Novità Di Settembre Parte II. Hidalgo, Nanji & Dickinson, Mark Eitzel, Larry Graham, Paul Carrack, Lucy Kaplansky, Shemekia Copeland, Pete Seeger, Preservation Hall Jazz Band, Jon Lord, Deacon Blue, Lee Ritenour Eccetera

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Siamo arrivati all’ultima settimana di settembre e il piatto delle uscite del 25 settembre è ricchissimo, per cui partiamo.

Il primo CD ha due copertine diverse (scritte blu e sfondo rosso per l’edizione americana su Blues Bureau Int’l e scritte gialle su sfondo nero per la Provogue in Europa), ma i tre teschi, 3 Skulls & The Truth, sono gli stessi e la musica contenuta pure. Si tratta di una collaborazione una tantum tra David Hidalgo dei Los Lobos, Mato Nanji degli Indigenous e Luther Dickinson dei North Mississippi Allstars (e Black Crowes). I tre si sono conosciuti durante l’Experience Hendrix Tour e hanno deciso di registrare insieme materiale scritto appositamente per l’occasione, produce Mike Varney e il sound si potrebbe definire southern-boogie-rock-blues, con tante chitarre, ma tante!

A proposito di chitarre, Joe Bonamassa, in attesa di pubblicare un nuovo album unplugged, edita anche in versione doppio CD, il famoso concerto al Beacon Theatre dello scorso anno. Per chi non ama i DVD, e stranamente sono in tanti, la Provogue vi dà l’occasione di ascoltarlo anche in dischetti audio: ho letto commenti non lusinghieri sulla qualità del suono di questa versione.

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Breve sezione dedicata alla musica nera.

Se amate il funky anni ’70, con bassi slappati (e Larry Graham, in qualità di primo bassista di Sly Stone si dice abbia inventato questa tecnica), chitarre con wah-wah, voci in falsetto e tutti gli ingredienti del genere che impazzano, potreste apprezzare questo Raise Up attribuito a Larry Graham & Graham Central Station e pubblicato dalla Razor And Tie. Indicato anche per gli amanti di Prince in crisi di astinenza, visto che il musicista di Minneapolis appare in tre brani, mentre Raphael Saadiq ne canta uno.

Shemekia Copeland è sicuramente tra le blueswomen di maggior talento (e voce, nonché peso) nelle ultime generazioni. Figlia del grande Johnny Copeland (di cui interpreta un brano in questo album), dopo una serie di quattro dischi per la Alligator, da un paio di CD è approdata alla Telarc (Concord in Europa) e questo 33 1/3 è un omaggio ai vecchi vinili. Non ricordo titoli di CD che ricordano la “ragione sociale” dei vecchi LP e comunque non è fondamentale saperlo, Produce Olivier Wood, il chitarrista dei Wood Brothers e tra i musicisti coinvolti ci sono Buddy Guy, JJ Grey, di cui viene interpretato un brano, oltre a canzoni scritte da Sam Cooke, Ain’t That Good News, e una bella versione di I’ll Be Your Baby Tonight di Bob Dylan. Quindi voce strepitosa e ottima musica, se amate il genere, blues tinto di soul, non occorre aggiungere altro.

Il terzo disco ha solo una metà “nera”, quella di Merle Saunders, grande tastierista, mentre il suo pard è Jerry Garcia. Sarebbe tutto fantastico se queste registrazioni non fossero già uscite in 50 edizioni. Ma questa volta abbiamo Keystone Companions: The Complete 1973 Fantasy Recordings, un cofanetto di 4 CD pubblicato, ovviamente, dalla Fantasy. Si tratta dei famosi concerti tenuti a Berkeley in California il 10 e 11 luglio del 1973 (sempre quelli), ma questa volta al materiale che era già uscito in precedenza in due volumi, sono stati aggiunti 7 brani, distribuiti nei vari dischetti, per un totale di circa 70 minuti. Ma come mi capita di dire spesso: non era meglio un bel CD singolo, come terzo volume della serie?

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Sezione ristampe ed “antichita”!

