: la prima, a cura della Esoteric, è la ripubblicazione del primo disco di Joan Armatrading (scittto con Pam Nestor), uscito nel lontano 1972 per la A&M/Cube e poi in CD, solo brevemente negli anni ’80/’90, ma irreperibile da anni, molto bello, assai vicino come atmosfere sonore al primo Elton John, di cui usava molti degli stessi musicisti e comunque la Armatrading, negli anni ’70, non ha sbagliato un disco, uno più bello dell’altro, per una delle più grandi cantautrici espresse dalla scena britannica. Sentire please https://www.youtube.com/watch?v=IatLVlThV-E, https://www.youtube.com/watch?v=dN7uX8bpKVk e https://www.youtube.com/watch?v=QQw13bWtMws. Solo un piccolo assaggio.

rory gallagher irishman in new york

In effetti questa non è una ristampa, ma un “nuovo” album inedito dal vivo di Rory Gallagher, un doppio CD Live intitolato Irishman In New York, pubblicato dalla Rockbeat e non dalla Capo o dalla Eagle che ultimamente stanno ristampando il materiale dei suoi archivi. Si tratta di un raro concerto registrato nell’ottobre del 1979 a New York al My Father’s Place, per un broadcast radiofonico (ottima incisione), con il classico trio insieme a Gerry McAvoy e Ted McKenna, una vera forza della natura, senti che roba https://www.youtube.com, /watch?v=lQRvhJMQvxs

bill fay who is the sender

Per concludere la prima parte della prima parte (se mi scusate il bisticcio) nuovo album per un altro personaggio più unico che raro. Bill Fay, nel 2012 tornava, dopo 40 anni di oblivio, con un nuovo album http://discoclub.myblog.it/2012/08/13/il-ritorno-di-un-genio-bill-fay-life-is-people/ che ne confermava lo status di “leggenda della musica” folk alternativa. Ora, tre anni dopo, non lascia, ma raddoppia, con un nuovo CD, altrettanto affascinante, dal titolo Who Is The Sender?, etichetta Dead Oceans, quindi non di facile reperibilità https://www.youtube.com/watch?v=8cJWoox3l7Q. A giudicare da queste anticipazioni ha colpito ancora nel segno https://www.youtube.com/watch?v=TjAdWEptHQ4 e https://www.youtube.com/watch?v=K5gtT0CACnI

Per il  momento è tutto, a presto.

Bruno Conti

Promesse Mantenute, Sempre Più Brava! Ruthie Foster – Promise Of A Brand New Day

ruthie foster promises of a brand new day

Ruthie Foster – Promise Of A Brand New Day – Blue Corn

Ruthie Foster è una delle più brave artiste afro-americane apparse sulla scena musicale americana nelle ultime due decadi, come già ci era capitato di affermare in un Post su questo Blog http://discoclub.myblog.it/2012/02/22/una-grande-soul-singer-ruthie-foster-let-it-burn/, a cui vi rimando per ulteriori dettagli. In possesso di una voce calda e suadente, ma anche potente e vibrante, la Foster viene dal gospel, dalla musica religiosa americana, come questo album ribadisce, ma ha anche stretti legami con la musica nera classica, sia esso R&B o soul, ma anche spruzzate di folk, blues e persino rock, in questo forse la cantante a cui si può affiancare il suo percorso artistico è Mavis Staples, prima gospel singer, nel gruppo del babbo Pop, e poi grande cantante tout court. Ovviamente ci sono legami stilistici e vocali anche con l’amata Aretha Franklin, con Etta James e Nina Simone, ma come già detto ve lo potete leggere nel Post di Tino Montanari.

