Novità Di Agosto Parte I. John Hiatt, Kenny Wayne Shepherd, O.A.R., Keb Mo’, Drive-By Truckers, Fountains Of Wayne, Richard Buckner, Eccetera

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Come già ho ricordato, mentre in Italia nel mese di Agosto il mercato discografico se ne va in siesta, negli Stati Uniti e in Inghilterra è uno dei momenti più densi di uscite interessanti, quindi vediamo cosa esce il 2 agosto.

Tanto per gradire, il nuovo John Hiatt Dirty Jeans and Mudslide Hymns, ennesimo capitolo della carriera del cantautore di Indianapolis, ventesimo album di studio e quinto per la New West. Sto ascoltandolo in questi giorni e mi riprometto di riferire nei prossimi giorni (tanto anche le riviste di settore sono in ferie), nel frattempo vi anticipo che, come al solito è molto bello (ma qui sono parziale, visto che è uno dei miei preferiti), nuovo produttore, Kevin Shirley lo stesso di Bonamassa, ma il suono non cambia poi di molto, e stessa band del disco precedente con Doug Lancio alla chitarra. E come al solito c’è anche la versione CD+DVD con il making of del disco e dei brani ripresi durante l’incisione del disco.

Nuovo disco anche per Kenny Wayne Shepherd dopo lo strepitoso Live! In Chicago dello scorso anno. Si chiama How I Go, esce per la Roadrunner, molto alla Bonamassa direi, forse qualche ballata in più, grandi assoli come di consueto e tre cover di spessore, Oh, Pretty Woman di Albert King, Backwater Blues di Bessie Smith e Yer Blues dei Beatles. Manco a dirlo c’è anche una Special Edition, singola, in formato digipack, ma con 4 brani in più.

E, dopo il quadruplo Live Rain or Shine, nuovo album di studio per gli O.A.R. (Of A Revolution), titolo King, viene pubblicato dalla Sbme (Sony Bmg/Wind Up). Decisamente più commerciale del solito per la jam band americana, c’è anche un brano King con Russell Simmons e Dj Logic, qualche brano leggermente reggato e, ovviamente, la versione Deluxe con quattro brani in più nella versione audio e 2 brani acustici nel DVD, nonchè la presentazione del disco e un’intervista track by track.

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Keb Mo’ The Reflection viene pubblicato dalla Yolabelle International, un po’ più elettrico e jazz and soul del solito. Ci sono molti ospiti: David T. Walker, India.Arie, Vince Gill, Marcus Miller, Mindi Abair e Dave Koz. Solita voce bellissima e melliflua, suono molto più fusion alla George Benson. Bella la cover di One of These Nights degli Eagles.

Se non avete nulla dei Drive-By Truckers, questo Ugly Buildings, Whores and Politicians – Greatest Hits 1998-2009 raccoglie il meglio del loro periodo con la New West. Brani scelti da Patterson Hood con un paio di versioni “alternative”. Ottimo rock classico.

Anche i Fountains Of Wayne pubblicano un nuovo album: Sky Full Of Holes, etichetta Yep Rock negli States e Lojinx in Europa. Pensavo si fossero sciolti ma poi ho verificato e ho visto che anche il precedente era uscito a 4 anni di distanza da quello prima e così andando a ritroso. Se amate il loro power-pop-rock spensierato non ci sono molte variazioni rispetto al solito.

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Richard Buckner è uno di quei “beautiful losers” che spesso cito in questo Blog, amatissimo dai colleghi è uno dei secreti meglio custoditi della musica internazionale. I suoi album sono sempre molto belli ed inconsueti ed anche questo Our Blood che esce per la Merge Records non cambia le cose. Atmosfere sospese e rilassate e una voce alla Nick Drake. Sono passati 5 anni dal precedente Meadow ma i fans saranno contenti e neofiti sono bene accetti!

Anche Rod Picott è cantautore di “culto”, questo Welding Burns esce dopo tre anni dal precedente See Your Heart With Wires registrato in coppia con Amanda Shires. La bella cantante e violinista è sempre presente come pure Will Kimbrough. Se volete scoprire perché è uno dei preferiti di Mary Gauthier e Slaid Cleaves questa è l’occasione buona. Distribuzione autogestita.

E per finire, nuovo disco per i They Might Be Giants, Join Us, in America su etichetta Rounder è già uscito da un paio di settimane.

E’ tutto anche per oggi.

Bruno Conti

Forse E’ La Volta Buona! Kenny Wayne Shepherd – Live! In Chicago

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Kenny Wayne Shepherd – Live! In Chicago – Roadrunner/Warner

Kenny Wayne Shepherd è stato uno dei tanti bambini prodigio della chitarra che negli anni ’90 spuntavano come funghi nelle classifiche americane, lui, Jonny Lang, e Joe Bonamassa erano sicuramente quelli che parevano più dotati di classe, quelli che avrebbero potuto colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa di Stevie Ray Vaughan. Poi, per varie ragioni, nessuno dei tre ha mantenuto appieno le promesse palesate, forse Bonamassa a parte.

