Elton John – Goodbye Yellow Brick Road. Il 25 Marzo Esce Il Cofanetto Per il 41° Anniversario!

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Elton John – Goodbye Yellow Brick Road – Mercury/Universal Super Deluxe 4 CD + 1 DVD – 2 CD Deluxe Edition – 1 CD Standard Edition – Blu-ray Audio – 2 LP Vinyl Edition.

Ovviamente il titolo del Post è una mia “provocazione”, l’edizione pubblicata è quella per il 40° Anniversario dall’uscita, ma visto che l’edizione originale di Goodbye Yellow Brick Road uscì nel 1973 e oggi siamo nel 2014, fatti due conti sono 41 anni. Ormai le vie della discografia sono imperscrutabili e se il cofanetto di The Promise: The Darkness On The Edge Of Town Story, dedicato al disco di Bruce Springsteen, era uscito nel 2010, allo scoccare del 32° anno dall’uscita originale, non mi meraviglio certo più per queste strane cadenze temporali utilizzate anche per ristampe d’archivio di materiale di Hendrix, Dylan e altri. Oltre a tutto, nel 2003, in questo caso puntuale, era uscita una versione tripla, che ampliava a due i dischi rispetto alle versioni in CD degli anni ’90, aggiungendo quattro bonus tracks audio, 3 b-sides e un remix acustico di Candle in The Wind, più un DVD che raccontava la storia del Making Of del disco originale. E la Eagle Rock nel 2001, nella sua serie “Classic Albums”, aveva pubblicato un DVD dedicato a quello che se non è il più bello (ma sicuramente tra i migliori in assoluto, grande disco) tra gli albums di Elton John è, forse, quello più popolare, anche grazie alla presenza di Candle In The Wind.

elton john goodbye yellow brick road

Questa volta, come vedete qui sopra (e leggete qui sotto) la Universal ha fatto le cose in grande pubblicando questo box quintuplo che uscirà il 25 marzo prossimo e dovrebbe costare una cinquantina di euro, euro più euro meno https://www.youtube.com/watch?v=uuuiAvENeco . Questa la tracking list completa:

Disc One:
1.Funeral For A Friend / Love Lies Bleeding
2.Candle In The Wind
3.Bennie And The Jets
4.Goodbye Yellow Brick Road
5.This Song Has No Title
6.Grey Seal
7.Jamaica Jerk Off
8.I’ve Seen that Movie Too
9.Sweet Painted Lady
10.The Ballad Of Danny Bailey (1909-34)
11.Dirty Little Girl
12.All the Girls Love Alice
13.Your Sister Can’t Twist (But She Can Rock’n’Roll)
14.Saturday Night’s Alright For Fighting
15.Roy Rogers
16.Social Disease
17.Harmony

Disc Two:
1.Candle In The Wind – Ed Sheeran (3:22)
2.Bennie and the Jets – Miguel (5:10)
3.Goodbye Yellow Brick Road – Hunter Hayes (3:15)
4.Grey Seal – The Band Perry (3:48)
5.Sweet Painted Lady – John Grant (3:58)
6.All The Girls Love Alice – Emili Sande (3:40)
7.Your Sister Can’t Twist (But She Can Rock And Roll) – Imelda May (2:51)
8.Saturday Night’s Alright For Fighting – Fall Out Boy (3:42)
9.Harmony – Zac Brown Band (2:55)
10.Grey Seal (piano demo) – Elton John (3:20)
11.Grey Seal (1970 Original) – Elton John (3:37)
12.Jack Rabbit – Elton John (1:51)
13.Whenever You’re Ready (We’ll Go Steady) – Elton John (2:52)
14.Screw You (Young Man Blues) – Elton John (4:43)
15.Candle In The Wind (Acoustic) – Elton John (3:52)
16.Step Into Christmas – Elton John (4:10)
17.Ho Ho Ho (Who’d Be A Turkey At Christmas?) (4:04)
18.Philadelphia Freedom – Elton John (5:21)
19.Pinball Wizard – Elton John (5:15)

