Pavia, Texas! Mandolin Brothers – Moon Road

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Mandolin Brothers – Moon Road – Studiottanta – Fortuna Records CD+DVD

Ok, le radici sarebbero di Voghera, ma Pavia indica la zona geografica dove brulica tutto un mondo di musicisti innamorati della musica anglo-americana e che la suonano anche: dai Lowlands(fedeli “clienti” di questo Blog) ai Southlands passando per decine di altri gruppi e solisti di cui vi ho riferito di passaggio nel Post dedicato al tributo “Pavese” alla musica di John Lennon per-gli-amanti-dei-beatles-e-di-john-lennon-ma-anche-no-a-da.html. Ma i nostri amici sono un po’ gli originatori di tutto questo gruppo: in attività dal lontano 1979 e così battezzati, Mandolin Brothers, dal buon Fabio Treves, anche se il mandolino agli inizi non c’era (ma sarebbe arrivato) e non erano neppure fratelli con lo scorrere del tempo si sono costruiti una reputazione come uno dei migliori gruppi italiani (ma cantano in inglese) in quello stile che si trova ai confini tra country, blues, roots music e “buona musica”.

La discografia non è proprio copiosissima: tre dischi tra il 2001 e il 2009 (più questo Moon Road) e una collaborazione tra il cantante e armonicista Jimmy Ragazzon e il chitarrista (area Treves Blues Band) Maurizio “Gnola” Glielmo intitolata Blues Ballads and Songs (che quello contiene). Per il resto tanti concerti e tanta passione.

Questo album è il frutto di una fortunata coincidenza. Nel 2009 vengono scelti per rappresentare l’Italia all’International Blues Challenge che si tiene ogni anno a Memphis, Tennesse (insieme a Francesco Più) e il DVD che è allegato a questa confezione dal titolo quantomai esplicativo di “Usa 2010″ è un breve resoconto amatoriale (sono meno di 20 minuti) di quanto avvenuto a Memphis nell’occasione ma ci sono anche delle immagini (e relativa musica) che ci portano nello studio di Merel Bregante in quel di Austin, Texas dove è stato registrato il disco.

E qui arriviamo all’album, un mini-album di 6 brani per la precisione, ma che vale come fosse un disco intero e che avevo dimenticato di inserire tra le cose più interessanti di questo 2010 finito da poco. Ma poi. su stimolo di un mio amico, che mi ha detto “potresti parlarne nel tuo Blog” e perché no, eccoci qua, sia pure in leggero ritardo, ne hanno già parlato il Buscadero e altri giornali, oltre a Blog vari ma una ulteriore voce in più non fa mai male e poi nel mio Blog potrò parlare della musica che mi piace!

Se il nome Merel Bregante vi dice qualcosa è perché questo signore è stato negli anni ’70 il batterista di Loggins & Messina, poi quando ha appeso le bacchette al chiodo e si è trasferito, e accasato in quel di Austin (sua moglie è la bravissima Sarah Pierce, un’ottima cantante con un curriculum di 6 album che vi consiglio indistintamente, nel senso che quello che trovate va bene in ogni caso perchè non sono di facile reperibilità e sono belli tutti). Lì a Austin Bregante ha aperto uno studio di registrazione ed è lì dove i Mandolin Brothers e un manipolo di prodi musicisti americani hanno registrato questo album: nomi magari non altisonanti ma di sicura qualità nell’ambito della musica roots, Cindy Cashdollar, dobroista sopraffina e collaboratrice di Van Morrison (ma anche Dylan, Ryan Adams e Dave Alvin), Cody Braun dei Reckless Kelly, Lynn Daniel, Kenny Grimes, Doug Hudson e Carl Loschiavo.

Il risultato finale è eccellente: si va dal country-rock midtempo della deliziosa Hold Me con il dobro della Cashdollar in evidenza mentre la voce sorniona di Ragazzon pilota i vari interventi solisti dei musicisti e non fa rimpiangere i grandi interpreti di questo filone, dalla vecchia Nitty Gritty ai Poco, Pure Prairie League e soprattutto, almeno per le mie orecchie, i grandi Amazing Rhythm Aces di Russell Smith con cui la voce di Jimmy Ragazzon per ragioni genetiche (gemelli separati alla nascita?) ha più di un punto di contatto. La coda finale strumentale con i due chitarristi del gruppo (tra cui Marco Rovino che è il mandolin brother) a duettare con la Cashdollar e gli altri musicisti meriterebbe di non essere sfumata. 49 Years una bellissima ballata impreziosita dal violino di Cody Braun che si incastra a perfezione con la steel d’ordinanza e con la bella voce evocativa di Ragazzon, non ha da nulla da invidiare al meglio della produzione americana di genere.

E che dire dell’ottima Moon Road, un’altra slow song guidata dal suono particolare della fisarmonica di Riccardo Maccabruni mentre le chitarre, slide, lap steel e elettrica, pennellano una serie di interventi brevi ed efficaci ai limiti della poesia sonora, dei piccoli acquarelli delicati incorniciati ancora una volta dall’ottima interpretazione del buon Regazzon. Old Rock And Roll, come da titolo, è una gustosa canzone piena di energia che ricorda anche i vecchi Loggins and Messina, Maccabruni questa volta si sposta ad un pianino intrigante mentre la chitarra dell’ospite Kenny Grimes divide gli interventi solisti con l’armonica di Ragazzon. Dr.Dreams è l’altro brano che mi ha ricordato moltissimo Russell Smith e i suoi Amazing Rhythm Aces che erano un po’ i Little Feat del country-roots, belle armonie vocali (e qui ci sono), soluzioni sonore sempre brillanti (e anche qui ci siamo) e ottime canzoni (che non guasta mai), e il mandolino in questo brano si sente eccome! Conclude le operazioni Another Kind un’altra bella canzone con fisarmonica e mandolini in evidenza, più acustica delle precedenti e con un gusto decisamente più country ma sempre gustosa.

