Ancora “Italiani Per Caso”, Ma “Americani Dentro”, Questa Volta Tocca a Valter Gatti – Southland

valter gatti southland

Valter Gatti – Southland – fonoBisanzio/Ird

Valter (con la V, credo per problemi all’anagrafe italiana) Gatti è l’ennesimo musicista italiano indipendente innamorato della musica degli Stati Uniti, anzi, come si deduce dal titolo del disco, Southland, quella del Sud degli States. Il nostro amico nasce, per mantenere l’analogia, nel Sud della Lombardia, nel lodigiano, ma opera, come giornalista e divulgatore nella zona di Padova (quindi una sorta di “collega”): questo disco è il suo esordio discografico, a quasi 60 anni, portati bene, decide di registrare un album per rendere omaggio alla musica che ha sempre ascoltato. E per realizzarlo si affida a una pattuglia di musicisti italiani: Paolo Costola, dobro, slide, chitarre elettriche ed acustiche, Valerio Gaffurini, Hammond, Fender Rhodes e piano, Larry Mancini, basso e Albert Pavesi, batteria, oltre alle armonie vocali di Raffaella Zago e alla viola e violino di Michele Gazich, che cura anche la produzione del disco, sempre citare i nomi, lo meritano. Non contento di tutto ciò contatta anche alcuni musicisti americani di “culto” per suonare nel CD: Greg Martin dei Kentucky Headhunters http://discoclub.myblog.it/tag/kentucky-headhunters/ , Chris Hicks, attuale chitarrista della Marshall Tucker Band e Greg Koch, grande chitarrista, testimonial della Fender per il modello Telecaster http://discoclub.myblog.it/2013/11/03/c-e-sempre-qualcuno-bravo-che-sfugge-greg-koch-band-plays-we/ .

E tutti gli rispondono di sì. Nel progetto viene coinvolto anche Massimo Priviero, per duettare in uno dei due brani cantati in italiano, nell’altro c’è Gazich. Il risultato è un disco di southern-folk-country-blues- rock, con un paio di cover di assoluto pregio, scelte con cura, All Along The Watchtower di Dylan e The Joker della Steve Miller Band. Se proprio devo fare un appunto (da appassionato ad appassionato) Gatti non ha una voce particolarmente memorabile, si affida ad uno stile vocale diciamo leggermente “laconico”, a tratti una sorta di parlar-cantando o viceversa, ma gli arrangiamenti curati di Gazich e la buona qualità delle canzoni e degli interventi solisti degli ospiti rendono il disco molto piacevole, per chi ama questa musica. E così scorrono l’iniziale Southland, un brano dall’atmosfera quasi celtica grazie alla viola di Gazich, ma anche derive “desertiche” americane; All Along The Watchtower viene proposta in una veste tra folk e rock, di nuovo grazie al guizzante violino di Michele sembra quasi una outtake di Desire, e ottimo anche il lavoro della slide di Costola.

Raffiche Di Vento, con il controcanto di Priviero e l’eccellente lavoro della tagliente chitarra solista di Chris Hicks, è un gagliardo pezzo rock, come pure la successiva In Your Town, una bella ballata sudista dalla melodia avvolgente con l’ottimo Greg Martin che colora il brano con la sua lirica chitarra. Lifelong Blues, come da titolo, illustra un’altra delle passioni di Valter, il blues, un altro pezzo percorso dalla chitarra di Martin e dal violino di Gazich, mentre Take Me As I Am è una delicata e struggente ballata pianistica. Nella cover di The Joker si cerca di ricreare l’atmosfera divertita e divertente del brano originale, sempre scanzonato e godibile; Gloomy Witness con l’ottima solista di Koch in evidenza, ha di nuovo quell’andatura ondeggiante del Dylan di Desire, miscelata al Knopfler più americano, ottima. E In My Boots alza ulteriormente l’asticella del southern rock classico, Greg Martin ci dà dentro con la sua solista e il brano galoppa. In chiusura il duetto folk con Gazich nella quasi parlata Dove Sei, intima e raccolta. Un bel dischetto.

