Cantanti Così Non Ne Fanno Più Molti! Billy Price – Reckoning

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Billy Price – Reckoning – VizzTone Label

Negli ultimi anni Billy Price sta portando all’incasso tutti I crediti che ha maturato nel corso di una lunga carriera che lo ha portato dal nativo New Jersey, in cui è nato quasi 70 anni fa, registrato all’anagrafe come William Pollak, prima come cantante nella band di Roy Buchanan, nei tre anni in cui ha registrato alcuni dei migliori dischi del grande chitarrista di Ozark, incluso il formidabile Live Stock, proprio di recente ristampato come doppio con il titolo Live At Town Hall, ed in cui la presenza di Price è fondamentale, poi con una serie di album con la propria Keystone Rhythm Band (che urlano con forza “ristampami, ristampami”) ed infine con alcune decadi, diciamo discontinue, in cui il nostro amico ha avuto anche problemi con la giustizia e i suoi dischi sono diventati veramente difficili da trovare. Poi negli anni 2000, prima grazie all’incontro con il chitarrista Fred Chapellier, e poi soprattutto in virtù del disco registrato in coppia con il grande soul man Otis Clay This Time For Real, che ha vinto il Blues Music Award nel 2016, e al bellissimo disco Alive And Strange, pubblicato lo scorso anno, Billy Price si è riappropriato della reputazione di essere uno dei migliori artisti bianchi di soul e blues sull’orbo terracqueo, nonché una delle voci più belle nel genere, con uno splendido timbro tra tenore e baritono.

Questo Reckoning quindi “rischia” veramente di essere la ennesima resa dei conti, ma anche un riconoscimento per questo grande artista: prodotto dal bravissimo chitarrista Kid Andersen, nei suoi studi di Greaseland a San Jose in California, il sedicesimo album del cantante americano potrebbe essere forse il suo migliore in assoluto. Il musicista svedese si è portato con sé il connazionale Alex Pettersen alla batteria (anche lui attualmente in forza a Rick Estrin and The Nighcats), al basso hanno aggiunto Jerry Jemmott (una vera leggenda, uno che ha lavorato con King Curtis, Aretha Franklin e Ray Charles, ma negli anni d’oro, non quei CV un po’ farlocchi” in cui si legge che ha diviso i palchi con… ma dall’altra parte) e ancora Jim Pugh alle tastiere, che ha passato lunghi anni con Robert Cray. E una piccola, ma efficace sezione fiati non la vogliamo aggiungere? Certo e quindi ecco Johnny Bones, sax, e Konstantins Jemeljanovs, tromba, e se servono dei vocalist di supporto Andersen ha in casa la moglie Lisa che si porta dietro Courtney Knott. Qualche altro ospite da Rusty Zinn a Dwayne Morgan e a questo punto rimangono solo da scegliere i brani: qualche pezzo originale e alcune cover scelte con amore e competenza.

39 Steps, firmata dall’attuale tastierista della Billy Price Band, Jimmy Britton, apre le operazioni alla grande, un ciondolante blues’n’soul con organo “scivolante”, sezione ritmica in palla e voci di supporto a puntino, mentre il piano di Pugh e la chitarra di Kid completano l’opera, lui manco a dirla canta alla grande; Dreamer, la prima cover, è un vecchio brano di Bobby “Blue” Bland, un R&B atmosferico di quelli tesi e gagliardi, con voci femminili goduriose e assolo di chitarra tagliente alla Duane Allman, Reckoning è un brano di William Troiani, bassista della band in cui suonava Pettersen, un “funkaccio” sincopato con uso fiati e wah-wah stile blaxploitation, mentre No Time, mossa e brillante, tirata a grande andatura dalla band e con potente assolo di sax, stranamente è una cover di JJ Cale. I Love You More Than Words Can Say scritta da Eddie Floyd e Booker T. Jones è una splendida ed intensa deep soul ballad dal repertorio di Otis Redding, cantata in modo magistrale da Price, e pure I Keep Holding On di Low Rawls in quanto ad intensità vocale del nostro amico non scherza, più mossa e scanzonata si gode comunque alla grande con il call and response con fiati e coriste.

One And One è di Price e Britton, una soul song più melliflua e rilassata, sempre di gran classe, con Billy che se la gode, metaforicamente parlando, con le due ragazze e la band, prima di scatenare il gruppo e la sua voce in una poderosa Get Your Lie Straight, un brano di Denise La Salle, di nuovo tutto fiati, voci e ritmo incalzante, sentire Jemmott al basso e Andersen alla chitarra per credere, per non dire di Pugh all’organo. Never Be Fooled Again, questa volta di Price e Chapellier, profuma di rilassato e vellutato seventies soul, Isley Brothers o Hi records per intenderci, deliziosa, mentre in Expert Witness, del trio Price/Chapellier/Britton Nancy Wright si produce in un ottimo assolo di sax, con Jemmott che impazza nuovamente con il suo funky bass, seguito da tutto la band in grande spolvero. Love Ballad, dice tutto il titolo, è un brano di George Benson del 1979, un lentone di quelli doc, con Andersen alla chitarra-sitar, e non manca neppure un omaggio a Jerry Williams a.k.a Swamp Dogg, altro momento funky-swamp molto sudista e di nuovo cantato e suonato come se gli anni ’70 fossero ancora dietro l’angolo, che bravi tutti i musicisti, che infine si congedano con Your Love Stays With Me, altra ballata cantata magnificamente da Billy Price. Cantanti così non ne fanno più, non fatevelo scappare, uno dei dischi soul dell’anno.

Bruno Conti