Gli “Antenati” Dei Led Zeppelin. Yardbirds – Yardbirds ’68

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Yardbirds – Yardbirds ’68 – JimmyPage.com 2 CD – 2 LP

Qualche breve considerazione prima di entrare nel dettaglio di questo Yardbirds ’68. La prima è che siamo di fronte ad un fior di album e quindi lo consigliamo caldamente (mi è venuto il plurale maiestatis; come il Papa, oppure come i recensori delle pubblicazioni “serie”, che chissà perché si esprimono in quarta persona, o prima plurale se preferite, come se parlassero per tutta la rivista e non solo per sé stessi): ma, ci sono ovviamente dei ma, più di uno. Innanzi tutto il fatto che il CD, uscito per la http://www.jimmypage.com/, l’etichetta personale di Jimmy Page, è abbastanza difficile da reperire (a parte qualche distributore volonteroso), non sarebbe neppure costosissimo, ma le spese di spedizione influiscono parecchio sul prezzo di questo doppio CD. Di cui, scusate, ma devo dirlo, il primo dischetto dura poco più di 40 minuti, il secondo, quello con gli inediti, circa 28, quindi ci sarebbe stato tutto comodamente su un singolo. Certo, c’è anche un bel libretto nella confezione, e se la vostra disponibilità economica lo permette, ci sarebbe pure la confezione limitata con CD e vinili, autografata da Jim McCarty, Chris Dreja e Jimmy Page, i tre Yardbirds ancora viventi, a “sole” 400 sterline.

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https://www.youtube.com/watch?v=kNuQPTzuof4

Questo disco in effetti sarebbe il famoso (e famigerato) Live Yardbirds, registrato all’Anderson Theatre di New York il 30 marzo del 1968, in uno dei due concerti tenuti quel giorno nella venue del Lower East Side, durante l’ultimo tour americano della band inglese, poi completato a luglio. Come è noto, curiosamente, il chitarrista che più a lungo ha militato nel gruppo è proprio Page: Eric Clapton ha suonato dall’ottobre 1963 a fine marzo ’65, dopo la svolta “commerciale” non gradita di For Your Love, Jeff Beck è presente nel periodo più glorioso, sempre da marzo ’65, alla primavera estate del 1966, in tempo per partecipare al Festival di Sanremo di quell’anno, e con l’ingresso di Jimmy Page, alla colonna sonora di Blow-Up. Da lì in avanti il chitarrista sarà Page, la band registrerà Little Games, qualche singolo senza successo https://www.youtube.com/watch?v=PO9s__cmwfM , e, su insistenza della loro etichetta americana Epic, un disco dal vivo, come commiato dai fans. Disco dalla vita tribolatissima: pubblicato solo in vinile, con note d Lenny Kaye (e in Stereo 8, così ho letto), disco che io personalmente non ho mai visto, pur avendone avuta una versione in LP di quelli che un tempo si chiamavano “counterfeit”, non bootleg, proprio dischi contraffatti, che si distinguevano da quelli ufficiali perché avevano delle copertine identiche ma millimetricamente più piccole. Usanza che poi è rimasta anche per le edizioni in CD, con varie versioni sempre su etichette più o meno improbabili, ma tutte caratterizzate da una eccellente qualità sonora.

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https://www.youtube.com/watch?v=N9ULMxxlbdg

Che rimane anche per questa nuova versione rimasterizzata da Jimmy Page e che ripropone pari pari i dieci brani del concerto originale: ed è veramente un bel sentire, gli Yardbirds dal vivo erano sempre stati una fior di band, ma con l’avvento di Page avevano sviluppato uno show spettacolare (e i concerti duravano molto di più di quello riproposto in questo Yardbirds ’68, da cui comunque sono stati tolti gli applausi fasulli aggiunti all’epoca, e presi probabilmente dal pubblico di una corrida, per far sembrare che fossero presenti migliaia di persone, mentre in effetti il pubblico era molto più limitato). Jimmy aveva già iniziato ad usare l’archetto del violino e il pedale del wah-wah contemporaneamente per creare effetti sonori incredibili, ma il rock stava avanzando rispetto al pop e anche lo stesso Beck, per non dire di Hendrix e Clapton, stavano iniziano a sperimentare con feedback e pedali vari. L’apertura è affidata ad una ferocissima Train Kept A Rollin’, con l‘armonica e la voce di Keith Relf, il cantante originale del gruppo, che se non aveva la potenza di Plant, aveva comunque una voce più che rispettabile e una grinta notevole, da questo brano gli Aerosmith ci hanno costruito una carriera https://www.youtube.com/watch?v=0y078n95ApA . A seguire uno dei loro successi, la bellissima Mr., You’re A Better Man Than I, dove i florilegi della solista di Page, ispirati ma diversi da quelli di Jeff Beck, cominciano a farsi fenomenali, mentre la ritmica picchia duro e alcuni riff, effetti speciali e derive orientaleggianti dei futuri Led Zeppelin cominciano a notarsi; anche Heart Full Of Soul è un grande brano, versione breve ma compatta con il celebre riff sparato a tutta forza, seguita da Dazed And Confused che se non è ancora il tour de force degli Zeppelin, già mette in mostra tutto l’incredibile bagaglio tecnico di Page che lavora di archetto e pedali come un indemoniato, solo poco più di 6 minuti, ma è l’inizio di un’epoca, e anche gli Yardbirds come potenza non scherzavano https://www.youtube.com/watch?v=3ffBRhtWjEQ .