Bruno Conti

Viva L’Italia Rock: Massimo Priviero & Graziano Romani, Due Grandi Serate Live!

massimo priviero massimo

Massimo Priviero – Massimo – Mpc/Self – 2 CD – DVD

Graziano Romani – Vivo/Live – Route 61 Music – 2 CD

Questi signori da circa trent’anni a questa parte, secondo chi scrive, sono tra i segreti meglio custoditi ( fans a parte) del rock italiano. Massimo cresce a Jesolo ascoltando i dischi di Dylan, Neil Young e Springsteen, mentre a circa 200 km. di distanza Graziano fa altrettanto in quel di Casalgrande, formando nel ’81 una band, i Rocking Chairs, che negli anni diventerà un punto di riferimento (e di culto) per tanti appassionati del rock americano “Made In Italy”, e dopo lo scioglimento (con una breve parentesi con altre band come Megajam 5 e Souldrivers) il nostro intraprende una solida carriera solista che conta ormai sedici album in inglese e italiano, più collaborazioni con gente come Willie Nile, Elliott Murphy e Chris Spedding.

Ma partiamo con Priviero che pubblica un doppio CD con DVD dal vivo (non il suo primo) che documenta il concerto tenuto lo scorso anno, nel mese di Ottobre, all’Alcatraz di Milano (serata che vedeva i Lowlands del mio amico Ed Abbiati come opening act https://www.youtube.com/watch?v=v2GTNqW5mFI ): un concerto ad alta intensità che vede Massimo farsi accompagnare sul palco da musicisti fidati, nonché amici, ormai rodati, tra i quali il bravissimo polistrumentista Alex Cambise, Fabrizio Carletto al basso, Efrem Bonfiglio alle chitarre, Nicola “Nik” Manniello alle tastiere, Riccardo Maccabruni (dei Mandolin’ Brothers) al pianoforte e fisarmonica, un batterista bravo e trascinante come Oscar Palma, e come ospite il grande Michele Gazich che con il suo violino dà un tocco magico ad alcuni brani, senza dimenticare le cornamuse di Giancarlo Galli e dell’artista scozzese Keith Easdale.

La prima parte del concerto vede subito Massimo Priviero proporre brani dall’ultimo lavoro in studio quali Ali Di Libertà, Il Mare, Alzati, Libera Terra, intercalati da “classici” del suo repertorio, come le note Fratellino, Dolce Resistenza, Spari Nel Cielo, tutti pezzi dove la band gira a mille proponendo una sorta di rock italo-celtico, con il potente apporto della sezione ritmica e delle cornamuse dei bravi Galli e Easdale https://www.youtube.com/watch?v=wsgmVerxhXc . Con Era Una Notte Che Pioveva sale sul palco Michele Gazich che con il suo violino che incanta le platee di mezzo mondo accompagna Priviero nella parte più intima della serata, attraverso un bel set di brani che partono da La Strada Del Davai, La Casa Di Mio Padre (un omaggio al genitore), Lettera Al Figlio (dedicata al figlio Tommy e ispirata alla famosissima  poesia di Kipling If), figlio che poi sale sul palco per suonare insieme al padre in una trascinante Occhi Di Bambino, che chiude la prima parte del concerto. La seconda parte, tolte la recente ballata romantica Apri Le Braccia (con un bel lavoro di Cambise al mandolino), e le movimentate e energiche L’Ultimo Ballo e Angel,  ripercorre la prima parte di carriera di Massimo, con brani molto amati dai “fans” come la dolce Fragole A Milano, la sempre acclamata e poderosa Nessuna Resa Mai, la storica San Valentino, con un bel gioco di tastiere, andando a chiudere con la bellissima Madre Proteggi (forse la canzone più bella dell’artista veneziano), osannata dal pubblico in sala https://www.youtube.com/watch?v=xnF2An8kPE8 . Il doppio CD contiene anche quattro canzoni nuove, il singolo Ricordati Di Me, Orgoglio (la più bella), Il Migliore Dei Mondi Possibili e Bacio D’Addio. Il DVD contiene naturalmente il concerto integrale girato in quella serata all’Alcatraz e ripreso in modo estremamente professionale, e credetemi è un bel vedere.