Questo nuovo album, sin dal titolo, promette un’aria di ottimismo che in questi tempi bui non guasta, sia negli “inni religiosi”, quanto nei brani blues, nelle poche cover questa volta contenute nel disco, comunque cinque. Sicuramente contribuisce la produzione di Meshell Ndegeocello, che nel disco suona anche il basso, e che ha scelto personalmente gli altri musicisti utilizzati nel disco, con l’eccezione degli ospiti, voluti da Ruthie, Doyle Bramhall II alla chitarra in Let Me Know e la straripante voce della cantante gospel Toshi Reagon nella conclusiva Believe.Si va dal delizioso pop-soul dell’iniziale Singing The Blues, con tanto di citazione per Bobby “Blue” Bland nel testo, che ricorda musicalmente la Bonnie Raitt del periodo di maggiore successo, cantata con voce vellutata dalla Foster, all’elettrizzante electric blues-gospel della vigorosa Let Me Know, con annesso ottimo assolo del citato Bramhall, passando per il soul puro di una My Kinda Lover che tanto ricorda il soul puro ed non adulterato delle ballate mid-tempo della Stax, ancora con un breve chitarristico che rinverdisce i fasti delle canzoni dove operava gente come Steve Cropper, Duane Allman e anche Clapton.

A proposito di Clapton, la sua “amica” Bonnie Bramlett è una delle autrici delle bellissima The Ghetto che fu un grande successo per gli Staple Singers (ma la facevano anche Delaney & Bonnie che ne erano gli autori), cantata peraltro in modo divino da Ruthie Foster che si conferma vocalist di categoria superiore. Outlaw è un altro brano soul dei primi anni ’70, scritta e cantata da Eugene McDaniels, magari non tra i più noti praticanti del genere, ma comunque valido, intriso di gospel e di blues il brano è interessante anche per la solita chitarrina insinuante e le evoluzioni scat nel finale.

Second Coming è la cover di un vecchio brano di protesta degli anni ’60 di Willie King, un brano che nel suo dipanarsi tra chitarre acustiche incalzanti, battito di mani sincopato e un organo maestoso può ricordare certe cose di Richie Havens, oltre al classico suono del più profondo gospel. It May Not Be Right è un altro bellissimo brano di stampo sou , scritto dalla stessa Foster e dal grande William Bell (uno degli autori originali dell’epopea Stax), che tratta argomenti inconsueti per il gospel e il soul come il matrimonio gay, mentre Learning To Fly (non quella di Tom Petty) è una bellissima ballata che ricorda le cose migliori di Joan Armatrading, anche a livello vocale (e pure a livello estetico le due si assomigliano parecchio), con entrambe che hanno sempre attinto anche dallo stile di Nina Simone. Di nuovo blues, soul e rock a braccetto in una ottima Believe, sempre caratterizzata dalla solista molto trattata e dalle tastiere incombenti, che unite al sound incisivo del basso e della batteria sembrano farina del sacco della Meshell Ndegeocello, non male comunque.

Brand New Day è l’unica concessione alla tradizione del gospel più puro, cantata a cappella dalla Foster, solo con l’accompagnamento di un tamburello e di un coro di supporto. Complicated Love è un’altra delicata ballata di stampo acustico, che al sottoscritto ricorda sempre le migliori cose della Armatrading (che negli anni ’70, ma anche oggi, era una cantautrice formidabile). E in chiusura un altro brano di questo filone intimista, scritta dall’ottima cantante gospel Toshi Reagon, che duetta con la stessa Ruthie in un ambito folk molto accattivante. Il disco non sarà forse un capolavoro assoluto, ma parafrasando una vecchia pubblicità, “con quella voce può cantare quello che vuole”!

Bruno Conti

Novità Di Maggio Parte IV. Rumer, Joan Armatrading, Regina Spektor, Melody Gardot, Julia Stone, Sigur Ros, Sun Kil Moon, Edward Sharpe & The Magnetic Zeros

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Oggi doppio Post. Come promesso anche la prima parte delle novità discografiche in uscita martedì 29 maggio.

