Un’Altra Gemma Dagli Archivi Di Uno Dei Più Grandi Jazzisti Di Sempre. John Coltrane – Blue World

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John Coltrane – Blue World – Impulse/Universal CD

Non sono mai stato (e a questo punto mai sarò) un grande appassionato di jazz, il che non vuol dire che qualche volta non mi conceda qualche digressione nel genere, specie quando si parla di grandi artisti e soprattutto di musica non troppo cerebrale; ci sono poi due artisti davanti ai quali non posso far altro che togliermi il cappello ed inchinarmi, e cioè Miles Davis e John Coltrane, tra l’altro entrambi gratificati in questi giorni da pubblicazioni inedite. Ma se Rubberband, che contiene sessions inedite degli anni ottanta del trombettista di Alton, è un lavoro raccogliticcio e pesantemente manipolato in fase di post-produzione, Blue World di Coltrane è un album assolutamente degno di nota. Sinceramente non pensavo che a distanza di appena un anno dallo splendido “album perduto” Both Directions At Once avremmo avuto tra le mani un’altra uscita inedita del più grande sassofonista jazz di sempre: Blue World è il frutto di sessions che il nostro tenne nel 1964 a capo del suo quartetto (con Jimmy Garrison al basso, Elvin Jones alla batteria e lo straordinario McCoy Tyner al pianoforte, per chi scrive la miglior configurazione tra le tante della carriera di “Trane”) con l’intento di registrare le musiche per la colonna sonora del film Le Chat Dans Le Sac del regista canadese Gilles Groulx.

Quella soundtrack non fu mai pubblicata all’epoca, e nel film venne usata solo una canzone per intero ed i frammenti di altre due, ma oggi la Impulse ci regala a sorpresa il prodotto di quelle registrazioni, ed il risultato è davvero eccelso. Coltrane in quel periodo era in stato di grazia, aveva appena dato alle stampe Crescent e stava per pubblicare il suo capolavoro assoluto A Love Supreme (e Both Directions At Once era stato inciso appena un anno prima), e le otto tracce di Blue World ci mostrano un gruppo che suona in maniera fantastica, riuscendo a coniugare mirabilmente arte ed accessibilità. Sì, perché il disco è veramente piacevole e per nulla ostico, ed è formato da brani relativamente brevi (tranne uno), perfetti in teoria per commentare le immagini di un film: la durata complessiva è di appena 36 minuti, il che forse contribuisce a rendere l’ascolto ancora più godibile. Pur essendo incisioni mai sentite prima, l’unico vero inedito è la title track (che in realtà è basata sulla melodia di Out Of This World, brano scritto da Harold Arlen e Johnny Mercer e presente sull’album Coltrane del 1962), mentre gli altri pezzi sono rifacimenti di canzoni che il nostro aveva messo su album di qualche anno prima, quando ancora incideva per la Atlantic e per la Prestige.

Il CD (rimasterizzato in maniera spettacolare) inizia subito benissimo con Naima, pezzo lento e raffinato pieno di sonorità calde che ci avvolgono all’istante: John suona in maniera decisamente rilassata e dopo circa due minuti lascia spazio al magnifico piano di Tyner (con il ritmo che aumenta leggermente), per poi riprendere in mano il brano e portarlo a termine in scioltezza. Village Blues ha appunto la struttura ritmica di un blues, anche se poi Trane sciorina una melodia molto discorsiva e gradevole, doppiato dal trio alle sue spalle che lo segue in modo perfetto, con Tyner che chiude il brano da par suo. Blue World, la canzone, vede la band guidata dal piano iniziare senza il leader, che però non si fa attendere e ci delizia con un’altra performance fluida e, ripeto, decisamente fruibile, sei minuti di grande musica seguiti da altre due takes di Village Blues, più rilassata la prima e leggermente accelerata la seconda, ma entrambe impeccabili e con un gran lavoro della sezione ritmica. La breve Like Sonny ha un ritmo scattante e spezzettato, con John che duetta in maniera sopraffina con McCoy, suo vero alter ego all’interno della band, mentre Traneing In è la traccia più lunga, quasi otto minuti, i primi tre dei quali occupati da un assolo di basso di Garrison a cui fa seguito l’ingresso in sincrono di piano e batteria, ed il brano è una raffinatissima ed elegante ballata in cui Tyner ci delizia le orecchie con una prestazione sontuosa: pensate che Coltrane arriva solo dopo cinque minuti a chiudere il pezzo, proprio come fanno i grandi chef con i loro piatti. L’album termina con una seconda take di Naima, anch’essa tutta costruita intorno al magico suono di sax e pianoforte.

L’appuntamento autunnale con un disco inedito di John Coltrane potrebbe a questo punto diventare una piacevole abitudine: se il livello è quello di Blue World (ma anche di Both Directions At Once) non mi lamento di sicuro.

Marco Verdi