Disc 3: BBC Elton John Hammersmith Odeon 22nd December 1973
1.Funeral For A Friend https://www.youtube.com/watch?v=6vUCSGJhOi4
2.Love Lies Bleeding https://www.youtube.com/watch?v=q01kNLMHRrU
3.Candle In The Wind
4.Hercules
5.Rocket Man https://www.youtube.com/watch?v=0bbjIpR9-YY
6.Bennie And The Jets
7.Daniel
8.This Song Has No Title
9.Honky Cat https://www.youtube.com/watch?v=DDHayPFcUuU

Disc 4: BBC Elton John Hammersmith Odeon 22nd December 1973
1.Goodbye Yellow Brick Road https://www.youtube.com/watch?v=Ln8W-ujBDIg
2.The Ballad Of Danny Bailey
3.Elderberry Wine
4.Rudolph The Red-Nosed Reindeer
5.I’ve Seen That Movie Too
6.All The Girls Love Alice
7.Crocodile Rock https://www.youtube.com/watch?v=YoNjXFQ30nk
8.Your Song
9.Saturday Night’s Alright For Fighting https://www.youtube.com/watch?v=WPd4fTumgwc

DVD Disc 5:
Bryan Forbes’ 1973 film Elton John and Bernie Taupin Say Goodbye To Norma Jean and Other Things (45 minutes) https://www.youtube.com/watch?v=Em818MPepwc

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Il disco più sconcertante è il secondo, che oltre a contenere le quattro bonus dell’edizione 2003 (le tracce dalla 12 alla 15) e altre 6 rarità dell’epoca, aggiunge nove (chissà perché 9?!) cover eseguite da artisti contemporanei (ma chi cacchio sono Miguel e Hunter Hayes? lo so, ma è una domanda retorica!), pescate tra le 17 che costituivano il Long Playing originale. L’idea in sé, viste le dimensioni del progetto, non sarebbe stata neppure peregrina, ma perché non farle tutte? Come sono costretto a dire spesso, mistero! Il resto del contenuto è comunque più che interessante, soprattutto i due CD che costituiscono il concerto completo, in versione audio, tenuto il 22 dicembre del 1973 all’Hammersmith Odeon di Londra, come pure il DVD, che anche questo andò in onda ai tempi, solo per la BBC!

Se il vostro budget non vi consente, visti i tempi, di scialare troppo, potete acquistare la versione doppia Deluxe che comprenderà i primi due dischetti del cofanetto e sperare (come è stato il caso per esempio per la versione quadrupla di Who Live At Leeds) che i due CD del concerto vengano poi pubblicati a parte, tra qualche tempo. Il DVD non ha materiale molto diverso dai due documentari già apparsi in passato. Certo, il manufatto nel suo insieme è molto appetitoso ed è difficile resistere. Fate vobis!

Alla prossima ristampa!

Bruno Conti

Il Meglio Del 2013: Riviste Straniere – Uncut

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Da adesso in avanti, a tradimento, anche più di un Post al giorno (oppure no, come capita), come gli scorsi anni, pubblicherò le classifiche di Riviste inglesi ed americane (e anche italiane se capita, ma arriveranno più tadi, credo), cartacee ed online, e qualche sito interessante, per chi scrive, magari rompendo l’anima anche a qualche musicista e addetto al settore amico, con qualche incursione in quello che, immodestamente, abbiamo scritto anche noi durante l’anno, trovate il link (dove all’interno magari c’è un altro link e così via, fino all’infinito!). Partiamo, del tutto a caso, con Uncut (e già qui non mi trovano molto d’accordo, come diceva un calciatore a Mai Dire Gol, “sono completamente d’accordo a metà con il mister”, infatti, come atto di ribellione, pubblico anche la lista del loro direttore, Allan Jones,  vecchia volpe della musica, con cui sono molto più sintonizzato come lunghezza d’onda):

UNCUT’s albums of the year 2013 

my bloody valentine mbv

1. My Bloody Valentine – m b v  http://www.youtube.com/watch?v=rVZuDOy9w7A

david bowie the next day

2. David Bowie – The Next Day http://discoclub.myblog.it/2013/10/01/se-arriva-anche-la-versione-extra-siamo-rovinati-david-bowie/

nick cave push standard ed.