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https://www.youtube.com/watch?v=vbC2Z74q6E8

Il lato più blues/R&B è rappresentato dalle ottime My Baby (la faceva anche Janis Joplin) e Drinking Muddy Water dove si apprezza anche la forte presenza di Keith Relf, come pure di Page alla slide. In mezzo un altro brano con un riff spaziale, Over Under Sideways Down e poi un altro brano epocale come Shapes Of Things. Gran finale con lo strumentale dalle derive orientali e folk White Summer che entrerà nel futuro repertorio dei Led Zeppelin e che illustra il lavoro di ricercatore certosino di Page, per concludere con una versione incredibile di oltre dieci minuti di I’m A Man dove tutta la band e un Jimmy Page devastante, in particolare, sono veramente fulminanti nelle loro improvvisazioni. Basterebbe ed avanzerebbe, ma per la gioia dei fans e dei “completisti” il nostro amico ha aggiunto un secondo CD in studio (inciso ottimamente) con quelli che vengono definiti “sketches”, otto in tutto, veramente interessanti, ed inediti completamente: una incalzante e tirata Avron Knows,  la quasi strumentale Spanish Blood, manco a dirlo spagnoleggiante e con un intermezzo parlato che ricorda Atlantis di Donovan, (in cui suonavano Beck e John Paul Jones) con l’acustica in evidenza, Knowing That I’m Losing You, che diventerà la futura, splendida Tangerine, il classico pezzo alla Yardbirds Taking A Hold On Me, tra rock e blues, la versione di studio di Drinking Muddy Water, versione due, sempre gagliarda, come pure My Baby, altra cover doc; Avron’s Eyes che è un parente strumentale del primo pezzo del CD e una versione strumentale di Spanish Blood. Tutta roba buona che conferma il valore storico e musicale di questa “ristampa” eccellente, e se possibile, da non mancare.

Bruno Conti

Chitarre Acide E Vecchi Organetti! The Standells – Live On Tour 1966!

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The Standells – Live On Tour -1966! – Sundazed Music

Nello scorcio di poco più di un anno sono stati pubblicati ben tre “nuovi” CD degli Standells: prima, a dicembre 2013, usciva, molto a sorpresa, un nuovo album, Bomp (45 anni circa dopo il loro periodo d’oro), poi, qualche mese fa, la Rockbeat Records ha edito una versione doppia, potenziata e rivisitata, del classico Riot On Sunset Strip (Revisited appunto, dal vivo, nel 1999), disco attribuito sia agli Standells come alla Chocolate Watchband, e ora la Sundazed pubblica questo concerto “inedito”, registrato nell’ottobre del 1966 all’Hill Auditorium dell’Università del Michigan, ad Ann Arbor, nel corso del tour per promuovere quello che all’epoca era il loro terzo album, Why Pick On Me Sometimes Good Guys Don’t Wear White (che non possiamo dimenticare includeva quella “straordinaria” canzone in italiano Mi hai fatto innamorare, un connubio fra mandolini napoletani e beat, giuro, verificate https://www.youtube.com/watch?v=d13xW6-GG8E!).

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Una frequenza di uscite che rivaleggia con l’output discografico di quel fertile periodo, ricco di successi per la band californiana, vessillifera di un garage proto punk e beat con ampie connotazioni psichedeliche che spopolava all’epoca https://www.youtube.com/watch?v=qdaavm_fVEA , e tra l’altro aveva proprio esordito nel 1964 con un album dal vivo, The Standells In Person at P.J.’s https://www.youtube.com/watch?v=Pu4gTvWvuYA , ma questo Live On Tour-1966 che esce solo oggi per la prima volta nella sua interezza, è nettamente superiore sia a livello qualitativo (ci sono tutti i successi), come a livello sonoro, dove gli specialisti della Sundazed hanno effettuato un ottimo lavoro di restauro dei nastri originali. In questo concerto del 1966, come ci ricorda lo speaker della serata nella presentazione, gli Standells aprono per i Beach Boys, e, come era usanza nell’epoca pre-rock, il tutto dura poco meno di 35 minuti, ricchi di intensità, come evidenzia subito l’intenso interplay tra l’organo di Larry Tamblyn (anche alla chitarra) e l’acida chitarra di Tony Valentino, in una Mr. Nobody https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  che unisce mirabilmente il suono della british invasion con il primo rock californiano di band di Doors, Jefferson, pre-Grace Slick e le sonorità di band come i citati Chocolate Watchband, Thirteen Floor Elevators, Seeds e molti altri che costituiranno il “cuore” del celebre Nuggets di Lenny Kaye.

