Buddy Guy Non Lascia, Anzi Raddoppia! Il 30 Luglio Compie 77 Anni E Pubblica “Rhythm & Blues”.

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Buddy Guy – Rhythm And Blues – 2CD RCA – 30-07-2013

Nel 2010 l’ultimo album di studio di Buddy Guy, Living Proof, ha vinto il Grammy come miglior disco di Blues Contemporaneo. Questo di per sé è un segnale, ma non un marchio di garanzia assoluta, perché nel corso degli anni la statuetta è stata assegnata anche un po’ a casaccio ad album e gruppi che nulla c’entravano con il genere per cui venivano premiati, penso ai Jethro Tull miglior gruppo Heavy Metal!, o a dischi “veramente brutti” come avrebbe detto Fiorello/La Russa. Non è il caso di Guy che di Grammy ne ha vinti 6, meritatamente, nella sua carriera. Naturalmente per non smentire la sua fama il nostro amico Buddy, subito dopo, ad inizio 2013, ha pubblicato un CD, Live At Legends, registrato al suo famoso club di Chicago, con solo 7 pezzi dal vivo e tre brani in studio tratti dalle sessions di Living Proof. Non che fosse brutto, tutt’altro, ma se considerate che i concerti di Buddy Guy prevedono tutta una ritualità di gigionerie, dialoghi con il pubblico, numeri di acrobazia solistica e tutto il repertorio del grande performer, non rendeva neanche lontanamente l’idea di un musicista che ha praticamente “inventato” la chitarra rock nel Blues. Chiedete a Jeff Beck, Eric Clapton, Keith Richards o, se fosse possibile, ai compianti Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan dove hanno preso il loro armamentario di soli, riff, feedback, invenzioni pirotecniche alla chitarra e la risposta sarebbe. “B.G:”!

Ai puristi si arricciano i capelli (come quelli di Jimi), Marshall Chess ai tempi non gli ha fatto un incidere un disco, usandolo “solo” come chitarrista nei dischi di Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Little Walter e Koko Taylor, ma l’eco dei suoi concerti è stata pari all’effetto che ha avuto il 1° album dei Velvet Underground su qualche decina di migliaia di gruppi che sono nati negli anni a venire. Il British Blues Revival, il blues-rock e la nascita del power-trio, almeno per la quota chitarra solista, devono sicuramente molto a questo istrionico signore, che non ha mai avuto un riscontro discografico pari alla sua bravura, anche se nel corso degli anni ha pubblicato fior di dischi, da Hoodoo Man Blues con la band di Junior Wells, suo litigioso partner per moltissimi anni a A Man And The Blues primo album per la Vanguard nel 1968, passando per il super classico Buddy Guy & Junior Wells Plays The Blue del 1972, lo strepitoso Stone Crazy per la Alligator del 1981 e “rinascite” varie, come i pluridecorati Damn Right I’ve Got The Blues (quanto è vero!) e Feels Like Rain, fino ad arrivare alla nuova partnership con il grande batterista (e produttore e autore) Tom Hambridge, che prima con Skin Deep del 2008 (dove suonavano Clapton, Tedeschi & Derek Trucks, Robert Randolph) e il successivo Living Proof ha fatto sì che vivesse la sua sesta o settima vita artistica.

Perché Buddy Guy è un artista, non solo un artigiano del Blues, una delle ultime Leggende, non solo del Chicago Blues a cui spesso viene accostato. Questo nuovo doppio Rhythm And Blues ribadisce la grande classe di questo musicista e lo fa con 21 nuovi pezzi, quasi tutti scritti da Hambridge (con vari pard, tra i quali lo stesso Guy) che hanno la statura di piccoli classici, sembrano brani blues familiari, già sentiti, e in questo caso è inteso come un complimento, ravvivati da una piccola ed usuale pattuglia di ospiti, quasi sempre presente nei dischi dell’artista di Lettsworth, Lousiana, suonati come Dio comanda da un gruppo di musicisti guidati da Tom Hambridge, che ancora una volta si conferma un piccolo Re Mida del (Rhythm) & Blues, il suo tocco dà vita a questa canzoni, perché possono dire quel cazzo che vogliono ma un buon produttore è già metà dell’opera, aggiungigli dei musicisti come David Grissom, Reese Wynans, Tommy McDonald, i redivivi Muscle Shoal Horns ed il gioco è fatto.

Kid Rock (e Keith Urban) ce li potevano risparmiare, ma il primo serviva per il gioco di parole con Messìn’ With The Kid, una delle due cover scritte da Mel London, l’altra è Poison Ivy posta in chiusura. Buddy Guy (e la sua chitarra) hanno ancora una grinta incredibile come dimostrano brani come la pirotecnica Justifyin?, il duetto spaziale con una sempre più lanciata (e incredibile) Beth Hart in una poderosa What You Gonna Do About Me dove Guy risponde colpo su colpo, il duetto con Gary Clark Jr. nella scoppiettante Blues Don’t Care e con 3/5 degli Aerosmith (Tyler, Perry & Whitford) nella “cattivissima” Evil Twin. Fiati e voci femminili arricchiscono il sound, il giochetto del primo disco Rhythm ed il secondo Blues non c’entra molto con i contenuti che si dividono equamente tra i due stili, e tanto rock, con la chitarra che viene strapazzata, con slide e senza, con wah-wah e pura e semplice, accarezzata o lancinante, sempre entusiasmante. Esce il 30 luglio, lo stesso giorno in cui Buddy Guy compirà 77 anni. Quindi Buddy non lascia, ma raddoppia!

Uno dei dischi Blues(rock) dell’anno. Semplicemente consigliato!  

Bruno Conti