3. Nick Cave – Push the Sky Away  http://www.youtube.com/watch?v=MXcuXZ3m8qw

john grant pale green ghosts

4. John Grant – Pale Green Ghosts  http://www.youtube.com/watch?v=JvM3D4XE9qM

laura marling once i was an eagle
5. Laura Marling – Once I Was An Eagle
http://www.youtube.com/watch?v=jSk839eSWm0 Marco non ci è andato giù leggero, per me è un gran disco, giudicate voi!

roy harper man & myth

6. Roy Harper – Man and Myth http://www.youtube.com/watch?v=INVei_1Wu7Y “Mezzo album” è suonato e prodotto da Jonathan Wilson, manca all’appello sul Blog, ma arriva…

bill callahan dream river

7. Bill Callahan – Dream River http://www.youtube.com/watch?v=Mh5km2xKlfk

kurt vile wakin'

8. Kurt Vile – Wakin’ On a Pretty Daze http://www.youtube.com/watch?v=bd0K76H7sU8 Questo devo tornare ad approfondire perchè il precedente mi era piaciuto parecchio e anche questo mi sembra un gran disco, la canzone del video è bellissima!

arctic monkeys am

9. Artic Monkeys – AM  http://www.youtube.com/watch?v=6366dxFf-Os 

boards of canada tomorrow's

10. Boards of Canada – Tomorrow’s Harvest
http://www.youtube.com/watch?v=2jTg-q6Drt0 Che questo sia uno dei dieci migliori dischi dell’anno? Un bel mah?

Per consolarci vediamo cosa ha detto (anzi scritto) il buon Allan Jones sui migliori dischi del 2013 (a scalare dal 30° al 1°):

30 Thee Oh Sees – Floating Coffin

29 Nick Cave And The Bad Seeds – Push the Sky Away

28 Promised Land Sound – Promised Land Sound

27 Guy Clark – My Favourite Picture Of You

26 Julia Holter – Loud City Song

25 Cian Nugent & The Cosmos – Born With The Caul

24 Diana Jones – Museum Of Appalachia Recordings

23 The Shouting Matches – Grownass Man

22 Richard Thompson – Electric

21 Endless Boogie – Long Island

20 Bill Callahan – Dream River

19 The Strypes – Snapshot

18 Lord Huron – Lonesome Dreams

17 Mark Kozelek & Desertshore – Mark Kozelek & Desertshore

16 Caitlin Rose – The Stand-Ins

15 Vampire Weekend – Modern Vampires Of The City

14 Neko Case – The Worse Things Get, The Harder I Fight, The Harder I Fight The More I Love You

13 Hiss Golden Messenger – Haw

12 Houndstooth – Ride Out The Dark

11 Jonathan Wilson – Fanfare

10 My Bloody Valentine – mbv

9 Matthew E White – Big Inner

8 Okkervil River – The Silver Gymnasium

7 Israel Nash Gripka – Israel Nash Gripka’s Rain Plans

6 Kurt Vile – Wakin on A Pretty Daze

5 Jason Isbell – Southeastern

4 Pond – Hobo Rocket

3 Laura Marling – Once I Was An Eagle

2 Phosphoresecent – Muchacho

1 Roy Harper – Man & Myth

Direi che è tutto, alla prossima classifica!

Bruno Conti

Novità Di Marzo Parte II. John Grant, Bon Jovi, Devendra Banhart, Sound City (Dave Grohl), Shooter Jennings

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Questa settimana , uscite del 12 marzo, a parte David Bowie ed Eric Clapton (che avranno la loro recensione singola al più presto) non ci sono molti titoli interessanti in uscita.