Shepherd, nativo di Shreveport, Louisiana aveva esordito con un ottimo album Ledbetter Heights, che vendette mezzo milione di copie nel 1995, anno della sua uscita; lo stesso anno finì al terzo posto nel referendum della rivista Guitar World tra i chitarristi Blues (Curiosi! I primi due erano B.B.King e Clapton). Due anni dopo usciva Trouble is…, ancora un buon album, il primo con l’eccellente cantante Noah Hunt in formazione. Ne sono seguiti altri due, né carne ne pesce, fino alla pubblicazione nel 2007 di 10 Days Out, un CD con DVD annesso che documentava un giro per gli States di 10 giorni dove Sheperd andava ad incontrare alcuni dei grandi del Blues per registrare dei brani con loro e il tutto culminava in un estratto di un concerto dal vivo tenuto per l’occasione.

Quel disco era buono, molto buono il primo che rendeva veramente conto delle qualità del “ragazzo” che nel frattempo ha compiuto 33 anni. Ma ora, finalmente, questo disco dal vivo gli rende pienamente giustizia: registrato nel corso dello stesso tour è il documento di un concerto tenuto a Chicago alla House of Blues, e che concerto ragazzi! Tutti si erano sempre chiesti perché il nostro amico non avesse ancora pubblicato un bel Live? Perché aspettava il momento e l’occasione giusta. Se un appunto si può fare è che il disco dura “solo” 75 minuti, soprattutto considerando che il concerto è durato quasi 3 ore, l’altra domanda è perché non anche in DVD? Le risposte sono legate alle imperscrutabili logiche commerciali delle majors del disco.  Nel frattempo godiamoci questo fantastico concerto dal vivo: un Noah Hunt alla voce più un Kenny Wayne Shepherd alla chitarra fanno uno Stevie Ray Vaughan? In questa occasione sì!

Il cantante è in serata di grazia, Shepherd anche di più (considerando che quella serata era pure malato, come ricorda lui stesso, ma poi l’adrenalina dell’occasione prende il sopravvento) e il risultato si sente. Merito anche agli altri musicisti coinvolti: Riley Osbourn al piano e all’organo B3, Chris Layton alla batteria (e solo per quella serata anche Tommy Shannon al basso, volato a Chicago per l’occasione) a ricreare i leggendari Double Trouble. Detto di Hunt, un vocalist poco conosciuto ma di grande spessore citiamo anche gli ospiti della serata: il grande chitarrista cieco Bryan Lee, il primo ad avere creduto nelle possibilità di Sheperd quando era un ragazzino di 13 anni e che lo ha spesso ospitato nei suoi dischi Live, il grande Willie Big Eyes Smith dall’ultima band di Muddy Waters, il concittadino Buddy Flett, grande Slide guitarist e il “mito” della chitarra Hubert Sumlin (ma son tutti grandi? Tre grandi e un mito, facendo la conta).  Tutti bravissimi ma il vero protagonista è Kenny Wayne Shepherd, o meglio la sua chitarra che ne è l’estensione: in serata di grazia, inanella una serie di assoli inesauribile, uno più bello e devastante dell’altro, un vero campionario della chitarra Blues (e Rock) in tutte le sue immense possibilità, shuffles, brani hendrixiani, lenti blues in puro Chicago style, boogie rock ferocissimi non manca veramente nulla.

Volete qualche titolo? OK, in ordine sparso l’iniziale travolgente Somehow, Somewhere, Someday SRV allo stato puro, impressionante per la fluidità con cui gli assoli fluiscono dalla chitarra con assoluta naturalezza, l’eccellente King’s Highway con l’organo di Osbourn a duettare con la chitarra di Shepherd, la quasi hendrixiana True Lies, la bluesatissima (se si può dire) Deja Voodoo, uno dei suoi cavalli di battaglia, con il piano di Osbourn in evidenza e la chitarra di Shepherd che sviluppa sonorità non dissimili da quelle del grande Roy Buchanan, in un crescendo favoloso. Lo shuffle di Sell My Monkey dal repertorio di B.B.King, la cover di Dance For Me Girl di Buddy Flett dove attizzato dal compaesano accende una sfida a colpi di slide e la sua solista da leggenda. Basta perché li sto citando tutti, ma fatemi ricordare almeno il finale, con una I’m a King Bee da annali del rock-blues e, comunque, non c’è un brano di qualità meno che buona. Per chi ama il rock, il blues e i concerti dal vivo, tutto in un colpo!

Questa, cazzarola, c’è solo nella versione per iTunes.

Bruno Conti