Parlando di cofanetti quadrupli esce queste notevole box dedicato ai 50 anni di attività della Preservation Hall Jazz Band, The 50th Anniversary Collection, pubblicato dalla Sony Legacy ripercorre in 58 brani tutta la luminosa carriera di questo glorioso gruppo di New Orleans, questo il contenuto:

Disc: 1
1. Band Introduction
2. Eh La Bas
3. Oh Didn’t He Ramble (Voice)
4. I Get The Blues When It Rains
5. St. James Infirmary (King Britt Remix)
6. Ice Cream
7. In The Evening (When The Sun Goes Down)
8. Down By the Riverside
9. Corinna, Corinna Preservation
10. I’m Alone Because I Love You
11. El Manicero
12. Do Lord (Voice)
13. St. James Infirmary
14. Just A Little While To Stay Here (Instrumental)
15. Complicated Life
16. We Shall Overcome
Disc: 2
1. His Eye Is On The Sparrow
2. Shake It and Break it
3. Nellie Grey
4. When The Saints Go Marchin’ In (Voice)
5. Little Liza Jane
6. You Don’t Love Me (Voice)
7. In the Sweet Bye and Bye
8. I’ll Fly Away
9. That Bucket’s Got A Hole In It
10. Love Song Of The Nile
11. Blue Yodel #9
12. Shine
13. Burgundy Street Blues
14. I Want A Little Girl
15. Chimes Blues
Disc: 3
1. Whenever You’re Lonesome
2. Lord, Lord, Lord, You Sure Been Good to Me (Voice)
3. Sing On (Instrumental)
4. Joe Avery (Instrumental)
5. Louisiana Fairytale
6. Shake That Thing
7. Short Dressed Gal
8. Freight Train Moanin’ Blues
9. Over In The Gloryland
10. A Good Man Is Hard To Find
11. Nobody Knows the Way I Feel This Morning
12. I Ain’t Got Nobody (Voice)
13. Amen (Instrumental)
Disc: 4
1. Tootie Ma Is A Big Fine Thing
2. Bourbon Street Parade (Voice)
3. I’m Confessin’ (That I Love You)
4. Le Petit Fleur
5. One More ‘Fore I Die
6. Shake It and Break It (Voice)
7. C.C. Rider
8. That’s A Plenty
9. Westlawn Dirge
10. Who Threw The Whiskey In The Well
11. Peanut Vendor
12. Trouble In Mind
13. A Good Gal Is Hard To Find (A Good Man Is Hard To Find)
14. Precious Lord

Ci sono anche molti duetti tratti dai loro album: Richie Havens, Andrew Bird, Tom Waits, Yim Yames, Del Mccoury e Pete Seeger.

Proprio di Pete Seeger, che ha da poco compiuto raggiunto la ragguardevole cifra dei 93 anni, ma non demorde, escono due nuovi album, entrambi per la Appleseed Recordings: uno è doppio, si chiama Pete Remembers Woody, ed è il tributo al centenario di Woody Guthrie, conosciuto nel lontano 1940 (e di cui appare un brano, proprio di quell’anno).

L’altro disco, registrato in coppia con Lorre Wyatt, si intitola A More Perfect Union, e vede tra i musicisto coinvolti, Bruce Springsteen, Tom Morello, Steve Earle, Emmylou Harris e Dar Williams (in due brani). Quindi non solo per fans di Seeger.

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Per la serie tributi, autotributi e celebrazioni (soprattutto reparto Deep Purple), ecco a voi…

L’album di Jon Lord Concerto For Group And Orchestra era già previsto in uscita per questo periodo. La scomparsa del musicista inglese lo rende una sorta di tributo postumo. Essendo stato registrato in studio, la versione CD+DVD, contiene nel DVD audio solo la versione 5.1 del disco. Questa ennesima versione vede la partecipazione dei seguenti musicisti:

Jon Lord – Hammond organ
Joe Bonamassa – guitar
Steve Morse – guitar
Darin Vasilev – guitar
Bruce Dickinson – vocals
Steve Balsamo – vocals
Kasia Laska – vocals
Guy Pratt – bass
Brett Morgan – drums

Royal Liverpool Symphony Orchestra
conducted by Paul Mann

Distribuisce la Ear Music/Edel.

