Record Store Day 2013 – Lowlands Left Of The Dial + Ed Abbiati Speaks (Ma Anch’io)…! Parte II

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Lowlands – Left Of The Dial – Everybody Knows This Is Nowhere – Gypsy Child/IRD

Part Two

 

Ci eravamo lasciati mentre nell’ingresso del teatro, dove si svolge la conversazione, entra Roberto Diana, con tutti i suoi riccioli al seguito e si scambiano due chiacchiere veloci: il suo disco Raighes Vol.1 (regolarmente disponibile anche negli Stati Uniti, tramite CD Baby, mentre in Italia la distribuzione è sempre tramite IRD), è candidato alla 12° edizione degli Independent Music Awards nella categoria Instrumental Album. Si tratta di un premio un po’ sotterraneo” che si tiene negli States, anche se tra i votanti ci sono Tom Waits e la moglie Kathleen Brennan, Suzanne Vega, Brandi Carlile, Judy Collins, Shelby Lynne, Anthony De Curtis di Rolling Stone (uno dei pochi giornalisti americani che si può ancora leggere, NDB), Bruce Iglauer della Alligator, il mitico Bob Ludwig, Jim Lauderdale, Del McCoury e tantissimi altri, quindi mica cotica, come si dice dalle nostre parti, ma non credo in Sardegna da dove proviene il buon Roberto (che penso avrebbe piacere di avere il suo nome scandito dall’equivalente della Loren come fu per Benigni agli Oscar)  http://www.independentmusicawards.com/imanominee/12th/Album/Instrumental.

Tra i vincitori nel corso degli anni e in varie categorie: Mary Gauthier, Ronnie Earl, Chris Whitley, Darrell Scott, Johnny Dowd, Koko Taylor, Dan Zanes, Webb Sisters.

Il prossimo capitolo, Raighes Vol.2 sarà dedicato alla musica elettrica (anche se nel primo volume ci sono altri 6 musicisti coinvolti tra cui il famoso assolo alla Olivetti lettera 22 di Furio Sollazzi).

Torniamo all’intervista.

Parliamo anche dei nomi situati sotto il suo Pantheon (Dylan, Springsteen & Waits, se non ricordo male), oltre ai citati Will T Massey, Wilco, i Soul Asylum, Replacements, Waterboys, io butto lì Van Morrison (che Ed ammette di avere ascoltato poco, rischiando il linciaggio del sottoscritto), si parla dei gruppi dove c’era un o una violinista.

Per me (è di nuovo Ed che parla) nei Lowlands il violino è stato e sarà sempre Chiara e non è sostituibile (lancio il nome di Amanda Shires che ha suonato anche con loro ma Ed giustamente dice che lei ha una sua carriera e quindi al limite collabora con Todd Sneider e qui casualmente si viene a parlare dei vari musicisti passati per la MCA ed “elegantemente” fatti fuori, oltre a Will T Massey, Sneider e in precedenza Steve Earle e Joe Ely)

Poi chiedo, già che è presente anche Roberto Diana, se oltre a prodursi fra di loro, hanno fatto altre produzioni e…

Abbiamo prodotto gli scozzesi Donald e Jen MacNeill ma siamo pronti per eventuali richieste, aspettiamo che qualcuno ci chiami, ho detto ai Mandolin, va bene Jono Manson, ma mi sarei offerto anch’io, comunque ribadisco che siamo pronti, i Lowlands attendono clienti.

Si riparla brevemente di Raighes e poi mi “scappa” di parlare di un altro Beautiful Loser come Tom Jans e anche di Richard Farina. Anche di chitarristi, Michael Hedges, John Fahey, Leo Kottke, Peter Lang, Bert Jansch, Davy Graham visto in latteria a Londra negli anni ’70 dal sottoscritto.

Poi parlando di progetti prossimi cosa bolle in pentola?

Abbiamo il secondo disco di Roberto, quello elettrico, se mi chiamerà a produrlo, poi stiamo lavorando anche a diversi dischi Lowlands, anche se non i Live che non mi hanno soddisfatto (a domanda specifica del sottoscritto, dice che prima o poi) io e Roberto ci chiuderemo in uno studio per ascoltare tutto il materiale registrato, ma fino ad oggi quello che ho sentito non è inciso abbastanza bene per una uscita discografica (provo a suggerire un intervento di Jimmy Page per sbloccare la situazione, ma visti i tempi, viene scarta, come anche l’idea di un bel box di Bootleg Tapes) e comunque mi viene ribadito fino a che abbiamo materiale nuovo preferiamo lavorare su quello, neanche l’idea di usarlo come bonus ci attira. Abbiamo fatto dei recital acustici dal vivo ma quelli sono usciti gratuitamente, un live elettrico pronto non lo abbiamo (e comunque c’è un vedremo poco convinto anche all’idea dei bonus in dischi di studio), materiale da cinque o sei concerti registrato in multi traccia lo abbiamo anche a livello professionale ma necessiterebbe di un lavoro sui mix ma non abbiamo il tempo di farlo.

A questo punto finisce lo spazio audio della memoria del mio telefonino e passiamo a quello di Ed per un’ultima parte di intervista.

Parlando dei due brani fatti per il record store day era stato registrato altro materiale in quell’occasione nello studio in Galles?

In Galles solo quei due brani, poi in Italia abbiamo registrati altri brani acustici io e Roberto, anche prima di quell’occasione abbiamo registrato un intero concerto dal vivo elettrico, che è passato sulla televisione gallese, un’ora di registrazione ufficiale, anche se non credo che gli artisti locali abbiamo sentito la pressione per questa nostra operazione (il vostro fedele intervistatore riesce anche a fare una bella topica, citando i Runrig, che in effetti sono scozzesi e quindi stendiamo un velo pietoso, il gaelico mi ha dato alla testa). Quindi la sera in cui abbiamo registrato il live ufficiale di studio abbiamo chiesto di dormire lì, proprio nello studio dove è stato anche girato il video, infatti se guardate attentamente tra batteria e strumenti si vede “materiale” per dormire, poi abbiamo chiesto al fonico di fermarsi per fare quelle due cover che erano quelle che suonavamo nei concerti, e abbiamo avuto l’idea di registrarle, per poi pubblicarle nel Record Store Day, ho chamato l’Ird, ho chiesto “vi va di farlo insieme a noi”, mi hanno detto proviamo anche se non lo abbiamo mai fatto.

Altre cose come Lowlands?

La primavera scorsa (inteso come 2012) abbiamo “lavorato” con Chris Cacavas che era venuto a Pavia e abbiamo scritto un disco assieme che si spera entro la fine dell’anno di potere registrare, mentre il nostro ultimo disco Beyond è uscito anche in Inghilterra per la Stovepony che è la stessa etichetta di Steve Cantarelli (allora non avevo ancora avuto tempo di sentirlo, nel frattempo ascoltato, molto bello). Quindi ricapitolando abbiamo quel disco con Cacavas che bisognerà capire se uscirà come Lowlands o meno. Poi abbiamo un disco acustico che si chiamerà “Love, etcetera” di cui abbiamo già inciso 16 o 17 canzoni io e Roberto con una Marching Band, quindi con fiati, non in stile balcanico, e ci stiamo lavorando. E sempre con Roberto stiamo iniziando a lavorare anche al prossimo disco elettrico dei Lowlands e anche in questo caso abbiamo 13 o 14 brani pronti.

Gli chiedo se il disco con Cacavas è elettrico e Ed me lo conferma.

I demo del disco sono stati registrati con la formazione attuale del gruppo, quella dei concerti e dell’EP per intenderci ma il disco nuovo difficilmente sarà pronto prima del 2015 mentre quello acustico con l’aiuto di alcuni degli amici che hanno partecipato al progetto di Woody Guthrie dovrebbe essere “pronto” nei prossimi 18 mesi.

Saltando di palo in frasca gli chiedo se al di fuori dei dischi della band ha partecipato solo ai Tributi a Springsteen (era inevitabile parlare di Bruce) e a quello dei Beatles.

Per quello di Springsteen con Soul Driver (uno dei brani migliori di Human Touch, non un capolavoro ma non così “orrido” come molti lo ricordano) l’ho scelto proprio volutamente perché il pezzo mi piace e anche perché delle 30 o 40 che tu dici (gli ho detto che tante migliori ce n’erano) molte erano chiaramente inavvicinabili, di quelle che lui ha “sbagliato” in studio questa era una delle migliori ( e rimane adamantino nella sua convinzione, anche se provo a dirgli che tra gli “scarti” del cofanetto di inediti Tracks c’era da pescare di meglio). Soul Driver era un gran pezzo che abbiamo fatto nostro con la band e non abbiamo dovuto sgomitare per averlo.