Partiamo con il nuovo John Grant Pale Green Green Ghosts, pubblicato dalla Bella Union anche in versione doppia con 6 remix (uhm) nel secondo dischetto. Il precedente Queen Of Denmark del 2010 mi era piaciuto parecchio bread molto seventies, ma decisamente bello. Questo nuovo non mi piace molto, sonorità elettroniche che spesso sfociano nel ballabile anni ’80 e quattro brani stile ballata, molto piacevoli. Se si potesse avere un EP con GMF, It Doesn’t Matter To This, I Hate This Town e Glacier, che sono vicine ai miei gusti ne sarei felice, ma visto che non si può penso che per questo giro, passerò.

Nuovo album anche per Devendra Banhart, Mala, il primo per la Nonesuch Records. Co-prodotto come al solito con l’amico Noah Georgeson (che si sembra sempre un’anagramma di George Harrison, ma quello pseudonimo era Hari Georgeson). C’è un brano dedicato a Hildegard Von Bingen, la prima donna nel canto gregoriano, un pezzo in spagnolo Mi Negrita e in generale non mi sembra un album straordinario, ma non sono mai stato un fan particolarmente sfegatato. Potete ascoltarlo qui, per il momento first-listen-devendra-banhart-mala

Come non sono mai stato un fan di Bon Jovi, comunque martedì esce il nuovo album What About Now, come di consueto Mercury/Universal e, naturalmente non poteva mancare la consueta versione Deluxe, singola, ma con 4 brani in più.

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CD della colonna sonora, DVD o Blu-ray per Sound City, il documentario curato da Dave Grohl sulla chiusura dei mitici (anche se è un “postaccio”) studi Sound City Recordings, Hollywood, una delle ultime mecche del suono analogico. Per l’occasione ha invitato alcuni amici e colleghi per registrare delle sessions all’interno degli studi. Il tutto esce per la Sony con il seguente contenuto:

Track List:

  • Heaven and All – Dave Grohl, Peter Hayes, and Robert Levon Been
  • Time Slowing Down – Brad Wilk, Chris Goss, Dave Grohl, and Tim Commerford
  • You Can’t Fix This – Dave Grohl, Rami Jaffee, Stevie Nicks, and Taylor Hawkins
  • The Man That Never Was – Dave Grohl, Nate Mendel, Pat Smear, Rick Springfield, and Taylor Hawkins
  • Your Wife Is Calling – Alain Johannes, Dave Grohl, Lee Ving, Pat Smear, and Taylor Hawkins
  • From Can to Can’t – Corey Taylor, Dave Grohl, Rick Nielsen, and Scott Reeder
  • Centipede – Alain Johannes, Chris Goss, Dave Grohl, and Joshua Homme
  • A Trick With No Sleeve – Alain Johannes, Chris Goss, Dave Grohl, and Joshua Homme
  • Cut Me Some Slack – Paul McCartney, Dave Grohl, Krist Novoselic, and Pat Smear
  • Once Upon a Time… The End – Dave Grohl, Jessy Greene, Jim Keltner, and Rami Jaffee
  • Mantra – Dave Grohl, Joshua Homme, and Trent Reznor

E,  per finire, nuovo album di Shooter Jennings, The Other Life, etichetta Entertainment One Music, Forse il più country (vicino allo stile del babbo) e tra i più belli della sua carriera, e ne ha fatti alcuni non male. Ospiti Patty Griffin, Jim Dandy (il vecchio cantante dei Black Oak Arkansas con il suo tipico vocione) e Scott H. Biram, un altro fuori di testa da Austin, Texas. Il risultato, come detto, è molto apprezzabile.

E anche per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

Ulteriori Migliori Dischi Del 2010. La Stampa Estera: “Q”

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Altro capitolo della “saga” dedicata ai migliori dischi del 2010, questa volta tocca allo storico mensile inglese Q.

Q Magazine Best Albums of 2010

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Album Of The Year

Arcade Fire – The Suburbs

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2) Robert Plant – Band Of Joy

3) Plan B – The Defamation Of Strickland Banks

4) Laura Marling – I Speak Because I Can

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5) Vampire Weeeken – Contra

6) John Grant – Queen Of Denmark

7) Gorillaz – Plastic Beach

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8) The National – High Violet

9) Paul Weller – Wake Up The Nation

10) MGMT – Congratulations

Qui siamo siamo più sulla mia lunghezza d’onda, in parte. Alla prossima lista.

