L’Integrale Di Uno Dei (Pochi) Grandi Musicisti Italiani! Francesco De Gregori – Backpack Seconda Parte

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Ed eccoci alla seconda ed ultima parte dell’articolo.

Canzoni D’Amore (1992): il disco preferito dal sottoscritto, un lavoro ispirato, prodotto e suonato alla grande, dal suono ancora più rock di Miramare, e con un De Gregori in forma strepitosa e più arrabbiato che mai. Infatti il titolo è volutamente fuorviante, in quanto, a parte la tenera Bellamore, le canzoni parlano di attualità, con, per la prima volta, riferimenti precisi a personalità politiche (La Ballata Dell’Uomo Ragno, con la sua strofa in cui fa a pezzi Bettino Craxi) e non (la stupenda Vecchi Amici – la sua Positively 4th Street – in cui letteralmente distrugge qualcuno, alcuni dicono Venditti anche se Francesco non ha mai confermato). Sangue Su Sangue è un rock’n’roll con le contropalle, Adelante! Adelante! è una sontuosa ballata elettrica, la fluida Viaggi e Miraggi ha un testo bellissimo. E poi c’è la straordinaria Povero Me, una rock ballad superba, con un lungo ed ispirato assolo chitarristico finale.

Il Bandito E Il Campione (1993): forse il miglior disco dal vivo di De Gregori, nel quale il nostro rockeggia (Sangue Su Sangue, Vecchi Amici) e dylaneggia (Rimmel, Buonanotte Fiorellino) alla grande, supportato da una band coi fiocchi (Lucio Bardi e Vincenzo Mancuso alle chitarre fanno sfracelli). La title track, unica incisa in studio, è un ruspante country & western scritto dal fratello di Francesco, Luigi Grechi, anche se somiglia un po’ troppo a Billy The Kid di Charlie Daniels. In conclusione, una sorprendente live version di Vita Spericolata di Vasco Rossi, chiaramente migliore dell’originale.

Bootleg (1994): a meno di un anno da Il Bandito E Il Campione De Gregori pubblica un altro live, totalmente senza aggiustamenti o correzioni e con il minimo sindacale di missaggio. Un disco quindi ancora più roccato e diretto del precedente, con il quale ha qualche pezzo in comune, ed una sontuosa Viva L’Italia, oltre all’inedita Mannaggia Alla Musica, un pezzo scritto in origine per Ron.

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Prendere E Lasciare (1996): un album controverso, con una produzione troppo pop e radiofonica, poco adatta al nostro (ad opera di Corrado Rustici), che in parte rovina diversi brani che avrebbero figurato meglio senza troppi orpelli (e le future rese dal vivo di alcuni di essi lo confermeranno). La canzone di punta, L’Agnello Di Dio, ha un arrangiamento che la fa sembrare un pezzo di Zucchero, e buone cose come Rosa Rosae e Stelutis Alpinis, oltre alla splendida Un Guanto (la migliore del lavoro) avrebbero richiesto una mano più leggera. Gli unici due brani che vanno bene così sono la folkeggiante Fine Di Un Killer (con Francesco al banjo) ed una Battere E Levare voce e chitarra inserita come ghost track. Il disco è l’unico del nostro ad essere stato completamente inciso all’estero, per la precisione a Berkeley, sobborgo universitario di San Francisco popolarissimo durante la Summer Of Love.

La Valigia Dell’Attore (1997): doppio CD dal vivo, che ha qua e là delle sonorità un po’ rotonde e mainstream, risentendo in parte dei problemi di Prendere E Lasciare, anche se le canzoni incluse sono talmente belle che dopo un po’ non ci si fa caso. Ci sono anche tre inediti in studio: la maestosa title track, la roccata Dammi Da Mangiare (un brano minore), e soprattutto la splendida Non Dirle Che Non E’ Così, fedele e riuscita traduzione di If You See Her, Say Hello di Bob Dylan.