Quindi tornando alle date di uscita, entro l’anno spero quello con Cacavas e forse anche quello acustico.

Ma scrivi primi i testi o la musica e fai tutto tu?

Dipende a seconda dei casi e comunque, sì, faccio tutto io anche se per il prossimo disco elettrico dei Lowlands io e Roberto abbiamo iniziato a collaborare in alcuni brani e anche se non saremo i nuovi Jagger-Richards o Lennon-McCartney, il nuovo disco con Chris Cacavas lo abbiamo scritto a quattro mani, cosa che non pensavo di essere in grado di fare e anche con testi e/o musica di entrambi, un mix delle due cose. Infatti nel disco cantiamo tutti e due e quindi è in insieme dei due sound, parte Lowlands, ma anche con il suo tocco. Comunque decideremo a maggio quando Chris verrà in Italia per registrare un disco dal vivo acustico a Spazio Musica di Pavia, se sarà come band o con altri nomi. Ma dipenderà anche dai soldi che si raccoglieremo con i concerti e a parte la data di Stoccolma, una al Rock and Roll di Rho e una, probabile, a Pavia, in piazza, a giugno il giorno 8, per festeggiare i 10 anni del mio ritorno in Italia non c’è altro al momento (quindi organizzatori, se leggete questo spazio, fatevi avanti!) nella stessa occasione in piazza, in altre date, ci saranno anche Willie Nile e James Maddock con le rispettive band (quindi segnatevi pure questo).  

Si parla infine della situazione “tragica” dei negozi che chiudono un po’ dovunque e di come andrà la vendita dell’EP, io faccio l’ottimista e dico che verranno vendute tutte le 200 copie stampate per l’occasione (più qualcuna da vendersi ai loro concerti) e si dice insieme un bel speriamo!

Secondo noi il Record Store Day è un bel evento, noi lo abbiamo sempre festeggiato a Pavia (anche se quest’anno come avete letto nel primo Post, i Lowlands saranno a Stoccolma), e il fatto che ci sia molto materiale in vinile e poco in CD (a parte un CD EP dal vivo dei R.e.m.) significa meno concorrenza per noi! Ci sarebbe piaciuto farlo anche in vinile, ma abbiamo visto i costi e non riusciamo a farlo (al che mi permetto di ricordare che però sarebbe stato l’unico loro vinile, visto che i titoli precedenti non erano mai usciti in LP). Tra l’altro questa primavera abbiamo fatto anche pochi concerti, abbiamo cercato ma non abbiamo trovato molto, Roberto e io abbiamo fatto delle date acustiche, ma full band troppo caro, pochi soldi che girano. Bisognava venirci a vedere lo scorso inverno, quello è stato un buon tour (ma gli ricordo che non è che neppure a Milano ci sia questo gran fermento di concerti e spesso le cose si sanno all’ultimo, tipo un concerto gratuito di Dirk Hamilton la sera precedente al momento in cui stiamo parlando).

Esauriti il tempo, gli argomenti e spero non la pazienza di Edward ,che è stato gentilissimo, concludiamo questa chiacchierata.

Quindi sapete che il vostro dovere è quello di comprare l’EP di Left Of The Dial per due motivi: perché è bello e perché gente che fa buona musica, con passione, come Ed Abbiati, non ce n’è tantissima in Italia e in giro per il mondo, anche se più di quello che si pensa, come chi legge il Blog spero verifichi giornalmente.

Direi che è tutto o that’s all folks, se preferite, fine anche della parte due!

Bruno Conti

P.s. Per qui due o tre(mila) che non lo sanno, Left Of The Dial, sta per a sinistra della manopola, ovvero il posto dove, nelle vecchie radio anni ’80, stavano le stazioni che trasmettevano il cosiddetto college rock (R.e.m., Replacements appunto & compagnia bella), il primo rock indipendente di quegli anni,  buona musica in definitiva, quasi sempre.

Record Store Day 2013 – Lowlands Left Of The Dial + Ed Abbiati Speaks (Ma Anch’io)…! Parte I

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Lowlands – Left Of The Dial – Everybody Knows This Is Nowhere – Gypsy Child/IRD

La scorsa settimana ci siamo visti con Ed Abbiati per fare quattro chiacchiere (anche cinque) sulla prossima uscita del nuovo EP dei Lowlands per il Record Store Day 2013, il prossimo 20 aprile (a proposito ho visto che suonano a Stoccolma per festeggiare l’evento, due passi da qui, se siete dalla quelle parti!), e anche su passato, presente e futuro della Band, qualche giorno per trascrivere il tutto in un italiano decente (e con un po’ di editing per ridurre al minimo le prolissità, soprattutto mie, senza riuscirci credo) e fra poco potrete leggere il risultato, ma prima due parole sul dischetto…

L’EP o CD singolo, come preferite, esce in una tiratura limitata di 200 copie e come in tutti i 45 giri seri ha un doppio lato A: Left Of The Dial, la cover dei Replacements da una parte (e sopra vedete il video) e sull’altro lato (virtuale) Everybody Knows This Is Nowhere di Neil Young. Avviso per i naviganti, questi sono i Lowlands che roccano e rollano a tutte chitarre con Roberto Diana e la sua solista “all over the place”, registrato lo scorso 8 novembre a Bryn Mawr nel Galles è rock puro e semplice, non adulterato, oltre alla chitarra di Roberto, basso Enrico Fossati, batteria Mattia Martini e tastiere, piano e organo, il fido Francesco Bonfiglio, nel gruppo dai tempi di Gypsy Child, più la voce di Ed, la formula perfetta del R&R. Non vi resta che comprarlo e spararlo a tutto volume sul vostro impianto.

Passiamo alla “intervista”. Giustamente avevo detto al nostro amico: hai parlato con il Busca, con Mescalina, con varie riviste estere, facciamo quattro chiacchiere anche noi, magari anche di argomenti non trattati in precedenza, una cosa informale, detto fatto (qualche mesetto per organizzare l’incontro in terreno neutro) e via.

Domanda interlocutoria, per rompere il ghiaccio, visto che abbiamo entrambi cognomi riconducibili a calciatori, se digito su Google Bruno Conti (più chiaro per me, avendo vinto il mondiale 1982) meno per lui visto che il portiere del Milan si chiama Christian Abbiati, ma se aggiungiamo rispettivamente Disco Club e Lowlands si apre tutto un mondo di musica.

E quindi, per partire dalle origini, la prima domanda al cittadino del mondo Ed riguarda la tua origine, come molti sanno, doppia nazionalità, mamma inglese e papà italiano, ma esattamente dove? L’anno è il 1973, come riporta anche Wikipedia.

Esatto, nato a Portsmouth sulla costa inglese, poi dal 1975 al 1980 in Francia (oui) e nuovamente dal 1983 al 1986, quindi francese prima lingua, poi inglese e nuovamente francese, scuole medie e superiori in Italia e finalmente si impara l’italiano (ma non per cantare). Saltando di palo in frasca, ad inizio anni 2000 un annetto sabbatico in Australia (NDB Qui sviluppa la sua ammirazione per Tim Rogers e una delle band più interessanti di Down Under, gli You Am I, poco conosciuti, purtroppo, nelle nostre lande, ancorché “basse”) e poi “cacciato” per scadenza del permesso di lavoro e ritorno in Europa a pochi giorni dall’11 settembre, trovo un lavoro nel mio ambito che è quello dell’informatica a Londra.

La seconda domanda è: come scatta la passione per la musica? Qualche appassionato in famiglia?

La mamma, nata più o meno agli albori dell’epoca beat con i Beatles a due passi, Paul McCartney il preferito, i vinili in casa erano la raccolta di Leonard Cohen, quella di Dylan (il primo Greatest Hits), Madman Acros The Water di Elton John, la colonna sonora del Violinista sul Tetto (Fiddler On The Roof) in conseguenza del fatto che prima di diventare mamma, da giovane, fosse stata una attrice teatrale e poi la sorella maggiore negli anni ’80, per osmosi, origliando alle pareti, ti lascia sentire Cure, Depeche Mode, U2, R.e.m. mentre a Parigi negli anni ’70 nella collezione del babbo, c’era una raccolta di Modugno. Se vuoi sapere come scatta la passione per la musica, da ragazzino avendo una famiglia che per lavoro si spostava moltissimo ero abbastanza introverso, quindi ascoltavo molta musica e leggevo tanti libri, le prime cassettine fatte dalla sorella con R.e.m., Replacements (ecco qua!) ma non ricordo se, pur essendo l’84/’85 c’era Left Of The Dial, sarebbe divertente ma non ricordo, c’erano solo i nomi dei gruppi, niente titoli. In quegli anni c’era anche la passione per lo sport, il rugby soprattutto, ma a seguito di un incidente dove mi sono rotto il ginocchio, passando da quattro allenamenti alla settimana a zero, tramite un amico dell’epoca, Stefano Speroni, poi nella prima formazione dei Lowlands, gli ho chiesto di insegnarmi tre o quattro accordi sulla chitarra acustica, siamo nel 1992, a 19 anni. Subito, non essendo la pazienza tra le mie virtù, ho iniziato a scrivere canzoni mie, in inglese che era la lingua che si parlava in casa, una conseguenza del fatto che già scrivessi comunque poesie, racconti, libri già prima del ritorno in terra inglese.

