All’incirca due anni fa, nel gennaio del 2016, ci lasciava Paul Kantner, uno dei fondatori dei Jefferson Airplanehttps://discoclub.myblog.it/2016/01/29/direbbero-i-romani-mo-basta-ci-ha-lasciato-anche-paul-kantner/ , ora se ne è andato anche Marty Balin, che di quella formazione era una delle due formidabili voci soliste, insieme a Grace Slick, con cui era in grado di imbastire strepitosi interscambi vocali, sostenuti dalla voce più piana di Kantner e dalla perizia strumentale di Jorma Kaukonen alla chitarra e Jack Casady al basso (senza dimenticare Spencer Dryden alla batteria). Balin, nato Martyn Jerel Buchwald a Cincinnati,Ohio, nel gennaio del 1942, era presente sin dagli inizi del 1965 dei Jefferson, quando l’altra cantante era ancora Signe Toly Anderson, e l”‘Aeroplano” prese quota sui cieli della California con il primo album Takes Off. Ma fu nel quinquennio dal 1967 al 1971, con l’ingresso della Slick in formazione che i Jefferson Airplane divennero una delle leggende della Bay Area e della musica rock psichedelica americana di quegli anni, con una serie di album formidabili che rispondevano al nome di Surrealistic Pillow, After Bathing At Baxter’s, Crown Of Creation e Volunteers, senza dimenticare il live Bless Its Pointed Little Head (pubblicato nel 1969 come Volunteers, ma registrato nel 1968). Sul finire del 1969 Balin, nel famoso concerto degli Stones di Altamont, immortalato in Gimme Shelter, fu steso privo di sensi dagli stessi Hell’s Angels che causarono la morte di uno spettatore in quel tragico evento.
E l’anno successivo alla fine del tour del 1970, decise di abbandonare la band (scosso anche dalla morte di Janis Joplin), formalizzando l’abbandono poi nell’aprile del 1971, senza partecipare alla realizzazione dei due ultimi dischi di studio Bark e Long John Silver. Nel 1973 iniziò la sua carriera solista con un album Bodacious DF, che non è rimasto certamente negli annali della musica rock, anche se la splendida voce di Marty Balin, questa sì tra le più belle ed espressive della storia della nostra musica, era comunque in piacevole evidenza. Poi Balin, richiamato da Kantner, entrò nella formazione dei Jefferson Starship (di nuovo ancora con la Slick), prima come ospite in Dragon Fly, dove cantava Caroline, una notevole power ballad scritta con Kantner.
Poi rimase in formazione per il successivo Red Octopus, il disco del 1975 che includeva la deliziosa Miracles, la canzone che arrivando al n*3 delle classifiche americane, fu il più grande successo di qualsiasi configurazione del giro Airplane/Starship: forse non era più il rock barricadero dei primi album, ma la voce di Balin si stagliava forte e sicura con quel suo cantato dai toni alti, fin quasi a sfiorare il falsetto, ricco di acuti, che da sempre era stato il suo grande pregio, tanto da farne una voce unica e subito riconoscibile. Marty rimase anche per Spitfire del 1976, anche questo finito al terzo posto delle charts, e per Earth del 1978, dove i problemi di alcolismo di Grace Slick si fecero sempre più evidenti, tanto da causarne l’uscita dalla band, subito seguita ad ottobre da Balin, che comunque non era mai stato un grande amante della vita on the road, anche lui in passato con qualche problema di droga e questa foto leggendaria con una canna lo ricorda.
Nel 1979 produce una rock opera Rock Justice, dove però non appare come cantante, e poi inizia la sua carriera solista nel 1981 con l’omonimo album Balin, che come tutti quelli che seguiranno negli anni a seguire conteneva dell’AOR abbastanza banale e poco memorabile, impreziosita a tratti dalla solo dalla sua voce, lasciando alla reunion del 1989 della formazione originale dei Jefferson Airplane, l’ultimo “acuto” della sua carriera, con un album più che dignitoso e degno della loro reputazione. Poi a parte qualche partecipazione con i riuniti Jefferson Starship di Kantner, la sua carriera ha vivacchiato fino ad arrivare ai due dischi del 2015 e del 2016, il primo Good Memories dove riproponeva oneste riprese dei suoi vecchi cavalli di battaglia, e il secondo The Greatest Love, il primo dove aveva scritto parecchi canzoni originali, ma in uno stile tendente all’hard rock dove impazzava un chitarrista, tale Chuck Morrongiello, un nome, un programma, con cui Balin aveva scritto le canzoni dell’album. Se vi interessa li trovate effigiati qui sotto.