Partiamo come un florilegio di voci femminili che paiono concentrare le loro pubblicazioni in questo scorcio dell’anno. Quindi oltre alle già citate Carlile, Chapin Carpenter, Colvin, Lisa Marie Presley e Patti Smith tutte in uscita le prossime settimane, cos’altro troviamo per la gioia degli appassionati?

Secondo album per la britannica Rumer, l’annunciato da mesi disco di cover per Sarah Joyce sarà una vera cornucopia di delizie per chi ama la buona musica visto che la nostra amica non si limita a re-interpretare brani scontati ma ha scelto tra il fior fiore degli autori di culto e non solo. Ovviamente, ormai pare una maledizione, non manca la Special Edition singola ma con 4 tracce extra anche per questo Boys Don’t Cry pubblicato dalla Atlantic, questa la lista dei brani, con gli autori a fianco:

P.F. Sloan- Jimmy Webb
Be Nice To Me- Todd Rundgren
It Could Be The First Day- Richie Havens
Travelin’ Boy- Paul Williams
A Man Needs A Maid- Neil Young
Soulsville-Issaac Hayes
The Same Old Tears On A New Background- Stephen Bishop
Soul Rebel- Bob Marley
Flyin’ Shoes- Townes Van Zandt
Home Thoughts From Abroad- Clifford T ward
We Will- Gilbert O Sullivan
My Cricket- Leon Russell

Boys Don’t Cry (Special Edition)

Sara Smile-Hall and Oates
Just For A Moment- Ronnie Lane
Andre Johray- Tim Hardin
Brave Awakening-Terry Reid

La voce è meravigliosa come di consueto, naturale e leggiadra come nel disco precedente che se non avete vi consiglio caldamente perfect-pop-rumer-seasons-of-my-soul.html , quelle belle voci, calde e goduriose, molto anni ’70, ma chissenefrega, anzi.

A proposito di anni ’70, Joan Armatrading in quegli anni era inarrivabile, seconda solo a Joni Mitchell per la qualità dei suoi dischi. In questo ultimo periodo sta vivendo una nuova giovinezza, magari non a quei livelli ma Starlight che esce per la Hypertension la conferma cantautrice di spessore. Dopo Into The Blues e This Charming Life e il bellissimo CD+DVD Live At The Royal Hall questa volta Joan si cimenta con un repertorio più jazzato, ma sempre il jazz visto a modo suo, con quella voce che ci riporta a quella di uno dei suoi idoli, Nina Simone, che ricorda moltissimo nell’inflessione vocale.

La russa-americana Regina Spektor arriva al sesto album con questo What We Saw From The Cheap Seat, al solito per la Warner Bros. C’è anche una nuova versione di Don’t Leave (Ne Me Quitte Pas) che aveva inciso nel 2002 per Songs. La versione Deluxe questa volta la trovate solo su iTunes dove ci sono tre brani in più di cui due cantati in russo. Lei è brava, ma rimango fedele ai dischi fisici, quando possibile.

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Come la due copertine differenti vi avranno fatto intuire anche il nuovo album di Melody Gardot, The Absence, esce pure in versione Deluxe, in questo caso CD con DVD contenente il Making Of di La Vie En Rose, lo stessi brano e altre tre tracce extra. Questa volta la bravissima cantante americana di origine polacca si rivolge anche al Brasile, come sonorità, con l’aiuto di Hector Pereira che produce e suona la chitarra acustica. La versione Deluxe, stranamente, non esce contemporaneamente a quella normale in tutti i paesi, ma in Italia sì, per cui che ce frega? C’è pure il vinile se volete.

