Novità Di Novembre Parte II. Una Piccola Appendice: Randy Newman, Murray McLauchlan, Medeski-Scofield-Martin-Wood, Barr Brothers, Van Dyke Parks

randy newman live in london.jpgmurray mclauchlan human writes.jpgmedeski scofield martin and wood.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Qualcosa alla fine si dimentica sempre, per cui oggi doppia razione di Post.

Partiamo con il CD+DVD Live In London di Randy Newman di cui mi erano arrivate notizie in una mailing list della Nonesuch già mesi fa e poi, per parlarne in prossimità dell’uscita, me ne stavo dimenticando. Per la verità il doppio esce martedì 8 novembre negli Stati Uniti e una settimana dopo, il 15 novembre, in Europa per cui siamo ancora in tempo. Si tratta della registrazione di un concerto tenuto alla LSO St.Luke’s Church, una chiesa anglicana del 1700 restaurata dalla London Symphony Orchestra per l’utilizzo nei loro concerti. Ma anche la BBC, e in questo caso la sua orchestra, di tanto in tanto la utilizza: per una delle poche date fatte da Newman in Europa per pubblicizzare l’album Harps And Angels del 2008, uno dei migliori di quell’anno. Sono 22 brani con moltissimi classici tra cui Mama Told Me Not To Come, Short People, God’s Song, Louisiana 1927, You Can Leave Your Hat On (eh sì l’ha scritta lui!), Political Science, Sail Away, I Thing It’s Going to Rain Today (molto adatta al periodo) e Laugh And Be Happy e A Few Words In Defense Of Our Country che apparivano in quell’album. Un gioiellino da aggiungere ai Randy Newman Songbooks nella rilettura dei suoi capolavori.

Anche Murray McLauchlan, uno dei più grandi cantautori canadesi di sempre, era tornato sulle scene circa tre anni fa con Songs From The Streets, una doppia antologia edita dalla True North che ripercorreva il meglio delle sue canzoni, con qualche inedito, una rilettura di Carmelita di Warren Zevon e un brano nuovo scritto per l’occasione. A parte consigliarvi di recuperarla perchè si tratta di ottima musica, nella schiera dei cantautori canadesi nati negli anni ’70, McLauchlan era secondo solo a Cockburn per bravura e consistenza dei suoi dischi, evidentemente è stata propedeutica per un ritorno più duraturo. Questo Human Writes contiene dieci brani nuovi e sul mercato canadese, sempre per la True North, era già disponibile da alcune settimane. Addirittura la prima tiratura é stata tutta autografata da McLauchlan che, forse, non si aspettava grandi vendite. Non perdetevelo perché questo signore è uno di quelli bravi.

L’accoppiata Medeski, Martin & Wood + John Scofield era già apparsa in Scofield’s A Go Go, Verve 1998 e poi, come titolari alla pari, in Out Louder della Indirecto Records uscito nel 2006. La stessa etichetta ora pubblica questo doppio CD Msmw Live: In Case The World Changes Its Mind. Sono solo dodici brani, ma un’ora e cinquanta di musica dal vivo, quindi si improvvisa alla grande, in quel miscuglio di jazz, rock, blues e funky che li rende un po’ gli eredi, riveduti e corretti per i giorni nostri, delle scorribande chitarra-organo dei grandi Jimmy Smith e Wes Montgomery. Non solo jazz, anche se non è musica “facilissima”, però suonano, ragazzi! Qui le jam si specano.

van dyke parks.jpgbarr brothers.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Questo due erano rimasti invece, come si dice, “in canna”. Non tutti gli album vengono presentati nella rubrica delle anticipazioni, su alcuni, i più meritevoli a mio parere, ci ritorno, altri li recensisco direttamente, ma la pigna di CD vicino al PC e all’impianto diventa sempre più alta e anche con l’aiuto di “ospiti” esterni non riesco a smaltire gli arretrati per cui ogni tanto alcuni titoli “vanno in fanteria”, anche con tutta la buona volontà e con grande dispiacere. Ma bando alle tristezze e veniamo a questi due album.

Il primo, Van Dyke Parks Arrangements Volume I è già uscito dal 20 settembre per la Bananastan LLC, anche se, onestamente, purtroppo non se ne sono accorti in molti. Ed è un peccato perché in questa raccolta risalta il genio del collaboratore storico di Brian Wilson e di molti altri grandi musicisti. In questo CD ci sono brani dello stesso Van Dyke, di George Washington Brown, di Sal Valentino, di Arlo Guthrie, di Dino Martin, di Bonnie Raitt, di Ry Cooder, dei Mojo Men, di Lowell George e dei Little Feat. Quindi musicisti noti e assolutamente “oscuri” uniti dall’arte di Van Dyke Parks, con arrangiamenti spesso al limite della genialità e anche i suoi album solisti per la Warner, ancorché “strani” per usare un eufemismo erano spesso unici per le loro trovate ma anche per la vena pop bizzarra. Da scoprire, d’altronde se siete in questo Blog a leggere un motivo ci sarà.

I Barr Brothers non sono né famosi nè influenti nella storia del rock, però sono bravi. Questo disco eponimo dei fratelli Brad & Andrew Barr (ex degli Slip, chiii? Non erano male, hanno fatto un paio di dischi, Angels Come On Time per la Rykodisc nel 2002 e Eisenhower per la Bar/None nel 2006, tra pop, rock e alternative, una sorta di Big Star in miniatura) è uscito a fine settembre per la Secret City Records e non è affatto male, agli stili del precedente gruppo hanno aggiunto anche un po’ di folk, che va di moda, psichedelia, blues e il risultato è molto interessante, nel filone dei “nuovi” gruppi americani, da Fleet Foxes a Decemberists a Low Anthem nel senso che non hanno un genere definito come questi gruppi, magari non gli assomigliano neppure se non nell’eclettismo sonoro, ma pure nel loro calderone sonoro confluiscono mille influenze. Da investigare, se volete album-stream-the-barr-brothers—the-barr-brothers.html.

Bruno Conti