A marzo del 2016, nel corso del tour per promuovere l’ultimo album, Balin a causa di dolori al petto, fu ricoverato in un ospedale di New York dove fu sottoposto ad un intervento a cuore aperto, che anche se gli salvò la vita lo ha lasciato chiaramente menomato, una corda vocale paralizzata, senza il pollice della mano sinistra sinistra, una parte della lingua, seri problemi alle reni e altri problemi che probabilmente sono stati tra quello che hanno portato alla sua attuale dipartita, avvenuta già al 27 di settembre in quel di Tampa, Florida, ma comunicata solo oggi dalla famiglia con un Post sul suo Facebook ufficiale (dove si trova anche il ricordo del suo amico Jorma Kaukonen https://www.facebook.com/martybalinmusic/ ) che non riporta peraltro la causa ufficiale della morte, ma visto quanto detto poc’anzi è immaginabile, Per il resto la moglie e le figlie ricordano affettuosamente un personaggio che almeno per una decade, tra gli anni ’60 e ’70, è stato una delle voci più belle della musica rock, l’interprete di canzoni indimenticabili, oltre a quelle citate, It’s No Secret, Comin’ Back To Me, Plastic Fantastic Lover, Young Girl Sunday Blues, The House At Pooneil Corners, l’epocale Volunteers, e tante altre trascinanti, cantate a due o tre voci con la Slick e Kantner, che lo aspetta sull’astronave per un viaggio nel futuro, dove potrà riposare le sue membra stanche.
Ultime novità interessanti in uscita nel mese di dicembre, la maggior parte il venerdì 4 dicembre, ma qualcosa uscirà in seguito e un paio di titoli erano già usciti, ma sfuggiti all’occhio vigile e attento.
Partiamo con questo triplo dei Them che vedete qui sopra. Non rientra nella categoria box (o forse sì) ma è sicuramente interessante. Fa parte del nuovo contratto di distribuzione di Van Morrison con la Sony ed inaugura la serie delle ristampe. Il titolo The Complete Them 1964-1967 indica che rispetto alla doppia antologia uscita per la Deram ci sono state delle aggiunte, ma il sottoscritto francamente si è rotto, e mi accontenterò di quel doppio uscito nel 1997 che comunque conteneva la bellezza di 49 brani. In questa versione espansa sono contenuti ben 69 brani, tra cui 24, quelli del terzo CD, annunciati come inediti o rari, sia in studio che dal vivo. Il tutto con la collaborazione di Van che ha addirittura scritto le note del libretto. Etichetta Sony Legacy, data di uscita il 4 Dicembre. Ecco la lista completa delle canzoni:
Disc One (1964-1965):
Don’t Start Crying Now
One Two Brown Eyes
Baby Please Don’t Go
Gloria
Philosophy
Here Comes The Night
All For Myself
One More Time
How Long Baby
Mystic Eyes
If You And I Could Be As Two
Little Girl (album version)
Just A Little Bit
I Gave My Love A Diamond
You Just Can’t Win
Go On Home Baby
Don’t Look Back
I Like It Like That
I’m Gonna Dress In Black
Bright Lights, Big City
My Little Baby
(Get Your Kicks On) Route 66
(It Won’t Hurt) Half As Much
Disc Two (1966-1967):
Could You Would You
Something You Got
Call My Name (album version)
Turn On Your Love Light
I Put A Spell On You
I Can Only Give You Everything
My Lonely Sad Eyes
I Got A Woman
Out Of Sight
It’s All Over Now, Baby Blue
Bad Or Good
Hello Josephine
Don’t You Know
Hey Girl
Bring ‘Em On In (album version)
Richard Cory
Friday’s Child
The Story Of Them Part 1
The Story Of Them Part 2
Baby What You Want Me To Do
Stormy Monday Blues
Times Getting Tougher Than Tough
Disc Three (Demos, Sessions & Rarities 1964-1967):
Don’t Start Crying Now (demo) – Previously Unissued
Gloria (demo) – Previously Unissued
One Two Brown Eyes (demo) – Previously Unissued