Bruno Conti

I Migliori Dischi Del 2010 – La Stampa Estera: Mojo

Proseguiamo nella nostra disamina del meglio del 2010 in musica man mano che si presenta. Questi sono i risultati di Mojo.

The Best of 2010 – Album Of The Year

 

1) John Grant – Queen Of Denmark – Bella Union

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2) Arcade Fire – The Suburbs – Mercury anche Band Of The Year

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3) MGMT – Congratulations – Columbia

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4) Edwyn Collins – Losing Sleep – Heavenly

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5) The Black Keys – Brothers – V2 Coop

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6) Paul Weller – Wake Up The Nation – Island

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7) Midlake – The Courage Of Others – Bella Union

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8) Phosphorescent – Here’s To Taking It Easy – Dead Oceans

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9) The Coral – Butterfly House – Deltasonic

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10) Doug Paisley – Constant Companion – No Quarter

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Gli altri fino al 50 se volete saperli vi comprate la rivista. Però vi segnalo i primi di alcuni generi specifici.

Blues

Various Artists – Things About Comin’ My Way – A Tribute To The Music Of The Mississippi Sheiks – Black Hen

E qui mi scappa! Molto bello ci mancherebbe altro, a parte il fatto che non è solo Blues ma se vogliamo una “String Band” è pure uscito nell’ottobre 2009. Va bene che sono quelli che hanno scritto e portato al successo in origine Sittin’ On Top Of The World nel 1930. OK, ritiro!

Folk

Eliza Carthy & Norma Waterson – Gift – Topic

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Electronica

Walls – Walls – Kompakt

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Americana

Willie Nelson – Country Music – Decca

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World Music

AfroCubism – AfroCubism – World Circuit/Nonesuch

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Underground (?!?)

Endless Boogie – Full House Head – No Quarter

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Reissue Of The Year

Bruce Springsteen – The Promise – The Darkness On The Edge Of Town Story – Columbia

Nella rivista c’è la foto del doppio The promise ma poi parlano del cofanetto, stiamo attenti!

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Per Jazz, Reggae Reissues (ma che categoria è?) e Soundtracks ve lo leggete da soli, aggiungerei…

DVD Of The Year

It Might Get Loud! Sony Pictures Classic (con Jimmy Page, Jack White & The Edge)

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In Italia neppure pubblicato. Concluderei con una curiosità…

Track Of The Year

Janelle Monae – Tightrope – Bad Boy/Atlantic (dall’album The Archandroid). watch?v=pwnefUaKCbc

Ai prossimi giorni con altre classifiche.

Bruno Conti

I Migliori Dischi Del 2010 – Parte II (Ripensamenti E Aggiunte)!

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La statua si chiama “Uomo che pensa”. Quando arrivi a fine anno e devi fare la tua lista dei migliori dell’anno (dopo averci pensato a lungo), quando l’hai pubblicata cominci ad avere i primi ripensamenti dovuti a clamorose dimenticanze o più semplicemente 10 titoli sono pochi e allora qual’è il vantaggio di avere un Blog personale se non per fregarsene delle convenzioni? Quindi vaffa alla lista dei dieci (che rimane valida) e pensa che ti ripensa, quando sono arrivato ad avere altri 30 titoli da aggiungere alla lista mi sono detto: meglio fermarsi qui ma anche che è stato un anno non male per la musica. Giudizi ovviamente personali (quelli della stampa estera ed italiana dai prossimi giorni, visto che sto lavorando alle nuove recensioni del Buscadero per gennaio e non ho tempo per scrivere altre recensioni userò quelle, le potrete leggere in anteprima e “a gratis” nei prossimi giorni): dicevo giudizi personali ma serve anche per ricordare e ricordarvi dischi sfuggiti al primo giro e anche come consigli per acquisti e regali natalizi. Visto che sono tanti dischi, in questo post ne ho inseriti una ventina (sempre in ordine sparso) e una decina (gli outsiders) in un altro post nei prossimi giorni (se volete approfondire li trovate tutti nel Blog).

