Piccoli, Ma Buoni! Thalia Zedek Band – Six e Shelby Lynne – Thanks

thalia zedek six

Thalia Zedek Band – Six – Thrill Jockey Records

Shelby Lynne – Thanks – Everso Records

Parafrasando il famoso detto “Pochi, Ma Buoni” eccoci a parlare di due EP, quindi piccoli nel formato, ma assolutamente buoni nel contenuti.

Torna dopo breve tempo dall’ultima sua uscita dello scorso anno Via, http://discoclub.myblog.it/2013/03/20/dal-post-punk-alla-via-dark-thalia-zedek-band-via/ , Thalia Zedek, una tipa che dopo aver suonato con i Dangerous Birds, Uzi, Live Skull, Come (il gruppo di maggior successo) si è ritagliata una sua personale carriera, con una manciata di dischi a suo nome, di cui questo EP, come da titolo, contiene 6 brani, e quindi, ovviamente (alla Catalano) Six.

thalia zedek

Thalia come al solito si appoggia alla sua attuale band, composta da Winston Braman al basso, Jonathan Ulman alla batteria e percussioni, David Michael Curry alla viola, e il bravissimo Mel Lederman al pianoforte, per una musica che racchiude il lirismo che l’ha sempre contraddistinta.

Apre il blues rabbioso e disperato di Fell So Hard, uno dei pezzi più belli del mini-album https://www.youtube.com/watch?v=CvGReT6D5BY , seguito da momenti più riflessivi come la cantilena melodica Julie Said, lo strumentale solo con arpeggio di chitarra di Midst, i suoni decisi e impetuosi di Dreamalie, o brani più classici come Flathand cantata in duetto con Hilken Mancini, fino ai sette minuti della conclusiva Afloat, un brano “dark” intimista e ricco di oscurità.

Come sempre la voce di Thalia Zedek è riconoscibile e caratteristica, a tratti roca e dura, a volte melodiosa, in canzoni dove pianoforte e viola si aggiungono a distorsioni e riff di chitarra, oltre a batterie martellanti ed evoluzioni di violino, per un lavoro crudo e grintoso.

Se entrerete nella musica della Zedek (spero in molti), Thalia vi porterà in un viaggio lungo e oscuro dentro la vostra anima, ma ne varrà sicuramente la pena, perché scoprirete un EP di non facile ascolto, ma di indubbio fascino.

shelby lynne thanks

La seconda signora risponde al nome di Shelby Lynne (sorella di Allison Moorer, maritata con Steve Earle), ad inizio carriera era partita come una country-singer di modeste ambizioni, ma in seguito ha saputo reinventare se stessa ed il suo repertorio con un disco importante come I Am Shelby Lynne (99) che le valse la vittoria al Grammy Award(come miglior artista esordiente), a cui fecero seguito altre buone prove come ad esempio Just A Little Lovin’ (2008), un tributo a Dusty Springfield.

shelby lynne grammy

Dopo, forse, il suo disco più personale Revelation Road (2012), ed un Live uscito in vari formati http://discoclub.myblog.it/2013/01/16/una-bella-voce-femminile-on-stage-shelby-lynne-cd-dvd-live/ , si ripresenta con questo EP, Thanks, che consta di cinque pezzi registrati in proprio, con musicisti di valore come Michael Jerome, il batterista, tra gli altri, di Richard Thompon e John Cale, Ed Maxwell al basso, Ben Peeler al mandolino e chitarra e la leggendaria cantante (e anche pianista per l’occasione) Maxine Waters, un mini album dove lap steel, organo e pianoforte fanno da tappeto sonoro a canzoni dalle marcate influenze blues e country-gospel.

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Il brano iniziale Call Me Up, dal ritmo sostenuto, è proprio un country-gospel con tanto di coro d’ordinanza https://www.youtube.com/watch?v=qGhgCENXiXQ , a cui fanno seguito una Forevermore con la lap steel del co-produttore Ben Peeler in spolvero, il blues gospel di una Walkin’ cantata con l’anima nera di Mahalia Jackson, la ballata fascinosa e lenta This Road I’m On https://www.youtube.com/watch?v=vDyuoSvmgxk  e la conclusiva title track Thanks, una preghiera declamata con fervore dalla sorella più brava della famiglia Moorer.

E’ un peccato constatare che Shelby Lynne e altre artiste della sua generazione (mi viene in mente Joan Osborne) debbano ricercare nuovi stili musicali per uscire dal quasi anonimato, ed essere considerate solamente “oggetto di culto”. In ogni caso una chance a questo EP fareste bene a darla, in quanto Shelby Lynne è una Dusty Springfield dei nostri giorni (e per chi scrive) anche più sexy e provocatoria.

Tino Montanari