Stormy Monday Blues (demo) – Previously Unissued
Turn On Your Love Light (alternate version) – Previously Unissued
Baby Please Don’t Go (Take 4) – Previously Unissued
Here Comes The Night (Take 2) – Previously Unissued
Gloria (Live on BBC’s “Saturday Club”) – Previously Unissued
All For Myself (Live on BBC’s “Saturday Club”) – Previously Unissued
Here Comes The Night (Live on BBC’s “Saturday Club”) – Previously Unissued
Little Girl (version one)
Go On Home Baby (Take 4) – Previously Unissued
I Gave My Love A Diamond (Take 8) – Previously Unissued
(It Won’t Hurt) Half As Much (Take 2) – Previously Unissued
My Little Baby (Take 1) – Previously Unissued
How Long Baby (Take 1) – Previously Unissued
One More Time (Take 14) – Previously Unissued
Gloria (Live on BBC’s “Saturday Club”) – Previously Unissued
Here Comes The Night (Live on BBC’s “Saturday Club”) – Previously Unissued
One More Time (Live on BBC’s “Saturday Club”) – Previously Unissued
Call My Name (single version)
Bring ‘Em On In (single version)
Mighty Like A Rose
Richard Cory (Alternate Version) – Previously Unissued
Ci sono i due album completi, The Angry Young Them del 1965 e Them Again del 1966, più tutti i singoli, demo, live, alternate takes e pezzi dal vivo, come appena detto. Per chi non ha nulla un bel regalo di Natale o un ennesimo salasso per il portafoglio, a seconda dei punti di vista.
Ben due prodotti discografici “nuovi” dedicati a Arthur Lee e i suoi Love. Entrambi i titoli sono in uscita in questi giorni: il primo Coming Through To You – The Live Recordings (1970-2004) è un box di 4 CD con ben 61 brani dal vivo che vengono annunciati tutti come inediti (almeno a livello ufficiale) pubblicato dalla Rockbeat Records, contiene brani Live degli anni ’70, ’90 e ’00, ogni decade un CD, mentre nel quarto c’è materiale proveniente dalle collezioni private dei fans, ecco il contenuto completo:
Il secondo è un CD singolo, Reel To Real (Deluxe Edition) pubblicato dalla etichetta High Moon (?) il 27 novembre e contiene l’ultimo album ufficiale dei Love, pubblicato in origine nel 1974 dalla RSO, in edizione rimasterizzata, con 12 tracce rare od inedite, un libretto di 32 pagine e note a cura di David Fricke della rivista Rolling Stone che ha scritto anche quelle del cofanetto della Rockbeat.
Tra l’altro, da quello che ho visto in giro, costa una cifra esagerata, comunque ecco la tracklist:
––– Original Album ––– 1. Time Is Like A River 2. Stop The Music 3. Who Are You? 4. Good Old Fashion Dream 5. Which Witch Is Which 6. With A Little Energy 7. Singing Cowboy 8. Be Thankful For What You Got 9. You Said You Would 10. Busted Feet 11. Everybody’s Gotta Live
––– Bonus Tracks ––– 12. Do It Yourself [Outtake] 13. I Gotta Remember [Outtake] 14. Somebody [Outtake] 15. You Gotta Feel It [Outtake] 16. With A Little Energy [Alternate Mix] 17. Busted Feet [Alternate Mix] 18. You Said You Would [Single Mix] 19. Stop The Music [Alternate Take] 20. Graveyard Hop [Studio Rehearsal] 21. Singing Cowboy [Alternate Take] 22. Everybody’s Gotta Live [Electric Version] 23. Wonder People (I Do Wonder) [Studio Rehearsal]
All Bonus Tracks Previously Unreleased Except 18
Per la serie “blasts from the past” o anche “a volte ritornano”, per festeggiare il 50° Anniversario dalla nascita dei Jefferson Airplane esce l’11 dicembre un nuovo doppio CD di Marty Balin Good Memories, erichetta Buckjoy Productions, con nuove versioni di classici sia degli Airplane come degli Starship, mentre per metà febbraio è annunciato anche un album che conterrà solo nuove canzoni.
