Come Promesso Ecco “Il Memoriale” Di Un Grande Artista. Archie Roach – Tell Me Why

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Archie Roach – Tell Me Way – Bloodlines Records – 2 CD Deluxe Edition + Memoir Book – CD

Come annunciato nella precedente recensione di Archie Roach https://discoclub.myblog.it/2019/06/22/forse-il-canto-del-cigno-di-un-grande-aborigeno-australiano-archie-roach-the-concert-collection-2012-2018/ , in questi giorni natalizi sono venuto in possesso di questo tanto atteso da me “memoriale” Tell Me Way, libro uscito in Australia il 1° Novembre con allegato l’album disponibile in formato digitale, oppure  in doppio CD Deluxe Edition in edizione limitata con libro, e doppio vinile, ma anche in CD singolo, tutte le edizioni  contenenti 14 brani classici di Roach, in cui ripercorre la sua straordinaria carriera trentennale (rispolverati per l’occasione con nuove registrazioni), più 2 brani inediti, e 2 brani che hanno influenzato Archie nei suoi primi anni di attività. Come di consuetudine Roach si avvale sempre di musicisti di qualità della scena australiana, e anche in questa occasione si porta in studio il celebre produttore e musicista Paul Grabowsky al piano, Stephen Magnusson alle chitarre, Dave Beck alla batteria, Sam Anning al basso, le brave Erkki Veltheim al violino e Rosanne Hunt al cello, per un lavoro che pur essendo una sorta di raccolta delle sue opere passate, potrebbe essere ricordato dagli appassionati come l’ultimo suo grande disco.

Le “memorie” musicali si aprono giustamente con il brano che ha dato la notorietà a Roach, quella Took The Children Away (un dolente atto d’accusa sul trattamento dei bambini indigeni), che viene riproposta in una versione pianistica https://www.youtube.com/watch?v=yxTTeRhj48o , seguita dalle calde atmosfere di A Child Was Born Here https://www.youtube.com/watch?v=jzODRjlbORM , e dalla sussurrata F Troop, due magnifiche ballate che toccano il cuore. Con la delicata e dolce Nopun Kurongk dall’album Ruby (05), Archie omaggia ancora una volta la defunta moglie Ruby Hunter, con il violino della Veltheim in evidenza, mentre una “jazzistica” Just A Closer Walk With Thee, è un brano di Mahalia Jackson cantato in coppia con la brava Emma Donovan https://www.youtube.com/watch?v=40VqawlboDw : viene poi recuperata dallo splendido Journey (07) un famoso canto aborigeno quale è ancora oggi Lighthouse (Song For Two Mothers). Con One For Each Person, And One For The Pot arriva la prima delle nuove canzoni dell’album, una accorata romanza che si sviluppa l’accompagnamento solitario del piano di Paul Grabowsky, che sottolinea la calda voce dell’autore, mentre la seguente Little By Little dall’album Into The Bloodstream (12), è in questa versione ancora più sincopata del solito, tra le riprese, dal “seminale” Charcoal Lane (90), ancora un altro canto aborigeno Down City Streets, dove si raccontano le esperienze di vita on the road.

La seconda parte del viaggio di memorie prosegue con la magnifica Rally Round The Drum, scritta con Paul Kelly nei primi anni ’90, e in questa occasione vede i due giganti della musica australiana riunirsi per registrarla insieme, seguita dalla delicata e pianistica Small Child dall’album Sensual Being (02), e dal secondo nuovo brano della raccolta, una The Jetty Song cantata al solito al meglio da Archie, accompagnato dalle note del violino e pianoforte. Con la delicata ballata Always Be Here cantata in duo con Sally Dastey, si riscopre pure il repertorio più recente di Roach (la trovate su Let Love Rule (16), e sempre con Sally una Tell My Way in versione country-gospel, estratta dai solchi del suo secondo album Jamu Dreaming (93), e ancora commuovere i fans con la favolosa Let Love Rule, rivisitata con le delicate note del piano di Paul e i tenui svolazzi del violino della brava Erkki. Il viaggio e le memorie musicali volgono al termine con la prima canzone che Archie Roach abbia mai scritto, alla fine degli anni ’70, durante un periodo di disintossicazione dalle droghe a Galiamble, ma che non era mai stata registrata fino ad ora, Open Up Your Eyes  brano solare dall’arrangiamento dinamico, con chitarra e piano in evidenza, non manca un omaggio a Hank Williams con una rilettura piano e voce di I’m So Lonesome I Could Cry, perfetta forse per essere suonata nei piano bar più raffinati di Sydney https://www.youtube.com/watch?v=jEZWZ4iwv_s , e andare infine a chiudere con il terzo brano inedito la tenue e delicata Place Of Fire, dove,  come del resto in tutto il lavoro emerge la bravura del compositore, arrangiatore e produttore Paul Grabowsky.

Come ho già detto in altre occasioni, a questo signore di quasi 64 anni negli ultimi dieci anni è successo di tutto, dalla perdita dell’amata moglie Ruby, alla guarigione da un ictus, e per non farsi mancare niente, anche un cancro ai polmoni che lo costringe a vivere con uno in meno, ma nonostante tutte queste disavventure Archie Roach rimane un poeta pieno di sentimento, che nelle sue canzoni esprime la gioia, il dolore e la speranza che ha trovato nel suo lungo viaggio attraverso la vita, per diventare il leggendario cantautore down under che, ancora oggi come ieri, è amato e rispettato dai fan di tutto il mondo.

Tino Montanari