I Primi (Neanche Tanto Timidi) Passi Del Leone Di Detroit. Bob Seger & The Last Heard – Heavy Music

bob seger heavy music 7-9

Bob Seger & The Last Heard – Heavy Music: The Complete Cameo Recordings 1966-1967 – ABKCO CD

Proprio nei giorni in cui il grande Bob Seger annuncia che nel 2019 terrà il suo tour d’addio alle scene (ed ultimamente quando qualcuno dei nostri eroi fa certe affermazioni, data l’età, bisogna purtroppo cominciare a credergli) la ABKCO immette sul mercato questo Heavy Music, un CD che, come recita il sottotitolo, raduna tutti i brani incisi dal nostro in gioventù per la Cameo-Parkway, quando era il leader di un quartetto denominato The Last Heard. In quegli anni Seger era parecchio attivo nella scena musicale di Detroit, ma questa fu la prima band con la quale incise del materiale ufficiale, per la precisione cinque singoli (e nessun album), i quali ebbero qualche riscontro locale ma ben poca esposizione a livello nazionale. Questo CD raduna per la prima vota i lati A e B di quei 45 giri, ed anche se non ci sono inediti vorrei sfidare chiunque ad ammettere che possiede i dischi originali. Ma che Bob Seger abbiamo in queste incisioni?

Beh, se pensate di avere di fronte lo splendido musicista di album come Night Moves, Stranger In Town o Against The Wind è meglio che cambiate opinione: in Heavy Music il nostro è ancora piuttosto ingenuo, molto derivativo in alcuni momenti, ed indeciso su quale direzione prendere. Infatti queste dieci canzoni alternano rock’n’roll, rhythm’n’blues, soul, garage e perfino musica californiana alla Beach Boys, ma c’è da dire che la forza, la grinta e l’energia sono già quelle del rocker che impareremo a conoscere e ad amare in seguito: diciamo che se non avete nulla (o poco) del nostro non dovete cominciare da questa compilation, ma di sicuro se siete dei fans gli spunti interessanti non mancano di certo. Oltre a Seger, che suona chitarra, piano ed organo, i Last Heard sono formati da Carl Lagassa alla chitarra, Dan Honaker al basso e Pep Perrine alla batteria (tranne che sul primo singolo del 1966, dove il chitarrista era Doug Brown): va detto che la sezione ritmica di Honaker e Perrine è la stessa che Bob si porterà nei Bob Seger System. La title track è certamente il brano più popolare della raccolta, dato che Bob lo riproporrà saltuariamente anche con la Silver Bullet Band (era anche nel mitico Live Bullet), ed è un energico pezzo a metà tra rock ed errebi, molto influenzato dalle torride performance di Otis Redding: la voce già formata, unita ad un feeling massiccio e ad una grinta notevole nobilitano il pezzo.

East Side Story sembra invece una outtake dei Them (ha dei punti in comune con Gloria): ritmo sostenuto, organo tipicamente sixties ed una vocalità debordante; Chain Smokin’ è un pezzo cadenzato e decisamente annerito, con una chitarrina insinuante (ed anche qui Bob si scatena nel finale), mentre Persecution Smith è chiaramente dylaniana, ma con un’energia strumentale da garage band (ottima la chitarra): fa quasi tenerezza ascoltare Seger, cioè uno che in futuro diventerà un grande, tenere i piedi in così tante scarpe. L’orecchiabile Vagrant Winter ha una melodia pop ma è anch’essa suonata in maniera forsennata, quasi come se la backing band fossero i Sonics, Very Few è l’unica ballata del disco, un brano lento ed etereo guidato dal piano ma con Bob che non sembra esattamente a suo agio (nei settanta diventerà un signor balladeer, ma qui è quantomeno acerbo), mentre in Florida Time sembra di sentire i Beach Boys sotto steroidi (il motivo mi ricorda non poco quello di 409), un pezzo solare e gradevole, ancorché parecchio derivativo. Sock It To Me Santa è un singolo natalizio, con Bob che fa il verso a James Brown e rocca di brutto; chiudono il breve CD (25 minuti) la seconda parte di Heavy Music, non molto diversa dalla prima, ed una versione strumentale di East Side Story intitolata East Side Sound.

Nel biennio 1966-1967 Bob Seger aveva già dentro si sé i germogli del rocker che sarebbe diventato in seguito, ed Heavy Music, quantunque destinato prettamente ad un pubblico di estimatori e completisti, è un dischetto importante per comprendere appieno il suo personale percorso di crescita.

Marco Verdi