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Elton John & Leon Russell – The Union

Robert Plant – Band Of Joy

Arcade Fire – The Suburbs

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John Grant – Queen Of Denmark

Tom Petty & The Heartbreakers – Damn The Torpedoes Deluxe Edition

Peter Wolf – Midnight Souvenirs

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Ray Charles – Rare genius

Los Lobos – Tin Can Trust

Duke And The King – Long Live The King

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Avett Brothers – Live, Volume 3 (CD o DVD)

Who – Live At Leeds Box Set

Delaney & Bonnie – On Tour With Eric Clapton Box 4 CD

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Huey Lewis and the News – Soulsville

Southside Johnny and The Asbury Jukes – Pills and ammo

Gaslight Anthem – American Slang

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Sandy Denny – Box Set 19 CD

Mavis Staples – You Are Not Alone

Ray LaMontagne and The Pariah Gods – God WIllin’ and The Creek Don’t Rise

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Ryan Adams – III/IV

Eric Clapton – Eric Clapton

John Mellencamp – No better Than This

Me ne stanno già venendo in mente altri “duecento” meglio che mi fermo. Nei prossimi giorni gli outsiders e una appendice sui DVD. Oltre alle “classifiche” degli “altri” a partire con quella di Mojo che è già uscita, magari domani (i primi 2 ci sono anche nella mia lista di oggi)!

Bruno Conti



Previsioni Azzeccate? Vediamo Cosa Hanno Detto! Bo Ningen, John Grant, Erland and The Carnival, Rox, Holly Miranda, Soft Pack, Queen Emily eccetera

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All’inizio di ogni anno uno dei giochi preferiti delle riviste musicali è quello di scegliere “Names To Watch”, quelli da tenere d’occhio per l’anno che verrà, nel parlarvi di Grace Potter and the Nocturnals vi avevo segnalato che era stata inserita in quel tipo di lista pubblicata da Rolling Stone.

Ma lo fanno quasi tutte le riviste: a metà anno è bello andare a vedere cosa avevano detto e se si sono verificate le loro previsioni. Questa volta parliamo di Mojo, una delle più prestigiose e autorevoli riviste inglesi, che leggo con piacere e continuità anche se non è che condivida proprio tutto quello che dicono, ma è una di quelle di cui mi fido di più.

L’articolo, con autoironia spero, si chiamava “The Future Now – 10 For 2010”, e vediamoli questi dieci nomi.

I primi erano i Bo Ningen, un quartetto di giovani giapponesi trasferitisi in quel di Londra per studiare e che hanno messo in piedi il loro gruppettino: “Ninne Nanne Cosmiche e Canti Dal lontano Oriente” recita il loro Facebook, oppure messa in soldoni ” I Can incontrano i Black Sabbath”, ma anche “feral punk-metal”. Se sarà tutto vero non è dato sapere visto che a tutt’oggi, a parte quell’Ep che vedete effigiato qui sopra e che ha generato l’interesse non hanno pubblicato altro. Quindi direi prima previsione “mmhh!”…

Proseguiamo con i Soft Pack che vengono presentati come degli epigoni dei primi R.E.M., i primi Modern Lovers o gli Only Ones e qui da quello che ho ascoltato del loro primo omonimo album glielo posso appoggiare. Non male, oltre a tutto (come per gli Steely Dan) prendono il nome da un dildo. Peraltro prima si chiamavano Muslims, quindi…Bravini, musica semplice, pochi accordi, ritmi veloci e frenetici ma ben eseguiti.

Erland and The Carnival sono quelli che mi piacciono di più (avrò diritto di esprimere le mie opinioni!): anche loro prendono lo spunto da questo nuovo revival del folk britannico, il loro leader Erland Cooper è stato fulminato dalla scoperta di Davy Graham e comunque amano prendere ispirazione dalla musica popolare inglese o proprio “copiare” di gusto come ammettono di avere fatto per il brano You don’t have to be lonely che sarebbe un rifacimento, peraltro irriconoscibile di Greensleeves, con un accompagnamento di ritmi tribali e arrangiamenti vocali quasi elisabettiani, comunque funziona. Della partita è anche l’ex Verve Simon Tong e il disco è stato registrato negli studi di Damon Albarn. Hanno anche buone letture, Disturbed this morning è un poema “erotico” di Leonard Cohen, al quale è stata aggiunta della musica e arrangiato in modo da sembrare, indovinato, come una ballata di Leonard Cohen, e pure bella. Da tenere d’occhio, il disco merita.