Amore Nel Pomeriggio (2001): De Gregori inaugura il nuovo millennio con un grande album (è nella mia Top 3 con Canzoni D’Amore e Rimmel), dai suoni stavolta “giusti” e con un mood roots-rock che è un piacere per le orecchie. Non mancano ovviamente le belle canzoni, come l’affascinante Caldo E Scuro, la gustosa country ballad Cartello Alla Porta, l’intensissima ballata pianistica Sempre E Per Sempre, il commosso omaggio a De Andrè con la riproposizione di Canzone Per L’Estate (scritta a quattro mani dai due ed incisa dal cantautore genovese negli anni settanta). Ed i due brani migliori: la fluida ballata rock Condannato A Morte (ispirata a Salman Rushdie) e la discussa, e per qualcuno revisionista, Il Cuoco Di Salò, dalla struttura melodica strepitosa e con la produzione di Franco Battiato.

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Fuoco Amico (2002): altro live, e forse il più bello insieme a Il Bandito E Il Campione. Di sicuro il più rock, con vere e proprie rivisitazioni chitarristiche del repertorio del nostro (solo Generale è voce e chitarra, ma la chitarra è elettrica); Bambini Venite Parvulos è quasi irriconoscibile, Un Guanto è una meraviglia, Condannato A Morte è anche meglio che in studio, c’è perfino l’inatteso recupero di La Casa Di Hilde, in puro stile Americana. Ma potrei citarle tutte.

Il Fischio Del Vapore (2003): sorprendente album in duo con la folksinger Giovanna Marini, nel quale il nostro ripesca vecchi brani della tradizione popolare (molti sono canti di lavoro) e li ripropone a volte con una veste elettrica, altre in maniera forse fin troppo filologica (e un po’ pesantina): canzoni come Sacco E Vanzetti, Il Feroce Monarchico Bava, Nina Ti Te Ricordi, Saluteremo Il Signor Padrone, Bella Ciao (nella versione originale delle mondine). Un’operazione che sarà anche meritoria e lodevole, ma a me questo disco non piace.

Pezzi (2005): Francesco torna a fare ciò che sa fare meglio, e pubblica uno dei suoi album più rock e dal suono più americano. Pezzi contiene una bella serie di canzoni, ancora una volta ispirate dall’attualità, come il singolo portante, la potente e frenetica Vai In Africa, Celestino! Ma c’è anche un rock-blues purissimo (Numeri Da Scaricare), una ballata di rara intensità (Gambadilegno A Parigi), un rock’n’roll trascinante (Tempo Reale), oltre alla splendida Il Panorama Di Betlemme, forse la migliore del lotto.

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Calypsos (2006): a meno di un anno di distanza da Pezzi, ecco a sorpresa un altro album di studio, un disco forse minore ma non privo di motivi di interesse, con un suono molto diverso dal predecessore, e canzoni più melodiche e meditate (l’unico vero rock è la rootsy Mayday), come la pianistica e dolcissima (nonostante il titolo) Cardiologia, l’eterea L’Angelo, la potente ballata anni sessanta La Linea Della Vita (con una struttura ed un botta e risposta voce-coro femminile che a me ricorda non poco certe cose di Leonard Cohen) e la conclusiva e saltellante Tre Stelle, forse in assoluto il brano più disimpegnato dell’intera carriera del nostro.

Left & Right (2007): ennesimo disco dal vivo, ed anche questo va inserito di diritto tra i più godibili di De Gregori, che ormai ha alle spalle una vera e propria rock band, tra le migliori in circolazione in Italia. Il suono è ancora ruspante e vigoroso, e la scaletta predilige gli episodi più recenti, con una strepitosa Numeri Da Scaricare posta in apertura (più di sei minuti di tostissimo blues elettrico), una Mayday decisamente dylaniana, la sempre bellissima Un Guanto, qui in versione country ballad, una Caldo E Scuro che è pura Americana, ed una rilettura quasi hard rock di L’Agnello Di Dio. Gli unici classici sono una rigorosa La Leva Calcistica Della Classe ’68, La Donna Cannone solo voce e piano, ed un arrangiamento di Buonanotte Fiorellino che la trasforma in un saltellante rock-blues.

Per Brevità Chiamato Artista (2008): altro ottimo disco, meno rock e più da songwriter, ma sempre con sonorità molto “americane”: la poetica ed ironica title track ha un arrangiamento ancora degno di Cohen, Finestre Rotte è un blues ricco di swing, le belle Ogni Giorno Di Pioggia Che Dio Manda In Terra e L’Angelo Di Lyon (traduzione fatta dal fratello Luigi di The Angel Of Lyon di Tom Russell) sono puro folk. E poi c’è il brano che fa più discutere, Celebrazione (nel quale il nostro prende decisamente le distanze dal ’68 e dai suoi significati, proprio nel quarantennale), proposto con una scintillante veste folk-rock byrdsiana.