Quindi erano anche gli anni delle “vacanze scozzesi” poi raccontate nel disco di Donald e Jen MacNeill?

Più o meno sono quelli, anche se si era in mezzo al nulla, di fronte al Canada (a qualche milione di chilometri), a Colonsay, Highlands scozzesi, mentre i mie zii e cugini erano a Oronsay, due volte ogni giorno in mare, lavorare in fattoria durante il giorno, nel periodo estivo, con la radio sul trattore, il pezzo di Bryan Adams (Everything I Do) I Do It for You dalla colonna sonora di Robin Hood sempre presente e cordialmente “odiato” e le canzoni alla sera che scriveva Donald, che era il musicista del luogo (NDB Breve reminiscenza del sottoscritto che ricorda di averlo visto, Bryan Adams, nel 1983 al Rolling Stone di Milano quando in giro per il mondo era già famoso, ma saranno state presenti poco più di 100 persone, una tristezza, però molto professionale, e anche bravo, agli inizi, poi due palle, fine della digressione).

A questo punto mi scappa di dire che poi è arrivato quello senza la B davanti.

Ryan Adams, io lo chiamo il migliore della mia generazione, fantastico, di recente stavo ascoltando i suoi concerti dal vivo (credo che parli del box set Live After Deaf, 15 cd dal vivo pubblicati a tiratura limitata e si viene a anche a parlare della miriade, oltre 400 che si trovano sul sito gratuito archive.org)  i miei due preferiti degli anni ’90 sono lui e Tim Rogers, l’australiano ( e a questo punto Ed, un po’ piccato per il mio scetticismo verso la fama di Tim, parte con una difesa a spada tratta degli You Am I): hanno fatto 4 o 5 Lollapalooza, il loro disco di esordio è stato prodotto da Lee Ranaldo e lui è una gran penna. Di Ryan Adams sono fiero di avere visto i Whiskeytown a Londra nel loro unico tour europeo, al Borderline vicino Tottenham Court Rd nel 1998, prima dell’inizio della fine per il gruppo (a questo punto si viene a parlare brevemente di locali e tour, di Lee Clayton che Ed non conosce, e si finisce per parlare delle gaffes di un noto giornalista italiano già ricordate su questo blog).

Torniamo al ritorno dall’Australia, a questo punto dovremmo essere ai primi passi dei Lowlands?

Per la verità a fine anni ’90 avevo già registrato dei demo a Londra di miei canzoni, con altri musicisti, mai pubblicati, genere un po’ più grezzo di quello del gruppo e anche in Australia ho registrato dei demos, che ho ancora. Nel 2002 ero di nuovo a Londra, senza lavoro nel post 11 settembe, un po’ con il culo per terra, e nell’inverno di quell’anno, ospitato da amici, ho scritto praticamente tutti i brani che poi sarebbero diventati The Last Call, tranne uno e poi nella primavera del 2003 tornai a Pavia, dove avevo fatto il liceo da ragazzino, ma non conoscevo più gli amici di un tempo. C’era già una scena locale, c’erano i Mandolin Brothers, che esistono praticamente da sempre, c’era fermento, c’era un locale giusto, Spazio Musica e dove avere sistemato la prima la mia vita, con lavoretti vari e poi un lavoro fisso, ho conosciuto Simone Fratti, il contrabbassista, c’era un chitarrista John Prunetti, Stefano Speroni, anche lui avanti e indietro da Londra, in quel periodo era a Pavia e tramite un amico americano che stava producendo un tributo ai Gourds e mi conosceva avendo sentito alcuni miei demo, mi propose di registrarne uno per il CD, peraltro mai uscito, credo siano state registrate 50 canzoni, ma l’album non è stato mai pubblicato.  Il brano in questione era Lowlands e avevo conosciuto anche il gruppo a Austin, Texas (si parla anche brevemente dei Gourds, di nuovo in pista nel 2011, del violoncellista che suonava anche con Lyle Lovett o viceversa e del gruppo collaterale di Kevin Russell,  gli Shinyribs). A questo punto, con un mezzo gruppo, perché non c’erano un chitarrista, un bassista, un batterista, a rate, quando c’erano i soldi, i Lowlands, che almeno avevano un nome, iniziano a incidere il primo album, un giorno di studio ogni tanto, con lentezza, quasi di nascosto, il primo brano inciso era l’ultimo scritto, In The End, registrato in un giorno, non c’era ancora Roberto e la Chiara è arrivata solo per fare gli overdubs a disco in fase di completamento, dal Conservatorio ma anche da gruppi rock metal che avevano aperto per gli Skid Row in Italia (l’avreste mai detto?), violino elettrico, pedale wah-wah che spesso veniva scambiato per una chitarra. Per dire la nostra attitudine dei tempi, Simone Fratti il bassista elettrico, tutto tatuato era un punk ma aveva studiato il contrabbasso al Conservatorio, la Chiara Giacobbe veniva anche lei dal Conservatorio. Io avevo già in mente il suono che volevo, tra l’acustico e l’elettrico, e sono stato fortunato a trovare dei musicisti in grado di realizzarlo alla perfezione, una parte acustica folk tradizionale e una parte elettrica, molto Replacements, un po’ rovinata, un po’ sguaiata.

A questo punto lo interrompo per giocarmi il “domandone”: sul sito inglese Americana-UK.Com siete stati definiti “Italy’s Number One Roots-Rock Band” ma che genere fate esattamente?

Anche l’unica, non ce n’è molte, ma se dovessi definire il genere per me è semplicemente Rock (e qui concordiamo), forse roots (ma i Waterboys che genere fanno? Folk-rock”) ma all’inizio ci avevano inserito nell’alternative country, ma onestamente quel genere negli anni ’90 era rock in effetti (c’erano gli Uncle Tupelo), Mellencamp era con il violino ma era rock, quindi non so che genere facevamo, anche se spero che dal feedback che ho sentito in questi ultimi mesi, dopo Beyond, la gente comincia a dire che abbiamo un suono Lowlands,  anche se la svolta senza violino ha portato un cambiamento (ma in Fragile Man suona ancora, un brano registrato prima del resto dell’album, per “ricordare” il soggetto della canzone, nato da un SMS ricevuto da questo amico che poi non ce l’avrebbe fatta, ma riuscì almeno a sentire la canzone in questa versione). Tornando al genere, mi piacciono i Waterboys, i Replacements di Tim (butto lì Wilco, perché Ed in una intervista ha detto che ogni volta che sente il nome paga da bere) perché ogni pezzo ha una sua forte personalità a prescindere dal genere, anche i Wilco all’inizio hanno avuto i loro problemi, ma stare nei Lowlands, non è stato solo per motivi finanziari, almeno credo, c’era una unità di intenti, la voglia di fare musica tra mille difficoltà, il problema dei soldi non si è mai posto, anche perché non ce n’erano o molto pochi, quasi tutti facevamo anche altri lavori per tirare la carretta, ma eravamo comunque dei musicisti professionisti, io, Chiara, Roberto, la band in generale ha voluto sempre essere presente, magari anche oltre i nostri mezzi, siamo sempre andati in giro a suonare dove ci chiamavano, tour faticosi e quello ha avuto un suo peso. Sull’evoluzione della band, ci sono stati dei momenti in cui eravamo tutti insieme e altri in cui alcuni poi se ne sono andati (si parla anche di Will T Massey, un cantante di culto che non ha avuto un grande successo ma che Ed apprezza moltissimo).

A questo punto sbuca nell’ingresso del teatro anche Roberto Diana che stava provando con il suo quartetto per un concerto serale e stava finendo la memoria audio del telefonino (il resto è stato registrato su quello di Ed) direi che possiamo interrompere qui la trascrizione più o meno fedele di quanto detto e il resto alla prossima puntata (penso domani o dopo, il tempo di scrivere il tutto).

End Of Part One, segue.

Bruno Conti

I Migliori Dischi Del 2012: Ultimi Arrivi. Da Pavia, Ed Abbiati Dei Lowlands

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Prima di cedere la parola a Ed, volevo scusarmi con i lettori del Blog, ma ieri e oggi c’è stato un problema tecnico e mentre il sito era visibile in lettura non potevo caricare nuovi Post, ma bando alle ciance e veniamo alle scelte di uno più interessanti musicisti italiani, senza esagerare (caffè pagato?)…

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photo by gabriella ascari

sto componendo….

