Peccato Che Non Sia Previsto Il DVD (Per Ora). Joni 75: A Birthday Celebration Joni Mitchell Tribute Concert. Esce l’8 Marzo

Various Artists Joni 75 A Birthday Celebration Joni Mitchell tribute concert

Joni 75: A Birthday Celebration – Joni Mitchell Tribute Concert – Decca/Universal 08-03-2019

Lo scorso novembre, in due serate tenute al Music Center del Dorothy Chandler Pavillion di Los Angeles, si è tenuto questo concerto benefico in tributo a Joni Mitchell, per festeggiare il suo 75° compleanno, che è stato appunto il 7 novembre. Le serate sono state riprese dal regista Martyn Atkins, per un film di due ore che include anche interviste effettuate nel dietro le quinte dell’evento, e il tutto verrà trasmesso al cinema, solo in Canada e Stati Uniti, per un unico giorno, il 7 febbraio, poi andrà in onda sulla PBS, la televisione pubblica americana, ma, almeno per ora, purtroppo, niente DVD.

joni mitchell 75 movie

La lista completa dei brani eseguiti nel concerto, ed i musicisti presenti allo stesso, è la seguente:

 “Joni 75” setlist:

1. Court and Spark – Norah Jones 
2. Coyote – Glen Hansard 
3. For the Roses – Diana Krall
4. Blue – Rufus Wainwright 
5. Cold Blue Steel – Emmylou Harris 
6. The Magdalene Laundries – Emmylou Harris 
7. Help Me – Chaka Khan 
8. Dreamland – Los Lobos with La Marisoul, Cesar Castro, Xochi Flores and Chaka Khan
9. Nothing Can Be Done – Los Lobos with La Marisoul
10. River – James Taylor
11. Both Sides Now – Seal 

[Intermission]

1. Our House – Graham Nash 
2. A Strange Boy – Seal 
3. All I Want – Rufus Wainwright
4. Borderline – Norah Jones
5. Amelia – Diana Krall
6. The Boho Dance – Glen Hansard
7. A Case of You – Kris Kristofferson with Brandi Carlile
8. Down To You – Brandi Carlile
9. Two Grey Rooms – Chaka Khan
10. Woodstock – James Taylor 
11. Big Yellow Taxi – full cast

Ma purtroppo, come spesso capita per questi eventi, solo 16 delle esibizioni verranno pubblicate nel CD in uscita il prossimo 8 marzo (festa della donna, sarà un caso?). Dai resoconti che ho letto della serata i brani più apprezzati dal pubblico sono stati la versione di Seal di Both Sides Now, la cui presenza, come quella di altri artisti era stata espressamente richiesta dalla stessa Joni, e che ha ricevuto una standing ovation alla fine della canzone, come pure Brandi Carlile (una grandissima fan), che con la sua voce pura e cristallina da contralto è la più vicina come stile alla giovane Mitchell, ha cantato splendidamente Down To You, ed è risultata con Diana Krall, più vicina alla voce matura della Mitchell della seconda fase della carriera (alle prese con due capolavori come Amelia For The Roses), quelle che hanno raccolto i maggiori apprezzamenti dalla critica. Per il resto c’erano anche alcuni amici dell’epoca californiana dei primi anni ’70, nella fattispecie Kris Kristofferson JamesTaylor, che aveva suonato in due pezzi di Blue, non quelli interpretati nella serata, oltre alla vecchia fiamma Graham Nash che è stato l’unico a cantare un pezzo non composto da Joni Mitchell, quella Our House che raccontava la loro breve ma intensa storia d’amore. Nella pattuglia femminile presenti anche Emmylou Harris che ha candidamente confessato che la parte di chitarra di Cold Blue Steel (non presente nel CD) era decisamente superiore alle sue capacità tecniche, troppo complessa, Chaka Khan, che cantava nell’originale di Dreamland, qui eseguita dai Los Lobos, mentre lei ha cantato Help Me e Two Grey Rooms, infine Norah Jones. Quindi complessivamente un ottimo cast, con qualche mancanza significativa.

La house band che accompagnava i musicisti era strepitosa: guidata dal batterista Brian Blade e dal pianista Jon Cowherd, con l’aggiunta di Greg Leisz Marvin Sewell alle chitarre, Ambrose Akinmusire alla tromba, Jeff Haynes  percussioni, Chris Thomas basso, Bob Sheppard sax e fiati vari, e per la seria a volte ritornano, Scarlet Rivera al violino. Ecco la lista dei brani inclusi nel CD.

1. Dreamland – Performed by Los Lobos
2. Help Me – Performed by Chaka Khan
3. Amelia – Performed by Diana Krall
4. All I Want – Performed by Rufus Wainwright
5. Coyote – Performed by Glen Hansard
6. River – Performed by James Taylor
7. Both Sides Now – Performed by Seal
8. Our House – Performed by Graham Nash
9. A Case Of You – Performed by Kris Kristofferson & Brandi Carlile
10. Down to You – Performed by Brandi Carlile
11. Blue – Performed by Rufus Wainwright
12. Court And Spark – Performed by Norah Jones
13. Nothing Can Be Done – Performed by Los Lobos
14. The Magdalene Laundries – Performed by Emmylou Harris
15. Woodstock – Performed by James Taylor
16. Big Yellow Taxi – Performed by La Marisoul, James Taylor, Chaka Khan, and Brandi Carlile

Ne parleremo più diffusamente al momento dell’uscita, per ora prendete nota.