Stessa casa, ma su etichetta Eagle Rock, per Re-Machined: A Tribute To Deep Purple’s Machine Head. Non preoccupatevi. il 9 ottobre esce anche il cofanetto quintuplo per il 40° anniversario della versione originale dei Deep Purple, ma ne parliamo nelle prossime settimane, per il momento:

1. Smoke On The Water – Carlos Santana & Jacoby Shaddix
2. Highway Star – Chickenfoot
3. Maybe I’m A Leo – Glenn Hughes & Chad Smith
4. Pictures Of Home – Black Label Society
5. Never Before – Kings Of Chaos: Joe Elliott, Steve Stevens, Duff McKagan, Matt Sorum
6. Smoke On The Water – Flaming Lips
7. Lazy – Jimmy Barnes with Joe Bonamassa
8. Space Truckin – Iron Maiden
9. When A Blind Man Cries – Metallica

Quello di Lee Ritenour più che un tributo è omaggio alle sezioni ritmiche: si chiama appunto Rhythm Sessions, viene pubblicato dalla Concord e i musicisti coinvolti, sezioni ritmiche e non, tra gli altri, sono Chick Corea, George Duke, Stanley Clarke, Marcus Miller, Dave Grusin, Christian McBride Dave Weckl, Vinnie Colaiuta, Sonny Emory, Melvin Davis, Larry Goldings, Patrice Rushen, Oscar Seaton, Peter Erskine, Alan Pasqua, Wil Kennedy, Tal Wilkenfeld, più i cantanti Kurt Elling e dal Sud Africa Zamajobe. Come vedete, i primi che passavano per strada.

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Per la serie a volte ritornano, un paio dall’Inghilterra e uno dagli States.

Dopo l’esperimento di reunion parziale come McIntoshRoss con il piacevolissimo The Great Lakes del 2009, per l’occasione abbiamo l’articolo originale, ovvero i Deacon Blue, The Hipsters è il primo album del gruppo da 11 anni a questa parte. E sono passati 25 anni dal primo Raintown. Tra l’altro, proprio quest’anno (lo so non ne ho parlato, ma qualcosa sfugge sempre) la Edsel ha ripubblicato tutti i vecchi CD in versione Deluxe. Anche il nuovo esce per la Edsel.

Altra “vecchia gloria”, Paul Carrack, ma lui continua a fare dischi nuovi con regolarità, ogni paio di anni. Il nuovo si chiama Good Feeling, esce distribuito in proprio, e tra i brani ci sono cover di Springsteen, Goffin-King, Nick Lowe, oltre ad un omaggio a Ray Charles e un brano scritto con l’ex Squeeze, Chris Difford. La voce è sempre molto piacevole e lui fa sempre della musica pop di buona qualità.

Dagli States Mark Eitzel. Questo disco doveva uscire sotto la sigla American Music Club, ma in seguito ad un infarto subito da Eitzel è stato rinviato più volte. Ora esce come disco solista per la Decor/Merge, si chiama Don’t Be A Stranger e secondo chi lo ha sentito è uno dei suoi migliori album in assoluto. Partecipano, l’inseparabile Vudi alla chitarra, Pete Thomas degli Attractions alla batteria e una intera sezione archi. Sentiremo!

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E per finire, dal country(bluegrass) al folk.

Prima di tutto, il nuovo Ricky Skaggs, Music To My Ears, ho perso un po’ il conto delle uscite, ma dovremmo essere intorno alla ventina. Non ha nessuna intenzione di appendere il mandolino al chiodo considerando che ha “solo” 58 anni e da parecchio i suoi dischi se li pubblica da solo su Skaggs Family. Se vi piacciono country, bluegrass e musica tradizionale in genere qui è difficile prendere delle fregature.

Reunion è il settimo album per la Red House della rinomata folksinger americana Lucy Kaplansky (che al sottoscritto, come moltissime altre cose peraltro, piace parecchio). Non ero a conoscenza di separazioni per cui direi che il titolo è solo quello di un brano dedicato alla nonna e del suo viaggio dalla Polonia al Canada agli inizi del secolo scorso. Ci sono altri brani scritti da Lucy con l’abituale collaboratore Richard Litvin, oltre a cover della collega Eliza Gilkyson, del “collega” Woody Guthrie, di Amy Correia e dei Beatles. Per gli amanti delle cantautrici, una certezza.