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Pubs & Clubs (2012): ancora un live, ad oggi l’ultimo (ma il 3 Febbraio, tra pochi giorni dunque, uscirà Sotto Il Vulcano, un doppio CD registrato lo scorso Agosto a Taormina), inciso al The Place, un locale di Roma di appena cento posti. La scaletta è un mix equilibrato tra classici e brani più recenti, e le cose migliori sono una roboante e splendida Il Panorama Di Betlemme, Alice che diventa una deliziosa ballata folk, Battere E Levare trasformato in un trascinante bluegrass elettrico, e per la prima volta in un disco dal vivo la toccante Bellamore. Le chicche sono una rilettura in chiave blues elettrico di A Chi (grande successo di Fausto Leali) ed una Buonanotte Fiorellino suonata con la stessa base di Rainy Day Women # 12 & 35 di Bob Dylan.

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Sulla Strada (2012): ad oggi l’ultimo album di Francesco composto da brani inediti, ed a mio parere un passo indietro rispetto agli ultimi lavori, anche se comunque stiamo parlando di un buon disco. Di rock ce n’è poco (la title track, che non è certo tra le sue cose migliori, e la potente La Guerra, con un suggestivo ritornello corale) e si torna ad atmosfere più “italiane” ed anni settanta (Omero Al Cantagiro, Belle Epoque), ma con l’ispirazione abbastanza in calo. Il pezzo migliore è posto alla fine, la fluida ed avvolgente ballata Falso Movimento. (* NDB Nel 2013 è uscita una nuova limited edition, con diversa copertina e due brani in più. un libro fotografico, oltre a un DVD del backstage).

Vivavoce (2014): De Gregori fa un disco di cover di sé stesso, reincidendo 28 brani (è un doppio CD) più o meno famosi, ma attualizzando il suono ed il più delle volte cambiando gli arrangiamenti, come è solito fare dal vivo: i classici ci sono tutti (tranne Rimmel), ma anche diverse chicche. Ed il disco è splendido, con molti highlights: una toccante Alice eseguita in coppia con Ligabue, due voci e due chitarre, la potente Un Guanto nella sua miglior versione di sempre, Finestre Rotte che diventa un irresistibile rock’n’roll, una Natale ricca di swing, Niente Da Capire con il riff fischiettato (da un’idea di Lucio Dalla), una Vai In Africa, Celestino! che da rock song si trasforma in una sorprendente ballata, ed una Viva L’Italia molto più folk, con un arrangiamento che avrebbe dovuto essere quello originale. Non ci sono brani nuovi, ma trova posto una stupenda Il Futuro, traduzione ad opera del nostro dell’apocalittica The Future di Leonard Cohen.

De Gregori Canta Bob Dylan – Amore E Furto (2015): storia recente, il Principe che rifà il Menestrello (non avevo ancora usato nessun cliché…), anche se Francesco non sceglie la via più facile ed evita i superclassici, preferendo una selezione più personale. Ma per questo CD vi rimando alla mia recensione dell’epoca http://discoclub.myblog.it/2015/11/02/secondo-me-approverebbe-anche-bob-francesco-de-gregori-amore-furto-de-gregori-canta-dylan/

E’ chiaro che se avete già tutti gli album di Francesco De Gregori questo Backpack per voi è superfluo (anche perché, come ho già detto, non ve lo regalano), in caso contrario l’acquisto è quasi d’obbligo, in quanto verreste in possesso in un colpo solo di uno dei songbook migliori in circolazione, e non soltanto in Italia: l’unica pecca grave, visto di chi si sta parlando, è la totale assenza di testi all’interno della confezione.

Marco Verdi

Arriva La Bella Stagione. Un Po’ Di Uscite di Maggio. Carole King & James Taylor, Ligabue, Dire Straits, Keane, Jim Kerr, Black Keys, Rolling Stones, Eccetera

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Le uscite del 4 maggio, tra ufficiali e ufficialmente “ritardati”, più o meno ve le ho date, portiamoci in là nel mese!

