Un Altro Che Se Ne Va! E’ Morto “Lemmy” Dei Motorhead.

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Ho aperto questo breve ricordo su Ian Fraser “Lemmy” Kilmister con l’immagine che si trova aprendo il sito dei Motorhead, il suo gruppo storico, in quanto mi sembra che sintetizzi alla perfezione la sua personalità. Lemmy, come lo conoscevano tutti, è morto il 28 dicembre, a 70 anni, dopo una malattia brevissima: aveva saputo di avere un tumore estremamente aggressivo il 26 dicembre e solo due giorni dopo se ne è andato. Una delle figure storiche dell’heavy metal e dell’hard rock inglese (ma prima, per alcuni anni anche negli Hawkwind, la grande band britannica di space rock), ha vissuto i suoi anni migliori, quelli dei Motorhead, che peraltro si sono protratti fino ai giorni nostri, con gli album pubblicati sul finire degli anni ’70. Questo quartetto di dischi rimane tra i must di chi ha amato e ama questo genere…

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Periodo culminato con la pubblicazione del leggendario Live No sleep ‘til Hammersmith che nel 1981 raggiunse il 1° posto delle classifiche inglesi, un fatto rarissimo per un disco dal vivo di qualsiasi genere.

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Quindi aggiungiamo un ennesimo Rest In Peace in questo 2015 funestato da molte morti.

Bruno Conti

Oscure E “Rumorose” Trame Sonore. Midnight Ghost Train – Cold Was The Night

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The Midnight Ghost Train – Cold Was The Ground – Napalm Records

Vengono da Topeka, Kansas, o meglio, questi Midnight Ghost Train nascono a Buffalo, nello stato di New York, nel 2008, ma già nel 2010 sono nel Kansas dove registrano il primo album omonimo nel loro studio casalingo, ora con questo Cold Was The Ground approdano al terzo disco di studio, inframmezzato da un disco dal vivo, uscito nel 2013. Si tratta del primo album pubblicato dopo avere firmato per la Napalm Records, etichetta austriaca nota per il suo catalogo di heavy metal estremo, ma che ogni tanto si cimenta anche con gruppi dell’area stoner e hard rock più classico. La prima cosa che colpisce è la copertina inquietante del CD, una foto da american gothic, alleggerita e mitigata dalla foto sul retro che ci presenta una “panterona” discinta su un divano, che ammicca verso la camera del fotografo. Lo stile musicale, come forse si intuisce da questa breve presentazione, oscilla appunto tra lo stoner rock cattivo di band come Fang, Clutch ed altre simili, che abitualmente non frequento nei miei ascolti musicali, ma che hanno ovviamente un loro seguito e anche elementi dei Kyuss, tra i progenitori del genere, e andando più indietro, il classico hard dei primi Black Sabbath. La voce del leader, cantante e chitarrista della band, Steve Moss, è stata descritta come una via di mezzo tra Chuck Billy (sempre per non chi frequenta, cantante della band trash metal dei Testament) e Tom Waits, e qui conosciamo.

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Per il sottoscritto mi sembra più avvicinarsi ai “cantanti” di band di death metal nordiche, e quindi non propriamente tra i miei preferiti, francamente faccio abbastanza fatica (per usare un eufemismo) a digerire questo stile canterino (Lemmy è un “raffinatone” al confronto), ma la parte prettamente strumentale non è male: il classico heavy power trio, direi assai heavy, pochissimi gli assolo, quasi assenti, comunque capace di escursioni in un rock-blues sporco e cattivo, molto “polveroso”, dove le storie di donne, birra, tabacco e whisky si mescolano a narrazioni più oscure in cui voodoo, dark ladies, pastori protestanti e strani personaggi che popolano le lande americane si confondono con atmosfere musicali laddove anche una certa dose di southern rock (giusto un briciolo), quello più cattivo, neanche a dirlo, si amalgama con il desert rock e il primo heavy metal degli anni ’70. Quindi siete stati avvisati e sapete cosa aspettarvi ascoltando questo disco.