BEST OF 2012

“Non ho comprato molti dischi quest’anno, purtroppo. Quindi questa lista rappresenta i dischi che ho ascoltato con più piacere…se siano i migliori o meno…nessuna idea. Ma sono questi quelli nuovi che mi hanno tenuto compagnia quest’anno. (Avrei voluto sentire Titus Andronicus, Ian Hunter, Alejandro Escovedo, Neil Young e spero di prenderli presto). Delusione per Gaslight Anthem e Counting Crows su tutti.”

Parto segnalando un disco del 2011 che ho solo sentito quest’anno: Innerstate di Stiv Cantarelli (con i Richmond Fontaine a fare da backing band). Attualmente il mio disco notturno preferito. Sì perchè questo disco va sentito alle 3 di notte. Un disco sussurrato e mai fragile. Prezioso!

1) Wrecking Ball – Bruce Springsteen.  Dopo due album che proprio NON mi sono piaciuti (Magic e Working on a Dream) Bruce fa un bel disco con due vecchi pezzi (ma belli: Wrecking Ball, Land of Hope and Dreams, ) e  almeno 4-5 grandi canzoni ( Death to My Hometown, Shackled and Drawn, Jack of All Trades, We’re Still Alive e Rocky Ground) Bruce ha continuato a scrivere la sua storia. 

2) Tempest – Bob Dylan Questo disco si lascia ascoltare facilmente come non succedeva (almeno per me) da Modern Times. La sua voce mi piace sempre di più. Together Thru Life mi piaceva come sound ma non come brani. Qui c’è sia il sound che i brani. Duquesne Whistle (l’ossessione di Bob per Charlie Chaplin prosegue…).

3) Cheap Wine – Ammiro i Cheap Wine per quello che hanno fatto in questo paese in questi 15 anni. Ho tanto rispetto per come lo hanno fatto, da soli e senza sfruttare alcuna “corrente” e ho tanta  ammirazione per la dignità con la quale hanno trattato la loro musica. In tanti, e noi per primi, camminiamo su strade asfaltate da loro. Giù il cappello. Marco non ha mai cantato cosi bene, L’ingresso di Alessio Raffaelli alle tastiere ha dato una nuova dimensione alla band permettendo a Michele di dipingersi uno spazio nuovo, la ritmica è impeccabile. Questo è il mio disco preferito dei Cheap Wine e spero che sia seguito da altri 15 anni come questi. On the way back home è uno dei pezzi più belli sentiti quest’anno. Waiting on the Door...

4) Privateering – Mark Knopfler. Avevo onestamente perso di vista Knopfler dopo il live del 92 dei Dire Straits. Avendolo visto in apertura di Dylan ad Assago, avevo l’impressione di assistere a un artista che aveva rinunciato a cercare strade nuove. Che giocava dentro la sua “comfort Zone” e basta (mentre Dylan stravolgeva a ribaltava ogni canzone in scaletta con l’entusiasmo di un bimbo dell’asilo!). La orda di recensioni positive mi hanno spinto a comprarlo e devo ammettere che me lo sono goduto moltissimo. Forse trovo il disco doppio eccessivo ma le cose belle sono stupende. Forse c’era un disco singolo perfetto lì dentro. Ma chi sono io per dubitare? E poi… la perfezione annoia. Radio City Serenade suona come un brano di Tom Waits suonato dai Pogues…è stupendo e commovente. Invecchio male…

5) Delayed Reaction – Soul Asylum: dopo anni di silenzio esce un nuovo disco che suona fresco fresco come i loro migliori degli anni 80….subito dopo l’uscita del disco metà band molla (sounds familiar?)…amo questa band e tutte le band che fanno casino cosi (O Marah where art thou?). Dave Pirner gioca con le parole con classe come sempre e la band saltella dietro a Tommy Stinson (ex Replacements) e Michael Bland (ex prince) il mio batterista preferito al mondo. Visto il mio amore per questa band ecco due video: Gravity:

e Take Manhattan (il mio pezzo preferito del disco):watch?v=OLppmbXyaAE

6) Women & Work – Lucero    Dopo due album intoccabili ecco il fratello minore di Overton e Bastards… mi mancano un po’ di chitarre distorte, perse a favore dei fiati. It’s the Memphis Soul! Che dio li tenga in salute, on the road e in studio…we need’em!!  On My Way Downtown:

7) The Sailor’s Revenge – Bap Kennedy  Lo seguo da quando Steve Earle produsse i suoi Energy Orchard.  Qui, prodotto da Mark Knopfler, fa il suo disco più bello da Domestic Blues (sempre Steve di mezzo). Jimmy Sanchez, Shimnavale, Not a Day Goes By. Incredibilmente poetico. Not a day goes by: 

8)Tomorrowland – Ryan Bingham. Stavano dipingendo un bel costume per Ryan…etichettato e tutto il resto, nuovo eroe dell’americana, ma lui non ne voleva sapere nulla e ha fondato la sua etichetta e ha fatto il disco come lo sentiva nel suo cranio. Il disco è coraggiosamente rock e secondo me porterà ai live show a scalette stupende ( e perderà qualche fan tra i critici!). Guess Who’s Knockin:

9)Ani DiFranco -Which Side are you on? Per me il periodo d’oro di Ani è quello che va dal 94 al 2001.  Ma questo è il disco che più mi è piaciuto da quel To The Teeth che salutava il secondo millennio…Ani torna sulle barricate e sputa fuoco.

10) Good Things – Miami & the Groovers  Lorenzo “Miami” è un musicista pieno di passione. Ama la musica, il palco. E’ un rocker. Il suo amore per certa musica è evidente nei suoi concerti e nei suoi dischi. Un giorno sarà sindaco di Rimini e farà suonare Springsteen in Spiaggia ma fino ad allora ci sono loro Beppe, Marco, Alessio, (presente anche nei Cheap Wine), Lorenzo e al terzo disco realizzano per me il loro album più bello. Good Things è un brano talmente bello che pare esistere da sempre:

10bis) L’ultima thule – Francesco Guccini.  Assieme a Bennato e Jannacci, Guccini è il mio “italiano” preferito. Se ne va senza mungere l’attimo. Se ne va senza un finale ma con un disco solido e pieno che invecchierà bene. Grazie. Di tutto.  Questo ultimo disco è pieno di Guccini e di questo sono grato. Ho sempre amato il suo scrivere di umanità, di fragilità e contraddizioni personali. Ho sempre pensato che fosse un vero poeta. Pochi scrivono in italiano con la sua fluidità e profondità L’ultima volta commuove:

Dimenticavo:

Best Live: Pogues Live In Paris

Why? Look here….

 

Last but not least e fuori concorso per conflitto d’interessi (ci canto in italiano su un brano!)

L’umana resistenza del nostro caro amico Alex Cambise (chitarrista e mandolinista extraordinaire). Alex ha realizzato un disco profondo, mai scontato. Fotografie di questo paese che ha ben poco di bello attualmente. Un disco sulla dignità, sulla resistenza e credo anche sul dolore. Cercatelo e ascoltatelo. Io Rimango qua (la mia preferita):

Ed Abbiati.

*NDB. Questi “artisti” mi fanno impazzire, prima per convincerli a scrivere qualcosa, e poi anche Ed come Jimmy Ragazzon mi sparano i Post scritti nei caratteri di stampa più improbabili e il vostro fedele Blogger “taglia e cuce” con pazienza e mi sembra che il risultato sia buono.

P.S. del NDB.

Questo Post è anche l’occasione per parlare di un po’ di musica italiana, quella buona e quindi visto che Ed Abbiati ha già sfiorato il conflitto di interessi mi permetto di aggiungere altri due bei dischi di musica italiana (perché fatta in Italia, ma internazionale nelle intenzioni), e non è una marketta ma sincera ammirazione per la voglia di continuare tra mille problemi sempre con rinnovato entusiasmo!

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Lowlands – Beyond

Lowlands & Friends – Better World Coming 2012Gypsy Child Records entrambi!

 

Pubblicata retroattiva, a ieri, così non saltiamo giorni nella nostra frequentazione giornaliera.

Bruno Conti

Servizio Concerti: Mandolin Brothers, Breve Tour

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E’ sempre un piacere fare un po’ di promozione quando non si risolve in una sorta di marchetting. Quindi quando ho ricevuto una mail di Jimmy Regazzon che mi annunciava un breve tour dei Mandolin Brothers, è stato quasi naturale, e spontaneo, condividerlo sul Blog, per gli amanti della buona musica. Come sapete il gruppo fa parte di quel prode manipolo (forse pattuglia, perché in effetti sono di più di quello che si pensa) di musicisti che mi piace definire “Italiani per caso”, visto che la musica che fanno ha sicuramente un piglio internazionale e non ha nulla da invidiare ai colleghi di oltre oceano.