Julia Stone lascia momentaneamente a casa in Australia il fratello Angus e produce il suo secondo album da solista, questo By The Horns che stranamente esce in contemporanea a Down Under. Prodotto da Thomas Bartlett (the National) e con altri National tra i musicisti, oltre alla cover di Bloodbuzz Ohio del gruppo americano, ma anche dal co-produttore Patrick Dillett che di solito si occupa, tra gli altri, di Mary J Blige, il disco miscela il pop-folk sussurrato dalla vocina sexy di Julia, come nei dischi con il fratello, con arrangiamenti più complessi musicalmente. I due dischi come coppia hanno avuto un notevole successo sia di pubblico che di critica. Per avere una idea dello stile ascoltate questa piacevole cover di You’re The One That I want (è proprio quella di Grease, al ralenti). A luglio naturalmente esce il disco solista di Angus. Dimentico qualcosa? Etichetta Picture Show Records/Nettwerk.

 

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Nuovo album di studio, a sei anni dal precedente, per i Sigur Ros, titolo facile da ricordare questa volta, Valtari, esce per la Parlophone/EMI. Per non smentirsi, il vinile è triplo e contiene 16 brani contro i 9 della versione in CD (ma chi aveva fatto il pre-order ha diritto a due brani in più) e sul sito del gruppo c’è anche un ulteriore brano gratuito. E usciranno anche una dozzina di video affidati a vari diversi autori.

La copertina è bruttissima, una delle più brutte mai viste, anche per il taglio sghembo voluto del disegno ma la musica del nuovo doppio album dei Sun Kil Moon Among The Leaves pubblicato come al solito dalla Caldo Verde è come di consueto all’altezza della fama di Mark Kozelek leader dei mai dimenticati Red House Painters. Il disco è perlopiù acustico con Kozelek che si accompagna ad una acustic nylon string guitar ma in alcuni brani appaiono anche altri musicisti a “movimentare” le cose. La versione doppia è limitata e contiene due versioni alternative e tre brani dal vivo. Se interessa questo è il contenuto della limited edition, il titolo del terzo brano è fantastico!

01 I Know It’s Pathetic but That Was the Greatest Night of My Life
02 Sunshine in Chicago
03 The Moderately Talented Yet Attractive Young Woman vs. The Exceptionally Talented Yet Not So Attractive Middle Aged Man
04 That Bird Has a Broken Wing
05 Elaine
06 The Winery
07 Young Love
08 Song For Richard Collopy
09 Among the Leaves
10 Red Poison
11 Track Number 8
12 Not Much Rhymes With Everything’s Awesome at All Times
13 King Fish
14 Lonely Mountain
15 UK Blues
16 UK Blues 2
17 Black Kite

Bonus disc:

01 Among the Leaves (Alt. Version)
02 The Moderately Talented Young Woman (Alt. Version)
03 That Bird Has a Broken Wing (Live)
04 UK Blues (Live)
05 Black Kite (Live)

All’inizio del mese di maggio Edward Sharpe & The Magnetic Zeros sono passati dal David Letterman Show per presentare il nuovo album Here, pubblicato in Europa dalla Rough Trade e in America dalla Community/vagrant. Siccome la trasmissione di Letterman ora si vede anche nelle nostre lande sui canali Rai gratuiti del digitale terrestre, molti sono rimasti colpiti da questa eterogenea e numerosa formazione già approdata al secondo album. Se non li avete mai visti o sentiti, sono molto bravi, ecco qua!

Domani, proseguiamo con le altre, numerose, uscite del 29 maggio. Più sotto nella pagina trovate anche la recensione del nuovo Alejandro Escovedo!

Bruno Conti

Un Disco “Autunnale” Per Una Grande Cantautrice Americana. Catie Curtis – Stretch Limousine On Fire

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Catie Curtis – Stretch Limousine On Fire – Compass Records 2011

L’autunno è alle porte e come spesso accade in questi tempi “piovosi” vengono alla luce dischi delicati di rara bellezza, disseminati di melodie pungenti e malinconiche. Il personaggio di cui tratteremo oggi risponde al nome di Catie Curtis, cantautrice originaria di una piccola città del Maine (Saco), che molti di voi. immagino, non conoscano. La giovane Catie ha fatto una lunga gavetta negli Stati Uniti, suonando in piccoli locali e incidendo per “Label” indipendenti, fino ad imporsi all’attenzione del pubblico nel 1997 con l’album omonimo, dal quale fu tratto il singolo Soulfully che entrò a far parte della colonna sonora di una fortunatissima serie televisiva, Dawson’s Creek.

