Ian McDonald The Beatles Revolution in your head

Il libro, in Italia, è uscito per la Mondadori, prima in edizione rilegata, poi negli Oscar e, in teoria, dovrebbe essere ancora in produzione: se riuscite a metterci le mani sopra non fatevelo sfuggire (se non lo trovate, insistete, brigate, pregate la vostra libreria di fiducia, il vostro sito preferito, la Mondadori che visto che lo tiene in catalogo, lo faccia trovare nei negozi, lo so per certo perché l’ho cercato più volte per regalarlo e alla fine ho dovuto prestare il mio), si legge come un romanzo, un manuale, una guida all’opera di… come volete ma si deve leggere.

Un passo indietro, l’autore è Ian McDonald (no, non il musicista dei King Crimson, poi con McDonald & Giles e nei Foreigner, che merita comunque di essere conosciuto, a proposito quest’anno è il quarantennale di In The Court of the Crimson King, magari ci torniamo con un post ad hoc, fine digressione), vero nome Ian McCormick,  uno scrittore e giornalista che ha avuto una vita da (quasi) rock star il suo pseudonimo lo deve pur avere. La sua carriera inizia nei primi anni ’70 al leggendario New Musical Express di cui fu vicedirettore dal 1972 al 1975 e in quegli anni frequentò la creme de la creme dell’intellighencia del rock di allora, poi ( e qui le leggende abbondano su sesso, droga e rock’n’roll), dopo un periodo di oscurità riappare come uno dei critici musicali più riveriti e brillanti di musica “classica”! Colpo di scena, le sue recensioni sulla rivista Classic Cd e il suo libro su Shostakovich sono considerate tra le migliori opere del giornalismo classico britannico. Ma, per farla breve, il nostro amico non resiste al richiamo della pop music e scrive questo libro sui Beatles,  visto contemporaneamente con l’ottica di un grande critico di musica classica e di un fan dei Beatles, dopo l’enorme successo del libro decide di tornare a parlare di pop music (con grandissima competenza e arguzia aggiungo io) sia su Mojo che su Uncut i due mensili inglesi più prestigiosi, poi, improvvisamente, nell’agosto del 2003, viene trovato morto nella sua casa, il verdetto dice suicidio altri parlano di overdose, scompare comunque un grande personaggio. Perché è così importante leggere questo libro?

Perché vi apre una moltitudine di mondi incredibile, brano per brano, con puntiglio, competenza, ironia, rigore critico (mutuato dalla sua lunga militanza nel mondo della musica classica) Ian McDonald vi guida all’ascolto della musica dei quattro di Liverpool come non l’avete mai sentita, comodamente seduti nella vostra poltrona, lo stereo acceso, il libro aperto sul brano che state ascoltando, vi viene raccontata la genesi del brano, chi ha scritto cosa tra Lennon, McCartney e Harrison, il contributo di George Martin e Ringo, i trionfi, le cappellate, chi ha suonato e cosa ha suonato, ma anche cosa stava avvenendo nel mondo, a Londra in quel momento, cosa succede al minuto 1:07 del tal brano e perché, un rigore quasi scientifico (il quasi lo toglierei) ma anche una lievità di approccio deliziosa, quando c’è da bacchettare ci va giù duro, non aspettatevi un libro schierato, la critica di alcuni brani spesso è feroce (soprattutto George non ne esce molto bene) ma sempre ben motivata.
In poche parole, imperdibile, come la musica dei Beatles.
Bruno Conti