L’11 Maggio esce l’atteso Carole King & James Taylor Live At The Troubadour un CD+DVD del concerto tenutosi in quel di Santa Monica Boulevard, West Hollywood, California nel novembre del 2007. Riuniti con loro ci sono anche i mitici musicisti di The Section, Danny Kortchmar, Leland Sklar e Russell Kunkel e naturalmente tutti i loro successi. Vi chiederete, ma perché ci ha parlato prima di questo rispetto al nuovo Ligabue che venderà il decuplo? Ve lo siete chiesti. La risposta è che questo live negli States esce una settimana prima il 4 maggio quindi fate vobis.

Il nuovo Ligabue Arrivederci, Mostro, tutti brani nuovi, prodotto per la prima volta non da Luciano Ligabue ma da Corrado Rustici, esce sempre l’11 maggio, in tre versioni, CD normale, vinile 180 grammi nero, vinile 180 grammi blu, 2000 copie vinile nero, 1000 copie vinile blue.

Sempre l’11 maggio tornano anche i Keane con il nuovo album Night Train: hmm, cosa vedo, intanto è un EP, 8 brani , con la collaborazione del rapper somalo/canadese N’kaan in due brani e del Mc Tigarah esponente del Japanese Baile Funk, doppio hmm e anche bah!

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Sempre l’11 maggio esce una nuova versione di Alchemy dei Dire Straits. Non so che anniversario sia, in origine era uscito nel 1984, il ventiseiennale, forse? Comunque sarà disponibile, in DVD per la prima volta, in una confezione doppio CD + DVD e in BluRay. Sempre lo stesso giorno (ma in America è già uscito) viene pubblicato American Idiot Original Broadway Recording featuring Green Day, un doppio cd del famoso disco che nel frattempo è diventato anche un musical, quindi c’è il cast originale del musical più, in tutti i brani, i Green Day! Jack White era già un paio di mesi che taceva stavo cominciando a preoccuparmi! Niente paura, esce il secondo, nuovo album, del suo secondo gruppo collaterale, i Dead Weather in comproprietà con la cantante e chitarrista Alison Mosshart, si chiama Sea of Cowards. Entro fine anno dovrebbe uscire anche il primo album a nome Jack White, era tempo. Scherzi a parte il nuovo Dead Weather esce solo in CD o vinile.

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Il 18 maggio, come annunciato più volte, esce la ristampa di Exile On Main Street dei Rolling Stones, versioni disponibili: standard edition, 1 CD, l’album originale rimasterizzato, Deluxe Edition, doppio cd con dieci brani inediti, digipack a tre ante e booklet di 12 pagine (so che sono questi particolari che vi piacciono), Doppio LP Gatefold 180 Gr. senza bonus, Super-Deluxe Edition, con doppio CD, doppio LP più DVD con un documentario di trenta minuti con il making of dell’album e immagini tratte da Ladies And Gentlemen: The Rolling Stones e, soprattutto, il rarissimo Cocksucker Blues. Libro di 64 pagine rilegato in brossura e alcune cartoline da collezione. Sciambola!

Dopo soli 33 anni di carriera esce il primo album di solista di Jim Kerr il cantante dei Simple Minds si chiama Lost Boy a.k.a Jim Kerr. E’ un dilettante, esce solo in tre versioni: CD (con 3 bonus tracks), Lp e confezione CD+Lp.

So che vi state chiedendo cosa diavolo sia quel Jayhawks? Purtroppo non si sono riformati e quindi non è un nuovo album ma bensì si tratta della (ri)stampa in CD del primo rarissimo The Jayhawks (aka The Bunkhouse Album) uscito in vinile nel 1986 in una tiratura limitata di 2000 copie!

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Last but not least, il 21 maggio esce il nuovo album dei Black Keys Brothers, CD, doppio Lp o edizione limitata in doppio CD, nonché il secondo album (il primo per una major, Capitol/Emi) di Eli Paperboy Reed Come And Get It di questo cantante bianco, eccezionale, che viene presentato come la nuova promessa del soul dalla sua casa discografica. Il bello è che è tutto vero, anche meglio. Recensione nei prossimi giorni. Mi dicono che dovrebbe uscire il 18 maggio, in America lo danno in uscita addirittura per agosto.

Fine della puntata.

Bruno Conti