Per il momento ecco la lista dei brani del doppio:
Tracklist [CD1] 1. Good Memories 2. It’s No Secret 3. Blues From An Airplane 4. Come Up The Years 5. Young Girl Sunday Blues 6. J.P.P. McStep B. Blues 7. She Has Funny Cars 8. Martha 9. High Flying Bird 10. And I Like It 11. Other Side Of This Life 12. 3/5 Of A Mile In 10 Seconds
[CD2] 1. St. Charles 2. Caroline 3. There Will Be Love 4. Comin’ Back To Me 5. My Best Friend 6. Count On Me 7. Today 8. Fat Angel 9. Runaway 10. With Your Love 11. Hearts 12. Miracles
Non sembra male, notare il capello nero, secondo me va dallo stesso parrucchiere di Jeff Beck!
Altro grandissimo del passato, uno dei miei cantautori preferiti degli anni ’70 ( Second Contribution era, ed è, un disco meraviglioso https://www.youtube.com/watch?v=Dpi8jh8E8Z4 ), Shawn Phillips era comunque già in pista dalla metà anni 60, sia come artista in proprio sia come sessionman nei primi dischi di Donovan, dove fu uno dei primissimi ad utilizzare il sitar in un disco rock. Dopo una serie di ristampe la Talking Eelphant annuncia questo nuovo album, Perspective, un doppio, previsto per il 4 dicembre (ma alcune discografie lo riportano addirittura come un disco del 2013, ma io non lo avevo mai visto in giro): comunque lo si veda un album di musica nuova di Phillips è sempre una gioia, la voce rimane stupenda anche se gli arrangiamenti forse, da quel poco che ho sentito, non sono il massimo, quindi io ve lo segnalo in ogni caso:
Tracklist [CD1] 1. Brilliance 2. Devil’s Highway 3. Infancy 4. Funkin’ Country Rock And Roll Stew 5. Beyond The Rain 6. Watch Over Mary Anne 7. Circles 8. Light Of Life 9. Hadeda 10. America
[CD2] 1. Radio 2. Silouettes 3. Take The Day 4. Acent 5. Storm 6. Going Home 7. Choices 8. Slowly 9. Everything She Gives Me 10. Starlight
Nuovo disco pure per i Coldplay, titolo A Head Full Of Dreams, il settimo disco di studio per la band di Chris Martin, etichetta Parlophone come al solito, non ci sono per fortuna versioni Deluxe (a parte in Giappone). Che dire? I primi due album mi erano anche piaciuti ai tempi, ma gli ultimi, a parte qualche canzone, non mi fanno più impazzire, quindi il 4 dicembre non sono tra coloro che saranno in trepida attesa.
Il singolo mi sembra proprio una canzoncina leggera leggera, molto orecchiabile ma…
Ancora materiale live inedito, questa volta dai Jo Jo Gunne. Per chi non se li ricorda era la band nata dalla fuoriuscita di Jay Ferguson e Mark Andes dagli Spirit nel 1971. I due erano rispettivamente la voce solista e il bassista anche nel nuovo gruppo, più decisamente orientato verso il rock americano della band di Randy California, più acida, sperimentale e psichedelica. Con il fratello di Mark, Matt Andes, alla chitarra e William “Curly Smith” alla batteria i Jo Jo Gunne hanno registrato quattro buoni album tra il 1972 e il 1973 per la Asylum.