Ma bando alle ciance, nelle parole di Jimmy, queste sono le date:

Un’occasione da non perdere: roots rock live con i Mandolin’ Brothers al completo!

Si comincia venerdì 9 novembre al Cowboy’s Guest Ranch di Voghera, nel buon vecchio Oltrepo’ Pavese! Sweet home!
Sabato 10 saremo all’Una e trentacinque circa di Cantù, nella nuova ed ampliata location, sempre a Cantù ma in via Papa Giovanni XXIII, 7. Per riabbracciare Carlo e amici!
Sabato 24 novembre una serata speciale a Spaziomusica, con la partecipazione di Edward Abbiati dei Lowlands.
Inoltre ci sarà a breve una capatina del quartetto acustico in quel gioiellino che è il Banco di Zoagli, sabato 1 dicembre.
See you on the road!

http://www.mandolinbrothersband.com/

Le prime due date sono stasera e domani, quindi affrettarsi.

Bruno Conti

Un Paio Di Novità Dalle Nostre Lande, Anche “Basse”! Lowlands – Beyond & Music is Love A Tribute To CSN&Y

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Oggi esce ufficialmente (ma circola già da un paio di giorni), il nuovo album dei Lowlands, si intitola Beyond, è prodotto da Joey Huffman, in passato tastierista con Soul Asylum, Drivin’n’Cryin e Georgia Satellites, anche ingegnere del suono in vari album di buon rock. L’etichetta è la Gypsy Child di Ed Abbiati, e il CD è il secondo del 2012 dopo il Tributo a Woody Guthrie. Ovviamente, anche per gli avvicendamenti nell’organico (non c’è più Chiara Giacobbe al violino, o meglio appare solo in Fragile Man), il suono è decisamente più elettrico del solito, addirittura quasi punk nell’iniziale Angel Visions, ma non mancano ballate e brani visionari tipici del gruppo. Alla chitarra, per il momento, c’è ancora Roberto Diana e alle tastiere e fisa Roberto Bonfiglio; la nuova sezione ritmica è quella di Ligabue (e prima dei gloriosi Rocking Chairs), ovvero Rigo Righetti al basso e Roby Pellati alla batteria. Una ennesima eccellente produzione italiana, dalla bassa pavese alla conquista del mondo: auguri Ed! Poi ci torno con calma, per il momento prendete nota e provvedete.

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Martedì 9 ottobre uscirà questo doppio CD, Music Is Love A Singer Songwriters’ Tribute To CSN&Y, una co-produzione della italiana Route 61 di Ermanno Labianca, che è uno dei produttori con Francesco Lucarelli, e la Hemifran, a cura di Peter Holmstedt. Lo scopo del disco è raccogliere fondi per la Equestrian Therapy Co-Op di Brandeis, California (sarebbe la nostra ippoterapia per aiutare bambini ed adulti con problemi psico-motori). Quindi scopo nobilissimo e il disco ha anche tutta l’aria di essere notevole, il primo vero grande tributo alla musica di Crosby, Stills, Nash & Young, con fior di musicisti, take a look:

CD 1
01. For What It’s Worth (Ron LaSalle) 02. Triad (Steve Wynn) 03. Helplessly Hoping (Judy Collins) 04. Lady Of The Island (Liam Ó Maonlaí) 05. Bluebird (Sugarcane Jane) 06. Birds (Elliott Murphy) 07. Guinnevere (Bonoff, Cowan, Szcześniak & Waldman) 08. You Don’t Have To Cry (Sonny Mone) 09. Down By The River (Bocephus King) 10. Love The One You’re With (Jennifer Stills) 11. After The Gold Rush (Venice) 12. Teach Your Children (Sadie Jemmett) 13. Fallen Eagle (The Coal Porters)

CD 2
01. Rockin’ In The Free World (Willie Nile) 02. It Doesn’t Matter (Cindy Lee Berryhill) 03. Out On The Weekend (Clarence Bucaro) 04. Hey You (Looking At The Moon) (Neal Casal) 05. Cortez The Killer (Carrie Rodriguez( 06. Bittersweet (Marcus Eaton( 07. Just A Song Before I Go (Eileen Rose & The Legendary Rich Gilbert) 08. Long May You Run (Nick Barker) 09. Southern Cross (Michael McDermott & Heather Horton) 10. Thrasher (Andy Hill & Renée Safier) 11. Wasted On The Way (Louis Ledford) 12. Tracks In The Dust (Mary Lee’s Corvette) 13. I’ll Be There For You (Jenai Huff) 14. Music Is Love (Ian McNabb).

Anche in questo caso, ci torniamo con calma, appena possibile.

Bruno Conti

 

 

Swing Brother Swing “Gezz All’Italiana” Live Al Milestone Di Piacenza

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Swing Brother Swing – Live Al Milestone Di Piacenza 15.01.2012 – Distribuzione Indipendente

La modalità di distribuzione dopo nome del gruppo e titolo, è un eufemismo per significare che il disco se lo fanno e se lo vendono da soli.

Ancora una volta si parla di musica italiana, “gezz”, scritto così potrebbe anche essere, ma i più accorti, già dal nome del gruppo, avranno intuito che si tratta di jazz, o meglio di un incrocio tra la musica americana e la canzone italiana vicina a questi stilemi. Il nome Sergio “Tamboo” Tamburelli era già ricorso nelle pagine virtuali di questo Blog, collegato alle imprese della band pavese dei Lowlands e in particolare la sua partecipazione al tributo a Woody Guthrie, dove immodestamente lo paragonavo vocalmente a Tom Waits. Poi una cosa tira l’altra, e sia pure in ritardo, eccomi qui a parlare dell’altra, e principale, attività musicale del buon Tamboo. Non ci sono fini nascosti, solo della sana promozione, per della buona musica, vogliamo chiamarlo un “piccolo marketting”? E chiamiamolo così.

Quelli che leggono il Blog sanno che qui non tratto spesso né di musica italiana né di jazz perché, come direbbe un recensore di stampo anglosassone come il sottoscritto “It’s not my cup of tea”, ma non perché non ami i generi, solo per mere questioni di tempo. Già non ce la faccio a sentire tutti i dischi che dovrei e vorrei, figuriamoci a recensirli, ma l’eccezione conferma la regola e, in ritardo come detto sopra, visto che è già uscito da qualche mese, eccomi a parlare di questi Swing Brother Swing. Chi sono costoro? Oltre al suddetto Tamboo, voce, e visto il cognome, washboard, abbiamo Pietro Bonelli alla chitarra e fondatore della band, Daniele Petrosillo al contrabbasso, Fabio Villaggi alla batteria e, per l’occasione, nella formazione a sei con fiati, Claudio Perelli al sax alto e clarinetto e Gianni Satta a tromba e cornetta. I 6 assi di cuori, come simpaticamente ripresi nella foto interna del CD in formato digipack. Il disco è registrato a Piacenza, ma se non sbaglio (e non lo faccio) loro sono dell’area del pavesotto, che, se non è entrata ancora in vigore la nuova distribuzione delle province, non fa parte dell’hinterland milanese, come mi è capitato di leggere in rete!

Due cose che sono saltate all’occhio “dell’abile recensore”: l’omaggio, nel logo del CD, neppure troppo velato, ad una nota etichetta discografica che non citiamo, per evitare che li faccia restare in mutande per richiesta danni e la durata di un paio di brani che ci danno l’occasione di addentrarci nel contenuto del dischetto. Che durate sono 4.68 per Carina e 4.89 per Basin Street, riportate nel retro dell’album? Non sono più 60 i secondi per minuto? Oppure queste copie sono destinate a diventare come il Gronchi rosa, materiale per collezionisti, mistero!

Otto brani e una breve intro per questo disco: il protagonista è soprattutto il bravo Sergio “Tamboo” Tamburelli, che è un entertainer, tradotto in italiano intrattenitore, ma anche “chiacchierone”potremmo dire, a causa dei lunghi intermezzi parlati e le introduzioni, mai troppo didattiche, ai brani, assai piacevoli, parte dello spettacolo in fondo. Gli altri musicisti swingano di gusto, tra musica italiana e classici del jazz. Permettete Signorina era uno dei classici di Nicola Arigliano, un crooner italiano che ha vissuto due momenti di gloria, prima negli anni ’60 con partecipazioni Sanremesi e la pubblicità di un famoso digestivo e poi nuovamente a cavallo tra fine anni ’90 e primi 2000 con una seconda giovinezza. Tamboo mescola il suo timbro vocale alla classica inflessione vocale di Arigliano, come fa pure nel primo omaggio al suo vero idolo, il grande “Satchmo”, Louis Armstrong, altro sanremese dell’epoca, di cui interpreta C’Est Si Bon, che era un brano francese portato al primo successo in inglese da Eartha Kitt, ma poi diventato uno dei cavalli di battaglia di Armstrong, di cui Tamburelli si diverte a riproporre il timbro vocale e facendolo si sente che gode come un riccio in questa sua veste di entertainer. Carina è un brano che fu portato al successo da un altro grande interprete della canzone italiana, Fred Buscaglione, ma la faceva anche Arigliano e, in anni più recenti, Ray Gelato, altro cultore del genere. Ovviamente il brano si presta al medley e in corso d’opera si trasforma in Hello Dolly che non poteva mancare.