Bruno Conti

Una Delle Ultime Grandi Voci Della Soul Music “Vera”! Otis Clay – Live In Switzerland, 2006

otis clay live in switzerland

Otis Clay – Live In Switzerland, 2006 – 2 CD S’more Entertainment/Rockbeat Records

L’8 gennaio di quest’anno ci ha lasciato anche Otis Clay, due giorni prima della morte di David Bowie, notizia che ha però inevitabilmente oscurato la scomparsa del grande cantante soul (e blues). Una delle ultime grandi voci storiche dell’epoca d’oro della musica nera, forse dalla carriera non ricca di grandi successi discografici: lo si ricorda soprattutto per Trying To Live My Life Without You, un brano che comunque raggiunse una posizione solo intorno alla centesima delle classifiche, e che faceva parte dell’album omonimo pubblicato per la Hi Records di Willie Mitchell, pezzo che molti ricordano anche per la bella versione che ne fece Bob Seger sul Live del 1981 Nine Tonight. E proprio nei concerti dal vivo ha costruito la propria reputazione Otis Clay: con una serie di album pubblicati tra il 1978 e il 1985, culminati nello strepitoso Soul Man – Live In Japan, un doppio poi uscito anche in CD, che è la vera quintessenza del grande soul, del rhythm and blues più sanguigno, entrambi innervati da potenti dosi di gospel, la musica che Clay aveva praticato nella lunga fase precedente la sua “conversione” alla musica secolare.

In possesso di una grande voce Clay, nei due anni che hanno preceduto la sua morte aveva pubblicato una coppia di album di duetti, entrambi notevoli: il primo Soul Brothers con Johnny Rawls, un altro dei monumenti della musica nera, e l’altro This Time Is For Real, insieme al suo discepolo e amico bianco Billy Price. Entrambi vincitori di svariati premi di categoria nelle varie poll di categoria di fine anno. Questo Live In Switzerland, 2006, registrato a Bellinzona nel giugno di quell’anno è un giusto compendio e commiato per la carriera di un cantante spesso sottovalutato e poco ricordato, anche dagli appassionati del genere. Accompagnato da una ottima band, con tre musicisti ai fiati, tre voci femminili di supporto e la consueta formazione chitarra-organo-basso e batteria, il grande Clay sciorina il suo repertorio con una classe ed un carisma invidiabili: serata calda in quel di Bellinzona, con il concerto che si apre con il consueto brano strumentale per scaldare i muscoli dei musicisti, una Hard Working Man rilassata, tra jazz e R&B. la qualità sonora è molto buona senza essere eccelsa (non a livello del Live In Japan) ma si apprezza subito la vocalità del nostro nell’inizio affidato a Here I Am ( Come and Take Me), un mid-tempo dove la voce rauca e vissuta di Clay, sostenuta da coriste e sezioni fiati, comincia a spaziare tra soul e errebì energico, You’re The One I Choose è il primo brano dalla chiara impronta gospel, poi secolarizzata in un sincopato arrangiamento con i fiati ben in evidenza, la voce forse non ha più la potenza di un tempo ma il mestiere e la “gigioneria” del vecchio marpione emergono quando serve.

I Can Take You To Heaven Tonight, un lungo brano dal repertorio del grande Bobby “Blue” Bland, è la prima di una serie di ballate deep soul, sanguigne e di notevole intensità, Clay inizia a titillare il pubblico con le malizie del veterano soulman, poi virate verso il R&B energico di una A Nickel And A Nail che era il cavallo di battaglia del compagno di etichetta O.V. Wright, cantata con grande verve e incorniciata da un ottimo assolo di chitarra di John Randolph. Sho Wasn’t me era un pezzo di southern soul abbastanza recente di Ronnie Lovejoy, presente nel disco del 2005 di Clay Respect Yourself, altra grande ballata, sempre tratta dallo stesso disco che era quello in promozione nel concerto in Svizzera del 2006; seguita da For The Good Times, si tratta proprio del classico brano scritto da Kris Kristofferson e cantato da Ray Price (e da mille altri), introduzione e versione da brividi, con Clay che si immerge cuore, anima e polmoni nella canzone, interpretata in modo splendido, veramente da manuale del deep soul. E pure If I Could Reach Out, il brano di George Jackson, è un brano tra soul e R&B da applausi a scena aperta, cantata con grande abbandono da Otis Clay. Fine del primo CD, il secondo dura poco, circa 35 minuti, solo tre brani, ma con un medley colossale di Love And Happiness/Soul Man/I Just Wanna Testify e Respect Yourself, con introduzione e presentazione della band che sono quasi più coinvolgenti di interi concerti di altri artisti, e il lungo medley, oltre 23 minuti, è comunque preceduto da una magica When Heart Grow Cold, altro “lentone” dal repertorio di Bobby Bland, di quelli strappalacrime, buoni sentimenti e classe immensa. Ma il medley conclusivo è al limite della perfezione, difficile ai giorni nostri fare della musica soul così carica di energia, viva e vegeta, tra i picchi e la vallate continue della interpretazione, a dispetto del poco rispetto che il vero soul ha nei tempi odierni, sarebbe un peccato non ascoltare questa testimonianza sonora dell’arte di Otis Clay.

Bruno Conti