La famiglia Waterson è veramente tentacolare. Marry Waterson e Oliver Knight, sorella e fratello, sono i figli di Lal Waterson, nonchè collegati alla cugina Eliza Carthy e allo zio Martin Carthy, che appaiono nel disco. CD che si chiama Hidden, è il secondo che pubblicano, esce per One Little Indian, ed è il classico folk britannico elettroacustico che ci si può aspettare dai membri di questa famiglia, con lei in possesso della classica bella voce e lui che suona la chitarra elettrica ed acustica e firma i brani con la sorella. Altro che Dynasty!

Anche per questa volta, That’s All Folks. Magari, a parte, vi ragguaglio, sui nuovi 12 titoli delle ristampe di Zappa.

Bruno Conti

Novità Di Maggio Parte II. Luther Dickinson, South Memphis String Band, The Wandering, Glenn Frey, Royal Southern Brotherhood, Alo, Damon Albarn, John Fullbright, Sara Watkins, Keane, Richard Hawley, Pat Green, Eccetera.

 

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Ecco i dischi in uscita da domani 8 maggio.

Cominciamo con un trio di uscite per così dire inconsueto: come direbbe Asterix dal suo piccolo villaggio della Gallia, SPQA Sono Pazzi Questi Americani. Non pago del 78 giri pubblicato per il Record Store Day Luther Dickinson esce con tre nuovi album differenti e attribuiti a tre diverse sigle ma tutti con il suo zampino. Il primo, a suo nome, Hambone’s Meditations esce per la Songs Of The South ed è un disco di musica acustica strumentale ispirata da John Fahey ma soprattutto da Jack Rose e dovrebbe essere stato registrato nel 2009. Il secondo, attribuito alla South Memphis String Band, pubblicato dalla Memphis Int’l, si chiama Old Times There ed è la nuova fatica del gruppo che lo vede accanto ad Alvin Youngblood Hart, Jimbo Mathus e il nuovo arrivato Justin Showah, per la valorizzazione del lavoro delle string band e della musica tradizionale della zona del Mississippi e dintorni in generale. Il terzo album (come era stato per Dave Alvin ai tempi delle Guilty Women) lo vede affiancato da una band tutta al femminile dove spicca il nome della bravissima Shannon McNally, ma anche Amy Lavere, Valerie June e Sharde Thomas (la Lavere è una bravissima cantante e bassista di Memphis, Tennessee che ha pubblicato tre album e un EP a suo nome tra cui l’ottimo Stranger Me dello scorso anno). La band si chiama The Wandering e l’album Go On Now You Can’t Stay Here, etichetta Songs of The South anche in questo caso. Però siccome non mi piace lasciare le cose in sospeso ho fatto una piccola verifica: Sharde Thomas è una suonatrice di Fife, quella specie di flautino di che si usa nelle band tradizionali, e si destreggia alla batteria, ma è anche la nipote di Otha Turner,  e nonostante i 22 anni ha già pubblicato un disco, Valerie June è una giovane cantante blues di cui si parla molto bene che non ha ancora pubblicato album a nome suo, a parte un EP live autogestito. Sono le due “nere” del gruppo.

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Già non è che gli Eagles, a parte i dorati anni ’70, siano mai stati una band particolarmente prolifica, ma anche Glenn Frey, 4 album dal 1982 ad oggi, più un live e un paio di raccolte, non è che si sia dannato l’anima più di tanto (in senso metaforico): 20 anni da Strange Weather e cosa riceviamo in cambio? Questo After Hours, un disco di standard tratti dal grande repertorio americano, Tony Bennett, Nat King Cole, Dinah Washington e classici come The Look Of Love, The Shadow Of Your Smile, For Sentimental Reasons ma anche Caroline No di Brian Wilson, Same Girl di Randy Newman e un classico come Route 66. Ma li farà alla Eagles, in stile Weast Coast, uno pensa? Manco per niente! Allora “raffinati” come l’ultimo Curtis Stigers o un Peter Wolf? Ma nemmeno pensarci, li fa proprio da crooner, più tipo Bublé che i grandi citati prima, da night, alla After Hours come da titolo, ma con il rischio di appisolarsi durante l’ascolto. Ci ha messo due anni a farlo ma a me sono bastati due minuti per ronfare profondamente. Non per niente in molti paesi europei, Italia compresa, esce solo verso la fine giugno. Disponibile da domani sul mercato americano per la Universal. Ad essere generosi si salvano, per me, parere personale ovviamente, Worried Mind, una bella ballata con uso di pedal steel ed il western swing di Route 66. E probabilmente venderà anche parecchio, ma al sottoscritto scappa un bel “Lascia perdere Glenn”!