Basin Street è una delle vie principali di New Orleans, culla dello swing, del jazz e del dixieland e di mille altri generi, ma è anche il nome di un altro celeberrimo brano di Armstrong. A proposito di brani, il nostro amico canta e gigioneggia con il pubblico, prova a farli cantare in vece della sezione fiati di Count Basie, con risultati devo dire non eclatanti (Sergio, lascia perdere, noi italiani andiamo bene per cantare le “opere” di Ramazzotti, Baglioni, al limite Vasco, quelli più meritevoli se la cavano con Bruce) ci introduce al washboard ma lascia anche ampio spazio agli altri musicisti, soprattutto Claudio Perelli, al sax e al clarinetto, che nel corso del concerto sale al proscenio più volte meritandosi quel featuring sulla cover del disco. Guarda Che Luna, ancora di Buscaglione, viene presentata come un esempio di torch song all’italiana raffrontata a quelle classiche della grande Billie Holiday, una canzone della quale, detto per inciso, dà il nome al gruppo. 20 KM Al Giorno è l’altro grande standard dell’opera di Nicola Arigliano e la versione di questo Live gliene rende merito.

Poi c’è il gran finale con Sing Sing Sing che sul CD risulta di 5 minuti e 10 ma dal counter del mio lettore si avvicina ai sette, la versione strumentale è attribuita a Benny Goodman che l’ha resa imperitura, ma secondo me è un composito con la versione originale, che era cantata, e fu scritta da un personaggio e musicista che questo genere ha frequentato con grande profitto, un altro Louis figlio di New Orleans, che fa Prima di cognome. L’ultimo brano è un ulteriore omaggio a New Orleans, un’altra strada, Bourbon Street Parade, e un’altra impersonificazione del mitico Ambassador. Le ultime parole captate dal microfono sono “A noi piace divertirci”, detto dal Tamboo al suo pubblico ed è un po’ la filosofia di questo disco. Sarà jazz o swing, come preferite, ma sempre musica per “Carbonari”, quindi adatta a questo Blog. Non credo il CD sia facilissimo da reperire ma se siete adepti del genere un piccolo sforzo vale la pena di farlo, e poi “buon divertimento” anche a voi!

Bruno Conti

Proseguono I Festeggiamenti! Better World Coming – Lowlands & Friends Play Woody

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Better World Coming – Lowlands & Friends Play Woody

Una decina di giorni fa ricevo una mail da Edward Abbiati che mi annuncia che l’album dedicato a Woody Guthrie per festeggiare l’anniversario del centenario della nascita (il prossimo 14 luglio) è pronto. “Però aspetta a parlarne così creiamo un po’ di rumore a ridosso dell’uscita” (si svelano gli altarini di “massicce” manovre di marketing): non c’è problema aspettiamo, questo è un Blog, un diario, come dice la parola, con cadenza giornaliera (come dovrebbe essere per tutti, se no che “Diario” è). Poi arriva il contrordine, guarda che il disco è pronto, ma attenzione, aggiungo io, non è facile da trovare, se siete nella zona di Pavia (patria di Ed e dei Lowlands) dovreste trovarlo da questa settimana, se vi trovate nel resto d’Italia, a parte qualche negozio specializzato, lo troverete ai loro concerti (ma purtroppo ultimamente non ne fanno molti) oppure, per tagliare la testa al topo, lo prenotate sul loro sito e vi arriva comodamente a casa  http://www.lowlandsband.com/.

Finite le “incombenze promozionali” passiamo al dischetto. I “festeggiamenti”, come dico nel titolo, sono iniziati ormai dallo scorso novembre, prima con l’uscita di Note Of Hope, poi il disco New Multitudes di Farrar, Yames, Johnson & Parker, ad aprile la ri-pubblicazione ampliata di Mermaid Avenue di Billy Bragg & Wilco, l’EP dei Lowlands per il Record Store Day, ne ha parlato (e suonato) Bruce al South By Southwest di Austin: se volete approfondire anch’io ne ho parlato più volte, usate la funzione “cerca” nel Blog e scrivete Woody Guthrie e qualcosa troverete.

Nel CD c’è un track by track, brano per brano, scritto da Ed, mi sono detto, “perché non fare un track-by-track del track by track?” Perché no! L’album inizia con un Intro, un breve brano strumentale per piano solo che al primo ascolto (prima di leggere le note) suonava familiare: in effetti si tratta di This Land Is Your Land ,che i più attenti, scorrendo la lista dei brani, noteranno non c’è tra le canzoni riprese, anche se…

Quindi l’album si apre con This Train, un brano sui treni, quasi inevitabile se si vuole parlare della musica e della vita di Guthrie. Ed dice di essersi ispirato alla versione di Johnny Cash e alla famosa biografia Bound For Glory, il cui titolo è citato nel testo del brano. Nel disco i “Friends” sono tanti, cominciamo ad introdurli: Roberto Diana alla chitarra e Francesco Bonfiglio al piano sono i due Lowlands superstiti, Maurizio Gnola Glielmo alla national guitar e Francesco Limido all’armonica sono i due “macchinisti” per il ritmo del treno, il mandolino di Alex Cambise e il banjo di Nicola Crivelli (che si dedica anche alle armonie vocali) provvedono ad aumentare la quota – com’è quella parola di quattro lettere che piace molto? – ah sì, Folk! Il ritmo, quello vero, è dato dagli shakers di Fabrizio Cassani e dai “sacchetti di plastica” di Furio Sollazzi. Heaven My Home, oltre a molti dei musicisti già citati, introduce anche il dobro di Marco Rovino e la voce di Lisa Liz Petty che aggiunge una quota femminile più gentile alle procedure oltre a quella più ruvida di Ivano Grasselli. Inutile dire che i vari musicisti si adoperano anche ad altri strumenti nel corso del disco, aggiungerei che questa versione, sempre nelle parole di Edward, è modellata su quella di Joel Rafael.

I Ain’t Got No Home è una delle più celebri e belle canzoni di Guthrie, anzi di Springsteen, infatti se fate una ricerca su Google vi viene come risultato (in moltissimi casi), testo di I Ain’t Got No Home Bruce Springsteen, Lyrics (in effetti era in quel disco e VHS, altri tempi, uscito negli anni ’90, chiamato Folkways A Vision Shared)…La versione Lowlands è molto raccolta, solo i tre del gruppo più l’armonica che aggiunge profondità al suono. All’attacco della successiva More Pretty Girls, dopo una fascinosa introduzione per piano e trombone (Daniele Zanenga) mi sono chiesto come aveva fatto Ed a coinvolgere Tom Waits, invece è il vocione di Sergio “Tamboo” Tamburelli. Better World Coming, la title-track, voce e chitarra, è affidata in questo caso al solo Edward Abbiati, niente Roberto Diana, questa è la “prova”, no è la versione definitiva, vai tu! Two Good Meen racconta la famosa storia di Sacco e Vanzettti vista da Woody Guthrie, rivista dai Lowlands unisce Italia e Irlanda, mandolini e bodhran, chitarre e fisarmoniche, e per gradire, qualche “schiaffeggiamento di cosce”.

Per me il “centrepiece” del disco (se guardate la traduzione di centrepiece potreste trovare centrotavola o trionfo, propenderei per la seconda) è Plane Wreck At Los Gatos (Deportees), uno dei primi brani che ho sentito di Guthrie, al di fuori dell’inevitabile Dylan, qualche annetto fa, in una magnifica versione dei Byrds contenuta in The ballad of Easy Rider, e che per me rimane insuperabile, con la voce di Roger McGuinn e la string bender di Clarence White  che convogliano tutta la desolante malinconia e tristezza contenuta in questo brano. Ma Ed e amici hanno tentato la strada della versione corale, cantata a più voci, verso dopo verso, un po’ alla This Land Is Your Land, che non c’è (o sì?): e allora si susseguono le voci di Edward Abbiati, Franco Limido, Paolo Terlingo, Jimmy Regazzon, Maurizio Gnola Glielmo e le armonie di Nicola Crivelli, Betty Verri e Claudio Raschini, con l’assolo di armonica di Ragazzon, il mandolino di Cambise e la fisarmonica di Bonfiglio ad aggiungere emozioni a questa canzone ispano-americana che già di suo è bellissima, se la fai bene diventa devastante e qui ci siamo!