Questo doppio della Rockbeat/S’More raccoglie due concerti inediti a livello ufficiale del 1971 e del 1973, il primo mai sentito, il secondo andato in onda ai tempi come broadcast radiofonico:
Tracklist [CD1: Live Hollywood Palladium 1971] 1. Special Situations 2. Run Run Run 3. Academy Award 4. One Way Street 5. Sweet Street Machine 6. River Rising 7. Take It Easy 8. 99 Days 9. Shake That Fat 10. Barstow Blue Eyes
[CD2: Live At Ultrasonic Studios 1973] 1. Roll Over Me* 2. Babylon* 3. 99 Days* 4. Run Run Run* 5. Intros/Rock Around The Symbol 6. Special Situations 7. Rhoda 8. Take Me Down Easy 9. Shake That Fat 10. Broken Down Man
Vi sembrava possibile che la Sony lasciasse passare il periodo natalizio senza pubblicara un album “inedito” di Johnny Cash? Certo che no, e quindi, prima il 27 novembre in una versione doppia limitata per il Black Friday in vinile rosso e nero, e poi il 4 dicembre in CD, esce questo Man In Black: Johnny Cash Live In Denmark 1971, registrazione di un concerto che counque esisteva da tempo come DVD. Il concerto è bello, per l’amor di Dio, però ( e ce n’è un altro Koncert v Praze(In Prague-Live), annunciato per il febbraio del 2016). Questi i contenuti del Live In Denmark:
A Boy Named Sue – Johnny Cash
Sunday Morning Coming Down – Johnny Cash
I Walk the Line – Johnny Cash
Blue Suede Shoes – Carl Perkins
Matchbox – Carl Perkins
Me and Bobby McGee – Johnny Cash
Guess Things Happen That Way – Johnny Cash
Bed of Roses – The Statler Brothers
Flowers on the Wall – The Statler Brothers
Folsom Prison Blues – Johnny Cash
Darlin’ Companion – Johnny Cash & June Carter Cash
If I Were a Carpenter – Johnny Cash & June Carter Cash
Help Me Make It Through the Night – Johnny Cash & June Carter Cash
Man in Black – Johnny Cash
Introduction to The Carter Family
A Song to Mama – The Carter Family
No Need to Worry – Johnny Cash, The Carter Family & The Statler Brothers
Rock of Ages – Johnny Cash, The Carter Family & The Statler Brothers
Children, Go Where I Send Thee – Johnny Cash, Carl Perkins, The Carter Family & The Statler Brothers
E questo un trailer del video:
L’11 dicembre in Italia (ma negli States è già disponibile dal 20 novembre) la Zappa records via Universal pubblica questa nuova versione inedita registrata dal vivo di 200 Motels, sottotitolata The Suites. Si tratta della registrazione di un concerto tenuto alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles il 23 ottobre del 2013, con le 13 suites di 200 Motels eseguite dai Los Angeles Philarmonic sotto la direzione di Esa-Pekka Salonen e con la partecipazione anche di alcuni musicisti rock, tra cui Michael Des Barres, Diva Zappa e la sezione ritmica di Joe Travers alla batteria e Scott Thunes al basso, dalla vecchia formazione di Frank Zappa. Si tratta di un doppio CD, con questo contenuto:
[CD1] 1. Overture 2. Went On The Road 3. Centerville 4. This Town Is A Sealed Tuna Sandwich 5. The Restaurant Scene 6. Touring Can Make You Crazy 7. What’s The Name Of Your Group? 8. Can I Help You With This Dummy? 9. The Pleated Gazelle
[CD2] 1. I’m Stealing The Room 2. Shove It Right In 3. Penis Dimension 4. Strictly Genteel
Infine, last but not least, il 18 dicembre, solo per il mercato americano (In Europa almeno per il momento sarà disponibile solo per il download) la Universal pubblica questo nuovo degli Avett Brothers Live Vol. Four, come dice il titolo il quarto capitolo della serie dei dischi ufficiali dal vivo della band americana. Si tratta questa volta di un CD + DVD registrato il giorno di capodanno dello scorso anno a casa loro, a Raleigh, North Carolina, alla PNC Arena. Ci sono due canzoni nuove Satan Pulls The Strings, e Rejects In The Attic e questa la lista completa dei contenuti:
1. Satan Pulls The Strings 2. Laundry Room 3. Another Is Waiting 4. Shame 5. Kick Drum Heart 6. Rejects In The Attic 7. Ten Thousand Words 8. Talk On Indolence 9. Auld Lang Syne 10. The Boys Are Back In Town 11. I And Love And You 12. Slight Figure Of Speech 13. Happy Trails
Filmati o video non ce ne sono ancora, questo era il concerto dell’anno prima
Direi che è tutto, per altri eventuali titoli in uscita ci sarà spazio per recensioni specifiche.