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Ma il gruppo, già in pista nei clubs di tutti gli States dal lontano 1962, aveva, come altri, anche una forte componente R&B, più “sbiancata” forse, come dimostra una vivace cover del classico degli Young Rascals, Good Lovin’, uscito proprio in quei mesi, con gli immancabili yeah-yeah vocali del periodo e le mani di Tamblyn che volano sulla rudimentale tastiera dell’organo. Why Did You Hurt Me, una composizione del chitarrista Valentino con il batterista Dick Dodd, è intrisa del grintoso beat sound che imperversava all’epoca, mentre la cover di Lazy Summer Afternoon (così presentata, manco i titoli sapevano!), sarebbe la bellissima Sunny Afternoon dei Kinks di Ray Davies, tuttavia in una versione che non perde la pigra e sorniona aria dell’originale, con l’organo di Tamblyn che aggiunge un tocco alla Lovin’ Spoonful; sempre dalla british invasion viene una Gloria che in America era più nota nella versione dei soci Shadows Of Knight che nell’originale dei Them di Van Morrison, il brano è l’occasione per il gruppo per dimostrare una grinta notevole https://www.youtube.com/watch?v=uJErk-wwEOo , e anche una capacità di improvvisazione, che si divide tra sketches rumoristici ed umoristici che divertono molto il pubblico presente, tanto che la canzone si protrae, forse troppo, oltre i 5 minuti, ingenua, pure se sono i primi esempi di quello che diventerà il rock da lì a poco, spettacolo ma anche impeto dirompente.

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Why Pick On Me, title-track del nuovo album, firmata da Ed Cobb, eminenza grigia, sia come autore che come musicista e produttore della scena garage psichedelica, è un’altra piccola pepita tipica del periodo, mentre il lato soul/R&B viene illustrato da una Please, Please, Please dove il batterista Dobb ci offre la sua versione di James Brown, più bianco e molto meno esplosivo dell’originale, comunque segno di un sentito amore per la musica black, come ribadito nella successiva Midnight Hour, preceduta dal solito siparietto comico, il sound non è travolgente come nell’originale di Wilson Pickett e Steve Cropper, ma ricorda un beat-pop-rock à la Sir Douglas Quintet, con ampio uso d’organo. La conclusione è affidata ai loro cavalli di battaglia più psych-rock, prima Sometimes Good Guys Don’t Wear White (dedicata ironicamente a Lindon B. Johnson, non particolarmente popolare all’epoca) e poi l’inno generazionale Dirty Water (sempre di Cobb), tra i più bei singoli di quell’epoca irripetibile e uno dei riff indimenticabili del rock all-time https://www.youtube.com/watch?v=5apEctKwiD8 , che conclude degnamente questo piacevole reperto discografico, riemerso dalle nebbie del tempo per il nostro piacere.

Bruno Conti   

Se Il Buongiorno Si Vede Dal Mattino…R.E.M. Featuring Eddie Vedder – It Happened Today

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Il nuovo album dei R.E.M. Collapse Into Now uscirà il 7 marzo del 2011 ma cominciano a “filtrare” (si dice così, ma da dove filtrano?) le prime voci! Intanto quelle che dicono che il suono, a differenza dell’ultimo Accelerate che era decisamente rock, segnala un ritorno a sonorità più complesse alla Automatic for the People o addirittura al vecchio jingle jangle (molto rivisitato) alla Byrds. Questo è il trailer dell’album, qualcosa si intuisce sulla scelta sonora dell’album.

Quello che si sente è comunque decisamente incoraggiante. Gli ospiti annunciati sono Patti Smith e il suo chitarrista Lenny Kaye, Peaches (?!?), il cantante degli Hidden Cameras Joel Gibb e “l’amico” Eddie Vedder in questa It Happened Today che da ieri è disponibile su iTunes. Devo dire che più che sentire, la voce di Vedder si intuisce (potrebbe essere chiunque), forse nel finale si capisce, in ogni caso il brano è bello, per cui…

Speriamo bene, le premesse ci sono, vedremo a marzo: gli ultimi album erano sempre sembrati, prima dell’uscita e sulla carta, un ritorno alla forma dei bei tempi andati, questa volta forse ci siamo, chi vivrà vedrà.

Bruno Conti