graziano romani vivo live

L’altro personaggio di cui ci occupiamo è Graziano Romani, uno dei rocker italiani più espressivi ed ingiustamente ignorati, che dopo un trentennio di attività “on the road”, dove non ha mai nascosto il suo amore per il rock stradaiolo e la passione per la migliore “soul music”, giunge (anche se sembra strano, però c’era un DVD https://www.youtube.com/watch?v=EeEWoSBYfdw) finalmente al suo primo disco dal vivo: registrato nell’Agosto del 2013 al Festival Parco Secchia di Villalunga di Casalgrande (praticamente casa sua). Vivo/Live giustamente raccoglie il meglio della sua carriera, e si spazia dagli esordi con la sua prima band i Rocking Chairs, a brani tratti dai suoi lavori solisti, cover di Springsteen (la sua fonte musicale), Woody Guthrie, Who, Chuck Berry e anche tre inediti, per più di due ore di musica torrenziale, che alterna Rock And Roll, Rhythm & Blues, Soul e Folk. Graziano, chitarra acustica e armonica, sale sul palco assecondato da una rodata band, composta dai fidati (e recuperati) Franco Borghi piano e tastiere, Max “Grizzly” Marmiroli alle percussioni e sax, Erik Montanari (che sia un mio parente?) alle chitarre elettriche, Michele Smiraglio al basso, Francesco Micalizzi alla batteria, e in alcuni brani il valido apporto chitarristico di Niky Milazzo. 

Il primo CD parte con Solerosso, chitarra, armonica e voce (una delle migliori del vasto panorama musicale italiano), a cui fa seguito il primo degli inediti Soul Is Calling, una ballata “stradaiola” in perfetto stile Del Fuegos (con la band che gira a mille), una galoppante Revolution Blues, mentre My Name Is Tex e Darkwood  vengono pescate dal periodo fumettistico, e sono rispettivamente dedicate a Tex Willer e Zagor, per poi passare alla prima cover della serata Ramblin’ Round di Woody Guthrie, e il primo brano del periodo Rocking, una meravigliosa Cast The Stone (si trova sull’introvabile No Sad Goodbyes). Si riparte con una serie di brani in italiano che ripercorrono il percorso solista di Graziano, a partire dalla chitarristica Adios, la rokkata Da Che Parte Stai, una solare Via Emilia con il sax di Max in evidenza, un omaggio ai DJ con Dio Della Radio, una toccante Augusto Cantaci Di Noi, che ricorda degnamente il cantante dei Nomadi, gli arrangiamenti folk di Corre Buon Sangue, e chiudere la prima parte con la sincopata Stesso Viaggio Stessa Città. L’armonica apre il secondo CD, con The Most Crucial Enemy, una sofferta ballata notturna che Graziano canta con una voce intrisa da mille sigarette e whiskey, seguita dalla cover del suo “amico” Springsteen, la potente The Price You Pay, andando poi a pescare ancora nel “serbatoio” dei Chairs, con Road To Justice e la storica Freedom Rain (dall’album omonimo) con il sax rabbioso di Marmiroli, una tirata No Sad Goodbyes e dal primo album del lontano ’87 New Egypt recuperare i ruvidi rock’n’roll Old Rocked Busted e Never Look Back, intercalate dalle note più rilassate e guidate dal sax di una meravigliosa Up In Dreamland. Si riparte per il gran finale con una torrida versione di Johnny B.Goode di Chuck Berry e un omaggio al miglior Pete Townshend e agli Who con una tiratissima Won’t Get Fooled Again, dove la band gioca di squadra con un suono potente, da classica rock’n’roll band. Le bonus tracks aggiungono l’elettroacustica Lonely As A Cloud, a cui fa seguito l’inizio alla Clarence Clemons della bella L’Attimo Che Fugge Via (che viaggia sempre dalle parti del “Boss”), e una grintosa Vicino Al Cuore.

Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sul valore di questi artisti deve solo ascoltare senza alcuna prevenzione questi due Live, cantati e suonati con incredibile trasporto: in quanto oggi come ieri due belle serate di musica, possibilmente con due ottime rock’n’roll band, valgono più di mille discorsi, proclami o sentenze. Per quanto mi riguarda un sentito applauso a Massimo e Graziano!

Tino Montanari

Recuperi Di Fine Anno Parte 5 : Orgogliosamente Rock D’Autore Italiano! – Massimo Priviero – Ali di Libertà

massimo priviero ali di libertà

Massimo Priviero – Ali di Libertà – MPC Records/Self

Su Massimo Priviero, dopo 25 anni di carriera (è in pista dal 1988), e quindici dischi (con questo ultimo lavoro Ali di Libertà http://www.youtube.com/watch?v=o1g7VM5sPdQ ), per quanto mi riguarda, trovo ancora pertinente la famosa frase di Jon Landau (riferita a Bruce Springsteen) usata per lanciare il rocker del New Jersey ( voi trasportate a Jesolo!): ho visto il futuro del rock italiano, e il suo nome è Massimo Priviero. Una definizione impegnativa, alla quale Priviero non è riuscito, se non in piccola parte, a mantenere fede, ma che se non altro ha il merito di collocarlo all’interno di una tradizione sonora ben precisa (quella del più classico rock metropolitano a stelle e strisce), sviluppata sempre con estrema coerenza. Dopo una gavetta svoltasi in ambito locale, con formazioni rock e blues, e un breve periodo trascorso a suonare nelle stazioni delle metropolitane di alcune capitali europee, Massimo firma un contratto con la Wea, e il frutto del sodalizio è l’esordio con San Valentino(88) registrato a Londra (un buon esempio di cantautorato elettrico).