Stepstone è l’altro brano di Guthrie, rifatto nella “versione” di Joel Rafael, con un bel organo, sia Vox che Hammond ad aggiungersi all’ottimo dobro di Rovino, la batteria dal battito “militare” di Sollazzi e la voce di supporto della Verri aggiungono fascino ad una eccellente versione dove svetta anche la solista acustica di Roberto Diana, fedele compagno di molte avventure musicali. Going Down The Road è un altro bellissimo brano del songbook di Guthrie e Ed racconta di averla vista suonare nel 1996 a Dublino da Joe Ely e Bruce Springsteen. La versione qui presente si appoggia ancora una volta sui tre Lowlands, acustica, fisarmonica e dobro, che rimangono anche per la successiva Lonesome Valley, molto evocativa. Ci avviamo alla conclusione e quindi un altro brano di quelli corali è ideale per concludere il disco, Hard Travelin’ è un altro dei brani classici “di viaggio” di Woody Guthrie e se alla fine non resisti e ci attacchi una coda con This Land Is Your Land dove tutti cantano e suonano fino a che… “Til We Outnumber Them”. Un po’ di sana “retorica” non guasta mai. L’Outro è sempre la versione strumentale del celeberrimo brano.

Bruno Conti

P.S. Per chi fosse interessato ho visto che il 9 luglio la Smithsonian Folkways pubblicherà questo triplo CD con allegato libro di 150 pagine dal titolo di Woody At 100 -The Woody Guthrie Centennial Collection che è quello che vedete qui sotto in versione gigante.

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Indirizzi Utili Da Condividere! Noisetrade.Com

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Non credo di averne mai parlato (se non forse una volta di sfuggita) ma uno degli “indirizzi” interessanti da condividere è questo http://noisetrade.com/ Il sottotitolo recita “Thousands Of Albums, Completely Free. Completely Legal!”. Di cosa si tratta esattamente? E’ un sito dove moltissimi artisti da tutto il mondo lasciano a disposizione dei fans, loro o della buona musica in generale (ma anche cattiva volendo), una serie di dischi per il download, spesso in esclusiva, assolutamente gratis! L’ho scoperto quando Ed Abbiati dei Lowlands, ad inizio anno, mi aveva dato il link per scaricare il loro Live In Newport FM di cui vi avevo parlato nel Blog. Da allora ricevo regolarmente nella Posta elettronica delle mail che mi segnalano nuovi artisti che hanno inserito del materiale del sito.

Come funziona? Cliccate sul sito, cercate l’artista o gli artisti che vi interessano (e ce ne sono veramente migliaia), vi viene chiesto di inserire il vostro indirizzo mail e il CAP e, ma è assolutamente facoltativo, se volete lasciare una offerta per l’artista, senza nessun obbligo. A questo punto vi si apre un mondo davanti: nel senso che ricevete un ulteriore link nella posta con la possibilità di scaricare ciò che avete scelto. Spesso si tratta di album, EP o compilations con inediti tesi a fare da promo ad artisti noti, ignoti e sconosciuti. Quelle tre copertine che ho inserito sono tre esempi del campionario che è possibile trovare: quello di Brandi Carlile Bear Creek EP contiene tre brani dal vivo in studio non contenuti nell’album ed in esclusiva su Noisetrade. (Ed è il motivo di questo Post. Dovevo preparare la recensione del nuovo album di Brandi in uscita martedì prossimo 5 giugno ma il promo ha fatto cilecca, per cui non avendo il tempo di ascoltarlo entro la giornata, ho optato per questo Post “informativo”, ma risolto il problema, entro domani o dopo la recensione arriva).

Il Live At Eddie’s Attic dei Civil Wars, ad esempio, era in free download sul loro sito dal 2009 (ma bisognava saperlo) e quello dei Nada Surf è una compilation di brani creata appositamente per Noisetrade, con materiale vecchio e nuovo, raro o comune, che è un po’ la caratteristica di tutta la musica che trovate su questo sito. Il grande vantaggio è che trovate tutto in unico luogo e ci sono centinaia di nomi assolutamente sconosciuti da “provare”, che è praticamente il paradiso dell’appassionato.

Oggi mi sentivo in versione Buon Samaritano per cui “Felici Ascolti”!

Bruno Conti

Record Store Day 2012 Bis. Un Anglo-Pavese Festeggia Con Noi: Lowlands The Woody EP

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Anche in Italia, come nel resto del mondo, oggi si festeggia il Record Store Day, la giornata dei negozi indipendenti, specie in via di estinzione purtroppo, quindi creiamo delle oasi per la salvaguardia della “fauna compratrice e venditrice”. Da noi, per le regole bizzarre che segue la discografia italiana, molti prodotti specifici di questa giornata del 21 aprile verranno pubblicati il 24 aprile, il 30 aprile e financo l’8 maggio. Misteri!

Quello che vedete effigiato qui sopra è il contributo dei Lowlands di Edward Abbiati alla giornata, un The Woody EP dedicato al grande Guthrie di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Il buon Ed sta cercando anche di pubblicare un album intero dedicato al musicista di Okemah, anche gratis, mi dice! Se qualcuno è interessato a pubblicarlo (etichetta o casa discografica) si faccia avanti con lui. E questa estate, probabilmente, uscirà il nuovo album dei Lowlands, che si chiamerà Beyond (TBC, To Be Confimed, come dicono quelli che parlano bene).

Nel frattempo oggi ha pubblicato su Facebook questo suo “pensiero” sulla giornata che vi giro:

Buon Record Store Day a tutti! Il sole splende a Pavia dopo credo 40 giorni e 40 notti di pioggia!
In tutto il mondo oggi si celebra la festa dei negozi di dischi indipendenti, quelli che ti fanno trovare il nuovo album di Dave Alvin il giorno che esce, quelli che hanno una parete dedicata alle band locali, quelli che mettono ancora fuori locandine per i concerti locali, quelli dove puoi entrarci e dire…”consigliami tu”, quelli dove mentre aspetti di pagare magari fondi una band, quelli dove se arrrivi verso sera ci scappa pure la birra mentre si ascolta il nuovo bootleg di Tom Waits, quelli dove puoi anche litigare su chi ha prodotto il primo disco dei Big Star, quelli dove il nuovo album di Westerberg devi prenotartelo in anticipo altrimenti va esaurito, quelli dove Stiv Cantarelli lo trovi in vetrina e la pausini…la Pausini no! quelli dove puoi entrare ed uscire senza comprare nulla, o quelli dove puoi entrare e spendere e uscirne più ricco. Quelli che purtroppo quando chiudono, quasi mai riaprono, quelli che il download non fa male….beh forse male un pò fa. Quelli dove io ho imparato tanto e preso tanto, quelli cui sono grato, quelli che cerco come prima cosa quando arrivo in una nuova città, quelli che a differenza di chi (tanti) ci campa di musica, la amano davvero e per sempre.
Quelli che non ti contano palle e non ti rifilano sole e che se il CD proprio non ti piace…se lo riprendono.
Quei dischi, quei negozi, la mia educazione sentimentale…adesso sapete di chi è la colpa!
Quei negozi che non hanno bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di loro.
Quei negozi che combattono una battaglia persa in partenza….come ogni fottuta rock n roll band che si rispetti.
A chi frega, a chi dice il falso, a chi è morto dentro…a chi non tratta la musica come cibo per l’anima…il centro commerciale è aperto anche nei giorni di festa.
Oggi in 50 copie esce un piccolissimo EP nella nostra città nella speranza di far muovere qualche culo in più in direzione CD LAND, via olevano 1 a Pavia. E di farli ritornare.
Quando esce il nuovo di Tom Ovans Nello? e l’ultimo dei Waterboys merita? e il nuovo dei Lowlands me lo vendi? che birra vuoi?
grazie Nello!
See ya out there
LOWLANDS
“THE WOODY EP”
1- Blowing Down This Old Dusty Road
2- Homeward Bound – Alt Mix (featuring Franco Limido)
3- Lonesome Valley
4- Lovers & Thieves – Demo
Edward Abbiati: Acoustic Guitar & Vocals
Francesco Bonfiglio: Accordion
Roberto Diana: Dobro & Slide Guitar, Backing Vocals
&
Franco “Chino” Limido on Harmonica
Produced by Lowlands

Firmato Edward Abbiati.

Fondalmente sono d’accordo, come sapete questo Blog prende spunto, è l’erede, di un negozio storico di Milano che ricorre nel logo.