Veterana della scena folk di Boston, la nostra ha ricevuto il plauso della stampa locale e, se si deve dare un merito a Catie Curtis, è quello di essere stata capace di crescere e di avere migliorato disco dopo disco la sua scrittura e la sua vocalità, partendo dall’esordio Dandelion nel lontano’89 edito solo in cassetta e poi ripreso in From Years to Hours (91), Truth from Lies (95), il menzionato Catie Curtis (97), A Crash Course in Roses (99), My Shirt Looks Good on You (2001), la ripubblicazione del primo CD From Years to Hours con tracce aggiunte, edita nello stesso anno, e sempre nel 2003 anche Acoustic Valentine, Dreaming in Romance Languages (2004), Long Night Moon (2006), Sweet Life (2008), Hello Stranger (2009), per finire con questo Stretch Limousine on Fire  prodotto dal batterista e percussionista Lorne Entress, che vede la presenza di fidati musicisti come Jay Bellerose alla batteria, Jennifer Condos e Jesse Williams al basso, Duke Levine e Thomas Juliano alle chitarre, Glenn Patscha al pianoforte, David Limina all’organo e la grande Mary Chapin Carpenter al controcanto, in compagnia di altre “donzelle”, Lisa Loeb, Jenna Lindo, e Julie Wolf utilizzate alle armonie vocali.

Si parte con Let it Last, con le chitarre che ricamano la melodia, sorrette dalla sezione ritmica e la voce vellutata della Carpenter. L’incipit di Shadowbird è tutto giocato sull’arpeggio delle chitarre, per un ritornello “assassino” che entra nel cuore. Highway del Sol scorre quasi sussurrata, con un lavoro di chitarra che enfatizza il pathos del brano. La “title track” si sviluppa lineare sostenuta da una valida sezione ritmica, seguita da una River Wide pianoforte e voce, la canzone più bella del lavoro, una ballad classica costruita su una melodia che mi ricorda una delle più belle canzoni di Joan Armatrading Love by You nell’album Secret Secrets del 1985, penso poco conosciuto.

Si riparte da una Another Day on Earth, una canzoncina pop dove le tre “grazie” Lisa, Jenna e Julie danno il meglio al controcanto. Il livello si alza decisamente con una After Hours che a tratti ricorda alcune composizioni di Lucinda Williams, un brano che si farà fatica a dimenticare, altra gemma del disco. Segue una delicata e morbida I Do con un tessuto sonoro che scivola sulla splendida voce di Catie. Wedding Band è costruita intorno ad un bel “riff” di chitarre acustiche, a volte raddoppiato dal violino o da una slide sempre acustica. Il CD si chiude con la splendida Seeds and Tears quasi sussurrata, con un giro di chitarra a disegnare un perfetto connubio con la voce splendida della Curtis, per uno stile compositivo, che ricorda, al meglio, due mie beniamine, Mary Gauthier e Eliza Gylkison.

Conosco Catie Curtis fin dagli esordi, e mi chiedo come mai questa “singer songwriter” non abbia mai saputo imporsi come il suo talento avrebbe meritato, per il momento il consiglio è quello di accostarvi a queste dieci canzoni, che di sicuro non vi deluderanno, un ritorno gradito che non mancherà di scaldare i vostri cuori, per un lavoro solido che non lesina brani di qualità, e non cala minimamente alla distanza. Che sia finalmente giunta l’ora di Catie Curtis ?

