Un Album Dal Vivo Veramente “Selvaggio”. Albert Castiglia – Wild And Free

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Albert Castiglia – Wild And Free – Gulf Coast Records

Albert (anzi Albert Joseph, come firma le sue canzoni) Castiglia, non è più uno di primo pelo, 50 anni compiuti lo scorso anno, nativo di New York City, ma trasferito in Florida fin dalla più tenera infanzia, mamma cubana e papà italiano, con una “passionaccia” per il blues, coltivata anche grazie al suo trasferimento a Chicago, dove dalla metà degli anni ‘90 è stato il chitarrista della touring band di Junior Wells, fino alla morte del suo mentore nel 1998. Un paio di album indipendenti all’inizio degli anni 2000, poi una serie di album per l’etichetta Blues Leaf, e quattro album, compreso il collettivo Blues Caravan 2014 per la Ruf https://discoclub.myblog.it/2016/07/12/o-compagnia-sempre-gran-chitarrista-albert-castiglia-big-dog/ . Quindi era arrivato il tempo per un bel disco dal vivo a nome proprio, questo Wild And Free, registrato tra il 3 e il 4 gennaio del 2020 in quel di Boca Raton, Florida, con la produzione dell’amico Mike Zito, che appare anche in un brano. Castiglia diciamo che si potrebbe definire un artista di culto, ma è pure un fior di chitarrista, con un solismo ricco e variegato, scoppiettante, al limite del virtuosismo, una bella voce gagliarda, tra blues e musica del sud (qualcuno, presumo con seri problemi uditivi, lo ha paragonato come stile vocale a Van Morrison), e in questo live ha quindi l’occasione di mettere in mostra tutta la sua bravura alla solista, grazie anche a una serie di brani potenti e ruvidi, ma con “paccate” di feeling ed una tecnica di prim’ordine.

Una eccellente sezione ritmica, con Justine Tompkins (Todd Wolfe Band) al basso, e Ephraim Lovell (Roomful Of Blues) alla batteria, alle tastiere si alternano due dei migliori su piazza, Lewis Stephens, del giro di Mike Zito e John Ginty, solista di vaglia, di recente nella Allman Betts Band: e allora vai subito alla grande con Let The Big Dog Eat, un brano tratto dal disco del 2016 per la Ruf, dove Albert comincia a mulinare la sua Gibson, con una serie di assoli formidabili, mentre Stephens all’organo e la sezione ritmica pompano di brutto. Hoodoo On Me, brano scritto da Zito, era sul CD del 2017, un’altra scarica di pura adrenalina chitarristica, con Castiglia molto efficace anche nel reparto vocale, mentre I Been Up All Night scritta da Brian Stoltz (a lungo chitarrista nel giro Neville Brothers) è un vorticoso blues-rock dove il nostro si produce al wah-wah con un impeto e una forza travolgenti, estraendo dalla chitarra un fiume di note, prima di mostrare il suo lato più raffinato in una eccellente (e lunga) Heavy, uno slow blues tratto da Mastepiece, il suo disco del 2019, sempre con il lavoro della solista impetuoso e lancinante, fantastico.

Get Your Ass In The Van, ancora da Big Dog del 2016, ci permette di apprezzare anche la notevole maestria alla slide del chitarrista di New York, in puro stile Elmore James, ben spalleggiato da uno spumeggiante Stephens al piano; Searching The Desert For The Blues, va ancora più indietro nel tempo, pescando dal repertorio di Blind Willie McTell, elettrificato e adattato ai nostri tempi, con un ritmo scandito e con la solista di Castiglia sempre impegnata in continue folate. Keep On Swinging è un altro brano originale tratto dal disco dello scorso anno, ancora tirato e senza requie, un ennesimo rock-blues vibrante, sempre potenza pura che esce dalle casse del vostro impianto; poi Albert chiama sul palco Mike Zito per una ripresa di Too Much Seconal di Johnny Winter, con John Ginty all’organo, i due si scambiano sciabolate libidinose, godendo come ricci mentre rivisitano il classico blues senza tempo dell’albino texano https://www.youtube.com/watch?v=4FUZv9EzSyk .

Non contento Castiglia rende omaggio anche ad un altro pezzo da novanta del blues bianco Paul Butterfield,  Loving Cup un oscuro brano che si trovava su What’s Shakin’, dove alla chitarra c’era Bloomfield, mentre nella versione dal vivo di Albert, mantenendo lo spirito blues, si privilegia un approccio “cattivo”, grintoso e decisamente elettrico con alta presenza di ottani rock nel suono e un assolo notevole di organo di Ginty, e pure I Tried To Tell Ya è l’occasione per un altro vibrante tour de force a tutto wah-wah, prima di congedare alla grande il pubblico presente e gli ascoltatori di questo CD con una fantastica cover di Boogie Funk di Albert King https://www.youtube.com/watch?v=gXF-yDzNqVI , puro boogie rock texano all’ennesima potenza che chiude degnamente un album dal vivo tra i più belli finora di questo sfortunato 2020.

Bruno Conti