I Royal Southern Brotherhood sono un gruppo “meticcio” che fonde il “southern” di Devon Allman figlio di Gregg con il sound funky & soul di New Orleans di Cyrille Neville, a loro si aggiunge una solida sezione ritmica con Charlie Wooton, il bassista dei Wood Brothers e il batterista della Derek Trucks Band (e famiglia Allman in generale), Yonrico Scott. Ciliegina sulla torta Mike Zito alla chitarra solista: risultato? Del robusto southern-rock-blues-funky-soul: niente di nuovo, ma per gli amanti del genere c’è da godere. Etichetta Ruf Records, ma stranamente esce prima negli States. In attesa del nuovo live della Derek Trucks Band atteso per fine maggio, per scaldare i motori.

Tra i gruppi americani, gli Alo, Animal Liberation Orchestra, la band di Zach Gill, che incide per la la Brushfire di Jack Johnson del gruppo Universal, si collocano a metà tra lo stile jam band (con influenze Little Feat) e quel sound solare, caraibico, un po’ alla Jimmy Buffett e quindi con influenze country, pop, Bay Area. Sounds Like This è il loro quarto album e per l’estate che si avvicina questo sound è ideale, piacevole ma di qualità.

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 Terzetto inglese.

Dopo la musica africana (e lontanissimo dal suono dei Gorillaz) questa volta Damon Albarn si rivolge alla musica elisabettiana per un disco ispirato al personaggio del consigliere di Elisabetta I di Inghilterra, John Dee, matematico e genio universale era una specie di Leonardo o Francis Bacon. Quindi siamo tra cori rinascimentali, stumentazione classicheggiante e qualche deriva pre o postfolk. I Critici inglesi impazziranno dalla gioia, già me li vedo! Titolo Dr. Dee, etichetta Parlophone. Mah e Boh? Lo vedo bene in radio. Poi parlano male di Sting e dei suoi dischi con liuto, va bene essere eclettici…sarà anche un’opera (non rock) e non un disco pop ma a parte qualche brano mi sembra tutto “strano”. Io apprezzo anche la musica classica e in passato, in ambito folk britannico, ci sono stati gruppi come gli Amazing Blondel o i Gryphon, per citarne un paio, che avevano tratto ispirazione da quel periodo musicale. Vedremo, ascolterò meglio, anche se ho messo apposta un video con uno dei brani più classici perché ce ne sono altri acustici che potrebbero ingannare l’ascoltatore ed è per questo che ho detto che riascolterò, infatti alcuni pezzi mi sono piaciuti.

Tornano i Keane con Strangeland che li riporta verso le sonorità più “semplici” degli esordi dopo il suono più pasticciato di Perfect Symmetry. Eichetta Island/Universal ci sono varie edizioni speciali tra cui quella Deluxe con extra tracks ma su disco singolo che è la nuova usanza delle majors (vale anche per Glenn Frey), fare due edizioni delle quali una con meno pezzi (o di più, a seconda dei punti di vista) e poi chiedere al pubblico e ai fans quale preferiscono, tenendo conto che quella con le tracce aggiunte costa di più. Ma farne una sola oppure affidarsi alle ormai consolidate versioni Deluxe doppie, a forma di Box, com formati veramente diversi, non sarebbe meglio? Siamo ormai ai limiti della perversione, già ci sono le edizioni per il download su iTunes che spesso hanno dei brani in esclusiva, se uno deve seguire anche queste “finezze” capisco poi perché gli appassionati comprano sempre meno, sentendosi presi per i fondelli (e per i portafogli)!