Betty Buckley – Ghostlight – Palmetto Records 2014
Betty Lynn Buckley è un’arzilla signora di 67 anni (portati benissimo), un’artista poliedrica che nella sua lunga carriera ha fatto cinema (tra i tanti Un’Altra Donna con Woody Allen, Frantic con Harrison Ford,Carrie Lo Sguardo Di Satana), programmi televisivi (La Famiglia Bradford e la serie The Pacific,visti anche dalle nostre parti), spettacoli teatrali (il musical Cats con cui vinse il premio Tony Award nel 1983), e, a mia insaputa, anche cantante di “cabaret”, con la pubblicazione di ben 16 album, con numerosi premi ricevuti. Dopo questo “curriculum vitae” di tutto rispetto e altro, bisogna anche dire che la Buckleyvanta una vecchia e lunga amicizia (fin dai tempi di Fort Worth, Texas, dove è nata e dove registrarono il primo album, per entrambi, nel lontano 1967) con il grande “coetaneo”, prima cantante e poi produttore T-Bone Burnett, e come in tutte le favole a lieto fine Betty e T–Bone si sono ritrovati, e con un altro gigante della musica, Bill Frisell, hanno dato voce e corpo a questo Ghostligh, che risulta evocativo di quella amicizia.
Ghostlight è stato registrato al The Village di Los Angeles, e come in tutte le produzioni di Burnett vengono chiamati a suonare musicisti di valore come Tom Canning al pianoforte, Matt Betton alla batteria, David Piltch al basso, Charlie Bishart al violino, Cameron Stone al cello, Chas Smith alla pedal-steel, guidati dallo stesso T-Bone Burnett alla chitarra elettrice e acustica e con Bill Frisell al banjo e alle chitarre, per un mix di canzoni pescate dal repertorio dei grandi autori di Broadway degli anni ’60, e autori contemporanei, suonati con sfumature jazz, e che vivono sulla splendida voce della Buckley.
Il disco si apre con la melodia di Come To Me Bend To Me scritta dal duo Lerner e Loewe (portata al successo tra gli altri da Andy Williams), seguita da una passionale If You Go Away, che non è altro che la versione di Ne Me Quitte Pas (una delle più belle canzoni di sempre) di Jacques Brel, qui rifatta a tempo di marcetta con l’accompagnamento del violino di Bishart, dalla famosissima Blue Skies (cavallo di battaglia di Ella Fitzgerald e Frank Sinatra) arrangiata e interpretata in perfetto “Broadway style”, e una dolcissima Throw It Away di Abbey Lincoln (moglie del famoso batterista Max Roach), con la chitarra di Frisell che dispensa note intime. Arriva il momento di una Lazy Afternoon (portata al successo da Barbra Streisand), qui estesa a più di dieci minuti ( e rivoltata come un calzino), quasi un pezzo “ambient” con tocchi di raffinata psichedelia, per poi passare alla pianistica Bewitched e alla struggente ariosa melodia di This Nearly Was Mine, interpretate al meglio dalla Buckley in un atmosfera da “musical”, che ci introduce poi ad uno “standard” della musica jazz come Body And Soul, resa celebre da Paul Whiterman, portata al successo da Coleman Hawkins e registrata da tutti i più grandi (Amstrong, Fitzgerald, Sinatra, Vaughan, Billie Holiday, forse la versione più famosa, Bennett e altri cento) con Bill Frisell alla chitarra elettrica e una voce senza tempo https://www.youtube.com/watch?v=tMDwvL7Q5Qc . Ci si avvia (purtroppo) alla fine con una canzone tipicamente rock di Marty Balin (cantante dei primi Jefferrson Airplane)Comin’ Back To Me (la trovate su Surrealistic Pillow), qui rifatta da Betty in una versione delicata e armoniosa, mentre Dreamsville è pescata dal noto film Colazione Da Tiffany con la colonna sonora d Henry Mancini, andando infine a chiudere omaggiando due autori contemporanei, una meravigliosa ballata di Tom WaitsTake It With Me When I Go (da Mule Variatons (99), e una dolente e triste Where Time Stands Still presa in prestito da Stones In The Road (94), da una delle mie cantautrici preferite Mary Chapin Carpenter, giusto finale di un lavoro da incasellare nel genere “vocal jazz ma non solo”!
T-Bone Burnett come produttore ha cambiato il mondo della musica (in quanto ha sempre cercato di rendere ogni suo progetto più perfetto di quello precedente), e in questo Ghostlight ha trovato nella “coetanea” Betty una di quelle rare cantanti che assimila tutti i generi e li rende propri, con una splendida voce che in ogni brano ci regala una tenera e calda emozione, perché in fondo la buona musica è buona musica, e le buone canzoni sono buone canzoni, e in questo lavoro se ne trovano in abbondanza!