Anche Senza Il Vecchio “Titolare” Un Gruppo Formidabile! The BB King Blues Band – The Soul Of The King

bb king blues band the soul of the king

B.B. King Blues Band – The Soul Of The King – Ruf Records

Sono stati per 35 anni i fedeli compagni di avventura di B.B. King, gli eredi di quella formidabile formazione che dall’inizio degli anni ’70, sotto la definizione di B.B. King Orchestra, aveva accompagnato l’omone di Indianola attraverso una serie di album di studio, ma anche infuocate esibizioni live che erano una sorta di celebrazione della blues e soul revue, con fiati a profusione, l’immancabile MC (Master Of Ceremonies) ad attizzare il pubblico con le sue infervorate presentazioni quasi simili ad un sermone, ed uno stile gioioso ed esuberante, che però non dimenticava mai gli anni difficili della gioventù nelle piantagioni, anche attraverso una serie di sofferti blues lenti dove BB King faceva cantare la sua Lucille e si confermava cantante di grande classe ed eleganza.

Anche se discograficamente non era più attivo dal 2008 King aveva proseguito con le esibizioni live fino all’ottobre del 2014, poco meno di un anno prima della sua morte. Questa B.B. King Blues Band, al momento un ensemble di 10 elementi (anche se in copertina se ne vedono otto), ha raccolto il testimone del blues, ed ora, sotto gli auspici della Ruf Records e con l’aiuto del produttore esecutivo Terry Harvey, realizza The Soul Of The King, un tributo alla musica del Maestro, attraverso la rivisitazione di alcuni classici di Riley B. King e alcuni brani composti per l’occasione dai componenti della band. Sono della partita anche quattro ospiti di pregio come Kenny Wayne Shepherd, Taj Mahal, Joe Louis Walker, Kenny Neal e il nuovo vocalist del gruppo, Michael Lee, presente solo nella conclusiva The Thrill Is Gone. Nel disco cantano anche, oltre agli ospiti, il trombettista e leader della band James Boogaloo Bolden, il bassista ed abituale voce solista Russell Jackson e il sassofonista Eric Demmer, con un piccolo aiuto da parte delle voci femminili di Diunna Greenleaf e Mary Griffin. Il risultato, manco a dirlo (ma non era scontato), è assolutamente delizioso, con alcune punte di eccellenza, e forse qualche brano dove le versioni sono fin troppo simili agli originali, ma d’altronde le hanno suonate sempre loro! Senza fare un lungo elenco di nomi, a parte i principali appena citati, basta dire che ci sono due batteristi, un tastierista, un bassista, un chitarrista e una sezione fiati con ben cinque elementi ,che garantiscono un suono pieno ed esuberante:

Irene Irene apre le danze, con la rovente chitarra di Kenny Wayne Shepherd ad offrire un diverso punto di prospettiva rispetto al più elegante per quanto intenso solismo di B.B., mentre i fiati punteggiano questa ottima ballata, cantata con sicurezza dalla voce vissuta di Russell Jackson https://www.youtube.com/watch?v=nlqaZAFGshI . Sweet Little Angel , uno dei capolavori assoluti di King è uno di quei brani sulla falsariga dell’originale, con organo e fiati in grande spolvero, e Kenny Neal, alla solista e all’armonica, per una interpretazione che cerca, riuscendoci, di non fare rimpiangere l’originale https://www.youtube.com/watch?v=ePD8DECct6c , ottima anche There Must Be A Better World Somewhere, ballata notturna e splendida, con un sax languido e una interpretazione vocale da brividi di Diunna Greenleaf, per non dire di Paying The Cost To Be The Boss , un vibrante e swingato duetto, con un dancing bass eccellente di Jackson, e un duetto inconsueto tra Mary Griffin e un pimpante Taj Mahal, al posto dell’armonica un assolo di sax di Demmer. Low Down è uno dei brani scritti per l’occasione, con tuba e tromba che gli conferiscono uno spirito molto New Orleans, grazie anche ad un ritmo sincopato e all’ottimo Jackson sempre impeccabile tra voce e basso, anche She’s The One è stata scritta per l’occasione, una sognante ballata con l’organo e il sax in grande spolvero, cantata appunto Demmer, mentre Taking Care Of Business, un ottimo funky, rimanda al sound del periodo di King con i Crusaders, canta ancora Jackson e l’assolo di chitarra sinuoso è di Wilbert Crosby.

Becoming The Blues è un intenso duetto di blues old school, una ballatona cantata da Jackson e la Greenleaf, con Neal all’armonica, brano che poi prende corpo e cresce nella seconda parte, con un ottimo Crosby alla solista https://www.youtube.com/watch?v=vyRU5GMC0Ew , seguita da Hey There Pretty Woman, cantata da Bolden, che rimanda al BB King anni ’70, più leggero e orecchiabile, non male anche Here Today, Gone Tomorrow, molto swingata  e mossa, che cede poi spazio ad una sontuosa , come da titolo, Regal Blues, con Joe Louis Walker che fa il BB King della situazione, con una grande prestazione in ricordo dei tempi andati, alla voce e alla solista. Molto bella anche la jazzata Pocket Full Of Money, una canzone quasi da crooner cantata da Bolden, che però non può competere con l’impeto vocale e chitarristico del grande B.B., che invece l’ottimo Michael Lee cattura in parte (l’originale era un capolavoro) in una versione esemplare e più contemporanea di The Thrill Is Gone. B.B. King avrebbe sicuramente approvato i suoi vecchi discepoli.

Bruno Conti