A questo punto citiamo anche la sezione ritmica composta da Daniele Negro alla batteria e Giuseppe Barreca al basso, l’altro chitarrista Paolo Canevari e il mandolinista aggiunto Bruno De Faveri.

Comunque per la serie la musica (e la critica) sono belle perché sono varie poi ognuno ci vede (e ci sente) quello che vuole, l’importante è che la musica stessa sia bella e qui ce n’è in abbondanza. Per ulteriori notizie http://www.mandolinbrothersband.com/

Mettiamo anche un video per completare l’opera e poi non dite che non vi ho avvisato! QSB (Questi Son Bravi).

Bruno Conti

Per Gli Amanti Dei Beatles E Di John Lennon (Ma Anche No): A Day In The Life – John Lennon Revisited

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A Day In The Life – John Lennon Revisited – 2CD – Martine Records – Distribuzione Indipendente

Ormai Pavia è divenuta una sorta di piccola Austin nel sud (della Lombardia): c’è un grande fervore di musica ed iniziative. L’ultima delle serie è questo doppio CD dedicato alla memoria di John Lennon, con e senza Beatles.

Il CD è stato realizzato in occasione del recente 30° anniversario della morte e quindi è stato pubblicato nei primi giorni di dicembre e venduto in occasione di alcune manifestazioni nell’ormai “famoso” locale di Pavia, Spazio Musica, qui sotto vedete la locandina della manifestazione con relativi partecipanti.

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Il CD l’ho ricevuto in regalo durante le feste natalizie e, soprattutto per amanti di Beatles e John Lennon (oppure dei musicisti pavesi) ve ne parlo, brevemente.

Si tratta di un doppio CD con 24 pezzi, dodici dell’epoca Beatles The Walrus (The Beatles Years) e dodici brani dal periodo successivo John (Soloist years). Parentesi: solo in Italia potevano definirlo Soloist years, è la prima volta che lo sento, non era meglio un più semplice The Solo Years?

Molti dei musicisti non li conosco, la maggior parte ad essere sinceri, non essendo della zona, ma globalmente questo tributo mi sembra onesto e ben realizzato. Si chiama A day in the life, anche se il brano omonimo non è incluso (e lì eran c…i acidi a farlo, in tutti i sensi) in quanto i musicisti che partecipavano all’operazione avevano un giorno per completare il loro brano negli studi Downtown di Pavia che sono stati il motore dell’operazione http://www.downtownstudios.it/ e sono quelli dove di solito registrano alcuni beniamini del buon rock “Made in Italy ma pensato per il mondo”.

Ovvero? In ordine di apparizione, i Lowlands di Edward Abbiati che eseguono una bella versione, acustica e raccolta, con il violino di Chiara Giacobbe in evidenza, di In My Life. Jimmy Ragazzon e Maurizio “Gnola” Glielmo con una versione molto folk-blues e dylaniana, com’è giusto che sia, di Got To Hide Your Love Away che ha perso l’ I’ve per strada. E ancora una versione molto tirata e stradaiola di Norwegian Wood dei Southlands. La ciliegina sulla torta, tra i musicisti conosciuti (da me) è una versione strepitosa molto roots alla Band con fisarmonica in grande evidenza di Working Class Hero che da sola vale il prezzo di ammissione. A proposito il prezzo dei CD era di 15 euro nelle tre serate sopra citate mentre nel sito dei Downtown Studios lo vendono (vendevano?) a 17 euro più spese di spedizione, ma questo era in sede di prenotazione adesso non so come funziona, informatevi!

Tra i musicisti che non conoscevo vorrei ricordare una piacevole All You Need Is Love di Francesco Montsesanti, una assai rallentata Help, come doveva essere all’origine del brano, cantata ottimamente da Elisabetta Citterio. Sempre sul fronte femminile non male anche la versione di Julia full band eseguita dagli Emily Plays (reminiscenze Barrettiane?) con la voce di Sara Poma in bella evidenza, piacevole anche Crippled Inside dei Green Like July e la versione quasi hard-rock da power-trio di Lucy In The Sky With Diamonds degli Iceberg.

Il resto mi sembra senza infamia e senza lode, piacevole ma l’argomento trattato, anche in tributi dove si sono alternati musicisti di grande spicco, è difficile da pareggiare o da superare, in fondo stiamo parlando dei Beatles e di John Lennon. La versione reggae di Come Together degli Jah Love me la potevano risparmiare! Scusate ma non la “reggo”. E con questa battuta che si è piazzata terza al Salone dell’umorismo di Bordighera direi che ci possiamo lasciare.

Bruno Conti

Dal Festival Di San Siro – Inteso Come La “Montagnetta” Di Milano

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Maurizo “Gnola” Glielmo & Jimmy Ragazzon – Blues, Ballads & Songs (Good Company 2010)

Il titolo dice più o meno tutto! Se volete gradire, ottima musica dalle terre lombarde. Giovani veterani!

Bruno Conti