Tino Montanari

Occhio Alla (Semi)Fregatura! The Old Grey Whistle Test 40th Anniversary Box

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The Old Grey Whiste Test 40th Anniversary Box – WMTV – 3 CD

Forse non molti lo sanno ma in questo anno si celebrano i 40 anni della gloriosa trasmissione “televisiva” della BBC The Old Grey Whistle Test (anche se curiosamente già l’anno scorso era uscita una doppia compilation in CD curata dal DJ Bob Harris, per il 39esimo anniversario?). Ho virgolettato televisiva perché effettivamente erano già usciti dei bellissimi cofanetti in DVD di cui vi avevo parlato in questo Blog fantastici-quegli-anni-old-grey-whistle-test-bbc.html e che si trovano ora Import dall’Inghilterra in un Box di 4 DVD al prezzo di uno, ma la BBC, tramite la Warner Music TV (ci sono anche nel Regno Unito le compilations pubblicizzate in televisione), ha deciso di pubblicare questo cofanetto triplo (sempre al prezzo di 1). La (semi)fregatura sta nel fatto che i primi due CD contengono le versioni originali delle canzoni e non quelle reincise per la trasmissione, quindi chi non ama i DVD se vuole sentire questi brani si deve rassegnare al DVD.

Comunque, in ogni caso si tratta di un bel cofanetto con alcuni dei brani che hanno fatto la storia della musica rock (altri meno) e 18 versioni rare incise appositamente per l’occasione (il terzo CD); ecco la lista…

Disc 1

  1. Trampled Under Foot – Led Zeppelin
  2. Baba O’Riley – The Who
  3. My Brother Jake – Free
  4. Whiskey In The Jar – Thin Lizzy
  5. The Killing Of Georgie (pt 1 & 2) – Rod Stewart
  6. Oh! You Pretty Things – David Bowie
  7. Do The Strand – Roxy Music
  8. It’s So Easy – Linda Ronstadt
  9. Short People – Randy Newman
  10. Fire Or Rain – James Taylor
  11. Stuck In The Middle With You – Stealers Wheel
  12. Feel Like Makin’ Love – Bad Company
  13. Listen To The Music -The Doobie Brothers
  14. Hocus Pocus – Focus
  15. Cheap Sunglasses – ZZ Top
  16. Jessica – The Allman Brothers Band
  17. Just What I Needed – The Cars
  18. Psycho Killer – Talking Heads

Disc 2

  1. Tiny Dancer – Elton John
  2. Hurricane – Bob Dylan
  3. Let It Grow – Eric Clapton
  4. Go Your Own Way – Fleetwood Mac
  5. Free Bird – Lynyrd Skynyrd
  6. Ventura Highway – America
  7. Cold As Ice – Foreigner
  8. 25 or 6 To 4 – Chicago
  9. Burning Down One Side – Robert Plant
  10. I’m Just A Singer (In A Rock & Roll Band) – Moody Blues
  11. Owner Of A Lonely Heart – Yes
  12. Born To Be Wild – Steppenwolf
  13. Radar Love – Golden Earring
  14. Solid Air – John Martyn
  15. I Have To Say It In A Song – Jim Croce
  16. American Pie – Don Mclean
  17. Personality Crisis – New York Dolls
  18. One Way Or Another – Blondie

Disc 3 – Live

  1. Stand By Me – John Lennon
  2. Under My Wheels – Alice Cooper
  3. Driver Seat – Sniff ‘n’ The Tears
  4. Life In A Day – Simple Minds
  5. Give Me Everything – Magazine
  6. A Day’s Wait – Altered Images
  7. Walk Out To Winter – Aztec Camera
  8. Small Change – Tom Waits
  9. Hungry Eyes – Sad Café
  10. Love & Affection – Joan Armatrading
  11. Stars – Janis Ian
  12. Shipbuilding – Robert Wyatt
  13. Sweet Mystery – Ralph McTell
  14. Rock & Roll Doctor – Little Feat
  15. So Into You – Atlanta Rhythm Section
  16. Guitar Street – Chris Rea
  17. I Wanna Be Your Dog – Iggy Pop
  18. Rock & Roll High School/ Rock & Roll Radio -Ramones                                                              

Già che ci sono correggo una piccola inesatezza. Il Box della Penguin Cafe Orchestra A history inserito nell’ultima lista delle anticipazioni come novità è effettivamente lo stesso uscito nel 2001, cambia il formato (più piccolo) e il prezzo (un terzo rispetto all’uscita originale).