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Questo dovrebbe essere il terzetto delle “Voci” con la V maiuscola: Rox con Memoirs è stata presentata come la nuova stella del black english soul o country meets Gospel. In effetti come si sente dal singolo, molto radiofonico, My Baby Left Me mi sembra più un incrocio tra Adele e Duffy, con qualche vago retrogusto di Amy Winehouse e Lauryn Hill (per le influenze reggae visto che è di origine metà giamaicana e metà iraniana). Il legame con la Winehouse è dato dal fatto che l’ha sostituita alcune volte nel gruppo di Mark Ronson quando la nostra amica non si presentava ai concerti. Piacevole ma come mille altre. Holly Miranda devo dire che mi aveva incuriosito parecchio visto che era stata presentata come un intreccio vocale tra Feist, Jeff Buckley e Nina Simone. Come direbbero finemente a Roma “mei coioni”: purtroppo non siamo a quei livelli, la produzione è affidata a Dave Sitek dei TV On The Radio, reduce, per usare un eufemismo, dalla delusione dell’album di cover di Tom Waits fatto con Scarlett Johansson. Qui siamo su livelli decisamente migliori ma quel sound estremamente carico, molto elettronico che avvolge e fa quasi scomparire la voce della Miranda non è che faccia apptrzzare questo mitico falsetto così osannato. C’è del talento, qualche brano è interessante ma è da rivedere o meglio da riascoltare. Come dite? Il titolo dell’album: The Magician’s Private Library. Joe Worricker, un giovane virgulto inglese di circa venti anni viene presentato come una sorta di nuovo Antony Hegarty: sull’evidenza dell’unico Ep in vinile pubblicato fino ad ora non mi sembra, anche se specie in un brano, la versione demo di Littleman, la stoffa c’è. Ultimamente dice di avere “scoperto”, nei suoi ascolti musicali, Kate Bush e i Beatles, insistere negli ascolti e ripassare.

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L’ultimo terzetto consigliato consiste di: Jim Jones Revue che hanno già pubblicato due CD, di cui uno è la raccolta dei loro singoli, lati A e B, sono una sorta di revivalisti del rock’n’roll delle origini, Little Richard soprattutto, rivisto attraverso una ottica punk, con cantato urlatissimo, strumenti al limite della distorsione, velocità supersoniche, un pianista indiavolato ma anche fatto scomparire negli arrangiamenti ultra energetici dei loro brani che comprendono classici come Hey Hey Hey, Good Golly Miss Golly e Big Hunk Of Love, la loro etichetta si chiama Punk Rock Blues Records, più chiaro di mille recensioni. Se devo essere sincero, ma proprio sincero, preferisco gli originali di Little Richard e Elvis. I White Rabbits che hanno pubblicato il loro disco di esordio It’s Frightening non sono male, due batterie, tre chitarre, tre cantanti, la varietà quantomeno non manca così pure come l’energia. Memorabili non direi ma fanno dell’onesto rock alternativo. Dell’ottimo album di esordio dell’ex leaders degli Czars John Grant, Queen Of Denmark vi avevo parlato diffusamente qualche mese fa e se volete ve lo potete rileggere qua tornano-gli-anni-70-ma-quali-john-grant-queen-of-denmark.html. Uno dei migliori dischi d’esordio dell’anno, qui concordo con lo staff di Mojo. Rimarrebbe tra i nomi citati dalla rivista Queen Emily, una cantante gospel-soul non professionista, quinta classificata nella edizione americana di America’s Got talent del 2008, la Malaco, una ottima etichetta di Mississippi soul, l’ha messa sotto contratto nel 2009 ma il nuovo e primo disco tarda ad arrivare, nell’attesa senti che voce…

Quindi in definitiva, attendibilità delle previsioni? Doppio mmhhh!