massimo priviero 1

Spinto dal relativo successo della canzone che dava il titolo all’album, per il lavoro successivo, Nessuna Resa Mai (90, viene chiamato Little Steven (allora ex colonna portante della E Street Band di Springsteen) nella doppia veste di ospite e produttore, mentre il seguente Rock in Italia (92) è realizzato in collaborazione con Massimo Bubola. Dopo due lavori interlocutori Non Mollare (94) e l’omonimo Priviero (98), seguono ancora delle buone produzioni, a partire da Poetika (01), Testimone (03) con cui si rinnova la collaborazione con Bubola, per poi passare all’Universal con cui incide Dolce Resistenza (06,) indi Rock & Poems (07), una colonna sonora Unbroken Ghost (08), Sulla Strada (09), lo splendido Rolling Live (10) e il recente Folkrock (12) condiviso con il bravissimo violinista Michele Gazich (un disco di cover, un atto d’amore verso la musica americana).

Lo accompagnano in questo nuovo viaggio musicale i fidati musicisti di sempre (tra cui il figlio Tommy), con ospiti importanti come il bravo Alex Cambise alle chitarre e mandolino, Paolo Bonfanti alla chitarra slide, il fisarmonicista Riccardo Maccabruni e il “pard” Michele Gazich al violino, per undici canzoni di spessore, che convivono fra rock e poesia. Il disco inizia con la potente  e coinvolgente title track Ali di Libertà, con l’armonica a segnare il percorso musicale, mentre il pianoforte di Onofrio Laviola accompagna la struggente Il Mare, seguita da un rock “stradaiolo” come Apri le Braccia. La chitarra slide di Paolo Bonfanti ruba la scena nel brano In Verità (con un riff che ricorda Thunder Road del Bosshttp://www.youtube.com/watch?v=BhGAEsSCEOI , mentre nella seguente Madre Proteggi, ritorna a proporsi la spiritualità di Priviero (dedicata alla Madonna di diverse categorie), per poi continuare con Occhi da Bambino con il figlio Tommy alla chitarra acustica e gli assoli di chitarra di Cambise e il violino straordinario di Gazich, un brano stupendo dove sgorga tutta l’anima di Massimo.

massimo priviero alzati

Si riparte con Alzati un potente e trascinante rock (perfetto per le esibizioni live) da suonare a tutto volume http://www.youtube.com/watch?v=M16t_LjdAnU , La Casa di mio Padre, una struggente ballata autobiografica, dove hanno un ruolo importante anche le voci di Lisa Petty e Deborah Bosio, mentre Io Sono Là è un brano cantato con forza e vigore, un grido di protesta in stile marcia militare, con chitarre, tastiere e fisarmonica che sviluppano un suono vibrante. L’album (purtroppo) si avvicina alla conclusione con le atmosfere irlandesi (la cornamusa e il tin whistle di Keith Eisdale) di Libera Terra, canzone epica divisa in due parti, La Forza e Il Sogno, una “sarabanda” musicale dove all’unisono si mescolano le anime rock di Springsteen e folk di Woody Guthrie, per poi terminare con una bonus track Bacio D’Addio,degna chiusura di questo manifesto artistico.

Con Ali di Libertà Priviero arriva alla perfetta quadratura del cerchio, in quanto ancora una volta si dimostra un bravo interprete, sia nelle ballate lente, sia nel rock più energico, e con il suo staff  e la presenza di ospiti eccellenti e perfettamente integrati, dà vita a dodici canzoni dove convivono (oltre al mestiere) rock e poesia. Massimo Priviero è un rocker (di quelli veri), uno che non molla, e anche se non ha mai venduto tonnellate di dischi, si è conquistato e mantenuto una sua “nicchia” e per quanto mi riguarda, ritornando alla famosa frase iniziale, Massimo è certamente il passato, il presente e ancora il futuro del rock italiano.

NDT: Questo CD può essere un regalo intelligente per le prossime festività natalizie, in alternativa a tanti stagionati e osannati cantanti dell’asfittica discografia italica.

Tino Montanari