Bruno Conti

Una Delle Mie Preferite (E Più Brave) Di Sempre! Joan Armatrading – Live At The Royal Albert Hall

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Joan Armatrading – Live At The Royal Albert Hall – Hypertension 2CD+DVD

Visto che incredibilmente non ne parla nessuno torno a una delle mie cantanti preferite degli anni settanta e ottanta, ma anche di sempre. Una delle più brave in assoluto, negli anni ’70 in particolare i suoi dischi hanno quasi sfiorato la perfezione, una serie di dischi di qualità strepitosa, da Back To The Night all’omonimo Joan Armatrading (forse il più bello in assoluto) passando per Show Some Emotion, To The Limit, l’EP How Cruel e il live Steppin’ Out del 1979, raramente si era assistito ad una sequenza di album di quella consistenza. Anche il primissimo Whatever’s For Us in collaborazione con Pam Nestor già mostrava in embrione i segni di questo talento assoluto.

Nata a St.Kitts nel dicembre 1950 (quindi anche lei ha già varcato la fatidica soglia dei 60 anni, non l’avrei detto) ma residente in Inghilterra dal 1958 la prima cosa che colpisce di questa incredibile cantautrice è la sua voce: potente, duttile, in grado di passare da tonalità basse ad un falsetto intrigante nello spazio di un attimo, è stata paragonata a Nina Simone per il modo di cantare e devo dire che non siamo lontani. Lo stile  musicale partendo da un folk di base, spazia per il rock, la canzone d’autore, il jazz e mille altre influenze con un risultato unico e di qualità assoluta. L’altro particolare sorprendente è quello che questa musica e i suoi dischi, soprattutto in Inghilterra ma anche in America hanno sempre venduto moltissimo entrando spesso nei Top 10 delle classifiche. E molte sue canzoni sono anche orecchiabili e piacevoli quasi un’eresia per molti colleghi cantautori, uomini e donne.

Anche gli anni ’80, che hanno segnato una svolta più rock e commerciale (ma sempre a livelli sublimi) con dischi come Me Myself I, Walk Under Ladders, The Key sono iniziati molto bene, poi progressivamente, sia il successo che la qualità hanno iniziato a scemare (anche se rimanendo a livelli superiori del 99% rispetto a quello che c’era in circolazione allora e oggi!). Io sono rimasto un fedelissimo e la critica ( di cui immodestamente faccio parte visto che spesso l’ho recensita sul Buscadero) l’ha sempre portata in palmo di mano però, obiettivamente la produzione ha iniziato a scarseggiare e ad essere meno interessante. Canzoni belle ce ne sono sempre state ma meno che ai tempi d’oro, anche se la voce non ha perso un briciolo del suo fascino con il passare degli anni.

Poi, improvvisamente, a metà degli anni 2000, forte di un nuovo contratto con la Hypertension Joan Armatrading ha spostato i suoi orizzonti musicali verso il Blues. E l’ha fatto a ragion veduta, ha studiato molto la chitarra (e altri strumenti) tanto da diventare una ottima solista anche all’elettrica e ha rivisto il blues ma sempre nella sua ottica di cantautrice quindi con materiale originale scritto per l’occasione e sonorità che inglobano anche tutte le esperienze passate. Con il disco Into The Blues del 2007 ha raggiunto due invidiabili obiettivi, è stata la prima artista inglese femminile ad andare direttamente al n° 1 delle classifiche Blues di Billboard ed al contempo è stata nominata per un Grammy nella stessa categoria. Stesso risultato per il successivo This Charming Life, uscito a marzo dello scorso anno e che, francamente, di blues ne aveva molto meno, segnando invece un ritorno al sound delle origini.