Bruno Conti

Tornano Gli Anni ’70! Ma Quali? John Grant – Queen Of Denmark

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John Grant – Queen of Denmark – Bella Union

In inghilterra gli hanno decretato accoglienze trionfali, cinque stellette su Mojo, quattro su Uncut, anche se il nostro amico è in fondo uno sconosciuto di genio. Ex leader degli Czars band originaria di Denver che ha lasciato tre album di buona qualità all’inzio della scorsa decade e poi è scomparso dalla scena musicale torna con questo sforzo congiunto registrato in coppia con i Midlake. Per la serie l’unione fa la forza, il risultato finale, senza essere il capolavoro assoluto che lascia presagire la stampa inglese, è un disco di tutto rispetto che vi farà rivivere la musica degli anni ’70 che “non é giusto sentire” quella politicamente non corretta.

Dalle atmosfere “dorate” e morbide dell’iniziale Tc and Honeybar, che ripercorre percorsi musicali cari ai Caravan meno sperimentali o ai Moody Blues, tra flauti, tastiere, chitarre acustiche, sintetizzatori vintage, una voce da soprano onirica che accompagna il bel baritono di Grant in una apertura di qualità. Si passa poi al singolo “futuribile” I Wanna Go To Marz con pianoforti, chitarre e archi sintetici che ripercorrono territori melodici cari a quell’epoca dorata, i King Crimson di I talk to the wind il primo nome che mi viene in mente. La lunga Where Dreams Go To Die parte tutta raffinata, solo voce e pianoforte poi diventa una sorta di risposta sonora alla mitica di Gaye di Clifford T Ward (vedo delle manine alzarsi?), melodica e antemica, la musica che era “giusto odiare” in quegli anni ma di nascosto si ascoltava tra un Led Zeppelin e un Pink Floyd, un King Crimson e un Allman Brothers. Sigourney Weaver, tra omaggio e plagio riprende pari pari il riff di Freebird dei Lynyrd Skynyrd poi al momento delle chitarre ruggenti ti regala un assolo di synth alla Supertramp o Rick Wakeman(era sia negli Strawbs che con il David Bowie spaziale prima di entrare negli Yes). Chicken Bones con il suo piano elettrico, atmosfere saltellanti e coretti melliflui è ancora molto Supertramp, anche se l’assolo di ondioline, un synth analogico, non lo sentivo dai tempi di Al Kooper, mentre Silver Platter Club entra addirittura in territori cari al Nilsson più “carico” ma al sottoscritto ricorda in modo impressionante Alone Again Naturally di Gilbert O’Sullivan, mi sbaglierò!

It’s Easier è una bella ballata pianistica tutta farina di John Grant e dei soci Midlake ma almeno nelle “intenzioni” ricorda il miglior Elton John “più ricercato”, era Madman Across the Water-Honky Chateau. Outer Space si situa tra i Klaatu “spaziali” di Calling Occupant of Interplanetary Craft (quindi anche Carpenters) e il Bowie di Space Oddity (quello appunto con Wakeman) mentre JC Hates Faggotts, dal testo virulento, non gli attirerà certo le simpatie del Cardinale Bertone, ma John Grant non ha paura di esplicare le sue tendenze sessuali. Caramel è un bellissimo brano dove la vocalità di Grant si muove tra il falsetto di Antony e quello di Jeff Buckley, in un mare magnum di pianoforti e sintetizzatori, mentre Leopard and Lamb rievoca ancora atmosfere a cavallo tra Japan/Blue Nile anni ’80 e i classici Supertramp di Crime of the Century (gran disco). La conclusione è affidata alla title-track che rievoca i timbri e la musicalità di un altro “grande” degli anni ’70, il Billy Joel più cantautorale e raffinato (mancava all’appello).

Forse non il capolavoro evocato dalla stampa inglese, ma un gran bel disco, non solo per nostalgici degli anni ’70.

Bruno Conti