Se siete ancora qui, vediamo anche una breve disamina dei brani contenuti in Cold Was The Ground. Il suono è duro e grezzo, la voce è difficile da digerire (ma anche Tom Waits, fatte le debite proporzioni, non è un cantante “facile”, però ha un suo lato romantico, totalmente assente nell’attitudine di questo Steve Moss): Among The Chasm, l’intro strumentale, sembra un brano di Master Of Reality dei Sabbath (o dei Masters Of Reality), con ampio uso di wah-wah, mentre già in Gladstone le atmosfere si stemperano e si fanno più complesse, pur se in un ambito costantemente heavy https://www.youtube.com/watch?v=L1ep1mzAsi8 , anche se l’ascolto della vocalità di Moss è da subito “faticoso” per non i non adepti, con il suo timbro ursino. BC Trucker, un inno ai conducenti di camion, accelera i tempi verso un classico metal seventies con un suono denso di riff https://www.youtube.com/watch?v=0sCRSZPfHHA , mentre Arvonia   vira verso lo stoner, o desert rock, se preferite, alla Kyuss, con chitarre, basso e batteria che pestano di brutto, con leggere variazioni sul tema https://www.youtube.com/watch?v=fvUZB0ft-7g . One Last Shelter, è un altro strumentale, che, tra accelerazioni e frenate, si muove sempre negli stessi territori https://www.youtube.com/watch?v=32YmNIldGJ0 , seguito da un’altra durissima The Canfield. Insomma, più o meno ci siamo capiti, 227 è un blocco unico, granitico, mentre per Little Sparrow, parlando di passerotti, Moss ci concede un attimo di tregua, quasi waitsiano nella sua inconsueta, per lui, lievità. Ma è un attimo, le conclusive Twins Souls e Mantis, i brani più lunghi del disco, tornano sulle consuete coordinate di “viulenza abatantuoniana”.

Bruno Conti

“Viaggi Spaziali”, Nel Nuovo Cofanetto EMI Dedicato Agli Hawkwind – Parallel Universe

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HawkwindParallel Universe/A Liberty-U.A. Anthology 1970-1974 -3CD – EMI Catalogue

Prosegue la meritoria serie di cofanetti dedicata dalla EMI inglese alla ripubblicazione di materiale classico dai propri archivi. Nel caso di questo box degli Hawkwind non è stata applicata la tecnica dell’opera omnia come era stato fatto per Hollies, Frankie Miller, UFO e Barclay James Harvest recentemente ma si è optato per un disco triplo ricco di rarità e inediti ed una selezione di materiale da quel periodo. “Opera omnia” ovviamente è riferito solo a quanto inciso per le etichette del gruppo EMI e, in ogni caso, il cofanetto ha il solito prezzo molto contenuto, sotto i 20 euro.

Ecco la track list completa, in uscita il 22 agosto p.v.:

Track List – Disc 1:
01. Hurry On Sundown [original mono single]
02. Mirror Of Illusion [mono single edit]
03. You Know You’re Only Dreaming [original 1970 version] * previously unreleased *
04. Reason Is [alternate version] * previously unreleased *
05. Be Yourself [alternate mix] * previously unreleased *
06. Seeing It As You Really Are [from the album: ‘Hawkwind’]
07. Hog Farm * previously unreleased *
08. Kiss Of The Velvet Whip [aka ‘Sweet Mistress Of Pain’ – 1971 version] * previously unreleased *
09. You Shouldn’t Do That [from the album: ‘In Search Of Space’]
10. Master Of The Universe [original vocal take] * previously unreleased *
11. Children Of The Sun [from the album: ‘In Search Of Space’]
12. Paranoia [‘Greasy Truckers Party’ version – live]

Track List – Disc 2:
01. Brainstorm [from the album: ‘Doremi Fasol Latido’]
02. Space Is Deep [from the album: ‘Doremi Fasol Latido’]
03. Lord Of Light [from the album: Doremi Fasol Latido’]
04. Take What You Can * previously unreleased *
05. Silver Machine [original single mix]
06. Seven By Seven [original single alternate vocal mix] * previously unreleased *
07. Born To Go [‘Space Ritual’ version – live]
08. Down Through The Night [‘Space Ritual’ version – live]
09. Accumulator [‘Space Ritual’ version – live]
10. Sonic Attack [‘Space Ritual’ version – live]

Track List – Disc 3:
01. Ejection
02. Urban Guerrilla [original single]
03. Brainbox Pollution [full-length version] * previously unreleased *
04. It’s So Easy [original studio version] * previously unreleased *
05. You’d Better Believe It [Rockfield studios version] * previously unreleased *
06. Psychedelic Warlords {Disappear In Smoke} [single version]
07. Wind Of Change [alternate version] * previously unreleased *
08. Paradox [remix – single edit]
09. Hall Of The Mountain Grill [from the album: ‘Hall Of The Mountain Grill’]
10. Lost Johnny [from the album: ‘Hall Of The Mountain Grill’]
11. D-Rider [‘1999 Party’ version – live]
12. Watcher [‘1999 Party’ version – live]               

Per gli amanti del gruppo di Dave Brock (e Lemmy) un vero must.

Bruno Conti