Nuovo album anche per Richard Hawley, sempre su EMI Parlophone (come quello di Albarn), si chiama Standing At The Sky’s Edge e lo conferma come uno degli autori ed interpreti più validi del panorama britannico. Musica leggera ma di gran classe e raffinatezza, belle canzoni che hanno attirato anche l’attenzione di Lisa-Marie Presley per il suo album di fine mese prodotto da T-Bone Burnett, dove collaborano in alcuni brani e che sarà una bella sorpresa. Tornando a Hawley, se vi piacciono le atmosfere dark di Tindersticks, Nick Cave, il vecchio Scott Walker o il primo David Sylvian, per sparare un po’ di nomi, spero non a casaccio, ma con un’impronta più pop e senza dimenticare il suo passato nei Pulp, qui potreste trovare della buona musica.

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Tre americani!

Di Paul Thorn vi avevo parlato in termini più che lusinghieri in occasione della pubblicazione del precedente Pimps and Preachers paul%20thorn. Ora esce questo What The Hell Is Going On che è un disco tutto di covers ma sembra materiale suo, anche perché non sono canzoni ed autori notissimi: già l’etichetta, Perpetual Obscurity, ha un nome che è un programma, poi troviamo brani di Allen Toussaint, Buddy Miller, Buckingham/Nicks prima dei Fleetwood Mac, Ray Wylie Hubbard ma anche Foy Vance e Wild Billy Emerson (?!?), e c’è anche una bella versione di Walk In My Shadow dei Free di Paul Rodgers (e Paul Kossoff). Se volete verificare, sul suo sito si possono sentire dei brani in anteprima index.html. A duettare con lui Delbert McClinton e Elvin Bishop oltre alle McCrary Sisters alle armonie vocali. Musica rock sana e onesta, se l’hanno paragonato a Hiatt, Mellencamp e Springsteen un motivo ci sarà!

Anche Pat Green esce con un disco tutto di covers: Things We Wish We’d Written II, perché ne aveva già fatto un volume I nel 2001 con Cory Morrow prima di diventare famoso. Anche lui è stato definito lo Springsteen del Sud Ovest da People Magazine ma questa volta va a pescare nel repertorio di Joe Ely, Lyle Lovett, Todd Snider, Will Kimbrough, Walt Wilkins e altri meno noti ma non per questo meno bravi come chi legge questo Blog ben sa. Il disco è il suo esordio per la Sugar Hill ma il sound è gagliardo e chitarristico come si evince fin dall’iniziale All Just To get To You dal repertorio di Ely, senza dimenticare belle ballate con piano e fisarmonica in evidenza. Ci siamo capiti!

Sara Watkins con il fratello Sean e Chris Thile era la leader degli ottimi Nickel Creek, nonché la loro violinista, uno dei migliori gruppi di bluegrass-country degli ultimi anni. Poi nel 2009 ha pubblicato un album di debutto omonimo con la produzione di John Paul Jones. Ora, sempre per la Nonesuch, pubblica il nuovo album, Sun Midnight Sun che è un ulteriore passo avanti nella sua carriera solista: c’è un bel duetto con Fiona Apple in You’re The One I Love, un vecchio brano degli Everly Brothers e nel disco partecipano anche Blake Mills, uno dei chitarristi live di Lucinda Williams, che produce il disco e ha fatto anche un figurone nel recente quadruplo dei brani di Dylan per Amnesty International con la sua versione di Heart Of Mine. Tra gli ospiti anche Taylor Goldsmith dei Dawes e il suo nuovo amico Jackson Browne, Benmont Tench alle tastiere e il fratello Sean. Ci sono anche cover di Dan Wilson e Willie Nelson oltre a vari brani scritti da Watkins e Mills. Non male.

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 Per concludere in bellezza la giornata vi segnalo anche l’uscita del disco di John Fullbright From The Ground Up. Si tratta del suo esordio in studio dopo l’ottimo Live At the Blue Door di cui vi avevo parlato un paio di mesi fa sul Blog ma che risaliva al 2009/2011 john%20fullbright. Questo nuovo album esce per l’etichetta 12th street Records e lo conferma come uno dei migliori nuovi talenti nell’ambito cantautorale-roots con un bel sound con un gruppo al completo alle sue spalle che completa le sue ottime performances a chitarra e piano. Settimana ricca di ottime uscite.

Direi che per oggi può bastare, alla prossima.

Bruno Conti