Bruno Conti

P.s Caro Ed, so che la domanda era retorica ma “casualmente” è uscito un CD dei Waterboys chiamato Cloud Of Sound, in tiratura limitata di 5000 copie in vendita solo ai loro concerti:

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Questo è il contenuto:

1. Winter Blows (2012 Mix) (3:12)
2. The Girl in the Swing (Live 2004) (4:37)
3. Siochain Iona (Remix) (6:14)
4. Killing My Heart (Live Remix) (4:20)
5. Barbara Allen (3:58)
6. Vigilante (2012 Mix) (3:19)
7. The Serpent’s Head (1:50)
8. The Seven Woods (4:42)
9. Silent Fellowship (2012) (5:05)
10. Straight with the Medicine (Cassette Demo) (2:08)
11. The Passing of the Shee (2012 Mix) (2:31)
12. Mr. Wickham Composes (2:40)
13. Seek the Light (Full Length) (4:25)
14. Vampire’s Head (2:11)
15. Savage Earth Heart (Glastonbury 2000) (7:42)

I Migliori Dischi Del 2011! Last But Not Least: Edward Abbiati Dei Lowlands

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Nella Foto non si sta rivolgendo al “cielo” per l’ispirazione ma sta pensando: “Guarda questo rompiballe di Bruno, con tutto quello che ho da fare mi ha chiesto anche la lista dei migliori dischi del 2011 e dove lo trovo il tempo!”. (o forse sta contando?). Ma con due mosse di Ju Jitsu e karate virtuale e “qualche” sollecitazione via mail ecco anche la sua lista. Come sapete questi “esercizi mentali” lasciano un po’ il tempo che trovano ma sono divertenti per chi scrive, perché si ricorda quello che di piacevole a livello musicale è successo nell’anno passato, e per chi legge possono essere fonte di nuove scoperte da condividere, piacevoli si spera (nel caso contrario, sapete che Ed lo trovate a Pavia, casa dei Lowlands, e gli date una fracca di botte se il disco consigliato non ha trovato il vostro gusto). Scherzo, prima che qualcuno mi prenda in parola perché può riguardare anche chi scrive.

Gli perdono la battuta iniziale e l’inserimento del disco di Springsteen che è uscito nel novembre del 2010 e quindi tecnicamente non rientrerebbe nel periodo esaminato ma visto che potrebbe finire tranquillamente in qualsiasi “Best of” da qui all’eternità e ai musicisti in quanto artisti si perdona qualche dimenticanza. Ecco il tutto in “his own words” (io ho inserito solo qualche video e copertina):

 

I musicisti sanno solo contare fino a 4….poi si perdono
 
ecco la mia top 10 (!?!) per il 2011

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Two Cow Garage – Un disco rock fantastico con echi di tutte le band che adoro: Lucero, Marah, You Am I, Punk Rock con influenze nobili, testi scintillanti e ritmi infuocati – Dec 2010

 

Standout Track: Jackson Don’t you Worry & My Great Gatsby

 

Dark River – Un idea pazza (prendere pezzi dell’epoca della guerra civile americana 1860s e farli suonare dalla scena di Austin). Una produzione perfetta con suoni e arrangiamenti sublimi. Un mix di artisti ma il concept si ascolta come se fosse una sola band.

 

Standout track: Johnny Has Gone for a Soldier

 

Social Distortion: Sempre più “appetibili” alle masse. Punk e roots rock si fondono in un disco bellissimo, fieramente invecchiati e maturati.

 

Standout Track: Still Alive

 

Steve Earle – il suo migliore disco dai tempi purtroppo lontani di Transcendental Blues e The Mountain. Trovavo la produzione recente di Steve prigioniera del personaggio Steve ed annoiata…mi sbaglierò ma questo è un disco profondamente sincero di Steve Oggi. Io l’ho sempre adorato per questa sua onestà nel descriversi.

 

Standout track: This City

 

WILCO – il loro migliore disco dai tempi di A ghost is born. Siamo lontani dai capolavori loro, ma ho sentito alcune cose nuove e diverse. Tweedy sempre più leader convinto.

 

Standout Track: One Sunday Morning. 12 mins di perfetta imperfezione. Potrebbe andare Avanti per giorni…

 

Tom Waits – Tom ha fatto un bellissimo disco. Dai suoni alle canzoni. Nulla di nuovo sotto il cielo Waitsiano? Vero…ma questo resta l’ennesimo bel disco di un grandissimo artista.

 

Standout Track: They pay Me

 

Josh T Pearson: Presi il disco dei Lift To Experience il secolo scorso…una rivista inglese gli aveva dato 6 stelle su 5 definendolo il disco del millennio. Ovviamente non era il caso…ma gli scenari apocalittici di quel disco erano fantastici. Josh torna dal lato opposto…canzoni scarne, voce e chitarra, che si snodano come solchi nella montagna…scavati negli anni. Più che ascoltare un disco pare di assistere a una vita.

 

Ryan Adams: per me il maggior talento della mia generazione. Rimasi folgorato dai Whiskeytown quando li vidi al Borderline a Londra e seguì Ryan ovunque andasse….qualche disco di troppo sicuramente, qualche curva superflua per disegnare una traiettoria personale…questo disco però sembra che ryan abbia fatto pace col suo talento. E lo lascia sgorgare libero. Non è un capolavoro. Ma è un ottimo disco di un songwriter incredibile.

 

Standout Track: Dirty Rain

 

Dave Alvin – eleven eleven

 

Non mi divertivo tanto con un disco di Dave Alvin dai tempi della sacra trinità (King Of California / Blackjack Dave / Public Domani). Voce, canzoni e band….esattamente dove li amo.

 

Standout Track: No Worries Mija

 

Rod Picott – Forse manca rispetto ad altri dischi il pezzo“facile” ma i testi, la pasta sonora e la produzione sono di primissimo piano. A volte penso che l’unico difetto di Rod sia quello di essere “apparso” qualche anno dopo il boom dell’alt country


Standout Track: Little Scar

Eric Taylor – Live at the Red Shackj

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Per me il live più bello dell’anno e sicuramente uno dei dischi dell’anno. Eric è un peso massimo. Qui, circondato da amici che lo ammirano sfodera un disco di una profondità e sincerità disarmante. Come tutti i pugili ti guarda negli occhi col mento coperto…prima che te ne accorgi ti ha già messo al tappeto. Python si rivela il miglior chitarrista italiano per gusto e sound.

 

Standout Track: Dean Moriarty

 

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Green Like July: LA band alessandrina / pavese del momento. Video sul new yorker / Album registrato in Nebraska / recensito ovunque hanno compiuto il non facile compito (dio sa se lo so) di abbracciare il mondo folk / country / indie rock. Disco che scorre via come se esistesse da sempre. Giù il cappello.

 

Standout Track: A Better Man

 

North Mississippi All Stars: un disco che è una veglia funebre….prodotto PER Luther Dickinson c’è scritto sul retro. Un atto di amore per certe canzoni, certi suoni e certa musica. E per un padre che non c’è più. Se non avessimo tutti voluto bene a luther sembrerebbe di essere di troppo…ma qui c’è posto anche per noi.

 

Standout Track: Let it Roll

 

Infine

 

Ristampa dell’anno:

 

DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN

 

Il disco della mia vita. IL disco. I 10 comandamenti del rock…..bellissimo cofanetto, cd, outtakes, dvd….con una considerazione. Nulla del fantastico materiale aggiunge una virgola alla bellezza di quel disco. Perfetto.

 

Lucinda Williams / War On Drugs / Walkabouts devo ancora sentirli….i dischi costano… 😉

ED Abbiati

Post scriptum

Uno o due non li conoscevo neppure io (non si finisce mai di impare, e ascoltare). Sul fronte Lowlands, il nuovo disco è Top Secret ma per ingannare l’attesa:

http://www.noisetrade.com/LOWLANDSband  Lowlands live from Newport (Bryn Mawr FM Broadcast)  FREE DOWNLOAD
 
ecco un piccolo live in attesa del nuovo disco.

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Già ero caduto in errore io, trattasi di Newport, Wales non States (anche se gli Stati Uniti…ma non si può dire). Pero vi posso dire che si tratta di un eccellente mini-set elettroacustico con un suono “naturale” di ambiente dello studio delizioso e le voci e gli strumenti molto ben delineati. E le canzoni, manco a dirlo, sono belle. Sul sito della Noisetrade c’è scritto che se fate una offerta libera serve per le spese di preparazione del nuovo album se no, comunque, è gratis, non vi espellono dal sito!

Bruno Conti

P.S. del post scriptum: E se volete vi potete fare anche una bella compilation da ascoltare in macchina o sull’I-Pod.