A fronte di tutto ciò nell’aprile del 2010 la nostra amica si è presentata sul palco di una Royal Albert Hall che segnava il tutto esaurito (in Inghilterra è sempre popolarissima, una sua antologia a metà anni duemila è entrata ancora nei top 30) e ha sciorinato il meglio del suo repertorio in un concerto veramente bellissimo che è stato immortalato per i posteri in questo doppio CD con DVD incorporato.

Intanto sembra che abbia fatto un patto con il diavolo (o con il suo parrucchiere) visto che i capelli sono ancora nerissimi anche se in una nuova pettinattura con frangetta improponibile, che sostituisce l’afro degli anni classici. Però vocalmente e musicalmente è ancora impeccabile, è diventatata una chitarrista bravissima e aiutata dal fatto che indossa quei nuovi microfoni con l’antennina è libera di dare sfogo alle sue velleità di solista. I tre musicisti che suonano con lei sono pure molto bravi, a partire dal più noto, il prodigioso bassista fretless e contrabbassista John Giblin che ha suonato con tutti, dai Brand X ai Simple Minds, passando per John Lennon, Paul McCartney, Kate Bush e Baglioni e Ramazzotti, pure Battisti in Una Giornata Uggiosa! Il tastierista e il batterista (che cava dal cilindro anche un notevole assolo di sax in uno dei momenti salienti dal concerto durante una versione sgarciante della bellissima Love And Affection) non sono da meno.

Visto che siamo entrati nel vivo del concerto, lo stesso dura quasi due ore, 22 canzoni che ripercorrono il meglio della sua carriera rese in versioni che si avvicinano per potenza e intensità, anche dopo tutti questi anni, agli originali: e quindi scorrono classici come l’iniziale Show Some Emotion che oscilla tra tenerezza ed improvvise esplosioni jazz in un continuo cambio di tempi musicali, l’elegiaca All The Way From America, la lunga ed improvvisata (e geniale nelle sue soluzioni musicali) Tall In The Saddle, le recenti Into The Blues e This Charming Life che hanno già lo status di nuovi classici. Sto citando alla rinfusa senza seguire la scaletta del concerto: sempre molto belle la dolcissima The Weakness In Me e le trascinanti Best Dress On, Call Me Names e Drop The Pilot, veramente inarrestabile. Ma non si possono dimenticare la meravigliosa Willow cantata anche in coro da un pubblico entusiasta, la raffinata Me Myself I (ne ha scritte proprie tantissime di belle canzoni).

Nel concerto si ascolta veramente il meglio della sua produzione in un continuo susseguirsi di assoli di piano, organo e synth oltre alle chitarre della Armatrading alle prese con una tecnologica pedaliera che le permette di variare a piacimento volumi e tonalità del suo strumento con grande gusto e tecnica. E poi c’è “La Voce” che rimane uno strumento formidabile capace di infinite nuances di coloritura, sempre sicura e precisa, veramente unica nel panorama mondiale.

Non posso che consigliarlo a tutti, fans e novizi, veramente una bella sorpresa di fine anno o inizio 2011. Perché l’unica cosa negativa è la non facile reperibilità e il prezzo non bassissimo (anche se in rete si trova a prezzi interessanti).

Che dire, una vera meraviglia e scusate l’entusiasmo, ma per me l’Armatrading è stata, con Sandy Denny e dopo Joni Mitchell, la migliore cantautrice degli anni ’70. Confermo e accendo!

Non avendo trovato video recenti live di buona qualità in YouTube e avendo visto il DVD che ha una qualità eccellente i due filmati inseriti sono i bonus del DVD stesso, uno live in Denver e l’altro un video clip watch?v=fi8VBXA9Vzo. Ma il concerto è tutta un’altra cosa, da avere!

Bruno Conti